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La Nostra Voce

NOI DIAMO SPAZIO AL CITTADINO
BASTA CON LE ESTERNAZIONI PARTITICHE , INTESA COME SUI SOCIAL
 
La Nostra Voce è anche La Tua Voce
 
Il Portale di Santa Maria delle Mole è nato proprio per tale scopo.
 
Indipendentemente dal nome, ci occupiamo di tutte le problematiche delle frazioni “a valle” del comune di Marino e quindi di: Castelluccia, Cava dei Selci, Due Santi, Fontana Sala, Frattocchie e Santa Maria delle Mole.
Portiamo avanti, già da anni e con evidenti risultati, questo impegno in modo assolutamente apolitico ed intendiamo sottolinearlo APARTITICO, ovvero non siano di parte. 

Perché questo:
In molti hanno tentato di percorrere tale strada ma alla fine si sono sempre dimostrati quel che intendevano mascherare; lavorare solo per scopi personali e di partito.
Infatti come potete tastare con mano:
- Tutti i siti tematici sono stracolmi di politica e pubblicità.
- Tutte le pagine e, ancor peggio, tutti i gruppi Facebook di zona sono ormai monopolizzati da tre/quattro individui che ci martellano dalla mattina alla sera di pubblicazioni politiche ed inserzioni pubblicitarie di attività in loco. Non portano benefici ma rimbalzano incessantemente informazioni già note!

Non è rimasto più spazio per chi vuole lamentarsi del solito malcostume comunale o di quelle problematiche che rendono difficile il quieto vivere perché soffocati da questo indecente comportamento.

Per tale motivo, noi APARTITICI  che prestiamo attenzione alle esigenze della comunità, abbiamo deciso di dare un taglio a tutta questa indecente volgarità di comportamento e dedicare delle aree per portare alla luce, solo e soltanto, le nostre difficoltà di vita.
Per la risoluzione delle problematiche ce ne occuperemo sul portale ed anche a suon di carte bollate, ove necessario!

 
Per qualsiasi problematica questo portale mette già a disposizione un Forum dove chiunque può dire la propria. Esiste anche la possibilità di intervenire sulle argomentazioni pubblicate periodicamente.

Per non creare troppa confusione e per coloro che non sono in grado di utilizzare tali strumenti ma sanno come muoversi sui social: abbiamo attivato degli Speciali Gruppi su Facebook per ogni frazione. Scegli il gruppo a te dedicato:
E’ ben inteso: A nessuna comunicazione partitica, pubblicitaria o di semplice frivolezza verrà dato spazio.

 
Castelluccia e Fontana Sala:
Sono di Castelluccia - Fontana Sala ... senza SE
facebook.com/groups/castellucciafontanasalaplus/

Cava dei Selci:
Sono di Cava dei Selci ... senza SE
facebook.com/groups/cavadeiselciplus/

Due Santi:
Sono di Due Santi ... senza SE
facebook.com/groups/duesantiplus/

Frattocchie:
Sono di Frattocchie ... senza SE
facebook.com/groups/frattocchieplus/

Santa Maria delle Mole:
Sono di Santa Maria delle Mole ... senza SE
facebook.com/groups/santamariadellemoleplus/
 
Tutti questi gruppi sono gestiti da personale ultra qualificato e già facente parte della nostra redazione.
Esponete problemi ma mai parlare di politica, di attività commerciali, di ricette, cani e gatti smarriti e tutti quegli argomenti già martellanti altrove.

Siete i benvenuti a “Casa Vostra” ed il vostro smartphone smetterà di suonare o vibrare in continuazione per inutili motivi.
 

Riaffiora l'oro di Italia '90: "I cittadini decideranno cosa farne"

Riaffiora l'oro di Italia '90: "I cittadini decideranno cosa farne" Copertina Marino    (audio/video) (1.453)
Eleonora Persichetti

Dopo trent'anni torna alla luce a Marino 'l'oro dei Mondiali'. Si tratta di cinquanta lingotti del peso di 25 grammi, ognuno personalizzato con uno dei protagonisti delle “Notti Magiche”. Si trovavano in una cassetta di sicurezza della Banca di credito cooperativo dei Colli Albani, a scoprirli il sindaco di Marino, Carlo Colizza. Erano stati realizzati dal Comune per omaggiare la Nazionale azzurra di Italia '90 che durante il torneo era ospite della cittadina. I lingottini però non furono mai ritirati dai giocatori. Ora si discute su come utilizzarli.
 
 
Il post del Sindaco su Facebook:
 
RIAFFIORA L'ORO DI ITALIA 90
LA PAROLA AI CITTADINI
 
30 anni orsono, la Nazionale Italiana di calcio era ospite della nostra Città, i giocatori e lo staff dimoravano all'Hotel Helio Cabala e si allenavano allo Stadio Comunale (oggi Domenico Fiore).
L'allora Sindaco, Giulio Santarelli, per omaggiare i graditi ospiti fece realizzare dei lingottini d'oro destinati anche allo staff tecnico ed ai rappresentati della F.I.G.C.
Invitati a Palazzo Colonna per ritirarli l'allora CT non diede la disponibilità ed i preziosi furono depositati e conservati in una cassetta di sicurezza presso l'allora Banca di Credito Cooperativo San Barnaba di Marino (oggi BCC dei Colli Albani).
L'episodio è caduto nell'oblio così come l'esistenza dei preziosi che sono rimasti conservati nel caveau della nostra Tesoreria, fino a quando, in occasione della premiazione di Giancarlo De Sisti il D.R. del Tuscolo Fabio Polli mi ha raccontato questa incredibile storia.
Pochi giorni fa, ho partecipato all'inaugurazione della filiale della BCC di Santa Maria delle Mole ed ho chiesto al Presidente se il Comune avesse intestata una cassetta di sicurezza ricevendo risposta positiva.
Abbiamo così avuto accesso al suo prezioso contenuto, 50 lingottini da 25 grammi di oro con incisioni recanti la data di conio. In totale i premi consistono in 1,250 kg di oro con un grado di purezza di 750/1000.
Dopo 30 anni la Città deve deciderne il destino, se richiamare i protagonisti dei mondiali o monetizzare il valore ed utilizzarlo per l’arredo urbano, per un progetto di recupero dei nostri monumenti o per un fondo per le imprese.
Saranno i cittadini a decidere cosa fare con l'oro dei mondiali perchè le risorse pubbliche appartengono ad essi.
 
