Il Bonus Giovani nasce con l’intento di promuovere forme di occupazione giovanile stabile, ed introduce, come spiega la Circolare INPS N. 40/2018, l’esonero, introdotto dalla Legge di Bilancio, dal versamento dei contributi a carico dei datori di lavoro, in relazione alle nuove assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti (che prevede un indennizzo economico certo e crescente con l’anzianità di servizio), effettuate a partire dal 1° Gennaio 2018.
La suddetta disposizione, secondo quanto previsto dall’art. 1 del Decreto Legislativo 4 Marzo 2015, n. 23, trova applicazione per le assunzioni riguardanti i lavoratori che rivestono la qualifica di Operai, Impiegati o Quadri (Lavoratori subordinati che, pur non appartenenti alla categoria dei Dirigenti, svolgono, con carattere continuativo, funzioni importanti ai fini dell’attuazione degli obiettivi dell’Impresa. Per cui, il loro inquadramento è collocato fra quello dei Dirigenti e quello degli Impiegati, anche se ad essi si applica, salvo che il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro – CCNL – non disponga diversamente, la disciplina prevista per questi ultimi).
Dal beneficio di cui sopra restano esclusi i rapporti di Apprendistato ed i Contratti di lavoro domestico, in relazione ai quali la normativa in vigore già prevede l’applicazione di aliquote previdenziali in misura ridotta.
L’esonero spetta a condizione che l’assunzione, con contratto di lavoro subordinato, interessi lavoratori che non abbiano compiuto il trentesimo anno di età e non siano stati occupati a tempo indeterminato, con il medesimo o con altro datore di lavoro, nel corso dell’intera vita lavorativa.
Per le sole assunzioni effettuate nel corso dell’anno 2018, la norma stabilisce che il limite di età dei soggetti da assumere con contratto di lavoro subordinato, sia innalzato fino al trentacinquesimo anno di età (da intendersi come 34 anni e 364 giorni), sempre che non siano stati occupati a tempo indeterminato, con il medesimo o con altro datore di lavoro, nel corso dell’intera vita lavorativa.
La misura dell’incentivo, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL, è pari al 50% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, nel limite massimo di 3.000 euro su base annua, da ripartire e applicare su base mensile.
La durata del beneficio è prevista per trentasei mesi, a partire dalla data di assunzione.
L’agevolazione può essere riconosciuta anche per il mantenimento in servizio, dal 1° Gennaio 2018, del lavoratore al termine del periodo di Apprendistato, a condizione che questi non abbia compiuto il trentesimo anno di età. In tal caso, però, il beneficio può essere applicato soltanto per un periodo massimo di dodici mesi, fermo restando l’importo di 3.000 euro/anno.
Inoltre, l’esonero viene elevato al 100% dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, sempre con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL, per trentasei mesi, a partire dalla data di assunzione, e sempre nel limite massimo di 3.000 euro su base annua, da riparametrare ed applicare su base mensile, nei casi in cui le assunzioni a tempo indeterminato riguardino Giovani che nei sei mesi precedenti, abbiano svolto, presso lo stesso datore di lavoro, attività di alternanza Scuola- Lavoro o periodi di Apprendistato per:
La citata Circolare INPS illustra, oltre alle condizioni per il diritto all’esonero contributivo, le istruzioni per l’adeguamento della Denuncia contributiva.
Dell’agevolazione si potrà fruire mediante conguaglio applicato sulle denunce contributive, a partire dal mese di competenza Marzo 2018. Per il recupero dell’esonero relativo a periodi arretrati eventualmente spettanti, fra Gennaio e Febbraio 2018, i datori di lavoro, che abbiano già provveduto alle assunzioni, potranno utilizzare i flussi UNIEMENS (Unico sistema di inoltro delle Denunce mensili relative ai Lavoratori dipendenti) dei mesi di competenza marzo, aprile e maggio 2018.
