Abbronzatura con il cibo corretto
Focus
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Domenico Brancato
Alimenti che stimolano l’abbronzatura e neutralizzano i dannosi effetti prodotti dall’esposizione ai raggi UV.
Il sopraggiungere dell’estate è generalmente connessa all’esigenza di acquisire una tonalità dell’epidermide in armonia con i colori dorati della stagione.
Non sempre però il conseguimento di questa agognata condizione, vuoi per la mancanza di disponibilità a rispettare i periodi più adatti all’esposizione ai raggi solari, o per un eccesso di esposizione nell’intento di abbreviare i tempi di acquisizione della “tintarella”, o per una omessa o poco accurata applicazione di crema solare; trova riscontro in esiti esenti da spiacevoli conseguenze.
Il che è imputabile, molto probabilmente, anche al motivo che per raggiungere lo scopo, ci si limita all’utilizzazione dei raggi solari, ignorando o trascurando il determinante contributo derivante dall’adozione di una contemporanea alimentazione comprendente un’adeguata dose di frutta e verdura. Cioè di componenti che esercitano, per il nostro organismo, il ruolo fondamentale di: fornire acqua, vitamine e Sali minerali; proteggere l’epidermide e reintegrare quanto viene sottratto dalla sudorazione.
Poiché, il pigmento che ci dona un colorito più scuro in estate e ci protegge a mo’ di filtro dagli effetti nocivi delle radiazioni solari, è la melatonina. Melatonina che anche se, purtroppo, non è contenuta direttamente nei cibi, molti di essi di colore giallo e rosso-arancione (albicocche, anguria, carote, fragole, melone, peperoni, pesche, pomodori, radicchio rosso e spinaci), in compenso, comprendono gli elementi che promuovono la formazione del suo precursore: il betacarotene.
Betacarotene che, oltre a favorire la produzione di melatonina nelle cellule della pelle, sviluppa: - un notevole potere antiossidante in grado di proteggere la cute dall’invecchiamento; - effetti benefici sul sistema immunitario e sull’apparato circolatorio; - la funzione di precursore della vitamina A che, oltre a favorisce la pigmentazione delle pelle, contribuisce a potenziare le naturali difese contro i raggi ultravioletti e a contrastare la formazione dei nocivi radicali liberi.
Per far in modo poi che l’abbronzatura possa divenire più durevole, è fondamentale integrare l’ingestione dei citati cibi con; - quelli ricchi ci vitamina C (agrumi, ananas, kiwi, mango, mirtilli, papaia), per favorire la produzione di collagene, che conferisce tonicità ed elasticità alla pelle; olio extravergine di oliva e di girasole, che essendo ricchi di vitamina E , sono in grado di combattere l’invecchiamento cellulare e stimolare la rigenerazione dell’epidermide; - e acidi polinsaturi (Omega 3 e Omega 6) presenti nella frutta secca, nell’olio e semi di lino, nei pesci di piccola taglia ( alici, sgombri, spigole, orate e merluzzo) nel latte e nell’avocado. Allo scopo di favorire una corretta formazione della melatonina all’interno dei melanociti (cellule situate nella parte inferiore dell’epidermide) e facilitarne il trasporto negli strati più esterni del derma.
Inoltre, per ottenere esiti ancor più gratificanti è quanto mai opportuno mettere in atto:
i seguenti consigli degli esperti nutrizionisti:
consumare giornalmente la quantità di un cibo compreso nel seguente elenco:
- una fetta medi di anguria;
- 40 grammi di avocado al pasto, in aggiunta all’olio evo (extravergine di oliva);
- 100 -200 grammi di carota;
- 30 grammi di frutta secca (noci, mandorle, nocciole e semi oleaginosi: di zucca, girasole, sesamo e lino);
- 2 kiwi;
- 100 grammi di lattuga;
- 150 grammi di pesche;
- 150 grammi di pomodori;
- 100 grammi di radicchio;
- 200 grammi di spinaci;
idratare la pelle, per mantenerne l’elasticità e prevenirne la secchezza e la desquamazione:
tramite l’assunzione di circa 3 litri di acqua al giorno, di cui 1,5 litri tramite il consumo di frutta e verdura ed altrettanta quantità bevendo almeno 8 bicchieri di acqua. Acqua che, per chi non riesce a berla, può essere sostituita con del tè freddo senza zucchero, tisane fresche e acque aromatizzate con frutta e verdura più gradevoli al palato. In quanto l’acqua aiuta a:
aggiungere ai cibi, a crudo o in cottura, olio extravergine di oliva:
al fine di rendere il betacarotene , così come la vitamina E (sostanze liposolubili in essi contenute), in biodisponibili (in grado di essere assorbiti). Ciò per evitare, ad esempio, di commettere l’errore di consumare in abbondanza i cibi che lo contengono per assimilarne la giusta quantità, senza considerare, appunto, che quel che conta non è quanto cibo si ingerisce ma, come specificato, la quantità di biodisponibile dello stesso;
non consumare più di 3 porzioni al giorno di frutta, comprensivi di estratti o smoothie (bevanda a base di frutta e verdura dalla cremosa consistenza, con aggiunta di acqua, yogurt magro o latte vegetale a base di soia, cocco o riso. Oppure dal sapore dolce a base di vaniglia o cioccolato), per evitare le conseguenze dovuti all’ingestione di eccessi di zuccheri;
e conoscere alcuni dettagli che consentono di sfruttare al massimo le preziose proprietà di cui dispongono, le carote, in particolare,:
se consumate: - crude hanno un indice glicemico (valore che esprime la rapidità con cui gli alimenti contenenti carboidrati fanno aumentare la concentrazione di glucosio nel sangue) più basso, un maggior contenuto di fibre utilissime per la regolarità dell’intestino, diversi sali minerali e vitamina C in particolare; - cotte, invece, rendono (come per la zucca e l licopene per i pomodori) il betacarotene più biodisponibile, ovvero più facilmente assimilabile dal corpo, ma causano la perdita del contenuto di vitamina C e di gran parte del gruppo B. Onde la convenienza dell’ alternanza di consumo crude –cotte, per poter fruire della totalità dei notevoli principi nutritivi disponibili.
considerato che Il contenuto di vitamina A, essendo liposolubile, come già precisato, per essere assorbito necessita della presenza di una sostanza grassa, è buona regola condirle con un filo d’olio extravergine di oliva;
poiché, in seguito all’eliminazione della buccia, a contatto con il calore e la luce, si ossidano (scurendosi) facilmente, per evitare che ciò avvenga occorre condirle, oltre che con olio, con del di succo di limone, e non conservarle a lungo in frigorifero;
dato che la parte più ricca di betacarotene è proprio la buccia, è preferibile optare per quelle provenienti da coltivazione biologica, in modo tale da poterle consumare integralmente, dopo averle soltanto accuratamente lavate.
L’insieme delle indicazioni di cui sopra, per offrire a chi ci segue un’ integrazione di elementi conoscitivi utili su come predisporre, nel migliore dei modi, l’epidermide all’esposizione solare. Affinché, attraverso l’assunzione degli specifici menzionati supporti alimenti naturali, possa ottenere un’abbronzatura graduale, più profonda, durevole ed esente da possibili danni connessi ad una acquisizione prodotta esclusivamente dalle radiazioni elettromagnetiche emesse dal sole, più comunemente denominate raggi ultravioletti.