La notizia ha suscitato curiosità tra le maggiori testate giornalistiche nazionali, le quali hanno subito realizzato e messo in onda i propri servizi con l’intervista al Sindaco Carlo Colizza. L’oro, oltre al proprio valore, è una vera attrazione per i collezionisti.
Abbiamo montato un video cumulativo con le riprese di Studio Aperto, del TG1 ed il video amatoriale girato dal Comune di Marino.
 
Vedi il video a Tutto Schermo

Un nuovo servizio per voi: Segnalazioni ambientali tramite foto

Un nuovo servizio per voi: Segnalazioni ambientali tramite foto Copertina S. Maria delle Mole (1.453)
Francesco Raso

Nel portale di S. Maria delle Mole è presente un nuovo servizio per il cittadino, che consente di segnalare un qualsiasi problema ambientale scattando semplicemente una foto.

 

La pagina per le segnalazioni  la trovate a questo indirizzo:
https://www.smariamole.it/segnalazioni

É comunque accessibile anche dal menù veloce (le iconcine verdi in testa a tutte le pagine)

Per  problemi ambientali si intendono: Buche, Cassonetti, Cartellonistica, Alberi, Parcheggi, Viabilità, Scuole, Servizi Pubblici ecc. In pratica, dove c’è un rischio o una problematica ignorata o irrisolta. La segnalazione rimane anonima; nessuna richiesta di nomi o di email.

Il funzionamento di questo nuovo servizio è molto semplice.


Prendiamo, per esempio, un lampione a rischio di caduta:


- ci si reca in prossimità del lampione;
- tramite lo smartphone ci colleghiamo alla pagina di segnalazione;
- si scatta una foto al lampione pericolante;
- immediatamente dalla foto viene elaborato l’indirizzo e viene anche chiesto di scrivere due righe a spiegazione del problema;

- una volta verificati o modificati i dati, si è pronti per l’invio definitivo o la rinuncia.


Molto semplice e veloce!

 

Si è parlato di “Elaborazione dell’Indirizzo”


Nel caso si abbia il GPS acceso e la fotocamera già configurata per localizzare lo scatto, l’indirizzo di prossimità del lampione (la via ed il numero civico più vicino) viene direttamente letto dalla foto; in pratica la pagina legge la posizione GPS nella foto e ne deduce un indirizzo postale.
Se invece non è possibile recuperare l’indirizzo, questo potrà essere inserito a mano.

É anche possibile correggere un indirizzo pervenuto dalla foto, se questo fosse errato.
É ovvio che l’indirizzo recuperato non sarà quello del lampione, ma quello del fotografo nel momento dello scatto. Se siamo stati costretti a fare una foto a distanza, l’indirizzo potrebbe essere errato ma comunque modificabile.

La comunicazione della segnalazione arriverà in tempo reale al personale incaricato che si metterà subito all’opera per far conoscere a chi di dovere il rischio segnalato. Si ricorda che la segnalazione rimarrà anonima.

 

Perché questo servizio


Già da un po’ di tempo, il comune di Marino ha comunicato (con poca chiarezza) di aver messo a disposizione una APP per smartphone al fine di raggiungere questo scopo.
Io, da buon informatico, conoscendo bene le problematiche delle referenziazioni su dispositivi mobili (conversione dei formati GD,GMS,GMD,WGS ecc.) e tutto ciò che concerne l’impegno di memoria di una APP,  la sicurezza di navigazione e quant’altro, ho deciso di installare questa APP al puro fine di studio.
Prima di tutto l’APP non è del comune di Marino ma di una soc. di Bussolengo (VR) denominata Municipium Srl.
In questa APP dovrebbero trovarsi  tutti i comuni d’Italia (o quelli che hanno aderito). Chiaramente i nostri dati andranno in mano ad una soc. privata e non al nostro comune (che comunque già ci conosce).
Mi reco nello store del mio OS (in questo caso Android) e leggo gli elogi di questa App;  elogi scritti dallo sviluppatore. Leggo anche le recensioni e queste sono veramente devastanti. Sono tutti arrabbiati.
Ignoro tutto ciò e la installo. Vedo subito che come APP è molto pesante a livello di bytes ed impiega un po’ di tempo a scaricarsi ed installarsi.
Finisce l’installazione e vedo subito, sul desktop del mio smartphone, la nuova icona ma è talmente piccola che quasi sfugge alla vista. Da buon sviluppatore mi rendo conto della bassissima attenzione portata alla sua realizzazione ed ancora devo vederla all’opera.
Ignoro anche questo ed avvio l’App.
- Grande delusione! Subito un crash con il tipico messaggio “L’applicazione si è interrotta”.
- Avvio nuovamente l’App e finalmente vedo una videata azzurra … e pur aspettando qualche minuto, non sono riuscito a vedere altro. Ovviamente ho disinstallato l’APP e dato la mia recensione.

Direte voi: “Perché non hai fatto altri tentativi?”
Semplicemente perché già sapevo dell’inaffidabilità ancor prima di installarla.

 

In conclusione:
- L’idea di inviare segnalazioni tramite foto: 
É buona e merita attenzione.
- Lo strumento adottato dal nostro comune:
É pessimo e prima di imbarcarsi in progetti di questo tipo andrebbe fatta un’attenta analisi da chi è del mestiere.

 

Un’unica domanda:
Perché essere costretti ad installare una App (indipendentemente dal suo buono o cattivo funzionamento) per fare, magari, solo una o due segnalazioni?
Alla domanda mi sono risposto da solo e quindi ho deciso di realizzare questa pagina per le segnalazioni. Non necessita di  App  e la si può utilizzare anche da un normale computer o da un qualsiasi dispositivo connesso ad internet. Posso anche scattare delle foto che poi in serata, a casa e con calma, invio al portale.
https://www.smariamole.it/segnalazioni

 

Con questo servizio spero di aver dato qualcosa di più semplice ed efficace alla nostra comunità.
Sono aperto ad ogni tipo di critica ed anche pronto ad accogliere proposte o idee che al momento non ho considerato.
Ogni commento è ben gradito.

