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Dal 2023 Maestro di ginnastica alle elementari

Dal 2023 Maestro di ginnastica alle elementari Copertina Nazionali    (commenti:1) (603)
Domenico Brancato

La legge n. 234/2021 ha previsto l’introduzione dell’insegnamento dell’Educazione fisica nelle classi quarte e quinte a decorrere, rispettivamente, dagli anni scolastici 2022 - 2023 e 2024 - 2025 
 
Pertanto, è in fase di allestimento, da parte del Ministero della Pubblica Istruzione, il Decreto sugli organici del personale e la predisposizione del concorso per l’assunzione di 2247 docenti.
 
In quanto, pur essendo l’Educazione fisica nella scuola primaria, una materia prevista dall’ordinamento, finora il suo insegnamento è stato delegato ai tudor: figure fuori dell’organico, nominate dai Dirigenti scolastici in via discrezionale, con il compito di:
  • Promuovere la partecipazione delle classi al percorso valoriale, per stimolare la riflessione dei ragazzi verso i valori educativi dello sport (Il tema scelto per l’anno 2019 - 2020 è stato: Campioni di FAIR PLAY, cioè “Gioco corretto”, finalizzato ad inculcare un comportamento rispettoso delle regole, per garantire le stesse opportunità ai diversi contendenti, nello sport e nei rapporti umani e sociali);
  • Supportare gli insegnanti per favorire la partecipazione alle attività motoria e l’inclusione degli alunni con disabilità;
  • Organizzare i giochi di fine anno scolastico;
  • Svolgere la funzione di raccordo tra la scuola e il sistema sportivo del territorio.
 
Quindi, disco verde per l’integrazione nella scuola primaria dell’Educazione motoria nelle attività didattiche, della quale, dal prossimo anno scolastico, beneficeranno 24.693 quinte classe, di cui oltre 15 mila a tempo normale e le rimanenti a tempo pieno.
 
Integrazione che, secondo il parere del Ministro dell’Istruzione, rappresenta “Un’importante novità, attesa nel mondo della scuola, che riguarda il benessere psicofisico e lo sviluppo dei nostri bambini e bambine”. Novità che rientra nel percorso di costruzione di una nuova scuola, la cui realizzazione si avvale delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza -PNRR.
 
 
Per la partecipazione al concorso per insegnanti di Educazione Fisica alle elementari sono richiesti i seguenti requisiti:
  • Essere in possesso di 24 Crediti formativi universitari o Crediti formativi accademici – CFU/CFA – nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche , più una delle lauree:
  • Magistrale Classe LM-68 “Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattate”;
  • Magistrale Classe-47 “Organizzazione e gestione dei servizi per lo sportr e le attività motorie”;
  • Titoli di studio equiparati alle predette lauree magistrali, ai sensi del DM 9 Luglio 2009;
  • Analogo titolo di studio conseguito all’estero e riconosciuto in Italia, ai sensi delle normativa vigente.
 
Complessità di requisiti certamente rispondenti ad assicurare un livello di insegnamento in grado di consentire ai ragazzi di fruire degli unici benefici educativo-formativi, derivanti dalle specifiche prerogative connesse ad un buon esercizio dell’attività sportiva.

In arrivo 2 milioni di multe per i non vaccinati over 50

In arrivo 2 milioni di multe per i non vaccinati over 50 Copertina Nazionali (584)
Domenico Brancato

Il Decreto 1/2022 ha introdotto l’obbligo vaccinale per chi ha compiuto 50 anni o li compirà entro il 15 giugno, data in cui le disposizioni cesseranno di essere in vigore.
 
Entro quella data, nei confronti di chi non risulterà vaccinato, oppure avrà eseguito soltanto la prima o la seconda dose, senza il richiamo nei termini previsti, scatterà la sanzione di euro 100,00.
 
A notificare la sanzione provvederà l’Agenzia delle Entrate, tramite Poste, mentre ad infliggerla sarà il Ministero della Salute.
 