Articolo redatto dal Prof. Domenico Brancato
Poiché in funzione delle caratteristiche dell’assetto urbanistico del territorio comunale e, in particolare, di parecchie zone delle Frazioni, si suppone che molti concittadini siano interessati all’argomento, si ritiene opportuno estendere l’informazione relativa ai contenuti dell’Ordinanza n° 107 del 22 Marzo c.a. emessa, al riguardo, dal Sindaco della città di Marino, che:
CONSTATATO:
E CONSIDERATO:
ORDINA
ai detentori, a qualsiasi titolo, di immobili e di terreni confinanti con le strade ad uso pubblico di qualsiasi categoria, entro il termine perentorio di 45 giorni ( cioè entro il 5 Maggio p.v.) di effettuare:
e DISPONE
che il Comandante del Corpo di Polizia Locale, vigili sull’osservanza del presente atto con l’ausilio degli Agenti impegnati sul territorio, affinché in caso di riscontato inadempimento, entro il termine indicato, si adoperi, senza ulteriore comunicazione, a far eseguirei necessari lavori omessi dai proprietari o conduttori dei terreni interessati, con successivo loro addebito delle spese sostenute, addizionate dell’applicazione della prevista sanzione di legge ( da 168 a 674 euro ) e di eventuali azioni penali per danni causati a terzi.
Articolo redatto dal Prof Domenico Brancato
La Compagnia Teatrale della Scuola Media “A. Vivaldi” è nuovamente in scena con "RUGANTINO” con la Regia delle professoresse Giuliana Fantacone e Giovanna Ruffini mentre alle coreografie la professoressa Filomena Rivetti.
Se è vero che ogni città ha i suoi simboli "storici", che restano scolpiti in eterno nel cuore e nella mente del suo popolo, RUGANTINO è senz'altro uno di questi simboli ed è divenuto ormai una pietra miliare nella storia del teatro Musicale italiano.
Il fascino dell'opera è rimasto inalterato nel tempo ed è in buona parte dovuto alle celebri canzoni che fanno da struttura portante della commedia: "La Ballata di Rugantino", "Ciumachella de Trastevere", "Roma nun fa la stupida stasera", sono solo i titoli più' conosciuti che saranno cantate dagli alunni della Scuola Media Vivaldi.
Rugantino, Rosetta, Eusebia e Mastro Titta saranno presso l’Auditorium Mons. Grassi Via Garibaldi, 54 a Marino in due emozionanti serate:
Venerdi 20 Aprile ore 19.00 e Sabato 21 Aprile ore 19.00
Eleonora Persichetti
http://www.lavocedeicastelli.com/
Un parere del Consiglio di Stato, dà il via libera all’uso di sacchetti bio frutta e verdura reperiti autonomamente dal consumatore, purché conformi agli standard imposti dalla normativa sui materiali a contatto con gli alimenti.
I quesiti presi in considerazione dal Consiglio di Stato, fra quelli pervenuti al Ministero, si riferiscono alla possibilità, da parte dei consumatori, di utilizzare borse e contenitori di qualsiasi natura in loro possesso.
In quanto,gli shoppers (sacchetti di carta o plastica distribuiti ai clienti di negozi per il trasporto di prodotti acquistati al minuto) biodegradabili e compostabili ultraleggeri che vengono usualmente adoperati negli esercizi commerciali, in quantità non trascurabili (dovendo contenere varie tipologie di frutta e verdura dal peso e prezzi diversi), a seguito della nuova disposizione:dal primo Gennaio 2018, vengono ceduti al prezzo medio di 2 centesimi ( pari ad una spesa, per famiglia,di 15-20 euro l’anno), riscontrabile sullo scontrino o sulla fattura di acquisto, destinati in parte al negozio ed in parte allo Stato.
A differenza dei vecchi sacchetti di plastica che venivano, apparentemente, distribuiti gratuitamente, dato che il loro costo veniva pagato dagli esercenti che, però, lo ricaricavano poi sul prezzo finale dei prodotti.