 

Francesco Raso

Cittadinanza Attiva all’opera in via Frassati

Cittadinanza Attiva all’opera in via Frassati Copertina S. Maria delle Mole    (audio/video)    (commenti:1) (1.445)
Antonio Calcagni

 
Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’articolo di Federica, una delle straordinarie persone che domenica 25-10-2020 hanno contribuito a rendere la nostra Città più vivibile, un messaggio di grande senso civico che dovrebbe essere fatto proprio da tutti. 
 
“Nella giornata del 25 ottobre in via Pier Giorgio Frassati a Santa Maria delle Mole, grazie alla proposta di un gruppo di condomini residenti al civico 19, si è dato il via all’ attività di ripulitura della zona del parcheggio e della strada adiacente poiché abbandonati da tempo in uno stato di totale degrado ambientale.
 
L’iniziativa nasce dopo aver più volte cercato di far intervenire, in loco, il Comune e le forze preposte ma essendo un luogo “privato” non è stato mai possibile ottenere nessun risultato in merito.
I residenti hanno cosi deciso volontariamente di unirsi per ripulire con le proprie risorse l’area colma di rifiuti solidi ingombranti e non, quali stendini, bottiglie, bandoni, pannolini, ruote, vetro e molto altro. Si è inoltre in attesa della rimozione di auto e moto abbandonate nell’area d’intervento.
 
Si è rivelata un’esperienza umana molto bella in un momento sociale di grande difficoltà e un esempio di cittadinanza attiva e di solidarietà che mette in luce la volontà e la predisposizione di molti cittadini, anche non direttamente coinvolti nell’uso del parcheggio, nel voler migliorare il posto in cui si vive.
 
Il rispetto per l’ambiente e la cooperazione dei condomini residenti continuerà ancora con altri interventi, il prossimo è previsto per domenica 8 novembre, al fine di completare il servizio di pulizia.
 
Si ringrazia il Sindaco per aver supportato questo progetto con l’intervento per lo smaltimento dei rifiuti che sono stati raccolti”.

Da 31 dicembre sarā pių difficile riconoscere la pasta esente dalla dannosa presenza del GLIFOSATO

Da 31 dicembre sarā pių difficile riconoscere la pasta esente dalla dannosa presenza del GLIFOSATO Copertina Nazionali (1.439)
Domenico Brancato

 
 
PERCHE’ DAL 31 DICEMBRE 2021 SARA’ PIU’ DIFFICILE RICONOSCERE LA PASTA SENZA IL NON INNOCUO.… “GLIFOSATO”?
 
Ciò è imputabile alla conseguenza della scadenza dell’obbligo dell’etichettatura italiana ed all’entrata, al primo Gennaio 2022, del Regolamento Europeo 2018/775, che stabilisce l’obbligo di indicare l’origine dell’ingrediente principale con il quale viene prodotto un determinato alimento (il grano, nel caso della pasta), ma solo se tale origine è diversa da quella che si vede nella confezione.
 
La Coldiretti (Organizzazione degli Imprenditori Agricoli a livello nazionale ed europeo), in proposito, spiega che il Decreto prevede che le confezioni di pasta secca, prodotte in Italia, debbano indicare il nome del Paese nel quale il grano viene coltivato e in quello dove viene molito. Qualora la provenienza e la molitura avvengano in più Paesi, a seconda dei casi, possono essere utilizzate le seguenti diciture: Paesi UE (facenti parte dell’Unione Europea); Paesi non UE; e Paesi UE e non UE. Inoltre se il grano duro è coltivato per almeno il 50 % in un solo Paese, come ad esempio in Italia, si può usare la dicitura: “Italia e altri Paesi Ue e/o non UE.
 
Ed allora, conclude la Coldiretti, affinché il consumatore possa orientarsi verso l’acquisto di una vera pasta Made in Italy al 100% (prodotta integralmente in Italia), non gli rimane che scegliere le confezioni che riportano le indicazioni “Paese di coltivazione del grano: Italia” e “Paese di molitura: Italia”.
 
Per fornire, però, dei riferimenti più espliciti si ritiene opportuno riportare una lista dei più diffusi marchi di pasta presenti nella grande distribuzione, stilata da GreenMe (In armonia con la Terra), controllando le etichette delle confezioni in cui, per legge, le aziende produttrici sono obbligate a dichiarare la provenienza del grano, secondo come di seguito indicato: Agnesi mix unico di grani duri di regioni italiane; Alce Nero grani duri biologici coltivati in Italia; Barilla sul sito del marchio si legge che: ”per i formati classici della pasta destinata al mercato italiano, Barilla utilizza grano 100 % italiano selezionato”; Baronia con grano duro selezionato , esclusivamente italiano; Conad la pasta biologica della linea ”Verso Natura” è prodotta con semola 100 % italiano; Divella la linea integrale usa 100 % grano italiano; Eurospin la “Pasta Tre Mulini” della linea “Bronzo”, la linea Pasta biologica e le Tronfie integrali sono realizzate con semola di grano duro 100 % italiano; Girolomoni ottenuta esclusivamente con grani duri di origine biologica coltivati in Italia; Granoro , linea Dedicato utilizza 100 % grano pugliese; Granono, linea Bio utilizza 100 % grano biologico coltivato in Italia; La Molisana di solo grano italiano coltivato in Molise, Puglia, Marche, Lazio e Abruzzo; La Pasta di Camerino grano 100 % italiano; Libera Terra grano duro biologico del sud Italia; Liguori grani duri 100 % italiani ad alto contenuto proteico, coltivati nei campi del Tavoliere delle Puglie, della Basilicata, del Molise e delle Marche; Pasta Armando di grano di filiera 100 % italiano; Pasta COOP, linea Fior Fiore di semola di grano duro di origine italiana; Pasta Despar Premium 100 % grano italiano; Rummo, linea Intergale e Biologica realizzate con grano 100 % italiano nel rispetto dell’ambiente; Valle Del Grano prodotta esclusivamente con grani duri siciliani; Vivi Verde Coop ottenuta da grano duro biologico 100 % italiano; Voiello con grano aureo, grano duro 100 % italiano.
 