Comunque, prima dell’avviso di addebito, il no vax (colui che non si è vaccinato contravvenendo all’obbligo di legge) riceverà nei prossimi giorni, dopo la verifica degli elenchi predisposti del Ministero della Salute, una comunicazione di avvio del procedimento (facente parte delle 600 mila lettere in partenza a breve). Il destinatario, appena ricevuta la comunicazione, potrà decidere di pagare, oppure avrà 10 giorni di tempo, pena la decadenza, per inviare all’ASL locale di competenza del territorio eventuali certificazioni di esenzioni, o altre motivazioni che avranno ostacolato la vaccinazione (ad esempio contrazione del Covid).
 
Ai non vaccinati contagiati e guariti dal Covid (circa 800 mila), per evitare di corrispondere la multa, toccherà avviare la procedura di “ricorso” entro 10 giorni dalla ricezione dell’avviso, per segnalare all’ASL di non essere più sottoposti all’obbligo vaccinale.
 
Entro gli stessi 10 giorni, il destinatario della possibile multa, dovrà far pervenire, anche all’Agenzia delle Entrate, la comunicazione di aver inviato all’ASL le proprie giustificazioni per non essersi vaccinato.
 
Entro altri 10 giorni, poi, sarà sempre l’ASL a dover informare l’Agenzia delle Entrate se la sanzione andrà applicata oppure no, e nel caso in cui le motivazioni arrecate dal richiedente dovessero essere giudicate adeguate, il procedimento verrà chiuso immediatamente.
 
Al contrario, se l’ASL dovesse respingere le giustificazioni presentate, l’iter sanzionatorio proseguirà.
 
E nei sei mesi successivi (180 giorni), l’Agenzia delle Entrate notificherà all’interessato, via pec (Posta elettronica certificata) o raccomandata con ricevuta di ritorno (a/r), un avviso di addebito che avrà valore di Titolo Esecutivo (documento che consente di esercitare l’azione esecutiva, della quale rappresenta condizione necessaria e sufficiente).
 
Chi provvederà a saldare la multa, dopo questa seconda notifica, e non già dopo la prima, sarà tenuto a corrispondere anche le spese per quest’ultima.
 
Fermi restando il periodo utile di 60 giorni per il pagamento, oppure di 30 giorni per presentare ricorso davanti al Giudice di Pace.

Gli insetti arriveranno, a breve, sulle nostre tavole?

Gli insetti arriveranno, a breve, sulle nostre tavole? Copertina Nazionali (682)
Domenico Brancato

A gennaio 2018 è entrato in vigore il regolamento UE sui “Nuovi Alimenti” (Novel Food) che porterà gli insetti sulle tavole degli Italiani.
 
In occasione del 19° Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, tenutosi a Roma il 18 e 19 Novembre 2021, la Coldiretti (Maggiore Associazione di rappresentanza e assistenza dell’Agricoltura italiana) ha offerto, una degustazione dei numerosi insetti (o entomi) e delle preparazioni che li comprendono, per permettere di riconoscere sia i vari esemplari interi, che nuovi alimenti e prodotti tradizionali da paesi terzi. Ciò, al fine di avviare, di fatto, la produzione e vendita, anche in Italia, di alcune delle 2000 specie che, secondo la Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura), sono considerati commestibili e consumati da almeno 2 miliardi di persone nel mondo.
 
Anche se, secondo il rapporto Coldiretti/Ixe’ (Istituto di ricerca), attualmente, il 54% degli italiani, contrariamente a ciò che è in uso in altre parti del mondo, considerano gli insetti estranei alla cultura alimentare nazionale, e il 24, il 16 e il 6% si dichiarano rispettivamente: indifferenti, favorevoli e non interessati. Secondo poi una ricerca condotta da Luisa Torri, docente di Scienze sensoriali presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo -Cuneo-, pochissimi sono favorevoli alla possibilità di consumare insetti interi, mentre maggiore disponibilità si è riscontrata come ingredienti di piatti elaborati. Da cui, la deduzione che il gradimento di prodotti a base di insetti sia estremamente influenzato dal livello di riconoscimento dell’insetto.
 
