È con partecipazione e grande dolore che ci apprestiamo a scrivere della morte del compagno Sergio Chiappa, intanto offrendo la massima vicinanza a Lella e Domenica.
Una premessa: diffondiamo questo comunicato, “inusualmente” con due simboli, con la medesima storia politica, umana, comunista. Infatti, seppur nell’ultima parte della sua storia politica, Sergio ha voluto compiere scelte differenti, ciò che è stata ed ancora è, in questi anni in cui imperversa la destra, una generazione di comunisti e di popolo di sinistra, e di sinceri democratici antifascisti dediti alla difesa e salvaguardia della Costituzione, è proprio grazie a queste organizzazioni politiche e alle energie, all’intelligenza, alla dedizione e sacrificio che Sergio Chiappa con tanti altri hanno messo a frutto sul nostro territorio. Ecco perché i due simboli. E le due specifiche sezioni: quella dedicata a Togliatti, storica a S. Maria delle Mole (del resto Berlinguer era ancora vivo), e quella “ricostruita” col PCI attuale dedicata a Berlinguer.
Per dare l’esatta - seppur non completa - entità della qualità e del peso che ha avuto (ed ha ancora, appunto) Sergio Chiappa e la sua storia comunista e di cittadino a S. Maria delle Mole e a Marino, tenteremo di descrivere alcune pillole.
La “gestione del tessuto sociale”. Era un pallino fisso per Sergio dover porre attenzione a tutte le manifestazioni che nascevano spontanee, o che potevano essere suscitate, nella popolazione - con particolare attenzione ai giovani - per soddisfare anche la vita sociale, culturale, nond irettamente politica. Fu così, che volle far diventare sede la sezione anche delle attività della UISP che seguiva direttamennte con i vari appassionati, dal calcio al ciclismo (sua passione non agonistica di tutta la vita). E’ sempre in sezione che ospitava degli scalmanati giovani che NON volevano parlare di politica e comunismo ma di spettacoli e cultura. E anche grazie a queste aperture ottenne una nuova leva, dopo mesi, anni a pratica e studio comunista, di attivisti e poi dirigenti comunisti: molti erano di quelli di cui prima.
L’acquisto della sezione. Non avevamo una lira. Però era forte la capacità organizzativa (sia per la quantità di adesioni al PCI, a centinaia, sia per la capacità di gestione delle Feste dell’Unità in cui molti commercianti erano contenti di contribuire a dare materie prime, gratuitamente o a basso costo per poi trasformare l’evento in una fonte certa di autofinanziamento per la sezione. Tutto ciò, lui segretario della sezione, con due colonne (sempre marcatamente marchigiane, come lui) Ettore Discepoli e poi Ovidio Finucci, a reggere la cassa e la responsabilità di tesoriere. Per cui, propose (di fatto decise impegnando tutti) di accogliere la proposta di acquisto delle mura della sezione che per tanti anni abbiamo avuto come casa del popolo in affitto. La somma era enorme (per l’epoca) quasi venti milioni! In cassa neppure un quarto della bisogna. Allora? Sottoscrizione popolare per quasi due anni. Casa per casa, con la spinta di compagni fondamentali come Domenico Andreozzi (che materialmente fu tra coloro che quell’edificio lo costruirono), come Gigino Forgetta, come Peppe Porcello, e poi Ricci e i tanti che colpevolmente non citiamo qui. Si raggiunse la somma, si acquistò la sede. Un altro successo perseguito da Sergio. Così come l’innovazione di aver intanto dato spazio a nuovi dirigenti giovani.
Il Decentramento. Negli anni ‘70 con leggi specifiche nazionali, e con input recepiti a livello locale, molti comuni, così come a Marino si aprì la stagione della partecipazione di base alla gestione della cosa pubblica. Qui, a S. Maria delle Mole, Sergio Chiappa fu consigliere di circoscrizione (di Frazione veniva denominata prima) e poi Presidente della stessa. Molte le attività intraprese, sia di carattere rivendicativo (acquedotto che non esisteva, così come buona parte del sistema fognatizio) che di carattere innovativo (campagna per la capillarizzazione della raccolta rifiuti, con minima differenziata- carta e vetro).
La stanza dei bottoni. Negli anni settanta/ottanta, nella stagione della prima repubblica (oggi diremmo senz’altro quella autenticamente collegata col dettato costituzionale trasformata concretamente nella gestione degli enti locali) con le varie composizione di coalizioni, Sergio fu chiamato, con grande voto popolare a sostenerlo, a svolgere il ruolo di eletto consigliere comunale. Considerata la sua capacità, ed il suo fiuto politico, ben presto i compagni gli chiesero di misurarsi con la guida politica del gruppo consiliare nutrito (8/10, tra cui indipendenti) del PCI a Palazzo Colonna. Successivamente, nonostante altre candidature possibili (geometri, tecnici associati a studi notarili e altre professionalità di cui si componeva la compagine comunista) fu chiesto a lui, artigiano, esperto imbianchino, che gestiva la propria attività e quindi i propri conti, di far parte della Giunta comunale. E non in veste di delega leggera, no fu chiamato a guidare Bilancio e Personale. Cosa che svolse in modo eccelso.
In seguito, dopo le vicissitudini legate al dopo primo PCI, Sergio non smise di occuparsi di politica e dei cittadini, ma fu chiaro che una certa spinta lo limitò parecchio e così non si propose o non accettò più di svolgere ruoli di primo piano. Noi da parte nostra, non possiamo che rendergli omaggio inchinando la rossa bandiera, perchè è stato propulsore e costrutture di cultura comunista e di solidarietà popolare tra i lavoratori e i cittadini. Ed oggi a decine, di attivisti e dirigenti in varie postazioni posizionati, tutti siamo debitori di quello stuolo di comunisti operai edili per lo più, che hanno consentito a molti di noi di raccolgiere il vessillo comunista e le idee propugante non per testimonianze ma per necessità impellente: contro il baratro della guerra, contro l’assalto padronale ai lavoratori, contro l’usurpazione ambientale, contro la mortificazione culturale. In questo siamo fieramente figli della semina di Sergio Chiappa e dello stuolo di compagni/e che per tanti anni ha accompagnato lui e molti di noi destinandoci ad essere eredi diretti di tutto ciò.
Un abbraccio comunista Sergio