Considerato che l’Italia, per mantenere il ruolo di leader mondiale del mercato della pasta, necessita di circa 5,8 - 6 milioni di tonnellate di grano duro, a fronte di una produzione annua di 3,8 – 4 milioni di tonnellate ( 60 – 70%). Il che comporta la necessità di ricorrere all’importazione, a seconda dell’andamento della stagione e della qualità dei raccolti, di 2 – 2,5 milioni di tonnellate (30 – 40 %). Per cui, soltanto parte della pasta può essere prodotta interamente con grano esclusivamente italiano, mentre l’altra parte, necessariamente, deve comprendere grano importato da altri Paesi, quali: Usa, Canada, Russia e Australia.
 
Cioè, Paesi nei quali (a differenza dell’Italia dove la semina avviene in Autunno e la raccolta in Estate, con un processo di maturazione totalmente naturale, propiziato dalla mitezza del clima e dal benefico influsso del sole) il ciclo vegeto-produttivo del grano, per evitare la rigidità del clima, si svolge dalla Primavera - Estate (Aprile-Giugno) all’Autunno (Settembre-Novembre), con l’appassimento delle piante e delle spighe provocato con trattamenti preharvest (poco prima del raccolto), a base dell’erbicida “Glifosato”. In questo caso, però, impiegato come disseccante. Disseccante che viene assorbito non solo dalla pianta, ma anche dal seme (cariosside), e che con la molitura viene inevitabilmente trasferito nella farina e nella semola destinate alla produzione della pasta.
 
Ma a cosa è dovuta la preoccupazione per la presenza di Glifosato nell’alimento che il 99% degli italiani consumano e di cui, secondo il sondaggio Statista Global Consumer Survey (Indagine Globale di Statistica sui Consumatori), l’83% lo comprende, addirittura, nel menù giornaliero, tanto da ingerirne, stando ai dati resi noti dall’Unione Italiana Food (cibo), un quantitativo medio annuo pro-capite di 23-25 Kg?
 
La risposta all’interrogativo trova rispondenza nella composizione chimica del Glifosato (prodotto dalla Monsanto, ma da recente acquisito dalla multinazionale farmaceutica Bayer e commercializzato con il nome di Roundup e Accord e Rodeo da altre Aziende), che è l’erbicida più economico e più usato al mondo, compresa l’Italia (dove viene impiegato, in particolare, prima della semina delle graminacee, delle colture industriali e nei frutteti intensivi, rispettivamente: per impedire la crescita ed eliminare la vegetazione infestante), caratterizzato da un formulato Aminofosforico della glicina (C3H3NO5P) che, alla fine del 2017, è stato riautorizzato dall’Unione Europea, per altri 5 anni, nonostante: - il voto contrario dell’Italia (dove la campagna “Stop Glifosato” comprende 45 importanti adesioni, fra cui: Slow Food, Associazione Culturale Pediatri e ISDE -Associazione Italiana Medici per l’Ambiente) ed altre 8 nazioni; - l’IARC (Azienda Internazionale per la Ricerca sul Cancro), l’avesse classificato come cancerogeno e poi, su pressione dell’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), declassato a “probabilmente cancerogeno”(più precisamente come “2a”, ossia agente la cui cancerogenità è confermata sugli animali, ma non sull’uomo), anche se l’esistenza di studi indipendenti ne abbiano rilevato la sua pericolosità; - sia stato ritenuto, anche se contrariamente al giudizio dell’EFESA, sicuramente un interferente endocrino, come dimostrano le problematiche a livello ormonale e renale rilevate nelle zone di massiccia utilizzazione ( vedi Trentino e Veneto: sedi di produzioni intensive di mele); - la sua assunzione favorisca la prevalenza estrogenica (capacità di stimolare la comparsa e il mantenimento dei caratteri sessuali femminili), tanto nell’uomo, nel quale determina l’abbassamento del livello di testosterone con rischio di femminilizzazione, con perdita di potenza e libido e acquisizione di morfologia del corpo di tipo femminile, quanto nella donna, dove sviluppa una predisposizione al cancro degli organi sessuali. Problematiche queste che assumono una maggiore gravità quando interessano i bambini; - l’oncologa Patrizia Gentilini, componente del Comitato scientifico dei Medici per l’Ambiente, abbia dichiarato: “Ci sono numerosi dati sperimentali su cellule placentari ed embrionali umane che dimostrano come il Glifosato induca necrosi e favorisca la morte cellulare programmata, e quindi trattasi di una sostanza genotossica (che danneggia l’informazione genetica all’interno di una cellula), oltre che cancerogena; - diversi studi e ricerche abbiano evidenziato, come dichiarato a “Il Salvagente” (Mensile dei Consumatori) dal Direttore scientifico dell’Istituto Ramazzotti dottoressa Fiorella Belpoggi, che l’esposizione a questa sostanza possa risultare dannosa, anche a dosi molto basse nei confronti del 54 % delle specie batteriche intestinali, delle donne incinte (perché potrebbe attraversare la placenta e raggiungere il feto) e per l’aumento del rischio di cancro al seno.
 
Dosi che, come ha dimostrato l’analisi eseguita da “Il Salvagente” sugli “spaghetti al Glifosato”, è possibile rinvenirle anche nella pasta prodotta con grano al 100% italiano. Poiché, trattandosi di un erbicida altamente volatile, si diffonde copiosamente nell’aria, contaminando facilmente le colture limitrofe a quelle alle quali è destinato il trattamento. Però, se tali condizioni possono accidentalmente verificarsi quando la pasta è prodotta con grano totalmente italiano; si verificano, pur se nella misura dei limiti di legge, normalmente nella pasta prodotta con grano proveniente da paesi non europei (e dal Canada, in particolare).
 