Secondo previsioni degli esperti del settore poi, i prodotti che con più probabilità potrebbero giungere sulle tavole degli italiani risultano essere: il grillo domestico, le tarme della farina essiccate e la locusta migratoria (Cavalletta). Quest’ultimo in modalità: intero congelato o essiccato e intero congelato, in polvere, come snack o ingrediente. Poiché la Commissione europea ne ha autorizzato la commercializzazione come nuovo alimento nell’UE, a seguito della valutazione dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare di Parma (Efsa), che ha affermato che il consumo di questo insetto è sicuro per i descritti usi previsti dai richiedenti.
 
Autorizzazione che rientra nella strategia “Fattoria da Forchetta” (Farm to Fork), cioè dal produttore al consumatore, per rendere il sistema alimentare europeo più sostenibile, garantire una filiera alimentare sostenibile in tutte le sue fasi, incrementare il consumo di cibi che promuovono la transizione verso abitudini alimentari sane e ridurre gli sprechi. Sprechi che nelle case degli italiani ammontano mediamente a 36,5 Kg all’anno pari a (g 36.500 : gg 365) g 100/giorno pro capite, corrispondenti ad un valore, per famiglia, di circa 5,00 euro la settimana e a 6,7 miliardi (famiglie italiane n. 25.700.000 x n. settimane/anno 52 x euro/settimana 5,00 = 6.682.000.000 di euro) euro/anno, che vanno a finire nella spazzatura.
Gli insetti per la Commissione costituiscono perciò, una ricchezza nutrizionale, che, se sfruttata in maniera appropriata, potrebbe produrre un notevolmente favorevole impatto sulla nostra alimentazione. Come le considerazioni e i dati relativi alla valutazione delle fasi del ciclo di vita (LCA) di un prodotto alimentare, l’impronta ambientale dello stesso (PEF) e la sostenibilità degli alimenti che contengono insetti edibili, di seguito specificati, evidenziano.
Gli insetti edibili, infatti:
  • sono animali a sangue freddo o pecilotermi (cioè, che non attuando la regolazione della temperatura corporea, come gli omeotermi, sono soggetti a variazioni di quest’ultima, in relazione alle variazioni ambientali) e, come tali, sono capaci di convertire più efficientemente il mangime in massa corporea. Dato che necessitando di poca energia per riscaldarsi e per mantenere in equilibrio il loro metabolismo (insieme di tutte le reazioni chimiche che sostengono la vita di un organismo), per cui sono in grado di trasformare quasi la totalità del cibo in biomassa. Il che, in termini pratici, significa che da 10 Kg di mangime, si possono ottenere 8-9 Kg di carne da insetto. Mentre, con la stessa quantità di mangime si ottiene una crescita media di peso di Kg 1, 2-3 e 4-5, rispettivamente in: un bovino, suino e pollo;
  • si prestano a modelli di economia circolare, consentendo di utilizzare per l’alimentazione anche l’invenduto dell’ortofrutta dei mercati rionali e dei supermercati;
  • per ogni Kg di peso richiedono 800 l di acqua, contro gli oltre 5000 l dei suini e i 15000 dei bovini;
  • per l’allevamento, a parità di chilogrammi prodotti, serve uno spazio inferiore di 10, 3 e 2 volte, nei confronti dei bovini, dei suini e dei polli;
  • sono edibili per oltre l’80%, a differenza della trasformazione in carne del 40% di un bovino e del 60% di un pollo e di un suino. Poiché, ad esclusione delle ali e di alcuni esoscheletri (apparati che svolgono, al tempo stesso, la funzione di protezione degli organi interni e di separazione e di collegamento con l’ambiente esterno), dell’insetto si mangia tutto;
  • hanno, in genere, un eccellente valore nutrizionale che trova riscontro in: molte proteine di qualità simili a quelle della carne del pesce, lipidi, carboidrati, vitamine idro e liposolubili, fibre, sali minerali (fosforo, potassio, calcio, ferro, rame, selenio manganese, zinco, magnesio e sodio), grassi insaturi (meno nocivi par la salute); oltre ad un alto valore energetico, pari solo a quello della carne di maiale. Mentre l’esoscheletro in chitina (polisaccaride), che non viene digerito dagli occidentali, sembra favorisca il transito intestinale;
  • producono fino al 90% in meno di gas serra, rispetto ad un allevamento intensivo di bovini;
  • sono meno rischiosi di altri animali, ai fini della trasmissione di pericolose malattie da virus, come quella della mucca pazza e l’influenza aviaria. In quanto essendo geneticamente più distante dall’uomo, rispetto ai mammiferi, la probabilità che i virus compiano il “salto di specie” è molto bassa;
  • sono, sia per la loro struttura fisica che comportamentale, distanti da noi e quindi la loro soppressione, per molti, potrebbe porre meno problemi etici rispetto a quella dei mammiferi;
  • e possono rappresentare una differenziazione nelle attività dell’agricoltore che, in spazi contenuti, può integrarle, investendo per un loro allevamento.
 
