L'oncologo trapanese Filippo Zerilli è indagato nell'inchiesta sulla rete dei favoreggiatori di Messina Denaro.
Avrebbe eseguito l'esame del Dna necessario alle cure chemioterapiche a cui il boss doveva sottoporsi. Il paziente si era presentato al medico con i documenti di Andrea Bonafede, il geometra che gli ha prestato l'identità con i suoi documenti:carta d'identità e tessera sanitaria. Finito sotto inchiesta ha ammesso di essere vicino al boss dalla gioventù. L'oncologo è il secondo dottore indagato, dopo il medico di base
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