Dosi, il cui effetto non va valutato soltanto in funzione della quantità di Glifosato ma, come precisa l’oncologa ed ematologa Patrizia Gentilini, membro dell’ISDE (Associazione Italiana Medici per l’Ambiente), in rapporto all’effetto cocktall (miscela). Ossia alla probabile ulteriore imprevedibile formazione di composti derivanti dalla reazione fra i principi attivi dell’insieme dei fitofarmaci.
 
Tuttavia, allo stato attuale, la scelta di marchi che prevedono l’ impiego della materia prima interamente nazionale, si ritiene sia l’unica che possa consentire la quasi totale garanzia della genuinità del prodotto. Perché, per avere la certezza della totale assenza di residui inquinanti, bisognerà attendere che gli Organismi politici europei facciano prevalere il loro potere e dovere istituzionale di protezione della salute della popolazione, sulle pressioni delle lobby mirate a realizzare esclusivamente ingenti profitti. Prescindendo, egoisticamente e spregiudicatamente, dalle attestazioni scientifiche che testimoniano le gravi conseguenze che arrecano alle persone a all’Ambiente.
 
Poichè, come ricordato da Giovanni Battista Girolomoni, presidente dell’omonima azienda pioniera del biologico in Italia, fin quando la tecnica di coltivazione biologica non sarà attuata in maniera generalizzata e nell’ integrale rispetto del relativo disciplinare, non potremo liberaci definitivamente, non solo della nocività dei citati residui di pesticidi industriali nei prodotti alimentari; ma soprattutto dalla pregiudizievole contaminazione dell’ambiente.
 
Ambiente che, attraverso il naturale processo biochimico di assorbimento del maggior componente dei “gas serra” (L’anidride carbonica -CO2-), da parte dell’esclusiva prerogativa (fotosintesi clorofilliana) propria dell’universo vegetale, rappresenta ancora l’unico considerevole antidoto in grado di contenere, anche se in parte, l’entità della gravità degli effetti prodotti dalle sempre più frequenti e devastanti anomalie climatiche.

Riapertura Cimitero comunale

S. Maria delle Mole (1.431)
Eleonora Persichetti

Si informano i cittadini che il Comune ha disposto l'apertura del Cimitero Comunale, ora accessibile per condizioni meteo ripristinate.

SPRECO ALIMENTARE: CONSEGUENZE ETICHE, ECONOMICHE, SOCIALI  ED AMBIENTALI

Nazionali    (commenti:2) (1.426)
Domenico Brancato

Il termine spreco trova rispondenza nell’insieme di quei prodotti alimentari che hanno perso valore commerciale e che vengono scartati, ma che potrebbero essere ancora destinati al consumo umano.

Ciò costituisce un inaccettabile paradosso del nostro tempo, in quanto se da un lato vi è la necessità, nei prossimi anni, di incrementare la produzione dei prodotti alimentari del 60 – 70 %, per far fronte all’incremento della popolazione dall’altro, nel mondo, si spreca oltre un terzo del cibo prodottoche, secondo uno studio condotto dalla FAO (Organizzazione mondiale di cibo e agricoltura), ammonterebbe ad 1,3 miliardi di tonnellate, delle quali l’80 % sarebbe ancora utilizzabile.

Tant’è che se fosse possibile recuperare gli sprechi, questi sarebbero sufficienti a sfamare 2 miliardi di persone.

In Europa si sprecano mediamente circa 180 Kg/pro-capite di cibo l’anno (con valori oscillanti fra i 579 e i 44 Kg/pro-capite dell’Olanda e della Grecia), mentre in Italia, globalmente, la media dello spreco, per effetto di contenimento  prodotto  della crisi economica,  risulta essere di 149 Kg/pro-capite, così ripartito:

 

Genere di  Alimento                                Percentuale

Prodotti Ortofrutticoli                                           17

Pasta e Pane                                                      28

Pesce                                                                  15

Uova                                                                    29

Carne                                                                  30

Latticini                                                                32.

Entità di spreco,equivalente ( secondo una indagine condotta dalla ricercatrice Claudia Giordano sugli sprechi di   400 famiglie in una settimana, promossa dal Ministero dell’Ambiente/ Progetto Reduce con l’Università di Bologna,  nell’ambito della campagna Zero Spreco, con la supervisione dell’economista  Andrea Segrè), a Kg/giorno  0,1 a  testa,  pari a Kg/famiglia (composta mediamente, nel 2016, da 2,32 persone)  84,9,corrispondenti a 0,0849 tonnellate, che moltiplicate per  i 25.937.723  di famiglie Italiane,  diventano  2,2 milioni di tonnellate l’anno, chefiniscono nelle  pattumiere delle abitazioni,facendo registrare,rispetto le varie  sedi di rilevazione dello spreco, la rilevante quota del 42 %.Quotache, tradotta in costi, supera i 25 euro/mese per famiglia.

Alle appena  descritte conseguenze di natura etico-economica del cibo sprecato, si aggiungono poi quelle, non meno trascurabili, di natura ambientale e socio-sanitaria, dal momento in cui le cospicue quantità di cibo non consumato contribuiscono sensibilmente al riscaldamento globale e alle crescenti  carenze idriche.

Come si può dedurre dalle emissioni di 4,5 Kg  di anidrite carbonica (CO2) equivalenti, per ogni Kg di cibo sprecatoe dai dati relativi alla “ Impronta Idrica” o “ Acqua Virtuale “ (Volume totale  di acqua consumato e inquinato, in un determinato luogo, nelle diverse fasi della filiera,per ottenere un prodotto), dedotti dagli esiti degli studi condotti dalla Fondazione Olandese  “ Water Footprint Network “ (Integrati  con dati provenienti da altre fonti) sugli alimenti di seguito riportati:

Tipologia  Alimento

                  Quantità

Chilogrammi   Grammi  Numero

Impronta  Idrica( litri acqua )

                       Per

    1 Kg                        Porzione

Pane

         1                            50

   1300                             65

Pasta

         1                            80

   1693                           135

Biscotti

         1                            50

   1800                             90

Cereali (Per colazione)