Il Consiglio, a tal proposito, tiene a precisare che, in riferimento alla normativa nazionale e comunitaria, gli scopi principali dell’imposizione del pagamento dei contenitori “ bio “hanno come obiettivo quello di:
Come dimostrano i calcoli elaborati dall’Agenzia per l’ambiente, secondo i quali, per produrre un Kg dei sacchetti di polietilene ad alta densità occorrono ca. 900 grammi di petrolio, dai quali derivano emissioni climalteranti relativi alla formazione di 2 Kg di CO2 ( Anidride carbonica ) equivalenti. E poiché in Italia, secondo Legambiente, si producono 300.000 tonnellate (pari a 20 miliardi di sacchetti, corrispondenti ad un consumo pro-capite di ca. 250 all’anno ) di shopper provenienti dal petrolio ( a fronte dei 500 – 1000 e 100 miliardi di sacchetti di plastica che vengono consumati annualmente, rispettivamente: nel mondo ed in Europa),si ha un’emissione in atmosfera di ben 200.000 tonnellate di Co2.
Situazione che induceva l’Italia a correre ai ripari, con un Dispositivo della Legge Finanziarie del 2007, che recepiva una Direttiva Comunitaria del Dicembre 1994 ( la 94/62/Ce ), relativa al divieto,a partire dal primo Gennaio 2011, della produzione e commercializzazione di shopper non biodegradabili “ a canottiera “ ( cioè con i manici ) destinati all’alimentazione,con la concessione di qualche mese, dalla decorrenza del divieto, a supermercati e negozi per consentire lo smaltimento delle scorte.
Dispositivo che, fra l’altro, prevedeva la sostituzione dei sacchetti di plastica con i cosiddetti eco-shopper in carta o “ bioplastica “ . Cioè con polimeri biodegradabili, compostabili, dello spessore inferiore a 15 micron( 15 millesimi di millimetro ) ricavati, prevalentemente, da amido di Mais, di Patate e Girasole.
Denominazione di polimeri dei quali è bene precisare la differenza, per evitare di considerarli dei sinonimi, mentre esistono sostanziali differenze ai fini della loro composizione e destinazione d’impiego, come di seguito specificato:
Se poi finiscono in mare vengono scambiati per plancton dai pesci e quindi ingeriti, per poi, tramite la catena alimentare, giungere sulle nostre tavole. Per cui, ai fini di non trarre in inganno i consumatori, alcuni autorevoli esponenti dell’industria del settore propongono di sostituire “ degradabili”con la più appropriata definizione di “ oxo-frammentabili” oppure “ termo o foto frammentabili”;
Sacchetti che, secondo i calcoli di Legambiente, in Italia se ne consumano ca. 10 miliardi, per produrre i quali occorrono 30 mila ettari coltivati a Mais (Cereale del quale l’Italia, per coprire il fabbisogno, ne importa già il 35 %), ai quali si aggiunge la richiesta,in continuo aumento, di aree coltivabili per la produzione di agrocarburanti. Il che comporta un considerevole impiego di acqua irrigua, antiparassitari e fertilizzanti chimici che inquinano le falde acquifere e immettono nell’aria gas serra. Un dispendio di preziose materie prime e conseguenze di natura ambientale che non possono trovare una plausibile convenienza nella fornitura di materiale monouso ( al più riusabile per contenere i rifiuti organici ) che, a detta di Silvia Ricci, coordinatrice della campagna “ Porta la sporta “, si può giustificare soltanto per una temporanea soluzione di emergenza.
In tal senso, una risposta valida e di immediata attuazione, se presa in considerazione dalla maggior parte dai Cittadini, potrebbe trovare riscontro nella semplice, ma efficacissima, applicazione della regola delle “4 R “:Rifiuta ( l’usa e getta); Riduci ( al minimo indispensabile le confezioni); Riusa (nel caso specifico, quanto più possibile, i contenitori ) e Ricicla (per ottenere nuovi prodotti, quando viene a mancare la possibilità di usare ancora quelli originali).
Ipotesi che trovano già, anche se in parte,riscontro nell’impiego delle borse di tela da esporto (per contenere e portar via i vari prodotti acquistati) e nei trolley.
