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Appia Antica, un glorioso passato ma un incerto futuro

Appia Antica, un glorioso passato ma un incerto futuro Copertina    (commenti:3) (1.266)
Eleonora Persichetti

 
Intervista all’archeologo Marco Cavacchioli, Segretario del Circolo Legambiente “Appia Sud Il Riccio” e responsabile nel Circolo per le attività e i rapporti con gli enti istituzionali per l’area di Appia Antica nei Comuni di Ciampino e Marino.
 
1. Per il tratto di Appia Antica nel nostro territorio, si sente spesso parlare di una serie di Enti quali: Parco Regionale; Parco Archeologico; Sovrintendenza. Ci può spiegare meglio qual è la reale situazione e le varie competenze? A chi compete cosa?
Si tratta di una situazione complessa, che diventa spesso di difficile comprensione per i cittadini. Prendiamo la parte extra urbana del Parco Appia Antica, quella che ricade nei Comuni di Ciampino e Marino, circa 2650 mt. di fascia demaniale, sottoposta all’amministrazione e controllo del Comune di Ciampino, Comune di Marino, Parco Regionale Appia Antica e il Parco Archeologico Appia Antica (istituito nel 2016 che ha raccolto nel nostro territorio le competenza della vecchia Soprintendenza Archeologica del Lazio, poi dell’area metropolitana). Scendendo nel dettaglio, la fascia di Appia Antica ricadente nei Comuni di Ciampino e Marino è tutta area demaniale, conseguentemente le competenze sono quasi tutte dell’ente ministeriale, il Parco Archeologico Appia Antica, tranne la sicurezza che compete alle forze della polizia Locale, ma anche tutte le forze dell’ordine in generale. Quindi, quando vediamo una vegetazione infestante che impedisce il cammino o monumenti e area archeologiche precarie, chi deve intervenire è il Parco Archeologico Appia Antica.
 
2. Qual è invece il ruolo della vostra sezione “Il Riccio di Legambiente”?
Il Circolo “Legambiente Appia Sud il Riccio”, in base alla convenzioni stipulate con il Parco Regionale Appia Antica ormai da più di 20 anni, effettua visite guidate relative al programma di Primavera e Autunno denominato “Segui la Volpe”, portando a conoscenza dei visitatori la fascia di Appia Antica dal IX all’XI miglio (Ciampino e Marino), è responsabile dell’apertura domenicale in Primavera e Autunno dei punti informativi del Parco Appia Antica situati a Frattocchie e S.Maria delle Mole e relativamente alla presenza più o meno saltuaria di bandi o fondi ha collaborato e collaborerà ancora in parte quest’anno con il Parco Regionale Appia Antica per opere di bonifica della vegetazione.
 
3. Durante tutti questi anni, qual è stato il ruolo del Comune di Marino? Ritenete che in tutti questi anni vi abbia sufficientemente supportato?
Premetto che la nostra attenzione per l’Appia Antica in collaborazione con il Parco Regionale Appia Antica parte dagli anni in cui al Comune c’era la Sindaca Rosa Perrone (fine anni ‘90). Da quel momento ad oggi, il Comune ci ha supportato in attività collaterali, come ad esempio nei giorni in cui si effettuavano pulizie straordinarie, nella raccolta dei rifiuti, oppure con patrocini su eventi. Chiaramente va detto che il Comune avrebbe a disposizione diverse modalità per contribuire alla manutenzione del tratto di Appia Antica ricadente nel suo territorio, ma da Rosa Perrone ad oggi, sul più importante asse viario del mondo antico e oggi meta di passaggio di migliaia di pellegrini, camminatori, ciclisti all’anno, nonché spazio vitale per i cittadini delle più grandi frazioni di Marino, non è stato investito neanche un euro. Tutti i soldi spesi negli ultimi 20 anni per la manutenzione, sono provenuti dal Parco Regionale Appia Antica in massima parte e in piccolissima percentuale dal nostro Circolo e ultimamente dalle donazioni di alcuni cittadini che hanno a cuore questo bene inestimabile. Basti pensare, a questo proposito, che esiste un protocollo d’intesa datato 16.01.2017, completamente disatteso, che raggruppa tutti gli enti di gestione e amministrativi per il tratto di Appia Antica tra Ciampino e Marino (vedi allegato) - il Comune di Marino, il Comune di Ciampino, Il Parco Reg. Appia Antica, la Soprintendenza Archeologica per l’area metropolitana di Roma (competenze passate al Parco Archeologico Appia Antica dal 2016) - il cui obiettivo è “l’attuazione del programma di tutela, valorizzazione e manutenzione …. tratto ricadente nel territorio dei comuni di Ciampino e Marino”. Alcuni articoli sono molto interessanti e significativi su cosa si poteva e si può ancora fare:
Art. 1 - …. La collaborazione, in particolare, avrà ad oggetto la manutenzione ordinaria e straordinaria del verde e annessi, delle strutture e attrezzature presenti sul territorio in esame.
Art. 7 – Il Comune di Marino, Il Comune di Ciampino, L’ente Parco Regionale dell’Appia Antica assumeranno, ciascuno secondo le proprie possibilità e le proprie risorse disponibili per l’attuazione e per la realizzazione degli interventi programmatici stabiliti dal presente Protocollo. Potranno altresì essere reperite ed attivate fonti di finanziamento straordinarie, da parte dei singoli firmatari del presente Protocollo, sia in forma singola che associata che congiunta.
 
