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BOVILLE ESTATE Balla a Boville Mercoledì 07/06/2023 21:00

Menù Articoli Nazionali - Pag. 1

La Nostra Voce

NOI DIAMO SPAZIO AL CITTADINO
BASTA CON LA POLITICA SUI SOCIAL
 
La Nostra Voce è anche La Tua Voce
 
Il Portale di Santa Maria delle Mole è nato proprio per tale scopo.
 
Indipendentemente dal nome ci occupiamo di tutte le problematiche delle frazioni “a valle” del comune di Marino e quindi di; Castelluccia, Cava dei Selci, Due Santi, Fontana Sala, Frattocchie e Santa Maria delle Mole.
Portiamo avanti, già da anni e con evidenti risultati, questo impegno in modo assolutamente apolitico ed intendiamo sottolinearlo APOLITICO 

Perché questo:
In molti hanno tentato di percorrere tale strada ma alla fine si sono sempre dimostrati quel che intendevano mascherare; lavorare solo per scopi personali e di partito.
Infatti come potete tastare con mano:
- Tutti i siti tematici sono stracolmi di politica e pubblicità.
- Tutte le pagine e, ancor peggio, tutti i gruppi Facebook di zona sono ormai monopolizzati da tre/quattro individui che ci martellano dalla mattina alla sera di pubblicazioni politiche ed inserzioni pubblicitarie di attività in loco. Non portano benefici ma rimbalzano incessantemente informazioni già note!

Non è rimasto più spazio per chi vuole lamentarsi del solito malcostume comunale o di quelle problematiche che rendono difficile il quieto vivere perché soffocati da questo indecente comportamento.

Per tale motivo, noi APOLITICI ed ASCOLTATORI della comunità, abbiamo deciso di dare un taglio a tutta questa indecente volgarità di comportamento e dedicare delle aree per portare alla luce, solo e soltanto, le nostre difficoltà di vita.
Per la risoluzione delle problematiche ce ne occuperemo sul portale ed anche a suon di carte bollate, ove necessario!

 
Per qualsiasi problematica questo portale mette già a disposizione un Forum dove chiunque può dire la propria. Esiste anche la possibilità di intervenire sulle argomentazioni pubblicate periodicamente.

Per non creare troppa confusione e per coloro che non sono in grado di utilizzare tali strumenti ma sanno come muoversi sui social: abbiamo attivato degli Speciali Gruppi su Facebook per ogni frazione. Scegli il gruppo a te dedicato:
E’ ben inteso: A nessuna comunicazione politica, pubblicitaria o di semplice frivolezza verrà dato spazio.

 
Castelluccia e Fontana Sala:
Sono di Castelluccia - Fontana Sala ... senza SE
facebook.com/groups/castellucciafontanasalaplus/

Cava dei Selci:
Sono di Cava dei Selci ... senza SE
facebook.com/groups/cavadeiselciplus/

Due Santi:
Sono di Due Santi ... senza SE
facebook.com/groups/duesantiplus/

Frattocchie:
Sono di Frattocchie ... senza SE
facebook.com/groups/frattocchieplus/

Santa Maria delle Mole:
Sono di Santa Maria delle Mole ... senza SE
facebook.com/groups/santamariadellemoleplus/
 
Tutti questi gruppi sono gestiti da personale ultra qualificato e già facente parte della nostra redazione.
Esponete problemi ma mai parlare di politica, di attività commerciali, di ricette, cani e gatti smarriti e tutti quegli argomenti già martellanti altrove.

Siete i benvenuti a “Casa Vostra” ed il vostro smartphone smetterà di suonare o vibrare in continuazione per inutili motivi.
 

Primavera: Pro e Contro nell'orto, giardino e frutteto

Primavera: Pro e Contro nell'orto, giardino e frutteto Copertina (166)
Domenico Brancato

 
L’arrivo della Primavera sulle piante si manifesta con il rigoglioso sviluppo di nuovi germogli e variopinte fioriture che, specie in condizione di clima caldo-umido attraggono la presenza di numerosi parassiti, ed in particolare di copiose colonie di Afidi (pidocchi delle piante).
 
Piccoli insetti (vedi foto), sia atteri (privi di ali) che provvisti di ali, che non superano i 4 mm di lunghezza, appartenenti alla famiglia delle Aphididae e all’Ordine degli Emitteri (Rincoti), con apparato boccale adatto per pungere e succhiare, che si riproducono ben 3 volte l’anno.
 
Due delle quali generate da femmine non fecondate (partenogenesi), che originano solo esemplari femminili, mentre la terza riproduzione (prima dell’Inverno) è sessuata e da vita ad una generazione di maschi, necessaria per svernare allo stato di uovo.
 
In genere attaccano foglie e getti teneri delle essenze orticole, floricole e frutticole, e poiché si nutrono della loro linfa ne limitano la crescita e conseguentemente la capacità produttiva e la qualità della produzione, rendendola inadatta alla vendita e al consumo.
 
Sono di vari colori, riscontrabili su specie diverse, ed in particolare: - neri sui Ciliegi e Legumi (maggiormente Fave); - bianchi sui Pomodori; - verdi su Rose, Susino, Melo e altri fruttiferi (specie, sulla pagina inferiore delle foglie); - e rossastro sulla parte inferire dei rami del Pesco e, a volte, ancora sulla parte apicale dei germogli, sui gambi e boccioli delle Rose.
 
Il danno più comune che producono questi parassiti è dovuto alla produzione di melata (escremento di sostanza zuccherina residuo della digestione della linfa) che è un nutrimento prelibato per le formiche ed un ideale substrato per lo sviluppo di numerosi funghi saprofiti (che vivono a spese di materia organica morta o in via di decomposizione), fra i quali la cosiddetta fumaggine.
 
Formata da una ragnatela di ife (filamenti che formano il micelio del fungo) di colore nerastro, che ricoprendo le foglie, riduce l’essenziale attività fotosintetica (Fotosintesi clorofilliana) della pianta, causandone il deperimento.
 
Le Formiche, quindi formano una vera e propria simbiosi mutualistica (convivenza tra organismi -simbionti- di specie diversa, per trarre reciproco vantaggio) con gli Afidi o Gorgoglioni che trattano con una cura meticolosa, visto che per loro svolgono la funzione di “vacche”.
 
Funzione così definita, per il fatto che le femmine dei Gorgoglioni hanno sulla parte inferiore dell’addome due protuberanze tubolari dalle quali, sotto l’azione stimolatrice (mungitura) delle antenne delle formiche, emettono la melata della quale quest’ultime sono ghiottissime.
 
Ed è proprio in virtù della preziosità del simbionte che le Formiche, all’arrivo dell’Inverno, trasportano sia gli afidi che le loro uova nei formicai dove riservano cure al pari delle loro uova. Cure che successivamente dedicano anche all’allevamento dei neonati Gorgoglioni.
 
A tal fine i cunicoli terminano con delle strettoie attraverso le quali passano agevolmente le formiche, ma non gli afidi, che rimangono così prigionieri, per evitarne la dispersione fino all’arrivo della Primavera. Quando, in piccoli gruppi, comprendenti i nati durante l’inverno, vengono nuovamente trasferiti, attraverso gallerie di collegamento, sulle piante.
Qualora poi la colonia venisse annientata (vedi a causa di trattamenti antiparassitari), le Formiche provvedono prontamente a ripristinarne la presenza (tant’è che una volta cessato l’effetto dell’antiparassitario riappare sistematicamente l’infestazione) e, con della terra ridotta in poltiglia, a costruire dei piccoli nidi, simili a quelli delle Rondini, per proteggere i Gorgoglioni da “mungere”.
 
Altro non trascurabile danno imputabile agli Afidi è dovuto alla loro funzione di vettori dei virus mediante la suzione della linfa .
 
Ciò è conseguenza dell’alterazione che la presenza del virus induce sui meccanismi biochimici della pianta, che reagendo produce sostanze talmente sgradevoli al parassita da indurlo a spostarsi su altri soggetti sani, trasmettendo l’infezione.
 
La dannosità della quale può variare dalla produzione di semplici screziature e mosaicature (picchiettature), all’alterazione dell’equilibrio ormonale della pianta, che ne ostacola la crescita e la funzione produttiva.
 