Cioè, trattasi di aspetti di sostenibilità, per i quali l’ inserimento degli insetti nella dieta potrebbe veramente rappresentare un valido contributo per la soluzione di alcuni preoccupanti incombenti problemi di natura ambientale, alimentare ed economica.
Tutti problemi che trovano rispondenza nella decisione della Commissione Europea, basate sulla considerazione che il 37% delle emissioni di gas ad effetto serra, responsabili dell’incremento del riscaldamento climatico e delle disastrose conseguenze, è legato al settore alimentare. Quando, per ottenere una dieta sostenibile, basterebbe variare soltanto gli ingredienti e la loro abituale quantità, per ridurre la produzione di 2 Kg di CO2 equivalente per ogni singolo pasto. Variazione che troverebbe una soluzione ottimale nell’ipotetico consumo degli insetti.
Senonché, mentre in alcuni Paesi gli insetti rappresentano un’autentica prelibatezza, in Italia, secondo il citato esito di indagini statistiche, soltanto il 16%, attualmente, sarebbero disposti ad accettare il loro consumo. Il che, però, non è un valore trascurabile, se si pensa che l’attuale diffusa avversione è conseguenza di una ereditata atavica locale educazione. Come, si può dedurre dal fatto che nell’ambito di uno stessa Comunità o Regione, alcune specialità (le lumache ne sono un chiaro esempio) possono risultare una squisitezza per molti e produrre un senso di ripugnanza e disgusto per altri.
Pertanto, prospettare l’estensione del consumo degli insetti, oltre a destare curiosità, si prefigge di stimolare riflessioni ed approfondimenti sull’argomento che, specie fra le nuove generazioni, potrebbero influire a rimuovere l’attuale ritrosia verso la proposta dell’innovazione in esame. Anche perché, come per tutte le innovazioni, per la loro affermazione occorre, a seconda della tipologia di retaggio culturale, il tempo necessario per subentrare alle consolidate abitudini e, nel caso specifico, per superare la profonda avversione di natura psicologica, dovuta alla sensazione di disgusto.
Sensazione che, secondo numerosi esperti, potrebbe essere più agevolmente allontanata attraverso l’escamotage della commercializzazione degli insetti sotto forma di farina, da aggiungere ad altri semilavorati di provenienza vegetale, da impiegare per la produzione di vari alimenti.
A tal proposito la FAO, già nel 2003, in previsione della crescita della popolazione mondiale e della, già in atto, progressiva diminuzione della risorse per sfamarla, nel suo programma “Edible Insect” , prendeva in considerazione tutte le potenzialità di una dieta integrata con insetti.
Previsione che oggi acquista maggior senso, considerato che la carenza di risorse alimentari ed energetiche, a causa di una coincidenza, senza precedenti, di manifestazioni di eventi catastrofici, è divenuta un’attuale realtà dagli imprevedibili sviluppi temporali.
 