4. Nel 2019 sono partiti i lavori di recupero, dell’intero tratto dell’Appia Antica sia nel Comune di Ciampino sia in quello di Marino, che però ben presto si sono fermati. Chi li ha finanziati? E come mai si sono poi fermati?
Perché erano progetti che si basavano su fondi “una tantum” relativi ad un bando regionale del 2017 che aveva come obiettivo la valorizzazione della Via Appia Antica da un punto di vista del miglioramento degli standard di fruizione. Quindi, non un programma di manutenzione o di interventi ripetuto. Il Comune di Ciampino ha posto come obiettivi la bonifica della vegetazione nel tratto di Appia Antica ricadente nel suo territorio, un riassetto degli accessi e l’allestimento di una vasta area di accoglienza su una proprietà del Comune accessibile direttamente dalla Via Appia Antica, il progetto è stato presentato nel 2017, i lavori sono iniziati in Primavera 2020 e terminati in Autunno dello stesso anno. Il Comune di Marino ha posto come obiettivi la bonifica della vegetazione, il riassetto delle entrate e la costruzione di un nuovo e più adeguato punto informativo turistico in sostituzione del vecchio. Il progetto è stato presentato nel 2017, i lavori sono iniziati nel 2018 e terminati del 2020. Ma chiaramente tranne i lavori strutturali che sono definitivi, il taglio della vegetazione ha prodotto un’accessibilità momentanea, la vegetazione ricresce e nel breve temine ritornerà come prima.
 
5. Ultimamente vicino al vecchio punto informazione turistica è stato realizzato un manufatto in legno, si tratta del nuovo punto d’informazione? Perché non viene ancora utilizzato?
La realizzazione di quel manufatto è uno degli obiettivi del progetto con fondi regionali che indicavo nella risposta precedente. La struttura consiste in un punto informativo dotato di sala accoglienza, un bagno e un piccolo magazzino, il tutto destinato all’accoglienza per turisti, camminatori, pellegrini, ciclisti che percorrono la Via Appia Antica, ma anche per i cittadini che vorranno godere di un punto all’aria aperta a pochi metri dalla Antica via. Sia la struttura che l’area verde di pertinenza sarà gestita da nostro Circolo, attraverso un patto di collaborazione con Il Comune di Marino stipulato a fine 2019. L’area sarà destinata ai fruitori della Via Appia Antica, siano essi turisti o cittadini, nella quale potranno rilassarsi, ricevere informazioni e materiali sul Parco Appia Antica ma anche sulla città di Marino, acquistare libri sui beni storici e archeologici del Comune di Marino e sugli itinerari che lo attraversano, mappe, e gadget. Potranno prenotare visite guidate e ricevere informazioni sulle attività produttive locali, hotel, b&b, ristoranti, trattorie, prodotti enogastronomici locali, ecc., potranno ricevere informazioni e orari sui mezzi di trasporto, compresi quelli locali. Ma sarà anche luogo di svariate attività didattiche per le scuole e di eventi culturali, il tutto in regime di autosostentamento: il circolo curerà il bene e l’area verde senza alcun euro da parte del Comune. Ma veniamo ai tempi di apertura. I lavori sono terminati nell’estate del 2020, il nostro circolo ha firmato il Patto di Collaborazione con il Comune a novembre 2020, ma appena entrati nella struttura abbiamo riscontrato evidenti problemi tecnici dovuti a errori nella progettazione tecnica o nella realizzazione della struttura o in entrambi i casi che hanno purtroppo allungato i tempi per una possibile apertura. Già dallo scorso dicembre, con l’area LL.PP. del Comune di Marino, è stata stabilita una strategia rivolta al recupero di alcuni difetti tecnici che dovrebbe portare alla conclusione in questi mesi e alla possibile riapertura a maggio 2021.
 