Altra interessante soluzione che potrebbe trovare il favore della moltitudine di utenti dei supermercati e dei negozi di generi alimentari e contribuire a ridurre l’impiego di preziose materie prime, è una borsa in cotone e rete molto resistente, durevole e di modico prezzo, progettata e realizzata da una Azienda di Asti, destinata, secondo il suo Amministratore delegato, a sostituire i sacchetti trasparenti da pesare,a pagamento, contando sulla disponibilità e condivisione degli esercenti di dotarsi di bilance con la tara predisposta all’utilizzo del descritto contenitore.
Soluzione che consentirebbe di ovviare anche ad alcuni inconvenienti: -dovuti alla constatazione di intralci che i sacchetti, che dal 1° Gennaio la legge ci impone di usare al supermercato, creerebbero negli impianti di compostaggio della provincia di Bolzano; -e causati, secondo segnalazioni espresse dal Consorzio Italiano Compostatori, dalle etichette non bio applicate sui sacchetti recanti il peso ed il costo del contenuto.
Inconvenienti che, a breve, si prevede possano essere eliminati, anche con l’avvento di un nuovo bio-polimero, denominato “ Minerv – PHA”, ottenibile da scarti della lavorazione dello zucchero da barbabietola: il melasso che, a differenza del Mais ed altri prodotti vegetali, non solo non è destinabile all’alimentazione umana ma che attualmente ha, addirittura, un costo per essere smaltito. Invece, grazie alla realizzazione di questo progetto, ancora in fase sperimentale, l’inutile e oneroso scarto viene trasformato in materia prima per la produzione di un materiale plastico autenticamente bio, in grado di dissolversi in appena 10 giorni, senza residuo, sia nel terreno che in acqua dolce e di mare.
Insomma, secondo gli esperti del settore, trattasi di materiale che presenta il grande vantaggio di provenire da materie prime povere e naturali trasformabili in elementi rinnovabili ad alto valore aggiunto, in sintonia con i principi dell’ “ Economia:
Comunque, in attesa che si concretizzino le descritte ipotesi di contenitori più rispondenti strutturalmente ed economicamente al fabbisogno dei consumatori, come premesso, il Consiglio di Stato, considerato che il contenitore della merce è un bene avente un valore autonomo ed indipendente da quello del contenuto, ha riconosciuto la facoltà del loro acquisto all’esterno dell’esercizio commerciale nel quale saranno poi utilizzati.
Pertanto, come premesso, i consumatori potranno utilizzare sacchetti dagli stessi reperiti e gli operatori del settore alimentare non potranno impedire tale facoltà. Anche se a loro è riservata la verifica della conformità dei sacchetti utilizzati dal consumatore con quelli rispondenti alle disposizione di legge (cfr.reg.CE 1935/2004), messi a disposizione nell’esercizio commerciale. Ciò comporta, la comminazione di multe,da 2.500 a 100.000 euro, a carico degli esercenti, nei casi di riscontro di un ingente quantitativo di buste non conformi odi un valore di sacchetti fuori legge superiore il 10 % del fatturato del trasgressore.
Articolo redatto dal Professor Domenico Brancato
Dai giochi di costruzione alle lavagnette magnetiche, dai puzzle alle loose parts, fino ad arrivare agli strumenti per imparare le basi della programmazione. Sono questi alcuni dei regali consigliati dagli esperti per favorire lo sviluppo cognitivo di bambini e ragazzi e vivere un vero e proprio “Smart Christmas”
La stagione natalizia è alle porte e, come ogni anno, milioni di famiglie affollano i negozi per scegliere il dono ideale per i propri figli. Basti pensare che secondo una recente indagine pubblicata sul portale britannico Independent il 57% delle famiglie spende dalle 1000 alle oltre 2000 sterline in regali di Natale. Ma attenzione a non esagerare. Secondo una ricerca della University of Toledo e pubblicata su Psychology Today, infatti, regalare pochi giocattoli ma ben selezionati aiuta a migliorare il tasso di attenzione dei più piccoli e stimolare la loro creatività. Ma quali sono quelli più indicati per favorire lo sviluppo cognitivo di bambini e ragazzi? Le costruzioni rappresentano il gioco formativo per eccellenza e vengono scelte dal 62% delle famiglie, secondo un’indagine pubblicata sul portale britannico Metro. Grande attenzione è data anche ai puzzle per via dello stimolo all’attività mnemonica: secondo una ricerca della Harvard University pubblicata su USA Today, infatti, ricostruire un’immagine a partire da una serie di pezzi differenti o comporre frasi sempre più complesse con i vari tasselli, rappresenta per i più piccoli un grande stimolo alla creatività e alla logica.