Trattasi quindi di un più che opportuno tentativo di avvio di transizione, coerente con l’imminente difficoltà a mantenere l’attuale regime alimentare.
Coerenza che trova riscontro, in particolare:
  • nell’influenza pesantemente negativa del cambiamento dei fattori climatici sulle produzioni agricole, che costituiscono gli ingredienti essenziali, oltre che per l’alimentazione delle persone, per tutte le tipologie di allevamenti di bestiame che, oggi, forniscono un sostanziale apporto all’alimentazione quotidiana della stragrande maggioranza degli italiani. Apporto che, secondo un approfondito studio condotto da un’equipe universitaria coordinata da Vincenzo Russo, Professore emerito di Zootecnia all’Università di Bologna, corrisponde ad un consumo reale edibile di 104 g (ivi comprese tutte le tipologie di carne ed i contenuti presenti nelle preparazioni e confezioni varie), contro i 237 g , in media, di consumo giornaliero apparente (comprendenti le parti non edibili) stimati dalla FAO o ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare);
  • nella riduzione, negli ultimi 10 anni, di molte essenziali materie prime e, in particolare, di quasi 1/3 della produzione nazionale di mais (principale componente del mangime per animali), a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori dalle industrie che hanno preferito continuare ad acquistare, per anni, in modo speculativo, sul mercato mondiale;
  • nella limitatezza della superficie agricola utilizzabile, a livello nazionale (12,5 milioni di ettari), in costante calo per diverse cause (cementificazione, abbandono dei terreni coltivabili, superfici destinati ad impianti fotovoltaici ed eolici, ecc.), che determina la diminuzione dell’estensione delle coltivazioni. Tanto da non essere più ampiamente in grado di far fronte alla domanda interna proveniente sia dal settore alimentare che mangimistico, ed essere, conseguentemente, costretti a ricorrere ad una sempre maggiore quota d’importazione, che ormai supera abbondantemente la soglia del 50%;
  • nei pericoli imputabili alla mancanza di garanzia della continuità delle importazioni indispensabili per compensare le citate carenze e consentire il mantenimento della mole degli attuali allevamenti. Timori che, a causa della guerra in atto, sono divenuti un’immediata realtà, per il blocco delle esportazione da parte dei Paesi coinvolti così da porre già, secondo la Coldiretti, in serio rischio la sopravvivenza di un allevamento su quattro.
 
Tutto ciò non può non influire a dover optare a prendere in esame l’introduzione degli insetti nell’alimentazione in termini meno ipotetici e più probabilistici. Naturalmente, attraverso l’ausilio di convincenti metodi di comunicazione e informazione, finalizzati a rimuovere l’avversa condizione di “neofobia alimentare” (esitazione a provare e sperimentare nuovi cibi) e creare i presupposti per non disdegnare l’entomofagia (consumo di insetti da parte dell’uomo).
Metodologia, la cui efficacia trova rispondenza nell’esito di un’intervista a 165 persone, sia prima che dopo un seminario informativo sugli insetti edibili, condotta dai ricercatori delle Università di Pisa e Parma. I quali, dal confronto delle due serie di risposte, hanno rilevato come le informazioni ricevute abbiano influenzato positivamente tutte le opinioni sugli insetti come alimenti e ridotto sensibilmente la percezione di disgusto sensoriale. Oltre che nell’affermazione del professor di ecologia e biologia presso l’Università di Padova Maurizio Paoletti: “gli insetti sono sempre stati presenti nelle diete tradizionali italiane”, come dimostrano i diffusi consumi descritti nei seguenti esempi, riguardanti:
  • la cucina del Friuli accompagnava alle piante selvatiche i bombi (genere di insetti della famiglia Apidae che, allo stesso modo delle api, raccolgono il nettare ed il polline per nutrirsi) e le cavallette;
  • gli apprezzati formaggi con i vermi (larve della mosca Piophila casei), tipici delle varie regioni d’Italia: - Casu Marzu sardo; - il pecorino Marcetto o Cace Fraceche abruzzese; - il Casu du Quagghiu calabrese, che in Puglia e Molise è chiamato Casu Punt o Puntu (cioè punto dalla mosca); - il “Formaggio che cammina” o Bross Ch’a Marcia piemontese; - il Gorgonzola coi grilli (dove per grilli si intendono i vermi che saltano) dell’entroterra ligure; - il Robiola Nissa o Formaggio nisso (che salta o che brucia per il sapore piccante dovuto alla presenza di larve della mosca casearia) ed il Saltarello di Udine;
  • la Cocciniglia , ampiamente usata come colorante alimentare di colore rosso (Additivo denominato E120) per succhi, yogurt, caramelle, dolci e liquori;
  • e il Miele, in particolare, che altro non è che una sostanza secreta dalle api.
 