6. Il tratto di Appia Antica che ricade nel territorio della Capitale è ben curato e pertanto anche molto fruibile, stessa cosa non può certo dirsi per quello di competenza dei Comuni di Ciampino e Marino che, in alcuni punti, risulta in completo abbandono. Come mai?
L’area in questione è demaniale, quindi proprietà dello Stato. Paghiamo lo scotto della diversità di enti di gestione nel corso degli ultimi decenni. Mentre nell’area di Appia Antica nel tratto del Comune di Roma (il cui confine con Ciampino è poco prima di Via Capanne di Marino) soprintendeva la più che vitale Soprintendenza Archeologica di Roma, invece nell’area di Ciampino e Marino aveva competenza la Soprintendenza Archeologica del Lazio che su questo tratto, è stata in sostanza un fantasma. E mentre nell’area romana, la Soprintendenza Archeologica di Roma sistemava l’antica strada, restaurava i monumenti e apriva aree archeologiche, nell’area extra urbana la “non presenza” della Soprintendenza Archeologica del Lazio creava sempre di più uno stacco netto tra la pulizia e il degrado, tra il decoro e le discariche, tra i monumenti restaurati e i monumenti crollati o disgregati. Chi, nel corso degli anni,è intervenuto in modo fattivo – quindi mettendo soldi - su quest’area è stato unicamente il Parco Regionale Appia Antica riportando in luce la carreggiata antica e effettuando operazioni di bonifica. Nel 2016 i Ministro Franceschini istituisce il nuovo “Parco Archeologico Appia Antica” nell'ambito della riorganizzazione del MIBACT (DM 44/2016, DM 198/2016 e DPCM 169/2019) che presenta gli stessi confini del Parco Regionale Appia Antica. Dal momento dell’istituzione ad oggi una nota positiva e una negativa, la prima, positiva, che si riunifica sotto uno stesso ente di tutela archeologica l’area urbana e extraurbana della Via Appia Antica (Roma, Ciampino, Marino) quindi la parte migliore e quella più degradata, la seconda, negativa, che l’area di Appia Antica è demaniale quindi sotto tutela e competenza del nuovo Parco Archeologico compresa la manutenzione del verde che non ha mai effettuato fino ad oggi. Dal Parco Archeologico ci hanno più volte assicurato riguardo la presenza di un piano e una programmazione della manutenzione della vegetazione anche nei territori di Ciampino e Marino, ma sul quando questo piano prenda corpo non esiste ancora un dato preciso. Conosciamo bene la situazione di un ente ministeriale come il Parco Archeologico Appia Antica che gestisce aree archeologiche smisurate, musei e tutto il tratto stradale dell’Appia Antica, quindi è chiaro che non può stare in piedi, ed eseguire quanto di sua competenza con il budget a disposizione (Rita Paris, primo direttore del Parco lamentava già nel 2017 la scarsità di mezzi, di personale ed economica in diverse interviste). Ma il problema di bilancio, e di quanto si possa spostare o metter sul piatto della bilancia per risolvere i problemi atavici dell’area extraurbana, non può e non deve essere un problema che leva il sonno ai cittadini di questo territorio, ma deve essere un problema delle persone e enti deputati ad tutelare e conservare questo bene. In nostro obiettivo come cittadini è solo quello di poter camminare e godere in tranquillità e sicurezza la via Appia Antica nel nostro territorio. Come Circolo che ha dedicato gli ultimi 30 anni rendere, anche se fosse un solo metro, più accessibile l’Appia Antica nel nostro territorio, finché avremo fondi a disposizione, che vengano da bandi, dalla collaborazione con il Parco Regionale, o dalle donazioni dei cittadini noi continueremo a effettuare bonifiche del verde anche se fossero solo 10 metri oppure 1 km.
 
7. Cosa possono fare di concreto i nostri Concittadini, singolarmente o attraverso i Comitati / Associazioni locali, per invertire questo andazzo?
Intanto si può richiedere all’ente di riferimento quali siano i programmi futuri di un’attività di manutenzione per la quale è l’unico preposto e competente, in quanto cittadini aventi diritto di avere risposte chiare da un ente pubblico. Direi anche di non stare a lamentarsi addosso a casaccio solo sui social che non serve a nulla e lascia il tempo che trova, usare più umiltà culturale e soprattutto più richieste mirate alla pubblica amministrazione e più Pec (“scripta manent”). Poi ormai la legislazione e i regolamenti sulla cittadinanza attiva e le possibilità degli Enti del Terzo Settore danno ampie possibilità di manovra, nulla vieta di costituire un comitato di cittadini e associazioni, che fattivamente e non a chiacchere, si ponga l’obiettivo di risollevare un tratto prezioso storico-naturalistico dall’incuria e dal degrado. Intanto partirei dai gesti più semplici e immediati per noi cittadini del territorio, non buttare l’immondizia sull’Appia Antica e raccogliere la cacca di nostri cani.
 
8. Quale sono le iniziative che come Legambiente avete in cantiere?
Il 28 Febbraio effettueremo una pulizia dai rifiuti nel primo tratto della Via Appia Antica da Frattocchie in direzione Roma, oltre ai soci del Circolo è invitata la cittadinanza a partecipare. Questo lavoro di pulizia sarà propedeutico allo sfalcio della vegetazione che partirà il giorno dopo nel tratto di Appia Antica tra S.Maria delle Mole e Frattocchie, utilizzeremo i fondi residui del Parco Regionale Appia Antica. Contemporaneamente a queste operazioni rilanceremo la campagna donazioni e banca del tempo dal titolo #weloveappiantica aperte a ogni cittadino che abbia a cuore la sorte del tratto di Appia Antica nel nostro territorio e un questionario on line dedicato alle problematiche della via Appia Antica nel quale i cittadini potranno esprimere la loro personale opinione sullo stato attuale di questo bene, una volta chiuso il questionario i risultati verranno inviati agli enti competenti. Per quanto riguarda la parte culturale per questa Primavera Estate abbiamo pensato ad un programma speciale legato all’Appia Antica e all’inaugurazione nel nuovo Punto Informativo a S.Maria delle Mole con una serie nutrita di attività che sveleremo quanto prima.