         1                            30

   1645                             49

Riso

         1                            80

   3400                           272

Legumi secchi

         1                            50

   4055                           203

Frutta con guscio (Noci, Nocciole)

         1                            30

   9065                           272

Frutta fresca

         1                          150

    970                            145

Succo di Frutta

  •                        200 ml
  •                         1140

Verdura e ortaggi

         1                      200

    325                              65

Pomodori

         1180                   1

    156                              28

Patate

         1                       150           

    900                            135

Latte

         1                      125 ml

  1000                            125

Dolci

         1                       100

  3140                            314

Cioccolato

  •                        100
  •                         2400

Zucchero

         1                         5

   1500                            7,5

Vino

         1                     100

     610                             61

Birra

         1                     250

     300                             75

Caffè tostato

        1                      7     1 tazzina

 18900                          132

Tè verde

         1                     3     1 bustina

   8860                            27

Olio d’oliva

         1                   12     1 cucchiaio

   4900                            59

Olio di Girasole

         1                    -

   6795                              -

Burro

         1                           15

   5550                            83

Uova

         1                           60           

   3300                          198

Formaggio fresco

         1                          100

   5000                          500

Carne  avicola ( Pollo )

        1                           150

  3900                           585

Carne suina

         1                          150

  4800                           720

Carne di agnello

         1                          150

  9580                         1437

Carne di manzo

         1                          100

 15500                        1550

Hamburgher di manzo

  •                           150
  •                          2400

 

Dati che, come evidenzia la Piramide Idrica del Barilla Nutrition Center, messa a confronto con la Piramide Alimentare (Vedi allegato n° 1), consentono di riscontrare l’interessante coincidenza tra i cibi meno indispensabili e più grassi  (vari tipi di carne e insaccati) con quelli che consumano più acqua. In pratica, i cibi da consumare con più parsimonia sono anche quelli che hanno un maggior impatto idrico ed ambientale, a conferma che la salute della persone e quella dell’ambiente vanno di pari passo.

Per cui, a seconda della prevalenza del consumo di cibi di provenienza vegetale o animale, l’impronta idrica giornaliera individuale  può variare da circa 1500 – 2600  a 4000 – 6000 litri di acqua (comprendenti, oltre l’acqua consumata direttamente per bere, cucinare e lavarsi, quella impiegata per produrre e trasportare i cibi che mangiamo, per fabbricare gli indumenti che indossiamo e per svolgere ogni altra attività quotidiana), a differenza (stando alle stime del  WWF: Fondo Mondiale per la Natura) del  miliardo di persone che , nel mondo,  non ha accesso all’acqua potabile e degli oltre quattro miliardi che  non ne hanno a sufficienza.

Enorme divario di disponibilità di un bene sempre più prezioso ed indispensabile per la sopravvivenza, imputabile anche ai rilevanti quantitativi di acqua che vengono consumati inutilmente per la produzione della consistente quantità di prodotti alimentari che si sprecano nel corso delle seguenti fasi:

  • Produttiva e prima trasformazione, ovvero durante la coltivazione o l’allevamento, la raccolta e il trattamento della materia prima;

 

  • Distributiva, cioè durante la trasformazione industriale, per  lo scarto di prodotti dovuto alla  non rispondenza  al gradimento del consumatore, all’errata distribuzione o all’invenduto, per eccesso di produzione;

 

  • Del consumo,attribuibili  a:

-  Le irrazionali abitudini di fare la spesa  di milioni di consumatori;

 - L’inosservanza delle indicazioni riportate in etichetta riferite alla corretta modalità di conservazione degli alimenti;

 - Le date di scadenza, per alcuni prodotti, troppo restrittive;

 - La tendenza a confezionare porzioni di cibo abbondanti;

-  Le promozioni che invogliano i consumatori a comprare più cibo del  necessario.

 

Cause di sprechi che, in gran  parte, potrebbero essere evitati compiendo semplici azioni quotidiane e migliorando le abitudini alimentari, come:

  • Fare la lista della spesa e comprare solo la quantità di prodotti necessari;
  • Comprare, possibilmente, presso produttori locali;
  • Acquistare  prodotti di stagione;
  • Limitare l’uso di prodotti trasformati;
  • Imparare l’arte della cucina di recupero, basata sull’utilizzo di avanzi e scarti;
  • Non servire a tavola porzioni abbondanti;
  • Seguire una dieta adeguatamente ripartita dal punto di vista quali-quantitativo e calorico (vedi Allegato n. 2 ).

A proposito di quest’ultimo accorgimento, da quanto emerso da una indagine condotta  dal ricercatore Matteo Boschini dell’università di Bologna, su 73 plessi di Scuola primaria, dei quali 35 in Emilia Romagna, 25 nel Lazio e 18 in  Friuli Venezia Giulia, si deduce che il 29,5 % dei pasti consumati nelle mense viene gettato.

Dati che il professor Andrea  Segrè , docente di Politica agraria internazionale e comparata all’Università di Bologna e fondatore di Last Minute Market, commenta in questi termini: “Nel luogo reputato a fare educazione alimentare, il cibo viene invece buttato. Sono soprattutto frutta e verdura gli alimenti più sprecati, che dal punto di vista della nutrizione dovrebbero essere parte fondamentale del pasto”.

Commento al quale riteniamo sia opportuno aggiungere che la causa della summenzionata tipologia di spreco sia da ricercare, principalmente, nella estensione di cattive abitudini ed eccessive preferenze alimentari, in molti casi, acquisite e consentite dagli/agli alunni in ambito famigliare.

Come denotano le considerazioni  dello Psichiatra Paolo Crepet sul buonismo educativo dei Genitori: “Noi non abbiamo più figli, ma piccoli Budda a cui noi siamo devoti, per cui possono fare di tutto. Scelgono dove andare a mangiare e cosa mangiare… omissis. Siamo diventati Genitori che dicono sempre di si. Ma questo è sbagliato. Quando diventeranno grandi ci sarà qualcuno che gli dirà di no.”

Autorevole opinione che , pur non potendola generalizzare,  trova, purtroppo, riscontro in molti  ambiti  familiari.