Come precisato il clima più favorevole allo sviluppo degli Afidi è quello tipicamente primaverile, che spesso si estende anche in periodi autunnali; mentre nelle piante da interno le condizioni climatiche sono tali da consentirne la permanenza durante l’intero anno.
 
E considerato che gli Afidi, come in precedenza precisato, sono molto prolifici e si sviluppano in brevissimo tempo, occorre, per un buon controllo, avviare la lotta non appena si notano i primi esemplari.
 
Anche perché non si può fidare granché sull’ausilio degli specifici insetti predatori: Coccinelle e Sirfidi (Ditteri dalla conformazione di esili mosche), visto che le Formiche, nel svolgere il loro ruolo di protettori, riescono in parte ad allontanare.
 
Lotta, ovviamente da praticare con interventi di tipo ecologico, la cui finalità è quella di mirare alla prevenzione ed al controllo, più che all’eliminazione istantanea dei parassiti, come avviene con l’uso degli inquinanti e pericolosi prodotti chimici.
 
Possibilmente optando per soluzioni fai da te, a base di ingredienti naturali (la cui azione si basa prevalentemente sull’effetto repellente o di determinazione di condizioni di asfissia), che normalmente vengono utilizzati in ambito domestico, come gli ingredienti dei preparati di seguito indicati:
  • 1 cucchiaino di sapone liquido per piatti (tipo Svelto) e 1 litro d’acqua. Mescolare bene ed irrorare nelle ore meno calde della giornata, su piante ornamentali, da orto e da frutto, per impedire l’insediamento o annientare il parassita presente sulla vegetazione;
  • 1 cucchiaio di detersivo liquido per piatti, 1 cucchiaio di olio vegetale e 1 tazza d’acqua (ca.1/4 di litro). Miscelare e spruzzare ogni 3 giorni, specie sulla pagina inferiore delle foglie, fino a gocciolamento;
  • 10-20 g di sapone di Marsiglia e 1 litro d’acqua poco calcarea. Sciogliere il sapone ben sminuzzato in acqua tiepida, far raffreddare la miscela e irrorare le superfici infestate, possibilmente la mattina presto. La miscela risulta efficace anche per combattere le Cocciniglie ed altri parassiti, sui quali produce l’ostruzione degli organi respiratori;
  • 1 litro di acqua molto calda, 2 cucchiaini di sapone di Marsiglia e 50 ml di aceto. Mescolare accuratamente e far raffreddare la soluzione, prima di spruzzarla abbondantemente, muniti di guanti per evitare effetti irritanti sulla pelle, una volta alla settimana, solamente sulla parte della pianta attaccata dagli insetti,
  • 5 spicchi d’aglio pelati e puliti e 1,5 litri d’acqua. Frullare finemente l’aglio, mescolarlo con l’acqua e lasciarlo a macerare per un giorno, poi filtrare l’insieme con un colino a maglie molto fitte, prima di irrorarlo sulle foglie e sulla base della pianta. Il prodotto si conserva per lungo tempo e va applicato ad intervalli di ca. 10 giorni, per assicurare la continuità dell’efficacia dell’azione repellente nei confronti di Afidi ed altri parassiti;
  • 15 g di sapone di Marsiglia e 1 litro di acqua. Ridurre in scaglie sottilissime (magari grattugiandolo) il sapone, versarlo in una pentola, aggiungere l’acqua e mescolare l’insieme, poi porre la pentola sul fuoco a fiamma bassa e proseguire il rimescolamento fino ad ottenere un composto omogeneo. Quindi spegnere il fuoco e lasciare raffreddare la soluzione, prima di nebulizzarla la mattina presto e comunque non durante le ore più calde della giornata, sulle superfici di foglie, steli e fiori infestati, tenendo il nebulizzatore alla distanza di ca. 15 centimetri. La soluzione residua si può conservare per un prossimo trattamento, in un recipiente chiuso da porre in luogo fresco;
  • 5 g di spicchi d’Aglio schiacciati, 1-2 peperoncini piccanti, 20 g di scaglie sottili (ottenibili con l’utilizzazione del pelapatate o grattugia) di sapone di Marsiglia puro da bucato o da erboristeria e 1 litro d’acqua. Far cuocere per 15-20 minuti l’Aglio e il o i Peperoncini, sciogliere il sapone nel decotto ancora caldo e attendere che si raffreddi, prima di immetterlo in un vaporizzatore per la distribuzione sulle superfici parassitate, senza trascurare la pagina inferiore delle foglie;
  • 5-6 spicchi d’aglio pelati, ½ litro d’acqua, ½ litro di alcol isopropiligo a 70 – 90 ° (acquistabile presso negozi specializzati in fai da te o ferramenta) o alcol etilico bianco e alcune gocce di sapone liquido ecologico per piatti. Mettere l’aglio a macerare con l’alcol e rimescolare di tanto in tanto per una intera giornata. Trascorso tale tempo togliere l’aglio ed aggiungere il sapone e l’acqua. Dopo di che, mescolare accuratamente il tutto e trasferirlo in uno spruzzatore, possibilmente dotato di erogatore spray. Quindi irrorare la soluzione direttamente su foglie, fiori e frutti una volta a settimana per ca. un mese. Al fine di prevenire, attacchi di parassiti, quali: Afidi, Cocciniglia, Lumache e Limacce, bruchi , Cimici verdi ed altri insetti fitofagi (che si nutrono di vegetali), oltre ad affezioni fungine;
  • 1 litro di acqua, 20 g di sapone molle con Sali di potassio (AMBRA), o di scaglie di sapone di Marsiglia, e 2,5 g di olio di Neem (reperibili presso negozi di prodotti per l’agricoltura). In mancanza dell’olio di Neem adoperare, nel caso di forti infestazioni, 25 g di sapone, invece di 20 g. Mescolare ed applicare nelle ore meno calde;
  • 1 litro di acqua, 10 o 5 g di sapone di Marsiglia e 5 o 2,5 g di olio di Neem. Oppure soltanto 12 o 7 g di sapone. Miscelare con cura ed irrorare ogni 7 – 10 giorni, la concentrazione più alta o più bassa, a seconda se trattasi di modeste o più consistenti infestazioni. Questo preparato non è miscibile con prodotti a base di rame, è efficace anche per combattere la Mosca bianca, Acari e il Ragnetto rosso; ma non è adatto per trattare piante di Cetriolo, Azalee e Gardenia;
  • 1 cucchiaino di Bicarbonato di sodio (5 g), 3 cucchiai di Olio di oliva (ca. 70 ml, pari a ca.65 g) e 1/4 di litro di acqua. Mescolare adeguatamente i componenti, travasarli in uno spruzzatore ed applicarli sulle superfici infestate;
  • 2 cucchiai di Bicarbonato di sodio ca. (da 5 a 15 g) e 1 litro d’acqua povera di calcio. Mescolare fino a completo scioglimento, quindi versare la soluzione in un nebulizzatore e spruzzare delicatamente, per combattere gli Afidi specie sulle piante di Rosa. Ripetere il trattamento ogni 2 – 3 giorni, fino ad ottenere un esito esauriente;
  • 4 cucchiai di Bicarbonato di sodio, 60 ml (pari a 55 g) di olio di oliva e 1 litro d’acqua. Miscelare fino ad ottenere un’uniforme emulsione, quindi travasarla in uno spruzzino e nebulizzarla, la mattina presto o la sera al tramonto, sulle piante infestate, evitando di indirizzare il getto su frutti o fiori. Ripetere l’irrorazione ogni ca. 20 giorni per ottenere un’azione preventiva a lungo termine;
  • 20 – 30 o 25 – 50 g di Caolino o argilla bianca (minerale di origine naturale finemente sminuzzato, contenente Silicio e Alluminio), e 1 litro di acqua. Trattasi di una polvere che va disciolta accuratamente nell’acqua e poi nebulizzata particolarmente sulla superficie fogliare con la concentrazione più bassa o più alta, a seconda se le piante da trattare sono: Vite, ortaggi e piante ornamentali e Olivi e agrumi. La nebulizzazione crea un film omogeneo lattiginoso dal forte potere adesivo e disidratante che impedisce lo sviluppo di malattie fungine e crea un ostacolo per la deposizione delle uova e lo sviluppo degli insetti.
I trattamenti, vanno ripetuti ogni ca. 10 giorni durante i mesi caldi e con cadenza mensile in inverno.
 