Deiezioni dei cani non raccolte? Attenti al Dna!

Deiezioni dei cani non raccolte?  Attenti al Dna! Copertina    (commenti:3) (1.406)
Domenico Brancato

Adesso esiste  la prova del Dna contro i proprietari incivili.

 

L’idea è nata dagli Amministratori di un condominio di Devon  Wood, nel Massachusetts, che stanchi di rinvenire defecazioni  canine  negli spazi comuni, sui marciapiedi , sui viottoli e i prati dei parchi pubblici, lungo i viadotti e nelle aiuole  e delle vane sollecitazioni rivolte ai proprietari degli amici a quattro zampe, per un maggiore impegno all’igienica convivenza, hanno escogitato il sistema per identificare l’animale e, di conseguenza,  il detentore, attraverso il test del Dna sugli escrementi.

Constatata la drastica diminuzione delle deiezioni abbandonate per la deterrenza prodotta dal citato  provvedimento, l’iniziativa si è estesa, in via sperimentale,    in Spagna, in Inghilterra  e, da circa due anni , anche in Italia, a partire da Napoli, nel quartiere del Vomero, con un progetto definito: “ Prevenzione della fecalizzazione canina sul territorio metropolitano “, grazie  all’attuazione del quale è stata già  ottenuta  una riduzione del 70 % delle deiezioni in strada. Atri esperimenti del genere, assecondati da Coldiretti , in collaborazione con l’Associazione Italiana Allevatori – Aia – ,  le Amministrazioni Comunali e le Aziende Territoriali Sanitarie – Ats - sono in atto a: Livorno, Trieste, Cremona, Comuni di Malnate ( Varese ) e Villasanta  ( Monza e Brianza ), per cercare di far prevalere una questione di civiltà e di rimuovere quel diffuso atteggiamento di noncuranza  verso il bene pubblico e l’osservanza delle norme igieniche, in particolare.

Studi scientifici, Infatti, hanno dimostrato come gli escrementi dei cani stiano  incrementando pericolosamente   l’inquinamento, in quanto contengono una specifica tipologia di batterio capace di resistere agli antibiotici. Se si considera  che un cane può produrre mensilmente fino a 18 Kg di feci, la cattiva abitudine del cospicuo  loro abbandono sul suolo pubblico rappresenta un rischio sia per l’ambiente  che per l’uomo e per gli stessi cani,  poiché le feci non raccolte possono trasformarsi in focolai per la prolificazione di pericolose malattie.

Il procedimento per il conseguimento della descritta tipologia di intervento, in genere, trova rispondenza: in un’ordinanza del Sindaco a fare il prelievo ematico o di un  campione salivare presso l’ospedale o centro veterinario dell’ ASL; nella catalogazione del campione prelevato; nell’invio all’Istituto Zooprofilattico o altro Istituto specializzato per l’esame del Dna; nell’istituzione del registro del Dna dei cani; nella raccolta del campione della deiezione abbandonata, da parte di un Operatore ambientale o una Guardia zoofila o un Vigile urbano; nell’ invio all’Istituto per l’individuazione del cane attraverso il raffronto tra il Dna del campione e quelli contenuti nella banca dati;  nel Collegamento del   proprietario al cane tramite l’iscrizione all’anagrafe canina; e nella comminazione della sanzione al trasgressore.

Il   Ministero della Salute, infatti,  già nel 2013 aveva reso noti i nuovi obblighi per i possessori di animali domestici:  “ i cani non possono circolare nei luoghi pubblici senza guinzaglio e deve essere cura del padrone raccogliere le deiezioni con gli appositi sacchetti. Se non rispettosi delle regole, i trasgressori possono incorrere in multe i cui importi variano tra i 50 ed i 100 E “.

Dal punto di vista economico, il test  del Dna ha un costo di circa 20 euro che , si ipotizza,  non dovrebbe costituire un aggrazio di spesa per i cittadini, in quanto gli introiti provenienti dalle multe per le deiezioni non raccolte, secondo l’esperienza di alcuni Sindaci dei Comuni sedi della sperimentazione, compenserebbero gli oneri sostenuti dalle Amministrazioni.  Anche se la disponibilità all’esborso di un piccolo contributo, si ha motivo di credere,  non verrebbe negato dalla stragrande maggioranza della popolazione,  pur di godere del beneficio di un ambiente vivibile e pulito.

Esigenza che si avverte in maniera sensibile nel nostro territorio, per la presenza di un notevole numero di cani e di buona  parte di proprietari  che trasgrediscono, disinvoltamente, le norme igieniche e di convivenza civile. Pertanto si ritiene esistano tutti i presupposti affinché  la  descritta iniziativa  venga condivisa ed avviata anche  dall’Amministrazione Comunale di Marino.

Ma in attesa che ciò avvenga, non si può non esprimere l’auspicio che gli abituali trasgressori, attuali o futuri, in previsione dell’applicazione di un sistema di controllo così infallibile per la loro individuazione, optino, sin d’adesso,  per comportamenti più responsabili e scelte più consapevoli delle incombenze e dei doveri che comporta una razionale convivenza con l’ “amico o gli amici “ a quattro zampe.

