Il 28 luglio, i componenti del Comitato di Quartiere di S. Maria delle Mole hanno riservato l’intera mattinata alla periodica pulizia del Parco, questa volta molto più impegnativa, tanto da riempire ben 35 sacchi, dei quali 25 contenenti la spessa coltre di aghi dei pini che ricopriva tutte le aiuole e buona parte dalla superficie pavimentata e 10 contenenti l’accumulo della vasta gamma di rifiuti comprendenti, in particolare: Cartacce, fazzolettini, involucri di merendine e di chewin-gam, bottiglie di plastica e di vetro, posate e piatti di plastica, lattine e tantissime cicche.
Ma, mentre la presenza degli aghi dei pini è imputabile all’inevitabile ricambio stagionale della vegetazione ed alla mancata asportazione dei rami semi-appassiti, la consistente massa di rifiuti è dovuta, evidentemente, all’incuria, alla trascuratezza ed alla carente sensibilità per il rispetto di un così prezioso ambiente destinato al soddisfacimento delle esigenze ludico-ricreative di tutta la comunità.
Pertanto, affinché i tantissimi abituali frequentatori possano continuare a godere dei benefici della fruizione del Parco, nella maniera, si spera, più rispondente alle migliori aspettative, il Comitato di Quartiere, gestore dello stesso, mentre assicura il suo impegno,di concerto con l’Amministrazione Comunale, a promuovere ogni azione, intervento ed iniziativa, finalizzati a rendere sempre più sicura, efficiente ed accogliente l’area a verde pubblico in questione, rivolge loro un sentito invito/appello alla più unanime collaborazione. Collaborazione imprescindibile per il conseguimento delle condizioni necessarie per il raggiungimento degli accennati obiettivi e per l’armonica coesistenza fra i tanti eterogenei utenti per età e motivi di frequentazione.
Si impone cioè una civile adozione di autoregolamentazione mirata a conciliare:
Esigenze di conciliazione tutte soddisfacibili a condizione che, come auspicabile, si riesca ad estendere la convinzione che il bene prezioso di cui dispone il quartiere: il Parco,costituisce, per noi tutti, un prezioso valore aggiunto delle nostre abitazioni e come tale,è con la stessa diligenza e spirito di appartenenza che va curato e custodito,per goderne, a lungo ed appieno, i considerevoli benefici che ne derivano dalla sua esistenza.
E poiché la gestione del Parco costituisce una componente fondamentale e, per questo, più impegnativafra le attività del Comitato di Quartiere, sarebbe opportuno e pertinente l’instaurarsi di un rapporto di operativa collaborazione con l’utenza. Affinché ogni futuro progetto strutturale migliorativo ed ogni prospettiva di utilizzazione delle ancora molteplici potenzialità del Parco, possano essere integrate e supportate con il e dal contributo dei destinatari delle stesse.
Con l’auspicio che l’iniziativa proposta possa essere prontamente accolta con condivisione, disponibilità ed entusiasmo dagli interessati.
Articolo redatto dal prof. Domenico Brancato
L’arrivo dell’estate, oltre a portare il caldo, contribuisce ad incrementare i luoghi e le circostanze in cui si verificano manifestazioni di inconcepibile maleducazione, consistente nell’abbandono, dappertutto, di un’ampia tipologia di rifiuti di piccola taglia, quali: scontrini, fazzoletti di carta, gomme da masticare, cartacce, piccoli involucri di plastica, lattine,e soprattutto cicche.
Rifiuti, che avendo tempi di degradazione anche di notevole durata(che vanno dai 3 mesi per i fazzolettini di carta, ai 3-12 mesi per i giornali, ai 2 anni per i mozziconi di sigarette con filtro, ai 5 anni per i chewin-gum, ai 10 - 100 anni per i barattoli di latta, ai 10 – 1000 anni per contenitori in plastica ), sono destinati a permanere a lungo sulle strade, sui marciapiedi,nelle foriere, nelle aiuole, nei prati, nei siti archeologici, ecc.
In quanto, specie i mozziconi di sigaretta, sono un rifiuto che, a causa delle ridotte dimensioni, risulta difficile rimuove con i mezzi di spazzamento manuali e meccanici poiché, come frequentemente accade, rimangono intrappolati nelle fessure, nelle intercapedini, nei tombini,e fra i cespugli.