Esempi che dimostrano come, già oggi, alcuni insetti facciano parte delle nostre quotidiane abitudini alimentari. Tanto che, secondo uno studio statistico, pare che ogni anno, più o meno inconsapevolmente, se ne mangi circa mezzo chilo. Quantità che, in passato, quando l’uso dei pesticidi in agricoltura era molto contenuto, certamente sarà stata maggiore, per effetto del consumo di frutta e verdura più accessibili agli entomi.
Ad avallare la fondatezza di tali riferimenti lo dimostra la possibilità che su Internet è possibile trovare ricette a base di farina di grilli, locuste o tarme, per preparare biscotti, polpette, pizza, pasta e dolci.
E quindi, considerato che in passato abbiamo mangiato insetti, che continuiamo gradevolmente a mangiarli, sotto varie forme, in alcune tipologie di alimenti, perché non provare ad estendere il consumo ad un maggior numero di specie; magari sotto la forma più rispondente a superare il pregiudizio culturale ed eludere il comprensibile sgradito impatto sensoriale della loro morfologia originale?
Si tratterebbe, tutto sommato, di seguire ciò che avviene in Paesi a noi vicini, come la Francia e il Belgio, che commercializzano pasta fresca, paté e snack, a base di insetti. E degli Stati Uniti, dove il consumo di insetti sembra sia diventato abituale, e dove diverse startup (aziende di piccole dimensioni che si lanciano sul mercato, supportate da idee innovative), hanno investito in questo settore, utilizzando gli insetti per la produzione di cioccolata e farine.
 
Cosa ne pensa il lettore?

Silvio Ferrante: il barbiere di Papa Wojtyla si racconta

Silvio Ferrante: il barbiere di Papa Wojtyla si racconta Copertina S. Maria delle Mole (890)
Eleonora Persichetti

Ieri, martedì 12 aprile 2022, il Messaggero di Roma dedica un articolo a Silvio Ferrante, il barbiere di fiducia di Giovanni Paolo II, ad Albano. Silvio ha 75 anni, è di S. Maria delle Mole ed è un membro del Comitato di Quartiere. Racconta come ha conosciuto il Papa: lo ha incontrato per la prima volta nel Palazzo Pontificio, a Castel Gandolfo, nel settembre del 1998. “Un incontro che gli ha segnato la vita”, leggiamo nell’articolo. E fino all’ultimo, nel 2005, è sempre tornato da lui a tagliarsi i capelli, ogni estate. Nella lunga intervista rilasciata al Messaggero, descrive con novizia di dettagli i momenti trascorsi con Karol Wojtyła, la sua capigliatura, molto soffice. Tra i due nacque una bella amicizia.
 
Silvio Ferrante ha frequentato la scuola per parrucchieri a San Lorenzo a Roma e poi ha aperto un negozio a Villa Ferrajoli, ad Albano. Oggi tutti gli strumenti del mestiere sono esposti e conservati nel Museo dell’Acconciatura a Lanuvio. Tra l’altro, il Museo è stato inaugurato domenica scorsa, all’interno del Cantinone Medievale in piazza Santa Maria Maggiore nel Borgo Antico di Lanuvio. Sono molti i reperti storici reperiti dall’Associazione Il Collegio dei Parrucchieri di Roma e provincia, in collaborazione con il direttore del Museo Civico Luca Attenni e il suo stretto collaboratore Giulio Bagni, ex presidente dell’Università Appia: si tratta di forbici, rasoi, phon, caschi, parrucche, pettini, arriccia capelli, sedie, attrezzi elettrici vari, bottiglie di profumi e lacche, lamette, scrivanie di Papi e personaggi famosi, e molto altro. Il Museo è visitabile tutti i giorni su prenotazione.

Incontro pubblico sulle truffe ai danni di anziani e non

Incontro pubblico sulle truffe ai danni di anziani e non Copertina S. Maria delle Mole (810)
Antonio Calcagni

In questo periodo, molte sono le segnalazioni di truffe perpetrate ai danni di nostri Concittadini, che la locale stazione dei Carabinieri raccoglie giornalmente.
 