In modo tale che la detenzione di un così potenzialmente prezioso  animale, non sia la conseguenza dell’accondiscendenza  alla occasionale richiesta di un Bambino ( in quanto   al “Cucciolo” non si può  attribuire la funzione di un inerte  giocattolo,  trattandosi di un  essere vivente in rapida crescita  che necessita di continue cure  ed attenzioni ) o dell’assecondare un  impulsivo  desiderio di  seguire la diffusa  ed allettante tendenza alle passeggiate o al footing in compagnia dell’amico più fedele e protettivo,  anche quando non  si è in grado di:

  •  assicurare a quest’ultimo   una giornaliera   confortevole ed adeguata assistenza  alle sue non trascurabili esigenze;
  •  e di rispettare  le  regole che impediscono di far subire  le conseguenze di tali carenze agli estranei alla convivenza.

 

A cura del Prof. Brancato

Cittadini ed Amministrazioni: dal conflitto al dialogo

Cittadini ed Amministrazioni: dal conflitto al dialogo Copertina    (commenti:3) (1.083)
Gianni Morelli

Dalle esigenze reali alla loro strumentalizzazione

 

 

Riflettevo su quali siano gli stimoli che orientano le nostre scelte quando siamo chiamati ad eleggere i nostri rappresentanti che dovranno operare nelle Pubbliche Amministrazioni.

 

Il più delle volte sono stimoli di tipo emotivo, derivanti, ad esempio, dalla nostra irriducibile ideologia politica, o dalla ribellione contro le difficoltà che viviamo, o dalla simpatia/antipatia verso specifici candidati. Stimoli molto spesso indotti da campagne pubblicitarie sempre più rozze e fuorvianti, che tendono a sollecitare i nostri più profondi sentimenti di rivalsa nei confronti di quei ‘nemici’, reali o creati ad arte, descritti come origine delle nostre insoddisfazioni e delle nostre paure.

 

Mi sembra, inoltre, che pochi di noi si soffermino ad esaminare con la dovuta attenzione quali siano i reali obiettivi di coloro che ci inondano di sollecitazioni, ci bombardano di slogan e ci annegano di promesse che appaiono molto attraenti ma che, alla fine, risultano molto difficili da realizzare o addirittura irrealizzabili e che molte volte non vengono perseguite con la stessa determinazione con cui sono state strumentalmente e disonestamente:

 

  • forzate nell’opinione pubblica
  • pubblicizzate e vendute ad un pubblico quanto meno ingenuo ed in cerca di cambiamenti.
  •  

 

Promesse che già appaiono irrealizzabili nel momento stesso in cui vengono elargite, ma, dalla maggioranza di noi, considerate come verità sacrosante.

 

Da sempre le nostre insoddisfazioni, opportunamente pompate o sgonfiate a seconda dell’idea politica di chi ci presenta candidati alle elezioni, vengono inserite in programmi elettorali che, per incapacità dei rappresentanti eletti o per incuria, o per cambiamenti della loro linea politica, sono destinati, in molti casi, ad essere disattesi.

 

E molte volte succede che gli stessi candidati che ci vengono proposti non vengano scelti in funzione delle loro effettive capacità, ma in funzione di altre considerazioni che, pur se tipiche della politica attuale, non sono certamente orientate unicamente alla soddisfazione dei cittadini, ma tendono soprattutto al consolidamento del ‘potere’.

 

Credo, infine, che questa eterna battaglia elettorale in cui ci dibattiamo ormai da anni non renda facile distinguere tra esigenze reali ed esigenze indotte dalla propaganda politica, intesa nel senso più deleterio del termine.

 

Ed è altrettanto sconcertante, per me, osservare come tutto, nell’opinione pubblica, sia trasformato in opinione politica e come siano viziati ed aprioristici i meccanismi di sostegno o di opposizione ai candidati eletti:

 

  • da una parte c’è chi giustifica tutto, anche gli errori più smaccatamente evidenti
  • dall’altra c’è chi critica aspramente ogni iniziativa, anche la più positiva,
  •  

senza considerare quelli che vivono passivamente gli eventi che li riguardano e non esprimono mai il loro assenso o il loro dissenso per quanto viene fatto e per quanto viene invece disatteso.

 

Una presa di posizione ideologica e statica che non ha nulla a che vedere con la soluzione dei problemi di cui ci lamentiamo TUTTI e delle esigenze che condividiamo, TUTTI.

 

Ed allora io propongo che quei TUTTI, che poi siamo noi cittadini, si uniscano e, insieme e senza l’intromissione di ideologie politiche indotte forzosamente:

 

  • Individuino, ed elenchino in ordine di priorità, le esigenze insoddisfatte ed i problemi che ostacolano la conduzione di una vita sociale serena e rilassata
  • Commentino e segnalino questi elenchi a tutte le organizzazioni politiche in grado di presentare candidati alla loro soluzione
  • Chiedano ai candidati quali di quelle richieste pensando di poter evadere, in che modo, con quali risorse ed in quanto tempo
  • Votino per i candidati che meglio e più onestamente possibile, rispondono nel rispetto di quanto richiesto
  • Impostino un sistema obiettivo e condiviso di valutazione e controllo dell’andamento delle attività degli eletti, completamente scevro da ideologie politiche e basato essenzialmente sui fatti e sui risultati ottenuti.