Trattasi cioè di un insieme di rifiuti che per le loro natura non nuocciono soltanto al decoro urbano e dei luoghi meta di frequentazioni di vario genere ma, costituiscono una reale minaccia per l’ambiente naturale, la vita acquatica e la fauna .
Infatti, le cicche, in particolare, risultano essere un rifiuto non facilmente biodegradabile, dato che il filtro è composto da fibre di acetato di cellulosa, che una volta immesse nell’ambiente non si distruggono, ma vengono frantumate e si accumulano nel suolo e nelle acque superficiali e marine, inquinandoli .
Inquinamento che viene aggravato dalla tossicità delle 4000 sostanze chimiche assorbite dal filtro (durante la combustione della sigaretta) stesso che,quando va a finire nell’acqua, produceun prolungato rilascio di composti chimici pericolosi.
Infatti, basti pensare che la sola nicotina presente in una sigaretta , in caso di ingestione accidentale, potrebbe causare la morte in un bambino in tenera età. Come dimostrato: - dai test di tossicità acuta sugli effetti prodotti,sulla moria del 50 % di microrganismi acquatici (piccoli crostacei alla base della catena alimentare ),da un composto ottenuto con l’immersione di una cicca in 1 litro d’acqua; - o dall’l’efficacia insetticida,nei confronti di molti parassiti delle piante ( Afidi, Ragnetto Rosso, Cocciniglia, ecc. ), di un preparato ottenuto con il tabacco ricavato da 30 mozziconi di sigaretta messi a macerare per 72 ore in 1 litro d’acqua.
In considerazione di quanto appena esposto, una così diffusa deprecabile ed istintiva abitudine di liberarsi con disinvoltura degli elencati rifiuti, non può che trovare giustificazione soltanto nella mancanza di conoscenza delle conseguenze che un tale comportamento possa comportare. Quindi si ritiene che la diffusione di una esauriente ed oggettiva informazione possa decisamente contribuire ad indurre gli ignari trasgressori a prendere coscienza della validità dell’adozione immediata di un comportamento più attento e responsabile.
In sintonia con tali finalità, proprio in questi giorni è partita, su circa 50 spiagge, la campagna “ Ma il mare non vale una cicca ? “ per iniziativa dell’Associazione “Mare Vivo“ , patrocinata dal Ministero dell’Ambiente, con l’intento di responsabilizzare le persone a non gettare i rifiuti in spiaggia, informandoli sui luoghi e tempi di conferimento e smaltimento.
Se poi l’attuazione di tali iniziative dovesse rivelarsi ancora insufficienteper promuovere l’affermazione del senso civicoin tutti i cittadini, nei confronti degli ostinati, non rimane che il ricorso al più convincente dei deterrenti, che trova riscontro nell’applicazione delle misure sanzionatorie di seguito riportate:
Misure repressive che, per i trasgressori, prevedono le sanzioni amministrative pecuniarie di seguito indicate
Rifiuto | Ambiene | Trasgressore | Sanzione |
Scontrini, fazzoletti di carta, cartacce, gomme da masticare | Strada, acque , scarichi e caditoie | Pedoni | Da €30 a €150 |
Prodotti da fumo: cicche | Suolo, acque, scarichi e spiagge | Pedoni e bagnanti | Da €30 a €300 |
Fazzolettini, chewing gum, cartacce varie e mozziconi di sigaretta | Strade e relative pertinenze, marciapiedi, prati, ecc | Conducenti e passeggeri di auto in corsa o in sosta. | Da €106 a €425 |
I proventi delle quali verranno destinati, per il 50 % ad alimentare un fondo costituito presso il Ministero dell’Ambiente, mentre il resto rimarrà nelle casse comunali, per far fronte alle spese di pulizia del sistema fognario urbano e per finanziare specifiche campagne di promozione ed formazione.
Campagne che, affinché possano trovare riscontro negli esiti sperati, occorre, da parte delle Amministrazioni comunali, l’indispensabile adempimento dell’installazione, ove mancanti,dei cestini edegli appositi raccoglitori per la raccolta dei mozziconi dei prodotti da fumo,lungo le strade, nei parchi e nei luoghi di aggregazione sociale
Onde evitare che anche i più restii ad accogliere le sollecitazioni ad assumere un comportamento ispirato a principi di civiltà, possano accampare pretestuose giustificazioni, per non desistere dalle cattive abitudini.