Riscontro, che inevitabilmente si ripercuote nell’irrazionalità  delle abitudini alimentari di un cospicuo numero di bambini in età scolare ( In Italia, secondo il Ministero della Salute, il 9% dei bambini di 8 – 9 anni non fa colazione ed il 31% non consuma una colazione adeguata ).

 In quanto, i genitori (o chi per loro) invece di seguire le indicazioni dei nutrizionisti  sulla qualità, quantità, apporto calorico ed equilibrata ripartizione dell’assunzione dei cibi nell’arco della giornata,inconsapevolmente optano,con l’ovvio intento  di assicurare ai loro figli un soddisfacente nutrimento, per inadeguate  soluzioni alternative,come ad esempio:

  • Per una colazione del mattino veloce e frugale, invece di un importante momento da dedicare all’alimentazione con una delle  seguenti combinazionedi cibi:

 - Tazza di tè deteinato con 1 cucchiaio di zucchero o miele, 1 yogurt intero bianco, 1 brioche integrale o 1 fetta di crostata o ciambella fatta in casa ed 1 frutta fresca;

- Tazza di latte intero o parzialmente scremato senza zucchero, 2 fette biscottate integrali con marmellata, 1 porzione di frutta fresca;

- Toast integrale con prosciutto e sottiletta ( o altra farcitura ), più un frullato di frutta fresca di ca. 200 ml, ecc;

 

  • seguita,durante l’intervallo scolastico  delle 10 – 10,30,da un’ abbondante e spesso  ricca di grassi “ colazione”  a base di :

- pizza; - panini con salumi;  cornetto con nutella; ricchi tramezzini; - patatine fritte; -snacks dolci o salati,o addirittura di merendine ricche di grassi, conservanti ed edulcoranti ( junk food = cibo spazzatura ), con l’aggiunta di  bibite zuccherate che, complessivamente, forniscono da 250 a 530 Kcal ca.,

  • invece di uno spuntino antifame dal prevalente contenuto di carboidrati, a base di:

- frutta di stagione( 1 Mela o 1 Arancia, 1 Pera, 2 Kiwi, 3 Mandarini )  con  1 fetta biscottata integrale;

             - uno yogurt magro da 125 g, alla frutta;

- 2 fette biscottate con marmellata;

            - un quadratino di cioccolata ed un frutto;

            - una porzione  (di 22g ) di riso soffiato con cioccolato light, ecc.

Cioè, con cibi di facile digeribilità e dall’apporto calorico (di ca. il 5% dell’intero fabbisogno giornaliero) di  80– 120 Kcal che,secondo accreditati studi scientifici, favoriscono il miglioramento dell’umore, oltre a potenziare le capacità di apprendimento e mnemoniche.

L’insieme di suggerimenti e indicazioni, sopra riportati, per cercare di diffondere l’importanza della  consapevolezza di una equilibrata alimentazione, al fine di impedire il protrarsi  di pregiudizievoli inadeguatezze alimentari.

 Inadeguatezze per le quali, secondo il parere di dietologi, medici e nutrizionisti, i molti bambini che le praticano abitualmente, vanno incontro, nel tempo, a predisposizioni di natura patologica (sovrappeso, obesità, diabete, ecc.) e, nell’immediato, ad una ridotta concentrazione mentale ed a  manifestazioni di sonnolenza dovuti, nelle prime ore,agli effetti di ipoglicemia imputabile al digiuno o ad insufficiente alimentazione e, dopo l’abbondante spuntino di metà mattinata, agli ulteriori nocivi effetti di una pesante  e prolungata digestione, che li fa giungere all’ora di pranzo con scarso appetito (Vedi allegato n° 3 ).

Inappetenza che causa il rifiuto di  buona parte del pasto, che sarebbe potenzialmente utilizzabile, ma che,  in genere, è  destinato a diventare rifiuto.

A tal proposito, la Legge Gadda  166/2016, onde  evitare l’immorale dissipazione di alimenti recuperabili,  si prefigge di incentivare un nuovo modello di mercato e di welfare ( espressione che sottintende iniziative dirette ad assicurare il benessere dei cittadini ) inclusivo, in grado di  rendere compatibili la sostenibilità del complesso delle norme che regolamentano l’approvvigionamento alimentare  con la responsabilità sociale, riferita alla collettività.

Infatti, la citata Legge,incentra i suoi punti di forza:

 - nell’operato delle  Associazioni di volontariato, grazie all’impegno delle  quali si è  già registrato un incremento di donazioni  in termini di quantità e  di tipologia: prodotti ortofrutticoli, cibi cotti e freschi, prodotti a lunga conservazione e farmaci;

- e nella possibilità di reperimento, prima impensabile, di prodotti,come quelli confiscati, le eccedenze nel settore del banqueting (banchetti)  e nelle mense. 

Come dimostra  l’aumento,da 4.635 a 5.573 tonnellate/anno ( da Ottobre 2016 a Settembre 2017 ), pari ad un incremento del 21,4% delle donazioni delle eccedenze, dedotto dai rilevamenti condotti da Andrea Giussani, presidente del Banco Alimentare, che  afferma: “ abbiamo riscontrato un progressivo cambio di cultura degli operatori della filiera, concretamente testimoniato  dall’aumento dei punti di vendita disponibili e dalle  quantità di alimenti recuperati”.

Quanto sopra, per tentare di indurre gli operatori interessati ed i tanti  lettori del  nostro Sito:

- riflettere sulla potenziale possibilità, anche  individuale, di poter contribuire a  limitare al massimo gli sprechi ed a  far sì che l’eccedenza di  cibo non venga trattata come rifiuto,  bensì come  prodotto utilizzabile e destinabile al soddisfacimento alimentare delle  molte persone che versano in estrema condizione di indigenza;

- e a considerare, che un cibo sprecato non solo diventa inutile e dannoso per l’ambiente,ma oltre modo dispendioso per i connessi ulteriori  sprechi di: superfici di terreno coltivabile, acqua, fertilizzanti, energia e costi del lavoro,utilizzati e spesi per la sua produzione.