 

La mia idea è quella di ‘rivoltare la frittata’ e di essere noi stessi a definire i programmi, ad eleggere i candidati che danno maggiori garanzie ed a controllare che questi nostri eletti siano davvero nostri rappresentanti e non siano asserviti ad entità il cui unico scopo è quello di gestire il ‘potere’ , in particolare quello economico.

 

E quindi chiedo a TUTTI un maggior interessamento alla gestione della Cosa Pubblica da parte di molte più persone. Interessamento diretto al supporto delle Amministrazioni elette, ma anche in competizione con coloro che della politica hanno fatto una professione e che, purtroppo, non agiscono nell’etica che questa onorevole professione richiede e, come tali, sono soggetti a regole che nulla hanno a che vedere con la soddisfazione delle nostre esigenze.

 

Sarei molto lieto che questo mio scritto riuscisse ad aprire una discussione che, coinvolgendo un buon numero di persone ragionevoli e disposte ad impegnarsi, riuscisse a modificare le modalità di approccio all’elezione dei nostri rappresentanti ed al controllo dell’attività da loro svolta.

 

La discussione è aperta.

Un impianto fotovoltaico tra opportunità mancate e abbandono

Un impianto fotovoltaico tra opportunità mancate e abbandono Copertina    (commenti:3) (329)
Amerigo Miraglia

 
Il quartiere di Cava dei Selci, situato nel territorio del Comune di Marino, rappresenta un esempio emblematico delle sfide che affrontano molte periferie urbane italiane: un mix di sviluppo infrastrutturale, rischi ambientali e una gestione amministrativa che lascia molto a desiderare. Al centro di questa narrazione si trova un vasto lotto di terreno trasformato in un impianto fotovoltaico privato, un progetto che ha sollevato controversie sin dalla sua fase autorizzativa e che oggi evidenzia criticità evidenti nel tessuto urbano locale.
 
L'impianto fotovoltaico, esteso su circa 8 ettari tra i comuni di Marino e Ciampino, è stato concepito come un contributo alla transizione energetica, con una potenza prevista di oltre 8 MWp. Il processo autorizzativo ha coinvolto numerosi enti pubblici, tra cui i Comuni di Roma, Marino, Ciampino e l'ASL, culminando in un Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale emesso dalla Regione Lazio nel giugno 2023. Tuttavia, il progetto ha rischiato di arenarsi quando i residenti di Cava dei Selci hanno segnalato un aspetto cruciale trascurato: l'area è soggetta a esalazioni vulcaniche significative di gas solforosi e anidride carbonica, tipiche della zona dei Castelli Romani.
 
Grazie a questa segnalazione, è stato coinvolto l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), che in prima istanza ha sospeso le autorizzazioni. Le misurazioni dell'INGV hanno rivelato un aumento del 427% nelle emissioni di gas dopo le perforazioni iniziali, con rischi per la salute pubblica legati al radon e alla CO2. Solo dopo l'adozione di prescrizioni specifiche da parte dell'INGV – tra cui ulteriori verifiche e misure di mitigazione – l'iter è ripreso, portando al via libera definitivo. Nel marzo 2024, il sindaco di Marino ha comunicato che una parte dell'area di Cava dei Selci non sarebbe più stata inclusa nel progetto principale, ma i lavori sono proseguiti con riunioni tecniche tra gli enti coinvolti, inclusa l'ASL per le valutazioni sanitarie. A febbraio 2025, il Comune di Ciampino ha revocato un'ordinanza anti-CO2, permettendo l'avanzamento dell'impianto.
 
In cambio dell'autorizzazione, la società privata responsabile dell'impianto ha dovuto concedere opere compensative ai comuni interessati. Il Comune di Ciampino ha negoziato la realizzazione di una pista ciclabile in via dell'Ospedaletto, un intervento utile per migliorare la mobilità sostenibile e la qualità della vita dei residenti. Al contrario, il Comune di Marino si è limitato a richiedere l'aggiornamento dei lampioni di pubblica illuminazione con modelli ad alta efficienza energetica nel tratto di strada di via Catullo che costeggia l’impianto fotovoltaico – una misura minima, descritta da alcuni come "elemosina". Questa disparità evidenzia una mancanza di visione strategica da parte dell'amministrazione marinese, che non ha capitalizzato l'opportunità per interventi più impattanti, come il miglioramento delle infrastrutture verdi o la bonifica di aree degradate, nonostante la conoscenza delle condizioni precarie del quartiere.
 