Caratteristiche ed effetti simili al Caolino presentano le polveri di roccia denominate Diatomite e Zeolite che contengono rispettivamente Silicio e Alluminio e Calcio, Magnesio, Sodio e Potassio.
 
Il risveglio della Natura, purtroppo, trova riscontro anche nel lussureggiante sviluppo delle erbe infestanti (anche se la maggior parte delle quali risultano invece preziose per la produzione dei fitofarmaci) nei frutteti e in particolare negli orti, dove sottraggono consistenti sostanze nutritive alle colture.
 
Oltre che nei cortili, vialetti e aiuole di giardini e parchi.
 
Inconveniente la cui eliminazione comporta o l’onerosa estirpazione manuale o il periodico taglio (disponendo dell’apposita attrezzatura) o il trattamento, frequentemente, con erbicidi chimici per nulla ecologici ed economici. Per cui, come per la lotta dei parassiti animali e malattie fungine, si suggerisce, in alternativa, l’uso dei composti a base di sostanze naturali (erbicidi naturali) di seguito descritte, poco costose e soprattutto innocue per l’ambiente e per la salute delle persone e degli animali:
  • 5 litri di acqua calda, 1 Kg di sale da cucina e 1,5 litri di aceto bianco con un contenuto di acido acetico di almeno il 20 % (acquistabile nei negozi di prodotti per giardinaggio). Versare il sale nell’acqua e rimescolare fino a completo scioglimento, poi aggiungere l’aceto, mischiare il tutto ed irrorare, con molta attenzione, soltanto la vegetazione spontanea (poiché trattandosi di un preparato non selettivo, potrebbe danneggiare le piante coltivate) durante le ore più calde della giornata. Ripetere il trattamento in funzione dell’entità dell’effetto riscontrato;
  • 3 litri di aceto bianco, una tazzina di sale da cucina (ca. 70 g) e 1 cucchiaio di sapone liquido per piatti. Miscelare fino a sciogliere bene gli ingredienti ed applicare;
  • 1 litro di aceto bianco e 120 ml di succo di limone concentrato (filtrato in un passino a strette maglie), mescolare ed applicare;
  • 250 g di sale da cucina e 1 litro di acqua bollente. Far sciogliere completamente il sale, poi lasciare raffreddare e vaporizzare la soluzione sulle aree da diserbare;
  • 250 g di aceto bianco, 100 g di sale e 1 litro di acqua bollente. Far sciogliere mescolando bene gli ingredienti, quindi attendere che si raffreddi la soluzione, prima di vaporizzarla sulle essenze da eliminare.
Proposte alla quali si evita di aggiungerne altre, sia perché non sempre risultano di semplice realizzazione e sia perché si ha motivo di affermare che la casistica di quelle descritte dovrebbe essere sufficiente per consentire la risoluzione dei problemi connessi alle infestazioni di stagione.
 
Ovviamente, sempreché ci si attenga al rispetto delle dosi, alle modalità di preparazione ed alle applicazione indicate e, soprattutto, non si trascuri l’accorgimento di effettuare dei saggi su singole piante o parti di esse, prima di estende il trattamento sull’intera coltivazione. Al fine di verificare la compatibilità e l’efficacia del preparato scelto.

Requisiti per esenzione dal pagamento del canone Rai 2023

Requisiti per esenzione dal pagamento del canone Rai 2023 Copertina (334)
Domenico Brancato

 
Anche per il 2023, tutti coloro che possiedono in casa un televisore o un apparecchio che consente la ricezione dei canali televisivi, a prescindere se viene utilizzato o meno, sono tenuti a pagare, come confermato (nonostante le richieste di abolizione) dal Ministero dell’Economia, anche per il prossimo anno, il canone Rai di 90 euro, attualmente addebitato direttamente sulla bolletta dell’energia elettrica.
 
Pagamento del canone, che però, in virtù degli esoneri previsti anche per l’anno in corso, può non essere versato da chi:
  • dichiara di non avere alcun televisore o possedere un PC, tablet, o smartphone, ma non utilizza alcun sintonizzatore TV in nessuna delle abitazioni ad uso domestico residenziale in cui è attiva un’utenza elettrica a suo nome;
  • ha più di 75 anni e un reddito ISEE inferiore a 8.000 euro;
  • ha mantenuto l’utenze dell’energia elettrica intestata ad una persona defunta;
  • possiede una seconda casa e già paga il canone in una bolletta;
  • è ricoverato o si è trasferito in una casa di riposo o RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale);
  • possiede un “bed and breakfast” (Letto e colazione) - B&B - e già paga il Canone RAI speciale;
  • ha un negozio addetto alla vendita e alla riparazione di apparecchi televisivi;
  • è militare delle Forze Armate Italiane, purché non si trovi in un appartamento privato all’interno di una struttura militare: ospedale, case del soldato, sale convegno;
  • è militare di cittadinanza straniera appartenenti alle Forze Nato;
  • è Agente diplomatico e consolare: solo per quei Paesi per i quali é previsto lo stesso trattamento per i diplomatici italiani.
 
Per quanto attiene ai requisiti richiesti agli anziani con più di 75 anni ( a seconda se compiuti entro il 31 gennaio, o li compiranno entro il 31 luglio 2023, l’esonero spetterà per l’intero anno o solo per il secondo semestre), si precisa che: il limite di reddito è riferito all’insieme delle somme percepite dal soggetto richiedente e dal coniuge; e che l’esenzione non è fruibile nel caso in cui l’anziano, oltre che con la moglie, conviva con altri soggetti titolari di reddito proprio, o abbia assunto colf (figura professionale che si occupa di soddisfare le esigenze quotidiane che riguardano l’abitazione della famiglia) o badanti (persone incaricate di assistere una persona del nucleo familiare).
 
Poiché, secondo il parere dell’Agenzia dell’Entrate, la persona addetta all’assistenza del contribuente, e con esso convivente, è titolare di reddito proprio.
 
Il che comporta che il requisito non venga soddisfatto.
 
La presentazione della domanda, per beneficiare dell’esonero del pagamento del canone Rai 2023, deve avvenire entro il 30 aprile (che slitta al 2 maggio, visto che coincide con la domenica), o entro il 31 luglio, per usufruire del beneficio, come già precisato, per l’intero anno o per il secondo semestre.
 
Domanda, che consiste nella compilazione del Modulo predisposto dall’Agenzia delle Entrate rispondente alla tipologia di esonero del richiedente, fra quelle di seguito descritte:
  • Modulo disdetta Canone Rai per non possesso TV;
  • Modulo disdetta Canone Rai per cittadini ultrasettantacinquenni;
  • Modulo .disdetta Canone Rai per decesso dell’intestatario;
  • Modulo esenzione Canone RAI per seconda casa;
  • Modulo esenzione Canone RAI per ricovero in casa di riposo;
  • Modulo esenzione Canone RAI per bed and breakfast.
Modulo che, disponendo di SPID, è scaricabile accedendo al sito dell’Agenzia delle Entrate: https://www.agenziaentrate.gov.it , o più semplicemente, sempre nel caso si scelga di presentare telematicamente la Domanda, digitando nella Barra di ricerca del PC: “Disdetta Canone RAI in bolletta 2023” e seguendo le indicazioni riportate sulle pagine che si aprono in successione.
 
Anche se la soluzione più agevole per l’assolvimento della procedura prevista per la presentazione della Domanda si ritiene, in genere, sia quella di affidarsi ad intermediari abilitati come i CAF, e poi inoltrare la documentazione, con allegata copia di un documento di identità valido, tramite raccomandata senza busta (composta dai fogli da spedire, con l’ultimo lasciato in bianco, sul quale riportare, in alto a sinistra, il Mittente e, in basso a destra, il Destinatario ), all’indirizzo: Agenzia delle Entrate S.A.T. –Sportello Abbonamenti TV - Ufficio Torino 1 – Casella Postale 22 – 10121 Torino.
 