“Lo sviluppo delle abilità sensoriali, sociali e intellettive dei bambini rappresenta uno dei capisaldi del nostro sistema educativo – spiega Eva Balducchi, co-fondatrice di Baby e Junior College – Anche le festività natalizie possono essere un momento importante per permettere ai più piccoli di prendere coscienza delle loro abilità. I regali più adatti sono quelli che coniugano il momento ludico all’apprendimento, stimolando lo sviluppo intellettivo a seconda dell’età e sollecitando fantasia e creatività. Attraverso i giochi, infatti, i bambini imparano a interpretare il mondo che li circonda, valorizzando le capacità cognitive, linguistiche e motorie”.
Ma non è tutto, perché tra i regali di natale consigliati dagli esperti figurano anche i giochi per imparare a programmare. Secondo una ricerca della Virginia University, pubblicata dalla BBC, infatti, il “coding” aiuta i bambini a sviluppare il pensiero computazionale, ovvero un processo logico-creativo che consente di scomporre un problema complesso in diverse parti. E ancora, fare un regalo alternativo e donare ai propri figli le loose parts, ovvero materiali di riciclo che provengono da usi diversi e possono essere riprogettati, allineati e smontati, può rappresentare un’ottima scelta natalizia. Secondo uno studio pubblicato dell’American Academy of Pediatrics (AAP) su CBS News, infatti, le loose parts aiutano i più piccoli a migliorare la propria autostima e a favorire la socializzazione.
Pensiero condiviso da Mariarosa Porro, pedagogista: “I primi anni di vita sono fondamentali per lo sviluppo del linguaggio e della motricità del bambino. Dalla nascita fino ai sei anni i bambini investono il tempo giocando e attraverso le attività ludiche fine a se stesse. Per questo sono raccomandabili regali natalizi come giochi di costruzione, puzzle e lavagnette magnetiche. Ancora meglio se la scelta ricadesse su materiali destrutturati (open-end materials), in grado di offrire al bambino infinite possibilità di creazioni di giochi sempre diversi. I materiali e le abilità cognitive del bambino che saranno la base per compiti più adatti all’età in futuro”.
L’arrivo dell’estate, oltre a portare il caldo, contribuisce ad incrementare i luoghi e le circostanze in cui si verificano manifestazioni di inconcepibile maleducazione, consistente nell’abbandono, dappertutto, di un’ampia tipologia di rifiuti di piccola taglia, quali: scontrini, fazzoletti di carta, gomme da masticare, cartacce, piccoli involucri di plastica, lattine,e soprattutto cicche.
Rifiuti, che avendo tempi di degradazione anche di notevole durata(che vanno dai 3 mesi per i fazzolettini di carta, ai 3-12 mesi per i giornali, ai 2 anni per i mozziconi di sigarette con filtro, ai 5 anni per i chewin-gum, ai 10 - 100 anni per i barattoli di latta, ai 10 – 1000 anni per contenitori in plastica ), sono destinati a permanere a lungo sulle strade, sui marciapiedi,nelle foriere, nelle aiuole, nei prati, nei siti archeologici, ecc.
In quanto, specie i mozziconi di sigaretta, sono un rifiuto che, a causa delle ridotte dimensioni, risulta difficile rimuove con i mezzi di spazzamento manuali e meccanici poiché, come frequentemente accade, rimangono intrappolati nelle fessure, nelle intercapedini, nei tombini,e fra i cespugli.
Trattasi cioè di un insieme di rifiuti che per le loro natura non nuocciono soltanto al decoro urbano e dei luoghi meta di frequentazioni di vario genere ma, costituiscono una reale minaccia per l’ambiente naturale, la vita acquatica e la fauna .