Oggi, i lavori per l'impianto sono in fase avanzata, ma emergono problemi evidenti nella porzione di territorio ricadente nel Comune di Marino. La società privata ha eretto una nuova recinzione arretrata rispetto a quella preesistente, lasciando una striscia di terreno in uno stato di totale abbandono. Questa area, visibile dalle strade del quartiere, è diventata un simbolo di incuria: erbacce, rifiuti e degrado visivo che contrastano con l'immagine di un progetto "verde". Senza interventi di manutenzione, questa striscia rappresenta non solo un rischio estetico, ma anche potenziale per problemi ambientali e di sicurezza, aggravando il senso di trascuratezza che pervade Cava dei Selci.
 
Questa situazione riflette l'incapacità dell'attuale amministrazione di gestire efficacemente le compensazioni e di tutelare gli interessi dei residenti. Nonostante le potenzialità dell'impianto per contribuire alla sostenibilità energetica, il quartiere non ne ha tratto benefici tangibili. Anzi, l'amministrazione ha optato per il "minimo indispensabile", ignorando le "condizioni di gravità assoluta" del quadrante, come strade dissestate, mancanza di servizi e rischi vulcanici persistenti.
 
Negli ultimi quattro anni, l'amministrazione comunale di Marino non ha intrapreso alcuna iniziativa significativa per Cava dei Selci. Tutte le richieste di aiuto e supporto da parte dei cittadini – da miglioramenti infrastrutturali a interventi di manutenzione ordinaria – sono rimaste inascoltate, confinate nei cassetti di qualche funzionario. Di conseguenza, sono i residenti stessi a prendersi cura del quartiere, attraverso azioni volontarie che suppliscono alle carenze istituzionali.
 
In risposta a questa inerzia, i cittadini si sono organizzati avvalendosi del regolamento attuativo degli strumenti di partecipazione comunali. È in corso una raccolta firme per una petizione, disponibile in diverse attività commerciali del quartiere. L'obiettivo è raggiungere il numero necessario di sottoscrizioni per presentarla al Comune, chiedendo interventi concreti e una maggiore attenzione al benessere della comunità. Questa mobilitazione non è solo un grido di protesta, ma un atto di cittadinanza attiva che potrebbe spingere l'amministrazione a rivedere le sue priorità.
 
Il caso dell'impianto fotovoltaico a Cava dei Selci solleva interrogativi più ampi sulla gestione del territorio nelle aree periurbane. Mentre progetti come questo sono essenziali per la transizione ecologica, non possono prescindere da un approccio inclusivo che tuteli i residenti e massimizzi i benefici locali. L'amministrazione di Marino ha perso un'opportunità per trasformare una compensazione in un volano di sviluppo, a differenza di Ciampino. Ora, spetta ai cittadini e alle istituzioni trovare un dialogo per rimediare a anni di abbandono. La petizione in corso potrebbe essere il primo passo verso un quartiere più curato e vivibile – ma solo se le voci dei residenti saranno finalmente ascoltate.

Cosa accade al parco di Via Bassi?

Cosa accade al parco di Via Bassi? Copertina    (commenti:3) (1.016)
Gianni Botta

 
È da qualche settimana che ci viene segnalata la chiusura del cancello del Parco di Via Bassi.
 
Il parco venne inaugurato nel 2013 con una cerimonia alla presenza delle Autorità cittadine e dei parroci Don Enzo e Don Bruno, che impartirono la loro benedizione.
La sua realizzazione rientrava tra le “opere a scomputo” effettuate dalle imprese edili a fronte dei permessi di costruire rilasciati dall’Amministrazione.
 
Sebbene non stiamo parlando dei parchi come quello dell’Acquasanta, di Villa Desideri o, per rimanere più vicini, del Parco della Pace di Cava dei Selci, quella di Via Bassi è un’area che insieme al Parco Falcone ed al Parco Spigarelli contribuisce all’offerta di spazi in cui le famiglie che risiedono a Santa Maria delle Mole possono passare qualche momento all’aperto in compagnia dei figli o ai ragazzi di socializzare.
 
Invece, come abbiamo detto, il parco è chiuso, inspiegabilmente, e non siamo riusciti a darci una spiegazione di come sia potuto accadere e chi sia il responsabile di questo che, a tutti gli effetti, riteniamo un abuso.
 
È per questo che, quindi, ci rivolgiamo all’Amministrazione Comunale affinché intervenga per restituire alla comunità questo angolo per consentirne la piena fruizione, prima che un altro pezzo di suolo pubblico finisca col diventare una proprietà di cui qualcuno pensi di poter disporre a proprio piacimento e per il proprio tornaconto.
 
 
L’immagine di copertina è presa da Google Maps.

Crolla un solaio della scuola in costruzione - Feriti

Crolla un solaio della scuola in costruzione - Feriti Copertina    (commenti:3) (972)
Francesco Raso

Crollo di un solaio nel cantiere, in via Fratelli Bandiera, per la costruzione di una nuova scuola elementare. Sul posto i Vigili del Fuoco e Carabinieri della stazione Santa Maria delle Mole.
 
A causa del crollo sette operai sono precipitati da un’altezza di circa tre metri.
 
Sul posto, appena scattato l’allarme, sono arrivati gli agenti della Polizia locale di Marino, i Vigili del Fuoco e i Carabinieri della locale stazione, gli amministratori locali e, naturalmente, i sanitari del 118 che hanno portato in ospedale gli operai feriti.
 