Un fenomeno che non accenna a diminuire anzi, e che diventa ancor più insopportabile quando viene perpetrato ai danni di persone anziane.
 
Al fine di saper riconoscere le tecniche di approccio di questi malviventi, così da porre in essere le dovute contromisure, il Maresciallo L.T. Marcello Michienzi, comandante della caserma dei Carabinieri di Santa Maria delle Mole, ha organizzato un incontro aperto a tutti i Cittadini.
 
L’incontro, dal titolo Gestione delle truffe, si terrà, giovedì 7 Aprile alle ore 17:00 nel salone Don Benedetto della nostra Parrocchia della Natività della Beata Maria Vergine.

Cancello Pedonale per le scuole Verdi e Ciari

Cancello Pedonale  per le scuole Verdi e Ciari Copertina S. Maria delle Mole    (commenti:4) (1.585)
Antonio Calcagni

A quando l'apertura del cancello pedonale tra le scuole Verdi e Ciari, e l’area residenziale denominata "La Casa nel Parco" di Mugilla?
 
Attualmente, gli accompagnatori dei piccoli alunni dei plessi scolatici Verdi e Ciari, che è bene ricordare, ospitano complessivamente circa 360 allievi, percorrono via Maroncelli  ed una volta arrivati nella piccola piazzetta, adiacente alle scuole, si trovano davanti un parcheggio per 18 posti auto, già saturo e che quindi non solo non permette il parcheggio, ma ostacola anche il transito dei pedoni.
 
Pertanto, spesso e volentieri, sono costretti a parcheggiare su via Maroncelli, una strada già sufficientemente congestionata, con la conseguenza che, nell’ora di apertura e chiusura delle scuole, la suddetta strada, risulta praticamente bloccata, mentre l’attraversamento pedonale, espone i piccoli alunni ad un, sia pur minimo rischio.
 
Argomento quello della sicurezza dei pedoni su cui quest’amministrazione si dice particolarmente interessata.
 
Al fine di superare tale problematica, richiediamo all’Amministrazione comunale di adoperarsi per consentire al più presto l’apertura di un cancello pedonale tra i suddetti plessi e l’area ricadente nella zona residenziale denominata ”La Casa nel Parco” (di Mugilla).
 
Un’area che dispone di un parcheggio pubblico, che supera i 50 posti auto, dove i piccoli studenti, dopo essere scesi dall’auto, in piena sicurezza, possono raggiungere le rispettive scuole.
 
La suddetta richiesta, da sempre sollecitata da genitori e corpo insegnante, sarà supportata da una serie di firme, che questo Comitato si impegna a raccogliere, attraverso l’avvio di una specifica raccolta.

"L’Ora Maria Dolente" in scena a Marino

"L’Ora Maria Dolente" in scena a Marino Copertina Marino (734)
Eleonora Persichetti

Sala Teatro Vittoria Parco Villa Desideri – Marino
Domenica 10 Aprile ore 18:00
Sinossi e Interpreti “L’Ora Maria Dolente”
 
 
«In quasi tutti i paesi meridionali, – scrive Lombardi Satriani in “Il silenzio, la memoria e lo sguardo” la visita al “Sepolcro”, la veglia in Chiesa, la processione con la croce al Calvario, quella con il Cristo deposto dalla Croce, raffigurato con le piaghe sanguinanti, si svolgono contrassegnate da antichi canti popolari o chiesastici popolareggianti, nei quali si afferma la pro- pria colpa, la propria condizione di peccatori e, quindi la propria corresponsabilità nei patimenti e nella morte del Cristo; e in Lui si piange la morte, quale ognuno ha sperimentato nel dolore per la perdita delle persone care. Nel quadro di questa religione popolare, solcata decisamente dall’ideologia della colpa, della penitenza, della necessità della sofferenza e del sacrificio per il supera- mento del male e della propria condizione di peccatori e, quindi, di portatori puntuali del male, ogni anno la cultura folklorica presentifica un modello di Dolore e Riscatto». Uscire in strada a cantare la penitenziale è un’emozione che non si può dire, «un modo unico per stare con Cristo sofferente e raccogliersi in preghiera».
 