Ma, fermi restando i descritti legittimi esoneri dal pagamento del Canone RAI, bisogna porre molta attenzione a, eventualmente, non adempiere al suo pagamento senza una plausibile motivazione, per non incorrere in salate sanzioni.
 
Sanzioni che non sono diverse da quelle che si applicano a chi evade una qualsiasi altra tassa.
 
Tant’è che, in tal caso, è prevista una multa da 2 a 6 volte l’importo annuo, corrispondente a 180 – 540 euro.
 
Inoltre, se l’evasore, nonostante i solleciti, persiste a non pagare, l’Agenzia delle Entrate lo iscrive a ruolo (lo inserisce nell’elenco dei debitori per il pagamento di sanzioni e interessi) e viene attivata una cartella esattoriale: atto di intimazione al pagamento e di avviso di mora diretta al contribuente, con cui l’Agente della riscossione procede al pignoramento dei beni, in mancanza di pagamento di quanto dovuto.
 
Mentre, in caso di presentazione di dichiarazione di esenzione falsa, sono previste persino conseguenze penali, con la reclusione fino a 2 anni.
Infine, si comunica, a tutti gli intestatari del Canone RAI –TV-, l’attesa notizia che il Governo, in ottemperanza alle direttive del Piano nazionale di ripresa e resilienza – Pnrr - si è impegnato, nei confronti dell’Unione Europea, ad eliminare dal prossimo anno, senza però aver ancora stabilito una alternativa modalità di pagamento, il Canone dalla bolletta elettrica. In quanto rappresenta un onere improprio, considerato che non si riferisce al consumo effettivo di energia elettrica.
 

UE: Reddito di cittadinanza e Assegno unico universale

UE: Reddito di cittadinanza e Assegno unico universale Copertina (172)
Domenico Brancato

 
 
La Commissione Europea, dopo due anni e mezzo dalla denuncia presentata da:
- ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione),
- NAGA (Associazione di volontariato laica, che fornisce assistenza sanitaria, sociale e legale ai cittadini stranieri),
- APN (Associazione che si propone di sviluppare la conoscenza dell’immigrazione e promuovere l’informazione per facilitare l’accesso ai servizi pubblici e favorire percorsi di protezione e di inclusione),
- l’Altro Diritto (Centro di informazione giuridica sull’immigrazione);
 
ha aperto una procedura di infrazione (Procedimento disciplinato dagli articoli 258 e 259 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea -TFUE-, volto a sanzionare gli Stati membri responsabili della violazione degli obblighi derivanti dal diritto comunitario) contro l’Italia, in riferimento ai requisiti previsti dei 10 anni e di due anni di residenza, rispettivamente per l’accesso al Reddito di cittadinanza e all’Assegno Unico Universale.
 
Poiché, secondo il Regolamento 2011/492 e la Direttiva 2004/38/CE, richiamata nel comunicato stampa pubblicato dalla Commissione europea il 15 Febbraio 2023, le prestazioni sociali come il “Reddito di cittadinanza” dovrebbero essere accessibili ai cittadini dell’UE che sono lavoratori dipendenti, autonomi o che hanno perso il lavoro, indipendentemente dalla loro precedente residenza, con l’unica condizione di risiedere legalmente in Italia da più di 3 mesi.
 
Pertanto il requisito dei 10 anni di residenza si qualifica come discriminazione indiretta (cioè criterio apparentemente imparziale, ma di fatto sfavorevole ad un determinato gruppo di persone), in quanto è più probabile che i cittadini stranieri non soddisfino questo criterio. Inoltre, detto requisito potrebbe impedire agli italiani di trasferirsi per lavorare all’estero.
 
Considerato che non avrebbero diritto al reddito minimo garantito (forma di sostegno economico mensile, percepibile fino al permanere nello stato di bisogno o al passaggio alla pensione di anzianità, riservata a maggiorenni inoccupati, disoccupati o occupati che dispongono di un reddito inferiore ad una soglia ritenuta povera) al loro rientro in Italia.
 
La Commissione dunque ritiene che il Reddito di cittadinanza non sia “ in linea con il diritto Ue in materia di libera circolazione dei lavoratori e dei cittadini”, considerato, fra l’atro, che nessuno degli Stati europei che hanno istituito una prestazione di contrasto alla povertà ha introdotto requisiti di residenza di 10 anni.
 
Conseguentemente, il Governo Italiano ha 2 mesi di tempo, dal 15 febbraio, per rispondere ai rilievi espressi dalla Commissione, passati i quali, per non incorrere in sanzioni, dovrà adeguare la propria normativa al diritto europeo.
 
Intanto, in Italia il Reddito di cittadinanza è stato già revocato a quanti non risultano avere il requisito dei 10 anni di residenza, di conseguenza molte persone effettivamente povere sono state private di una indispensabile, seppur indubbiamente perfettibile, misura di contrasto alla povertà.
 
Con riferimento poi alla procedura di infrazione in materia di Assegno Unico Universale, la Commissione ribadisce che la richiesta di 2 anni di residenza e il requisito della “vivenza a carico” (Condizione di un familiare che, non avendo mezzi di sostentamento propri, vive a carico del lavoratore capofamiglia) violano ulteriormente il diritto dell’UE, in quanto non trattano i cittadini dell’UE in modo paritario. Il che costituisce una discriminazione, per il fatto che il regolamento sul coordinamento della sicurezza sociale vieta qualsiasi requisito di residenza per ricevere prestazioni come gli assegni familiari.
 
Parere di illegittimità, rispetto al diritto UE, del requisito di residenza biennale sul territorio nazionale o regionale da sempre espresso, senza esito, anche dall’ASGI. Associazione per la quale la disparità di trattamento così introdotta non appare sorretta da finalità obiettive estranee alla nazionalità ed è incompatibile con i fondamentali principi di uguaglianza e di libertà di circolazione e soggiorno.

Bonus INPS per i genitori disoccupati o monoreddito, con figli in condizioni di disabilità

Bonus INPS per i genitori disoccupati o monoreddito, con figli in condizioni di disabilità Copertina (194)
Domenico Brancato

 
L’articolo 1, commi 365 e 366 della legge 178 del 30 dicembre 2020 ( legge di bilancio 2021), sulla base dei requisiti e delle modalità indicate nella Circolare n. 39 del 10/03/2022, prevede, per gli anni 2021, 2022 e 2023, un contributo con valenza annuale, ottenibile dietro presentazione della Domanda all’INPS (Istituto Nazionale Previdenza Sociale) dal 1° febbraio al 31 marzo di ciascun anno, per via esclusivamente telematica (online), mediante una delle seguenti modalità: - utilizzando l’apposito servizio “Contributo genitori con figli con disabilità” (che permette di visualizzarne anche l’esito), raggiungibile sul sito dell’Istituto www.inps.it direttamente dal cittadino tramite SPID, o Carta di Identità elettronica –CIE –, o Carta Nazionale dei servizi – CNS - ; Contact Center Integrato (Centralino telefonico), contattando il numero verde 803 164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164 164 (da rete mobile a pagamento); - oppure utilizzando i servizi offerti dagli Istituti di Patronato.
 
La domanda può essere presentata dai genitori che all’atto dell’inoltro risultino in possesso dei requisiti:
  • essere residenti in Italia;
  • disporre di un valore ISEE (Indicatore Situazione Economica Equivalente), in corso di validità, non superiore a 3.000 euro;
  • essere disoccupati (che abbiano cessato un’attività di lavoro dipendente e siano iscritti al Centro per l’impiego di nuova occupazione) o monoreddito (con unico reddito in ambito famigliare derivante esclusivamente dall’attività lavorativa, sia pure prestata alle dipendenze di più datori di lavoro), appartenente ad un nucleo familiare monoparentale (caratterizzato dalla presenza di un solo genitore con uno o più figli con disabilità a carico);
  • fare parte di un nucleo familiare in cui siano presenti figli a carico aventi una disabilità riconosciuta in misura non inferiore al 60 %.
Una volta accettata la domanda, il contributo verrà liquidato, a partire dal mese di gennaio per l’intera annualità, con cadenza mensile e per un importo pari a 150 – 300 e 500 euro, a seconda se i figli a carico, con la precisata disabilità, saranno in numero di uno, due o più di due.
 