Per il più grave di loro è stato richiesto l’intervento dell’elisoccorso.
 
Sono in corso gli accertamenti dei Vigili del Fuoco per stabilire le cause dell’accaduto. La ditta appaltatrice, insieme ad altre cooperative edilizie che lavorano sul posto, sono della provincia di Caserta così come anche gli operai e i muratori feriti, 7 in totale tra italiani e stranieri, tra i 25 e i 50 anni.
 
 

Nota de La Voce dei Castelli sull’articolo relativo alla Fonte S. Pietro

Nota de La Voce dei Castelli sull’articolo relativo alla Fonte S. Pietro Copertina    (commenti:3) (809)
Eleonora Persichetti

 

Nel numero di novembre de La Voce dei Castelli abbiamo pubblicato l’articolo: "Addio per sempre alla Fonte S. Pietro".

 

Il presidente del Consiglio Comunale, Sante Gabriele Narcisi, ci rassicura che «l'area in questione ha destinazione urbanistica "servizi", è collocata nel perimetro vincolato dal Parco dell'Appia Antica, non sono state rilasciate licenze a costruire (non sarebbe stato tecnicamente possibile) e di sicuro non sono previste variazioni al PRG».

 

 

Manterremo alto il livello di attenzione sulla questione.

 

La Redazione

lavocedeicastelli.com

Civismo politico

   (commenti:3) (764)
Gianni Morelli

Per "civismo politico" si deve intendere un approccio completamente alternativo al sistema dei partiti oppure un approccio critico ma possibilmente anche sinergico al sistema dei partiti?


I fatti recenti (ad esempio Torino per la TAV, Piazza del Popolo a Roma e la manifestazione per il Decreto Sicurezza sempre a Roma, oltre alle proteste sotto al Campidoglio) mostrano un sempre maggiore desiderio di partecipazione dei cittadini alla vita politica ed alle scelte che sono considerate importanti e che condizionano lo stile di vita ed il futuro della nostra Nazione e dei Territori, anche diversi per cultura e tradizioni, che la compongono. Qualcosa comincia a muoversi e sembra quasi messa da parte quella accettazione passiva che, a causa dello sbandamento cui abbiamo assistito nelle direzioni dei Partiti che hanno tradizionalmente dominato la scena politica del nostro Paese, ha portato a quei fenomeni  (la bocciatura del Referendum, le lotte interne che hanno portato alle dimissioni di un Segretario di un partito tra i più importanti in Italia e di un  Presidente del Consiglio dei Ministri, l’utilizzo di tecniche di comunicazione molto penetranti nonché la grande crisi economica che ha fortemente inciso sulla distribuzione della ricchezza aumentando le sacche di povertà e lo scontento di buona parte della popolazione), da cui la decisione degli elettori di tentare di cambiare radicalmente la scena politica ricercando forze nuove e fresche cui affidare il Governo.

Ma questo non è stato ancora sufficiente, e sembra affermarsi il concetto di come non si possa prescindere da una presenza più determinante della popolazione nella gestione della Cosa Pubblica ed è sempre più evidente come la recente capacità di aggregazione non derivi dalle manovre dei partiti tradizionali o dalla nascita di nuovi partiti. Piuttosto si presenta come un fenomeno derivante da gruppi di cittadini che sentono di poter condividere esigenze e bisogni comuni. Cittadini che hanno iniziato ad organizzarsi e ad uscire con sempre maggiore frequenza allo scoperto. Mi riferisco alle istanze provenienti dalle Associazioni e dai Comitati costituiti da volontari che stanno prendendo forma più consistente sul Territorio e che, in modo sempre più partecipato, si interessano e collaborano attivamente a migliorare ciò che li circonda, facendo riferimento semplicemente alla loro qualità di cittadini.

Una forma di ‘civismo associativo’ che porta alla creazione di una ‘cittadinanza attiva’ per cui ciascun individuo si offre di fare qualcosa per migliorare le condizioni di vita dell’ambiente in cui vive ed opera. Una sorta di ritorno alla consapevolezza di quanto può essere considerato come corrispondente ai nostri doveri di cittadino e di vicinanza, ed ai principi di condivisione di quanto ci circonda. Non importa come si esplichi questa partecipazione che può andare dal riparare un’altalena in un parco, al condividere idee e proposte per la conservazione dell’ambiente, o al dimostrare per la conservazione dei reperti archeologici che costituiscono un valore importante per i nostri Territori, o per l’ampliamento dei parchi Regionali o nell’organizzare sagre e feste rionali o per il raggiungimento di qualsiasi altro obiettivo nell’interesse comune. L’importante è condividere e discutere per ricercare risposte e suggerire soluzioni, ed è determinante partecipare e far sentire la propria voce nell’arena politica. E tendere ad affermarsi come presenza efficace e costruttiva, atta a riempire i vuoti lasciati dall’ormai evidente fallimento delle politiche tradizionali, vuoi quelle confusamente imposte dalle segreterie dei partiti o a quelle fatte maturare nella ‘pancia’ di una popolazione giustamente insoddisfatta.

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