Articolo redatto dal Prof. Domenico Brancato
Ogni anno l’arrivo dell’estate, per molti cittadini, è il momento atteso, con legittimo entusiasmo, per programmare le ferie o una serie di occasioni in grado di procurare spensieratezza, gaiezza, realizzazione di desideri di evasione dal menage quotidiano. Insomma, un periodo in cui si tende a mettere in atto tutto ciò che può aiutare la nostra mente a liberarsi dalle ”tossine “ prodotte da assilli varie forme di condizionamento imposte dalla routine del tempo lavorativo.
Per contro, lo stesso periodo costituisce un incubo per tante persone che versano in precarie condizioni socio-sanitarie, per le quali, il periodo delle ferie riserva gravi disagi dovuti allo spettro del senso dell’abbandono, al timore di patire gli effetti della solitudine e di poter essere in grado di affrontare autonomamente i problemi relativi al soddisfacimento delle esigenze primarie e, soprattutto, al timore della mancanza di quel supporto morale, indispensabile per superare gli inevitabili connessi momenti di fragilità.
Ed è proprio per venire incontro alleobiettive esigenze di quest’ultima categoria di Persone degne di ogni considerazione e bisognosi di doverosa solidarietà, che l’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Marino, per il terzo anno, ha attivato un progetto denominato “ESTATE SOCIALE”, per dedicare Loro, dal 23 luglio al 31 agosto 2018,la prestazione gratuita dei seguenti servizi:
La presente nota si prefigge di contribuire ad estendere al massimo la consapevolezza dell’esistenza del descritti servizi, affinché il maggior numero possibile di Persone interessate possano sapere di poter fare assegnamento sulla fruizione dei benefici Loro riservati.
Articolo redatto dal Prof Domenico Brancato
È di questi ultimi mesi il tam tam che annuncia l’avvenuta vendita del Palaghiaccio alla società Esselunga.
Un struttura sportiva che, una miope gestione della tristemente famosa, Società “Casa Bianca”, ha portato al completo declino.
Una società che, a fronte della concessione alla realizzazione dell’impianto sportivo (su area ex STEFER) ed alla sua gestione per 99 anni, si era impegnata ad eseguire una serie di opere pubbliche, tra cui l’attuale, Parco della Pace.
Un accordo, solo in minima parte onorato e per cui, molti della mia generazione compreso il sottoscritto, si sono battuti, nel completo disinteresse delle varie Amministrazioni Comunali.
Nonostante tutto, comunque un impianto sportivo all’avanguardia a livello Nazionale, che ha attirato una folta schiera di appassionati del pattinaggio su ghiaccio, dando lustro al nostro territorio.
Basti pensare che, nel 1995, durante il periodo del Comune di Boville si svolse qui la Coppa Europa di Ginnastica Artistica, con la partecipazione, tra le altre, dell’indimenticabile Jury Chechi.
Un impianto che, all’occorrenza poteva trasformarsi rapidamente in auditorium.
Opportunità sfruttata al massimo, con l’organizzazione di un gran numero di concerti di elevatissimo spessore internazionale, uno su tutti, quello del settembre 1991 del mitico, Frank Sinatra.
Una struttura che dopo aver toccato il suo apice, nella 2^ metà degli anni ’90, ha cominciato, progressivamente, ma inesorabilmente, a regredire, fino al fallimento della suddetta società ed al conseguente, abbandonato a se stesso.
Da allora, molte sono state le amministrazioni comunali che si sono susseguite al governo di questo Comune, ma nessuna ha dimostrato particolare interesse per l’argomento, forse perché si trattava di un problema che toccava i cosiddetti territori “periferici” del Comune.
Un’Amministrazione attenta e vigile dell’interesse generale, avrebbe invece monitorato da vicino l’evolversi della situazione, facendosi, all’occorrenza promotrice, con Provincia/Città Metropolitana, e Regione di un progetto di acquisizione, per pubblica utilità del manufatto, o quanto meno, per pretendere la conservazione della sua vocazione, sportivo-culturale.
Nulla di tutto ciò è stato fatto e così, con la vendita alla società Esselunga assistiamo all’epilogo, di una triste storia, tutta Italiana, dove la soluzione ai problemi è sempre quella, la trasformazione in Centro Commerciale.