 

Articolo redatto dal Prof. Domenico Brancato

Ordinanza sulla mancata manutenzione delle aree verdi private

Nazionali    (commenti:2) (1.424)
Domenico Brancato

Ogni anno, in questo periodo le superfici di  molti giardini, da verdi prati primaverili  si trasformano in un ammasso di erbacce appassite e sterpi e la vegetazione delle  siepi, che recingono molte abitazioni del nostro territorio, deborda ampiamente dalle aree di competenza,  protendendosi ed invadendo i contigui marciapiedi.

 Ciò costituisce un  pericolo derivante:

  • dalla condizione favorevole allo sviluppo d’incendi;
  • dalla formazione di un habitat per la proliferazione e la  diffusione nell’ambiente circostante di topi, ratti, bisce, zecche ed insetti nocivi di vario genere;
  • dall’impossibilità di consentire ai pedoni di fruire dei marciapiedi, esponendoli alle insidie del traffico veicolare lungo le carreggiate;
  • dalla conseguente mancata evidenza  di alcuni  segnali stradali e dalle condizioni di  precaria visibilità, specie in prossimità di incroci.

Incuria che quindi, non solo evidenzia la trascuratezza di chi non provvede ad eseguire i prescritti interventimanutentivi,  ma si ripercuote inevitabilmente e negativamente sulle generali condizioni  di sicurezza, igienico-sanitari e paesaggistici del territorio.

Pertanto, onde evitare che le descritte condizioni persistano, dal Comune di Marino, in data 4 giugno 2018, è stata emanata l’allegata Ordinanza, contenente dettagliate indicazioni sulle norme da rispettare per non incorrere nelle inevitabili sanzioni amministrative e del Codice della Strada ma, soprattutto, per sollecitare tutti i Cittadini interessati ad adoperarsi, diligentemente,  per il conseguimento, si spera, dell’inconfutabile comune obiettivo di rendere quanto più possibile efficiente, confortevole ed accogliente il nostro ambiente di vita.

 

Articolo redatto dal Professor Domenico Brancato

Patente Auto: Punti ed Infrazioni che decurtano il punteggio e come verificare quanti ne abbiamo

Patente Auto: Punti ed Infrazioni che decurtano il punteggio e come verificare quanti ne abbiamo Copertina Nazionali    (allegati) (1.413)
Domenico Brancato

La patente  a punti è stata introdotta con Dlgs n° 9/2002 ed è disciplinata dall’art. 126 bis del Codice della Strada, con la finalità  di garantire una maggiore sicurezza della circolazione stradale.
 
Al momento del rilascio vengono assegnati 20 punti che, dopo  ogni biennio,  se il titolare non commette infrazioni, si incrementano di 2 punti, fino al raggiungimento del tetto massimo di   di 30.  Per contro, se si incorre in infrazioni, il punteggio viene decurtato nella misura prevista dalle norme del Codice della Strada che, nel caso in cui in un’unica condotta si commettano  più violazioni, stabilisce  il limite di 15 punti,  sempre che, tali violazioni,  non comportino la sospensione immediata o la revoca della patente e la sottrazione di tutti i punti.
 
Per i neo-patentati, però, in caso di violazioni, nei primi tre anni dal rilascio della patente, è prevista una decurtazione doppia dei punti indicati nella tabella allegata, anche se resta fermo il limite massimo di 15 punti di decurtazione.
 
Nel caso di perdita di tutti i punti, è obbligatorio procedere alla ripetizione dell’esame pratico e teorico, per verificare se il conducente risulta  ancora abile alla guida. In tal caso , il titolare della patente viene invitato dal Ministero a rifare l’esame entro 30 giorni, durante i quali può ancora circolare. Se però in tale lasso di tempo il patentato non sostiene gli esami o non li supera, la patente viene sospesa a tempo indeterminato e materialmente ritirata e conservata (Art. 12 del Codice della Strada). Per poi   restituirla, con la riassegnazione dei 20 punti, in seguito al  superamento dell’esame e  all’accertamento dell’idoneità alla guida da parte  del Dipartimento dei Trasporti Terrestri  e per i Sistemi Informativi e Statistici del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
 
Chi commette violazioni al Codice della Strada che comportino sottrazione di punti dalla patente viene informato dall’Anagrafe nazionale degli abilitati alla guida (Comma 3 dell’Art. 126 bis del C. d. S.), anche se ogni titolare di patente ha la possibilità di verificare in totale autonomia il  “saldo punti“ seguendo il seguente percorso informatico:
  • Registrandosi sul sito ufficiale dell’Anagrafe nazionale degli abilitati alla guida: “Il portale dell’automobilista“, compilando la scheda con i propri dati  (nome, cognome, codice fiscale, indirizzo e numero di patente) e accedendo al servizio dedicato al controllo dei punti;
  • Scaricando la app  iPatente del Dipartimento dei Trasporti e controllando immediatamente i dati relativi alla propria patente, ivi compreso il punteggio aggiornato;
  • Chiamando da telefono fisso il numero  848 782 782 attivo H 24, al costo di una telefonata urbana.
 
La presente nota vuole essere un contributo per cercare di evitare  che l’atmosfera distensiva  delle imminenti ferie estive dei molti conducenti di veicoli  venga turbata dalle conseguenze di una possibile leggerezza di attenzione nella guida, dovuta anche alla non sempre agevole  conoscenza della vastità e complessità dei limiti imposti, al riguardo,  dalle norme del Codice della Strada e all’altrettanto, in genere, carente consapevolezza delle  penalità che  la loro trasgressione comporta.
 
A tal fine, per agevolarne il riscontro, si propone un prospetto riepilogativo di dette norme, in ordine decrescente delle penalità previste in caso di trasgressione. Onde evitare di incorrere, almeno,  nelle più ricorrenti  gravi  violazioni  e nelle conseguenti spesso devastanti  ripercussioni.
Le cui raccapriccianti descrizioni, purtroppo,  trovano sistematicamente, specie nei fine settimana, ampio spazio fra i contenuti delle  cronache dei quotidiani e nei palinsesti  dei mezzi  d’informazione.
 
Articolo redatto dal Prof. Domenico Brancato
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