Il pagamento verrà effettuato dall’INPS, secondo le modalità indicate dal richiedente nella domanda: bonifico domiciliato (versato direttamente in Posta o Banca intestandolo al percettore del beneficio); accredito su conto corrente bancario o postale, libretto postale; o carta prepagata con IBAN.
 
In caso di risorse insufficienti (considerato che l’articolo 6, comma 1, del Decreto Interministeriale del 12 ottobre 2021, ribadisce che il beneficio è riconosciuto nel limite di spesa di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023), sarà data priorità alle domande presentate dai richiedenti con ISEE più basso.
 
Mentre, a parità di reddito ISEE, sarà data priorità ai richiedenti appartenenti a nuclei familiari con figli minori non autosufficienti (cioè incapaci di svolgere le più comuni attività quotidiane) ed, a seguire, ai richiedenti appartenenti a nuclei con figli con disabilità di grado grave (che impone alla persona di dover beneficiare di un’assistenza permanente, totale e continuativa, per svolgere una o più funzioni della vita quotidiana) e di grado medio (in genere, di natura intellettiva che comporta l’acquisizione del linguaggio molto lentamente).
 
L’erogazione del beneficio potrebbe cessare, nel caso in cui dovesse venire a mancare uno dei requisiti previsti dall’articolo 4, comma 2, del Decreto Interministeriale: - decesso del figlio o del richiedente; - decadenza dall’esercizio della responsabilità genitoriale; - ed affidamento del figlio a terzi.
 
In tal circostanza, la causa della decadenza dovrà obbligatoriamente essere comunicata all’INPS, entro e non oltre 30 giorni dal verificarsi dell’evento.

Incidenti stradali: dove si verificano con più frequenza, cause prevalenti e conseguenze

Incidenti stradali: dove si verificano con più frequenza, cause prevalenti e conseguenze Copertina (319)
Domenico Brancato

 
I dati statistici rivelano che nel 2021 si è registrato, per incidenti stradali che hanno interessato giovani fra i di 15 – 19 e 25 – 29 anni, un incremento di vittime, rispetto l’anno precedente, rispettivamente, del 41,7 e del 35%, e che nel 2022, detti incidenti, sono aumentati del 25%.
Situazione, la cui gravità non è sfuggita all’attenzione del Presidente della Repubblica Mattarella che, in occasione del messaggio di fine anno ha indirizzato loro il seguente messaggio: “Parlando dei giovani vorrei - per un momento – rivolgermi direttamente a loro: siamo tutti colpiti dalla tragedia dei tanti morti sulle strade. Troppi ragazzi perdono la vita di notte per incidenti d’auto, a causa della velocità, della leggerezza, del consumo di alcol o di stupefacenti. Quando guidate avete nelle vostra mani la vostra vita e quella degli altri. Non distruggetela per un momento di imprudenza, non cancellate il vostro futuro”.
 
Ed è proprio per la imprescindibile condivisione dalla summenzionata autorevole riflessione-esortazione sulla tendenza del preoccupante fenomeno, che si ritiene opportuno descrivere gli elementi più significativi riguardanti gli incidenti stradali. Al fine di fornire ai lettori utili riferimenti, che si spera possano contribuire a favorire l’adozione di accorgimenti e modalità di guida più consone alle varie caratteristiche di percorso. Per tentare di influire ad attenuare la sequela dei drammatici accadimenti. A tale scopo si riportano le seguenti precisazioni inerenti gli incidenti:
  • entità:
nel 2021, si sono verificati 151.875 incidenti stradali (+28,4%, rispetto l’anno precedente), per i quali hanno perso la vita 2.875 persone (+20%) e sono rimasti feriti 204.728 (+28,6%). Ed ancora, dall’ultimo rapporto Aci-Istat (Automobile Club d’Italia -Istituto Nazionale di statistica), riferito al semestre Gennaio-Giugno del 2022, emerge un andamento peggiorativo rispetto al 2021, che trova riscontro in: 81.437 incidenti stradali (+24,7%) , 108.996 feriti (+25,7%) e 1.450 morti (+15,3%). Incidenti che, rispetto i giorni della settimana, si verificano prevalentemente il Venerdì ed in particolare il sabato, quando si registra il più alto numero di vittime di età compresa fra i 18 – 24 anni;
  • sedi stradali urbane ed extraurbane dove si verificano più comunemente:
rettilinei 45,6 e 55,6%; in prossimità degli incroci 40,5 e 15,7%; in curva 5,2 e 23,1%;
  • cause prevalenti:
distrazione del conducente, spesso attribuibile all’utilizzo del cellulare durante la guida; mancato rispetto della segnaletica stradale: stop, semaforo e dare precedenza; velocità elevata e non rispetto dei limiti consentiti; guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di stupefacenti, che sul totale dei conducenti di 15-24 anni, riguarda il 20 ed il 27%, imputabile, rispettivamente, all’effetto di alcol e di droga. Anche se, in termini assoluti, il numero più alto di vittime nel 2021, si è registrato nelle fasce 45 – 59 e 20-24 anni per gli uomini; 70 – 84 e 20 – 24 per le donne. Mentre, l’aumento più consistente, rispetto il 2020, comprende i giovani tra i 15 - 19 e 25 - 29, seguiti da quelli di età fra i 40 e 49 anni, con le percentuali del: 41,7 - 34,9 e 31,5.
  • conseguenze di natura sanzionatoria:
dall’introduzione dalla patente a punti (art. 126 bis del Codice della Strada – C.d.S.), le infrazioni non solo vengono puniti con sanzioni amministrative, in genere di natura pecuniaria, consistente nell’obbligo di sborsare somme di denaro (o, meno frequentemente, interdittive che precludono l’esercizio di esercitare il diritto di conduzione del mezzo) spesso alquanto pesanti; ma anche con la non trascurabile detrazione di punti della patente, sui 20 iniziali.
 
Per cui, nel caso di più decurtazioni, si può arrivare con il saldo a zero, che determina la revisione (ovvero necessità di sostenere nuovamente l’esame patente a quiz e quello pratico) della licenza di guida o, nei casi di inottemperanza, anche la sospensione (cioè la revoca del documento e il fermo del veicolo, che comporta l’attesa di due anni per richiederne una nuova).
 
Per contro, a coloro che per ogni due anni di seguito non commettono infrazioni che comportino decurtazione del punteggio, ai 20 punti iniziali vengono aggiunti 2 punti, fino ad un massimo di altri 10 punti (30 in totale).
 
Considerato, quindi, gli inconvenienti ai quali si può incorrere in seguito a tali decurtazioni, si ritiene utile quantificarle:
  • 10 punti in caso di: superamento di oltre 60 Km/h i limiti massimi di velocità (ex art. 142, comma 9); circolazione contromano in corrispondenza delle curve, dei raccordi convessi o in ogni altro caso di scarsa visibilità (ex art. 143, comma 2); non osservanza del divieto di sorpasso in prossimità o in corrispondenza delle curve, dei dossi e in ogni altro caso di scarsa visibilità (art. 148 C.d.S.); trasporto di merci pericolose senza regolare autorizzazione, o non rispetto delle condizione imposte a tutela della sicurezza (ex art. 168); effettuazione di retromarcia in autostrada e sulle corsie di emergenza (art. 176 del C.d.S.); circolazione nelle corsie d’emergenza e in quelle per l’immissione ed uscita di autostrade e strade extraurbane; conducenti che non rispettano di oltre il 20% il periodo minimo di riposo giornaliero e di guida; fuga dopo un sinistro da cui sono derivati gravi danni ai veicoli o lesioni a persone; forzatura di un posto di blocco, a condizione che la condotta non comporti un reato penale; guida sotto l’influenza di alcool o stupefacenti e rifiuti di sottoporsi all’accertamento della Polizia (art. 186 del CdS); non ottemperanza all’obbligo, in caso di incidente, di fermarsi e prestare assistenza ad eventuali vittime (art. 189 del CdS); non fermarsi, nonostante l’ALT intimato, con idonei segnali, dagli agenti di Polizia stradale (art. 192 del CdS).
  • 8 punti in caso di: non rispetto delle distanze di sicurezza (ex art. 149 del C.d.S.); inversione del senso di marcia in prossimità o in corrispondenza delle intersezioni, delle curve e dei dossi (art. 191 del C.d.S.); non rispetto delle norme di precedenza nei confronti dei pedoni e di particolari categorie di essi (come invalidi o persone con ridotte capacità motorie) o quando il traffico non è regolato da agenti o semafori, il conducente non si ferma, nonostante il pedone stia transitando o si accinga ad attraversare sugli attraversamenti pedonali; condotta pericolosa sulle strade di montagna o nei passaggi ingombranti, se causa lesioni gravi alle persone.
Quanto fin qui descritto vorrebbe essere: - un promemoria di tutti i fattori di rischio ai quali si può andare incontro quando si è alla guida di un mezzo; - un’occasione per rinfrescare la memoria sulla tipologia dei pericoli in agguato; e uno stimolo a mettere in atto, caso per caso, il comportamento più coerente per evitare che detti pericoli si manifestino.
 