Una scelta di cui, gran parte dei Cittadini e la totalità dei commercianti locali, non ne sentiva affatto la necessità.
Un Centro Commerciale che, sempre a Santa Maria, farebbe la coppia, con quello previsto nella speculazione edilizia del Divino Amore, che ricordo, prevede abitazioni per ulteriori 12.500 abitanti in aggiunta alla realizzazione appunto, di un mega Centro Commerciale.
Una scelta fortemente voluta e difesa dalla massima autorità politica regionale che Marino è riuscito ad esprimere in questi ultimi anni e su questo, ci sarebbe già tanto da riflettere, figura politica, oggetto ora di attenzione della Magistratura.
Tornando al Palaghiaccio, ora il danno è fatto e credo che non ci siano più margini d’intervento e forse, cercando di essere forzatamente ottimisti, si può pensare che poteva anche dirci molto peggio.
L’Esselunga infatti, almeno fino ad ora, ha dimostrato, vedi Ipermercato Prenestino, di essere molto attenta alle esigenze del territorio in cui opera.
L’attuale Amministrazione si troverà quindi a gestire la nascita di un Ipermercato da cui come contropartita, mi auguro sappia chiedere ed ottenere, la realizzazione d’importanti opere di viabilità.
Opere, funzionali a sciogliere il nodo dell’incrocio tra la via Appia Nuova e viale della Repubblica/ via dei Mille, già ora fortemente problematico.
La realizzazione dell’Ipermercato senza aver preventivamente sciolto questo nodo, porterebbero al definitivo collasso della nostra viabilità urbana ma anche di quella extraurbana adiacente.
Riusciremo a perdere anche questa opportunità?
Eccola qua!
È arrivata la ‘differenziata’!!
Quella che è stata definita come una svolta epocale nella raccolta dei rifiuti si è inserita e si sta affermando con gradualità, ma con determinazione, nella vita della nostra città.
Ormai da un paio di settimane nella mia zona è sufficiente esporre i contenitori nei posti convenuti e…come per magia, li ritroviamo svuotati e di nuovo pronti per l’uso
Ricordo quando, in tempi ormai lontani, era sufficiente esporre il ‘secchio della mondezza’ sul pianerottolo per ritrovarlo svuotato e pronto al mattino quando si usciva per andare a scuola o al lavoro. Un servizio eccezionale che è stato poi stravolto ed organizzato attraverso lo sversamento dei rifiuti nel ‘cassonetti indifferenziati’ poi sostituiti dai cassonetti ‘specializzati’ per tipologia di smaltimento.
Secchioni antiestetici e maleodoranti che per anni hanno deturpato le strade delle nostre città, anche perché non sempre svuotati nei tempi corretti
Ora, grazie all’avvento della differenziata, le nostre strade sono sicuramente più pulite e sembrano più larghe.
Come risulta evidente da questa nota, io sono particolarmente entusiasta e ritengo che il progetto impostato nella nostra città si stia dimostrando come un successo. Ma sento anche che non tutti sono soddisfatti per motivi di vario genere, dalla mancanza di spazio per il posizionamento dei contenitori, alle difficoltà che i mezzi adibiti alla raccolta incontrano nell’accessibilità di alcune strade.
Il Comitato di Quartiere di Santa Maria delle Mole ha seguito le varie fasi dello sviluppo del progetto fin dalla sua nascita e ritengo di poter dichiarare la sua disponibilità a raccogliere tutte le indicazioni di difficoltà riscontrate dai cittadini e farsi parte promotrice per indirizzarle ai responsabili dell’Amministrazione Comunale per discutere le possibilità di soluzione.
Pertanto rivolgo un invito a tutti i concittadini:
SCRIVETE LE VOSTRE IMPRESSIONI E CERCHEREMO DI DARE RISPOSTA A TUTTE LE VOSTRE DOMANDE.
Le Banche, gli Uffici e gli Istituti di Moneta Elettronica, con cadenza mensile, sono tenuti ad inviare all’Unità di Informazione finanziaria per l’Italia -UIF- (Ente istituito nel 2007 presso la Banca d’Italia, che ha iniziato ad operare il 1° Gennaio 2008, subentrando all’Ufficio Italiano dei Cambi, nel ruolo di autorità centrale antiriciclaggio), la comunicazione di ogni operazione, anche occasionale, di movimenti in denaro contante di importo pari o superiore a 10 mila euro effettuata nel mese solare (dal 1° all’ultimo giorno del mese), anche se eseguita tramite singole operazioni di importo pari o superiori a 1.000 euro, da parte dello stesso cliente.