C’è un rapporto fortissimo, come una perdizione che viene dall’anima, che lega da sempre gli uomini e le donne a questo rituale. è qualcosa che ha a che fare certo con la tradizione, ma non solo. C’entra anche un senso vero di appartenenza alle proprie radici, alla propria terra, per cui sono in tanti per esempio quelli che pur vivendo lontano non possono fare a meno di tornare nel periodo della settimana santa, e uscire a cantare nei giorni e le notti del giovedì e del venerdì santo. E una volta tornati basta un niente per riconoscersi dentro l’atmosfera densa dei riti e delle mille cose da fare. Per ritrovarsi in pieno dentro la tradizione, ai giorni della Pasqua e dei battenti. Basta, per esempio, sentire il suono micidiale “della trocola” o della tofa o ancora del tamburo muto che sostituiscono le campane a lutto, e in un attimo tutto sem- bra ricominciare. I rituali della Settimana Santa sono in ultima sintesi una rappresentazione della passione e morte di Cristo.
Una rappresentazione pubblica, teatralizzata e musicata. Con questo nostro appuntamento in un luogo qual’è la Sala teatro Vittoria a Marino vogliamo portare e raccontare con Gesto-Parola-Canto e Musica le ultime ore del Cristo nelle Laudi come nello Stabat (colto e popolare), per così fondere le tradizioni al suono di fiati, voci e tamburi che scandiscono l’orologio della Passione accompagnandoci a passo lento nel Mistero del Venerdì Santo.
 
G.D. Curi - N. Citarella
 
 
Interpreti
VOCI
Gabriella Aiello & Ensemble Cori a Cori - Nando Citarella & Ensemble Equivox
MUSICI
Violino Claudia Pédico-Chitarra Salvatore Rotunno- Ghironda Stefano Pogelli
Ensemble Cymbalus Lab.Voci e Tamburi
Voce Recitante: Sabina Barzilai
 
Costumi a cura di Nathalie Leclerc Messa in scena di Nando Citarella
Una produzione Compagnia “La Paranza” Associazione Culturale A.P.S.

Settimana dell'Unicità

Settimana dell'Unicità Copertina S. Maria delle Mole (434)
la Redazione

Settimana dell’Unicità - I.C. Santa Maria delle Mole
 
Il 2 aprile si celebra la Giornata di consapevolezza sull’Autismo, per sensibilizzare alla conoscenza di questo disturbo, contrastare la discriminazione e l’isolamento di cui ancora, purtroppo, sono vittime le persone autistiche e i loro familiari.
Le insegnanti referenti del team Inclusione dell’I.C. Santa Maria delle Mole, Emanuela Casini e Silvia Mencarelli, dichiarano che “la scuola è il luogo educativo e formativo nel quale si pongono le basi per lo sviluppo della crescita personale e civica dei futuri cittadini e delle future cittadine, nella consapevolezza dell’unicità di ognuno, e dell’importanza dell’inclusione di tutti.
Per questo nei prossimi giorni i docenti svolgeranno con gli alunni delle attività specifiche, come ad esempio visione di film, ascolto di canzoni, letture e analisi di libri, laboratori artistici e sulla consapevolezza del proprio corpo, giochi di squadra e attività di gruppo, per far comprendere che ogni essere umano è unico e speciale per come è, ed ha la possibilità di realizzarsi appieno, superando i propri limiti.
Durante la settimana gli alunni avranno inoltre la possibilità di incontrare atleti paralimpici e ascoltare le loro testimonianze.
In particolare venerdì 1 aprile si organizzeranno nei cortili di ogni plesso dei flash mob, sulle note della canzone di Ron: Joe Temerario.”
Ulteriori iniziative saranno un contest per tutte le classi, che prevede la presentazione di un elaborato per aggiudicarsi la targa di Classe più inclusiva del plesso, e un incontro pomeridiano per le famiglie, dal titolo Oltre ogni limite!
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