Dato che, non è assolutamente ammissibile che molti giovani, per l’euforia residua di momenti di svago, spesso accentuato dall’assunzione di sostanze alteranti l’equilibrio mentale, vadano incontro ad una incosciente autodistruzione o a gravi permanenti disabilità. Con indelebili ed irreversibili gravi conseguenze familiari e sociali.
 
Ed è proprio per richiamare l’attenzione, specialmente, delle fasce giovanili della popolazione sui tragici effetti degli incidenti stradali, e sul tema dei comportamenti da adottare prima di mettersi alla guida, con particolare riferimento alla necessità di astenersi dall’assunzione di alcool e di qualsiasi sostanza stupefacente, che il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio, in collaborazione con il Dipartimento Antidroga e il Ministero dell’Interno , hanno programmato, dal 25 Dicembre 2022 al 16 Gennaio 2023, sulle reti Rai (spot tv e radio), radio locali, sul web e sui social media, lo svolgimento della campagna “Chiediti perché”.
Campagna che consisteva e consiste, appunto, in un invito ed una sollecitazione rivolti, in special modo ai ragazzi, oltre che alle famiglie e alle Istituzioni che svolgono un ruolo attivo di orientamento, a chiedersi perché si verificano ancora tanti incidenti stradali, se tutti sanno che chi guida dopo aver fatto uso di alcool e droga diventa un pericolo per se stesso e per gli altri? Mentre basterebbe soltanto adottare comportamenti prudenti, prima di mettersi al volante, per evitare il verificarsi del 90% di tutti gli incidenti?
 
E poiché, considerato che a molte ricorrenti festose occasioni d’incontro fra giovani, seguono situazioni di profonda tristezza, derivante dalla accidentale morte di alcuni di loro sulle strade; la risposta agli interrogativi posti non può che essere quella che necessita, sia in ambito familiare che istituzionale e, particolarmente, in tutti le tipologie di gestione degli ambienti più abitualmente frequentati dai ragazzi (discoteche, associazioni sportive e ludico-ricreative, oratori ed occasionali luoghi di raduni di massa); adoperarsi per far inserire nei rispettivi programmi operativi specifici spazi e interventi di sensibilizzazione, finalizzati a fargli comprendere che la vita è un dono prezioso ed ineguagliabile. E come tale va sensatamente preservato e non dissennatamente esposto alla più deprecabile e irreparabile distruzione.
 
Come avvenuto nella notte del 27 gennaio nei pressi di Roma dove, a causa di un gravissimo incidente stradale attribuibile all’alta velocità, hanno perso la vita cinque giovani, di cui tre ragazzi di 21 anni e due ragazze di 18 e 17 anni. Mentre il sesto, di 21 anni, occupante l’auto (una 500 abilitata per il trasporto di 4 persone) sul quale viaggiavano è ricoverato in ospedale, in condizioni critiche.
 
E poiché trattasi dell’ennesima sconvolgente disgrazia che si aggiunge ad una serie interminabile di simili luttuose circostanze, ci si augura che almeno serva da severo monito affinché, all’in genere derivante effimero raccapricciante effetto emotivo subentri, specie in tutti coloro che nei fine settimana (week-end) si trasferiscono in auto in luoghi di “divertimento”, l’assunzione di un permanente atteggiamento di moderatezza, prudenza e di consapevolezza dei possibili incombenti pericoli. In modo di poter disporre della facoltà di valutare, diligentemente, l’adeguatezza della condizione psico-fisica, prima di porsi alla guida per intraprendere la strada del ritorno.

Come ottenere la Carta acquisti 2023

Come ottenere la Carta acquisti 2023 Copertina (410)
Domenico Brancato

 
Il comunicato stampa numero 1 del Ministero dell’Economia e delle Finanze - MEF - del 2 Gennaio 2023 ha reso noto la messa a disposizione dei moduli per presentare la domanda per il rilascio della Carta Acquisti, consistente in una misura adottata dal Governo per offrire, tramite l’INPS, un sostegno economico alle persone svantaggiate.
 
Trattasi di una Carta di pagamento elettronica, prepagata e gratuita, emessa da Poste Italiane, che viene ricaricata con 80 euro ogni 2 mesi e che può essere usata per fare acquisti presso: supermercati, negozi alimentari, farmacie e parafarmacie e per pagare (presso Poste Italiane) le utenze per energia elettrica e gas, Inoltre, ai titolari della Carta i negozi convenzionati, riconoscibili dall’esposizione dell’etichetta adesiva con il logo della CA (Vedi foto allegata), possono praticare uno sconto del 5%, cumulabili con quelli applicabili a tutta la clientela.
 
Mentre le farmacie, oltre allo sconto di cui sopra (tranne che per l’acquisto di specialità medicinali e per il pagamento dei ticket) hanno l’obbligo di fornire il servizio gratuito di misurazione della pressione arteriosa e del peso corporeo.
 
Per il rilascio della Carta occorre presentare la Domanda presso gli Uffici Postali, previa compilazione degli appositi Moduli, scaricabili collegandosi con il sito del MEF: https://www.mef.gov.it e cliccando, in successione, sulle caselle riportanti le scritte: CARTA ACQUISTI, MAGGIORI di 65 ANNI o MINORI di 3 ANNI, MODULO di RICHIESTA e GUIDA ALLA COMPILAZIONE; o ritirandoli presso gli Uffici Postali stessi.
 
La Domanda non ha scadenza e può essere inoltrata in qualsiasi momento, a differenza dell’ISEE che ha scadenza annuale e che deve essere in corso di validità, per beneficiare del contributo.
 
Possono richiedere il rilascio delle Carta, come già precisato, i cittadini con almeno 65 anni di età e i genitori, o chi esercita la responsabilità genitoriale, di bambini di età inferiore a 3 anni che dispongono, rispettivamente, degli specifici requisiti di seguito elencati per:
 