Le informazioni che identificano la comunicazione all’UIF devono comprendere: la data, l’importo e la causale dell’operazione; la filiale in cui è stata disposta; il numero del rapporto continuativo movimentato; i dati identificativi del cliente, dell’esecutore e del titolare effettivo.
Comunque, Italia Oggi (Quotidiano economico, giuridico e politico) chiarisce che chi ha la coscienza a posto non ha nulla da temere, poiché l’UIF si avvale di un’ampia base di dati per attribuire la più consona interpretazione ad ogni segnalazione.
Mentre, in seguito dell’entrata in vigore dell’art. 1, comma 898 della legge 208 del 2015 (Legge di Stabilità del 2016), il limite di denaro per eseguire le transazioni (pagamento di servizi o compravendite ), per adeguare l’Italia all’orientamento condiviso dalla maggior parte dei Paesi Europei, è stato elevato a 3.000 euro.
Non esistono, invece, limiti delle somme che possono essere prelevate o versate da un utente presso un Istituto bancario o postale (fermo restando che l’addetto al servizio potrebbe richiedere le motivazioni che abbiano indotto al prelievo, ed in caso di spiegazione non convincente, potrebbe inoltrare la comunicazione all’UI F) a meno che non si compiano operazioni verso un soggetto terzo. Nel qual caso si pone il predetto limite dei 3.000 euro, in quanto si renderebbe necessario adoperare forme di pagamento tracciabili ( Vedi Bonifico o Carta di credito).
In riferimento al limite di disponibilità, la sentenza 27 febbraio 2016 della Cassazione Penale ha ammesso che si configura il reato di autoriciclaggio laddove dovesse essere rinvenuta una rilevante somma di denaro, in contanti, in possesso di un soggetto il cui reddito non sia compatibile con una tale disponibilità. Reato sancito dalla Legge 186 del 15 Dicembre 2014 che ha introdotto nel Codice penale l’art. 648 – ter.1, per il quale viene punito colui che compie l’attività tipica del riciclaggio sui beni tratti da delitti commessi da lui stesso. A differenza del riciclaggio, dove il riciclatore è colui che prende del denaro o dei beni da coloro che li hanno ottenuti da reato e li immette nel circuito economico legale, attraverso operazioni di qualsiasi natura commerciale. In altri termini, il riciclatore è chi commette riciclaggio e, quindi, ostacola l’identificazione della provenienza dei soldi, ma non prende parte al reato presupposto, cioè al fatto criminoso che ha generato quei proventi
Viene esclusa la punibilità dell’autoriciclaggio solo quando il denaro, i beni o le altre utilità vengono destinate esclusivamente all’autoconsumo o al godimento personale e non reimpiegati al fine di ostacolare l’individuazione della provenienza.
In alcuni settori, però, la riforma non è stata applicabile in Italia, come nel caso dei money transfer ( servizio di trasferimento di denaro ) e per i pagamenti nei confronti della Pubbliche Amministrazioni, che continueranno a dover essere effettuati mediante strumenti tracciabili con importi al limite dei 1.000 euro.
La legge di stabilità, per contenere l’evasione ha esteso l’obbligo, per professionisti, commercianti e, a partire da Luglio, anche per i parchimetri ( salvo i casi di oggettiva impossibilità tecnica ), di accettare e consentire, anche per importi minimi, pagamenti mediante carte di credito e bancomat.
Per chi commette il delitto di autoriciclaggio il richiamato art. 648 -ter.1 prevede il seguente trattamento sanzionatorio, ai commi:
In ogni caso, ai sensi dell’art. 648 – quater (quarta aggiunta all’articolo originale) c.p., la condanna comporta la confisca dei beni che ne costituiscono il prodotto o il profitto, salvo che appartengano a persone estranee al reato. In tale circostanza, comunque, il giudice dispone la confisca di denaro, beni o delle altre utilità delle quali il reo ha la disponibilità, anche per interposta persona, per un valore equivalente al prodotto, profitto o prezzo del reato.