Infatti, le cicche, in particolare, risultano essere un rifiuto non facilmente biodegradabile, dato che il filtro è composto da fibre di acetato di cellulosa, che una volta immesse nell’ambiente non si distruggono, ma vengono frantumate e si accumulano nel suolo e nelle acque superficiali e marine, inquinandoli .
Inquinamento che viene aggravato dalla tossicità delle 4000 sostanze chimiche assorbite dal filtro (durante la combustione della sigaretta) stesso che,quando va a finire nell’acqua, produceun prolungato rilascio di composti chimici pericolosi.
Infatti, basti pensare che la sola nicotina presente in una sigaretta , in caso di ingestione accidentale, potrebbe causare la morte in un bambino in tenera età. Come dimostrato: - dai test di tossicità acuta sugli effetti prodotti,sulla moria del 50 % di microrganismi acquatici (piccoli crostacei alla base della catena alimentare ),da un composto ottenuto con l’immersione di una cicca in 1 litro d’acqua; - o dall’l’efficacia insetticida,nei confronti di molti parassiti delle piante ( Afidi, Ragnetto Rosso, Cocciniglia, ecc. ), di un preparato ottenuto con il tabacco ricavato da 30 mozziconi di sigaretta messi a macerare per 72 ore in 1 litro d’acqua.
In considerazione di quanto appena esposto, una così diffusa deprecabile ed istintiva abitudine di liberarsi con disinvoltura degli elencati rifiuti, non può che trovare giustificazione soltanto nella mancanza di conoscenza delle conseguenze che un tale comportamento possa comportare. Quindi si ritiene che la diffusione di una esauriente ed oggettiva informazione possa decisamente contribuire ad indurre gli ignari trasgressori a prendere coscienza della validità dell’adozione immediata di un comportamento più attento e responsabile.
In sintonia con tali finalità, proprio in questi giorni è partita, su circa 50 spiagge, la campagna “ Ma il mare non vale una cicca ? “ per iniziativa dell’Associazione “Mare Vivo“ , patrocinata dal Ministero dell’Ambiente, con l’intento di responsabilizzare le persone a non gettare i rifiuti in spiaggia, informandoli sui luoghi e tempi di conferimento e smaltimento.
Se poi l’attuazione di tali iniziative dovesse rivelarsi ancora insufficienteper promuovere l’affermazione del senso civicoin tutti i cittadini, nei confronti degli ostinati, non rimane che il ricorso al più convincente dei deterrenti, che trova riscontro nell’applicazione delle misure sanzionatorie di seguito riportate:
Misure repressive che, per i trasgressori, prevedono le sanzioni amministrative pecuniarie di seguito indicate
Rifiuto | Ambiene | Trasgressore | Sanzione |
Scontrini, fazzoletti di carta, cartacce, gomme da masticare | Strada, acque , scarichi e caditoie | Pedoni | Da €30 a €150 |
Prodotti da fumo: cicche | Suolo, acque, scarichi e spiagge | Pedoni e bagnanti | Da €30 a €300 |
Fazzolettini, chewing gum, cartacce varie e mozziconi di sigaretta | Strade e relative pertinenze, marciapiedi, prati, ecc | Conducenti e passeggeri di auto in corsa o in sosta. | Da €106 a €425 |
I proventi delle quali verranno destinati, per il 50 % ad alimentare un fondo costituito presso il Ministero dell’Ambiente, mentre il resto rimarrà nelle casse comunali, per far fronte alle spese di pulizia del sistema fognario urbano e per finanziare specifiche campagne di promozione ed formazione.
Campagne che, affinché possano trovare riscontro negli esiti sperati, occorre, da parte delle Amministrazioni comunali, l’indispensabile adempimento dell’installazione, ove mancanti,dei cestini edegli appositi raccoglitori per la raccolta dei mozziconi dei prodotti da fumo,lungo le strade, nei parchi e nei luoghi di aggregazione sociale
Onde evitare che anche i più restii ad accogliere le sollecitazioni ad assumere un comportamento ispirato a principi di civiltà, possano accampare pretestuose giustificazioni, per non desistere dalle cattive abitudini.
Articolo redatto dal Prof. Domenico Brancato