  • Over 65:
  1. Aver compiuto 65 anni;
  2. essere cittadino italiano o di uno Stato membro UE, oppure essere: familiare di cittadino italiano o comunitario, non avente la cittadinanza di uno Stato membro dell’Unione Europea; titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente; cittadino straniero in possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo; rifugiato politico o titolare di posizione sussidiaria;
  3. essere iscritto all’Anagrafe comunale della Popolazione Residente;
  4. essere titolare di trattamenti pensionistici o assistenziali che, cumulati a redditi personali, risultino, nel 2023, pari o inferiori a 7.640,18 euro, con pari valore massimo ISEE. Mentre, se over 70, l’ISEE massimo rimane di 7.640,18 e i redditi percepiti non possono superare i 10.186,91 euro l’anno;
  5. avere un valore massimo dell’indicatore ISEE pari a 7.640,18 euro, se genitore di un bambino minore di 3 anni;
  6. non essere intestatario, singolarmente o insieme al coniuge, di più di una utenza elettrica domestica, di utenze elettriche non domestiche o di più di una utenza del gas;
  7. non possedere, singolarmente o insieme al coniuge, più di un autoveicolo e più di un immobile ad uso abitativo con quota superiore o uguale al 25%, o immobili non ad uso abitativo o di categoria C7 (Tettoie chiuse o aperte e posti auto dotati di copertura) con una quota superiore o uguale al 10%;
  8. non disporre di un patrimonio mobiliare, insieme a quello del coniuge, la cui somma: in denaro contante, su conti correnti e da investimenti (azioni, buoni postali, titoli di stato), risulti superiore a 15.000 euro, in base a quanto rilevato nella dichiarazione ISEE;
  9. non usufruire di vitto assicurato dallo Stato o da altre pubbliche amministrazioni, in quanto ricoverato in Istituto di lunga degenza o detenuto.
  • Genitori di bambini con meno di 3 anni:
  1. esercitare la responsabilità genitoriale o essere il soggetto affidatario;
  2. essere cittadino italiano o di uno Stato membro UE, oppure essere: familiare di cittadino italiano o comunitario, non avente la cittadinanza di uno Stato membro dell’Unione Europea; titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente; cittadino straniero in possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo; rifugiato politico o titolare di posizione sussidiaria;
  3. non essere intestatario, singolarmente o insieme al coniuge, di più di una utenza elettrica domestica, di utenze elettriche non domestiche o di più di una utenza del gas;
  4. non possedere, singolarmente o insieme al coniuge, più di un autoveicolo e più di un immobile ad uso abitativo con quota superiore o uguale al 25%, o immobili non ad uso abitativo o di categoria C7 (Tettoie chiuse o aperte e posti auto dotati di copertura) con una quota superiore o uguale al 10%;
  5. non disporre di un patrimonio mobiliare, insieme a quello del coniuge, la cui somma: in denaro contante, su conti correnti e da investimenti (azioni, buoni postali, titoli di stato), risulti superiore a 15.000 euro, in base a quanto rilevato nella dichiarazione ISEE.
  6. avere un ISEE in corso di validità inferiore a 7.640,18 euro per l’anno 2023.
Se la domanda verrà accolta verrà recapitata, presso l’indirizzo di residenza, una comunicazione per andare a ritirare la Carta, già caricata con l’importo per il bimestre in corso, presso l’ufficio postale abilitato.
 
Previa esibizione: dell’originale della comunicazione fatta pervenire da Poste Italiane; di una copia della richiesta; e di un documento di identità valido.
 
Successivamente, Poste Italiane, provvederà ad inviare il codice PIN (Codice identificativo personale). Codice del quale, in caso di mancata ricezione o di smarrimento, può essere richiesta una copia presentando, presso l’ufficio postale, il Modulo Richiesta Duplicato.
 
Una volta in possesso della Carta, per continuare a percepire il beneficio, entro la scadenza indicata sulla carta stessa, va richiesto il rinnovo all’INPS, .
 
Per conoscere il credito residuo disponibile è possibile attivare il servizio di “comunicazione saldo Carta Acquisti”, telefonando al numero gratuito da rete fissa 800666888, o al numero a pagamento da rete mobile 199100888, e seguire le istruzioni della voce guida, per registrare un numero di cellulare su cui verranno inviati SMS (Servizio di messaggi multimediali), con le comunicazioni relative all’importo di ogni nuovo accredito, o di ogni acquisto e del saldo disponibile.
 
Oppure scegliere di utilizzare il servizio di “lettura telefonica del saldo”, contattando, alle descritte condizioni, i numeri telefonici sopra riportati.
 
Infine, i negozianti interessati all’iniziativa possono aderire, contattando le seguenti Associazione di categoria che, al momento, hanno sottoscritto la convenzione con i Ministeri:
Confcommercio; Confdcooperative-Federconsumo; Confederazione Libere Associazioni Artigiane Italiane; Cnfederazione Nazionale dell’Artigianato e delle Piccole e Medie Imprese; Confesercenti; Federdistribuzione; Lega Coop; Confartigianato Imprese Federma e Assofarm.

Le padelle antiaderenti sono cancerogene?

Le padelle antiaderenti sono cancerogene? Copertina (383)
Domenico Brancato

 
 
In realtà non è scontato che tutte le padelle antiaderenti favoriscano l’insorgenza di tumori, poiché la sospetta pericolosità dipende, fondamentalmente, dalla composizione dei materiali utilizzati per l’antiaderenza ed dal modo in cui questi utensili vengono adoperati.
 
Perciò, si ritiene utile informare i lettori intenzionati ad effettuare un acquisto che, attualmente, il più sicuro rivestimento antiaderente sul mercato risulta essere quello a base di PTFE (politetrafluoroetilene), commercialmente denominato Teflon.
 
In quanto possiede le caratteristiche più rispondenti allo scopo, e cioè: non si scioglie in acqua o altri solventi, non reagisce con altre sostanze chimiche, non conduce elettricità, non è infiammabile, e rimane stabile fino ad una temperatura (di quasi 300 °C) superiore a quelle che generalmente si raggiungono per la cottura dei cibi.
 
Sicurezza avallata dall’autorevole parere di EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), l’ACS ( Società Americana contro il Cancro), l’ FDA (Amministrazione di Cibo e Droga) e l’Istituto di Chimica e Tecnologia dei polimeri del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche ) di Napoli; che asseriscono: “nelle dosi con cui normalmente veniamo a contatto, il PTFE non è cancerogeno e non è rischioso per la salute”; e dall’FDA (Ente statunitense che si occupa della supervisione di alimenti e farmaci), secondo il quale il PTFE risulterebbe innocuo, anche in caso di eventuale ingestione di minuscoli residui di rivestimento.
 
Pertanto, una padella antiaderente rivestita con Teflon di qualità, ovvero: privo di metalli pesanti (Arsenico, Cadmio, Mercurio, Nichel, Piombo, Tallio e Vanadio) e PFOA (acido perfluoroottanoico), prodotta rispettando le normative europee e utilizzata correttamente, è certamente sicura per la salute degli utilizzatori.
 
Per contro, tale sicurezza viene a mancare, appunto, in presenza del PFOA, poiché trattasi di un componente classificato cancerogeno di tipo 2B da: EPA (Agenzia per la Protezione Ambientale del governo federale degli Stati Uniti preposta alla protezione della salute umana e dell’ambiente), AIRC ( Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), ACGIH (Conferenza Americana degli Igienisti Industriali Governativi) e numerosi scienziati.
 
Ossia, possibile cancerogeno per l’uomo, nel quale, a seguito di una esposizione prolungata e a dosi elevate può produrre il rischio di tumori a: vescica, fegato, testicoli, pancreas e mammelle.
 
Oltre a poter procurare effetti negativi sul metabolismo dei lipidi, sull’equilibrio ormonale (riguardante, in particolare, la tiroide) e l’innalzamento del livello di colesterolo.
 
Motivo per cui L’EFSA (Autorità europea per la Sicurezza Alimentare), dopo le valutazioni scientifiche effettuate dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA); al fine di tutelare i consumatori, ha introdotto, a partire dal 4 Luglio 2020, pesanti restrizioni alla fabbricazione e alla vendita dei PFOA e degli altri PFAS (acido perfluoroottansolforico -PFOS-, acido perfluorononanoico –PFNA- e acido perfluoroesano sulfonico –PFHxS-), che non erano presenti solo nelle padelle, ma anche negli imballaggi alimentari, e potevano contaminare acqua e alimenti. Sostanze per le quali, sempre l’ EFSA, ha stabilito in 4,4 nanogrammi (1 ng = 0,000000001 g) per chilogrammo di peso corporeo alla settimana, i limiti massimi ritenuti sicuri per la salute umana.
 
Infatti, molte padelle di ultima generazione sono prodotte con esclusione delle descritte sostanze nocive.
 
Peculiarità che viene garantita dalla presenza della seguente Sigla (Vedi allegato) sull’Etichetta della padella: “ PFOA FREE” o “ PFSA FREE” (PFOA o PFSA esente).
 
Ciò, inevitabilmente comporta un maggior costo di produzione e prezzo di vendita, che però viene sicuramente e ampiamente compensato dalla sicurezza della qualità e della lunga durata dell’utensile. Qualità che trova riferimento in Marchi come: Tritania - The Healthiest Cookware (Le pentole più sane), Pentole Agnelli Professional Cookware (Pentole professionali), Zwilling Poletto, Lagostina Linea Rossa, Moneta Etnea, ecc.
 