A cura del Prof. Brancato
Si informa la cittadinanza che il Sindaco di Marino, in ottemperanza all’Ordinanza Sindacale n° 221 del 17 luglio 2018 ed in considerazione dell’andamento meteorologico particolarmente favorevole alla proliferazione delle zanzare, con le stesse modalità e raccomandazioni descritte nella nota pubblicata in questo sito lo scorso 1° luglio, dal titolo “Disinfestazione dalle zanzare“, ha disposto l’esecuzione di un secondo intervento mirato al controllo della diffusione delle specie che infestano il territorio, nelle seguenti date:
A cura del Prof. Brancato
Ma per tre connazionali su quattro chi scappa da guerre e terrorismo «va accolto»
In vista della Giornata internazionale della tratta di esseri umani in programma il 30 luglio, Doxa torna a indagare l’atteggiamento degli italiani nei confronti del fenomeno dell’immigrazione. Oggi 6 italiani su 10 sono «preoccupati», ma a dicembre 2017 erano 8 su 10.
In vista della Giornata internazionale della tratta di esseri umani in programma il 30 luglio, Doxa torna a indagare l’atteggiamento generale degli italiani nei confronti del fenomeno dell’immigrazione scoprendo che il 58% dei nostri connazionali è «molto o abbastanza preoccupato». A dicembre 2017 tale soglia si attestava al 78%, dunque era superiore di 20 punti. Le più preoccupate sono le donne (65%). Mentre non si rilevano differenze sostanziali in base all’età degli intervistati o, ancora, rispetto all’area geografica di residenza. Unica eccezione: le città con oltre 100 mila abitanti, dove i «preoccupati» sono il 63% (+5% sulla media nazionale). Altra evidenza: il grado di preoccupazione decresce con l’innalzarsi del titolo di studio (solo un laureato su 2 è «preoccupato», mentre tra i possessori di licenza di scuola media inferiore tale soglia arriva al 60%). Ma per un italiano su 2 «gli immigrati rappresentano una risorsa per il Paese» con uno scostamento di 8 punti rispetto ai risultati di pochi mesi fa (44% di «molto o abbastanza d’accordo» a dicembre 2017, 52% a luglio 2018).
FOCUS SULLA SICUREZZA — Ordine pubblico e sicurezza sono gli aspetti che più incidono sul livello di preoccupazione degli italiani. Lo afferma il 48% degli intervistati. Con picchi del 54% tra gli over 54 e del 55% tra gli abitanti del Nord-Est. Ma è proprio dalle regioni del Nord-Est che arriva anche l’appello più sentito perché si distingua tra profughi e immigrati regolari, da una parte, e clandestini, dall’altra. Lo chiede l’83% degli intervistati di Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino Alto-Adige e Veneto contro una media nazionale del 77%. Per quel che concerne le classi d’età i più orientati al distinguo sono i 35-54enni (82%). E ancora: proprio nello zoccolo duro della popolazione attiva italiana l’idea che gli immigrati rappresentino una minaccia per l’occupazione trova minore terreno fertile. A pensarlo è il 24% degli intervistati. Mentre tra gli over 54 tale incidenza arriva al 35%. Anche in questo caso il livello d’istruzione gioca un ruolo chiave: lo pensa l’11% dei laureati contro il 39% di coloro che non sono andati oltre la terza media.
SI’ ALL’ACCOGLIENZA PER CHI E’ IN PERICOLO — Questioni singole a parte, i dati Doxa mostrano che lo spirito d’accoglienza degli italiani non è in discussione. Per il 75% degli intervistati chi scappa da guerre e terrorismo «va accolto». A dicembre 2017 tale percentuale si attestava al 70%. Campioni di solidarietà sono i 15-34enni, ossia i millennial, con l’85% di risposte affermative. Mentre a livello geografico sono gli abitanti del Centro Italia i più propensi all’accoglienza con una percentuale di consenso pari all’83%. È curioso notare come alla domanda su un eventuale richiesta da parte delle istituzioni di ospitare dei migranti nel proprio quartiere il livello di preoccupazione su base nazionale scenda al 33%. Era pari al 45% a fine 2017. Anche in questo caso molto più «aperti ad ospitarli» risultano i laureati (19% di tasso di preoccupazione), ma anche i giovani (29% i «preoccupati» under 35) e i residenti nelle grandi città (31% nei centri con oltre 100 mila abitanti). Che il tema vero sia diverso da quello dell’accoglienza?
A cura di Eleonora Persichetti