Ma, per far sì che il rivestimento antiaderente possa mantenere, nel tempo, la sua integrità ed evitare la dispersione dei materiali che lo compongono nel cibo in cottura, l’AIRC ha Stilato la seguente lista di consigli inerenti la più appropriata modalità di utilizzazione:
  • Non scaldare mai la padella vuota, poiché i materiali sono sicuri fino alla temperatura di circa 250 °C, oltre la quale la loro stabilità potrebbe essere compromessa ed avviare la formazione di vapori nocivi, specie se la cucina non è ben areata;
  • Lasciare raffreddare la padella prima di riempirla con acqua fredda, per evitare di danneggiare il rivestimento, a causa del brusco cambio di temperatura;
  • Prima di inserire la padella nella lavastoviglie, accertarsi che sull’etichetta ci sia il simbolo che questo tipo di lavaggio sia possibile;
  • Per la pulizia della padella non usare mai utensili metallici o appuntiti e spugne abrasive o di metallo, onde evitare che il rivestimento si graffi;
  • Eliminare la padella se il rivestimento è particolarmente rovinato. Perché, in questo caso, il rischio non deriva tanto dal rilascio di particelle di rivestimento (che è sempre bene non ingerire), ma piuttosto del metallo sottostante, spesso non adatto a venire a contatto con gli alimenti.
 
Infine, considerato che le padelle e le pentole antiaderenti sono oggetti immancabili in moltissime cucine e che da anni si dibatte sui possibili rischi associati al tumore che il loro uso comporterebbe; si ritiene opportuno riportare un ulteriore chiarimento espresso dell’ AIRC in proposito: “Le padelle più moderne, realizzate nel rispetto delle normative vigenti, non sono pericolose per la salute, a patto che vengano utilizzate in modo adeguato”.

Aumento Pensioni  2022-2023

Aumento Pensioni  2022-2023 Copertina    (allegati) (481)
Domenico Brancato

Provvedimenti che determinano l’aumento delle  Pensioni  2022-2023
 
L’aumento delle pensioni nel corrente mese è stato  maggiore, rispetto a quello percepito  ad Ottobre, grazie al cumulo dell’anticipo della rivalutazione  con il Bonus (riguardante i soggetti residenti in Italia dal 1° Novembre 2022 e che hanno avuto un reddito personale nel 2021 non superiore a 1.538 euro lordi mensili, e 20.000 euro lordi annui, escluso il reddito della casa di abitazione, il trattamento di fine rapporto e compensi arretrati soggetti a tassazione separata), una tantum, di 150 euro, di cui all’art. 19 del Decreto Aiuti ter.
 
Rivalutazione che decorrerà da Gennaio 2023, ma che il Governo, con il Decreto aiuti bis, ha deciso di anticipare, al fine di dare un qualche  sostegno economico contro il caro bollette.
 
Si tratta, in effetti,  di un piccolo anticipo  dell’adeguamento automatico delle pensioni al tasso di inflazione che avviene all’inizio di ogni anno, che è scattato, ( solo, però, per coloro che percepiscono una pensione mensile lorda non superiore a 2.692 euro (pari a 35.000 euro l’anno), ad Ottobre e si esaurirà il 31 Dicembre 2022. Tasso  al quale,  in virtù del Decreto  MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) sulla perequazione automatica delle pensioni (Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 271 del 19 Novembre 2022), è stato/a attribuito/a il valore di 7,3%, salvo conguaglio, per il 2022,   e la percentuale  definitiva   dell’1,9 , per il 2021.
 
Così, al citato anticipo del 2%,  si aggiunge, a decorrere dal 1° Novembre 2022 (anziché dal 1° Gennaio 2023), in questo caso, per tutte le pensioni e pensionati, senza alcuna distinzione per limiti di reddito, un altro 0,2%: quale conguaglio di rivalutazione per il 2021. Poiché, come precisato,   l’inflazione definitiva è risultata pari a + 1,9%, invece dell’ 1,7%  provvisoriamente applicato dall’INPS per il  2022. 
 
Conguaglio che  trova riscontro nelle somme risultanti dall’applicazione delle  seguenti fasce di rivalutazione  alle relative entità di trattamento economico (vedi Allegato1):
Mentre il contributo dell’aumento della pensione derivante dall’IRPEF (Imposta diretta, personale e progressiva sul Reddito delle Persone Fisiche) è dovuto all’effetto delle novità previste dalla legge di bilancio 2022, in virtù della quale,  dal 1° Gennaio  2022,  sono entrate  in vigore le modifiche apportate alle preesistenti aliquote e scaglioni, come  indicato nell’Allegato2:
 
 
 
 
                                                     
 
Modifiche, alle quali si ritiene utile far seguire,  per un più concreto riscontro, la quantificazione della minore imposta  derivante dall’applicazione delle aliquote precedenti ed attuali sull’importo medio mensile (secondo l’ultima rilevazione del 2 Ottobre 2022 dell’Osservatorio dell’INPS) di E. 2.032 ( pari a 26.416 euro annui) percepito dai dipendenti statali e similari:
  • Calcolo in vigore fino al 31 Dicembre 2021
    (vedi Allegato 3)
 
 
Altro contributo che incide sul risparmio d’Imposta,  è dovuto all’aumento delle Detrazioni che, come stabilisce l’articolo 13, comma 3 del TUIR (Testo Unico delle Imposte  sui Redditi), sono rapportate al periodo di pensione nell’anno  e  alle  somme percepite. Fermo restando tale precisazione,  l’Agenzia delle Entrate ha evidenziato, le seguenti novità, per i  redditi complessivi:
  • non superiore a 8.500 euro: la misura della detrazione passa da 1.880 a  1.955 euro, e comunque, in ogni caso, non inferiore a 713 euro. Infatti, anche se un pensionato va in pensione  il  1° Dicembre,  invece di  fruire di  31 giorni di detrazione, che in riferimento ad un importo di pensione di 8.500 annuo risulterebbe di  (euro 1.955 /365 giorni  dell’anno = 5,36 x 31 giorni del mese) 164,04 euro, per effetto dell’applicazione della nuova normativa fruirà della detrazione minima di  713 euro;
  • Da 8.500 a 28.000 euro: la detrazione si ottiene dalla risoluzione della  formula: 700 + 1.255 x (28.000 – reddito complessivo): 19.500. (Dove il Reddito complessivo rappresenta la base di reddito imponibile, derivante dalla somma di tutte le tipologie di reddito  percepite: lavoro dipendente, autonomo, da capitali, e da altre fonti). Per  tali  redditi, poi, la  detrazione  va aumentata di 50 euro;
  • Da oltre 28.000  e fino a 50.000 euro: la detrazione  si ottiene dalla risoluzione della formula: 700  x (50.000 – reddito complessivo) : 22.000;
  • Oltre 50.000 euro: nessuna detrazione.
In definitiva, per rendere più espliciti  ed immediati gli effetti  conseguenti  alla rivalutazione, alla revisione delle aliquote Irpef e all’aumento delle detrazioni  decretate dalle legge di Bilancio 2022,  si riporta il confronto  degli importi,  in euro,  riferiti agli anni 2021 - 2022.  Per il calcolo  dei quali non sono state considerate né addizionali  locali, né carichi di famiglia. Pertanto, a seconda delle specifiche situazioni, è possibile che il valore netto sia più alto o più basso di quanto indicato nella seguente Tabella che , comunque, consentirà di farsi un’idea su chi guadagnerà di più e chi di meno (vedi Allegato4):
 
 
Riepilogo dal quale si deduce che  il guadagno maggiore si avrà  per un  importo di pensione  annua lorda intorno a 50.000 euro,  al quale corrisponde un aumento mensile di (euro 935/mesi 12) euro 77,9. A fronte  degli aumenti  degli  importi delle più comuni  pensioni di 15.000 e 25.000, ai quali corrispondono rispettivamente incrementi di: (euro 414/12)  euro 34,5 e (euro 522/12)  euro  43,5.  
 
Mentre alle pensioni più basse, come già citato,  è riconosciuto un innalzamento  della no tax area (espressione che identifica un reddito imponibile che non è soggetto, al pagamento di imposte e tasse) da 8.125 a 8.500 euro e, dal 1° Gennaio 2023, della detrazione che, passa  dagli attuali 1.880  ai 1.955 euro.
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