Il termine spreco trova rispondenza nell’insieme di quei prodotti alimentari che hanno perso valore commerciale e che vengono scartati, ma che potrebbero essere ancora destinati al consumo umano.
Ciò costituisce un inaccettabile paradosso del nostro tempo, in quanto se da un lato vi è la necessità, nei prossimi anni, di incrementare la produzione dei prodotti alimentari del 60 – 70 %, per far fronte all’incremento della popolazione dall’altro, nel mondo, si spreca oltre un terzo del cibo prodottoche, secondo uno studio condotto dalla FAO (Organizzazione mondiale di cibo e agricoltura), ammonterebbe ad 1,3 miliardi di tonnellate, delle quali l’80 % sarebbe ancora utilizzabile.
Tant’è che se fosse possibile recuperare gli sprechi, questi sarebbero sufficienti a sfamare 2 miliardi di persone.
In Europa si sprecano mediamente circa 180 Kg/pro-capite di cibo l’anno (con valori oscillanti fra i 579 e i 44 Kg/pro-capite dell’Olanda e della Grecia), mentre in Italia, globalmente, la media dello spreco, per effetto di contenimento prodotto della crisi economica, risulta essere di 149 Kg/pro-capite, così ripartito:
Genere di Alimento Percentuale
Prodotti Ortofrutticoli 17
Pasta e Pane 28
Pesce 15
Uova 29
Carne 30
Latticini 32.
Entità di spreco,equivalente ( secondo una indagine condotta dalla ricercatrice Claudia Giordano sugli sprechi di 400 famiglie in una settimana, promossa dal Ministero dell’Ambiente/ Progetto Reduce con l’Università di Bologna, nell’ambito della campagna Zero Spreco, con la supervisione dell’economista Andrea Segrè), a Kg/giorno 0,1 a testa, pari a Kg/famiglia (composta mediamente, nel 2016, da 2,32 persone) 84,9,corrispondenti a 0,0849 tonnellate, che moltiplicate per i 25.937.723 di famiglie Italiane, diventano 2,2 milioni di tonnellate l’anno, chefiniscono nelle pattumiere delle abitazioni,facendo registrare,rispetto le varie sedi di rilevazione dello spreco, la rilevante quota del 42 %.Quotache, tradotta in costi, supera i 25 euro/mese per famiglia.
Alle appena descritte conseguenze di natura etico-economica del cibo sprecato, si aggiungono poi quelle, non meno trascurabili, di natura ambientale e socio-sanitaria, dal momento in cui le cospicue quantità di cibo non consumato contribuiscono sensibilmente al riscaldamento globale e alle crescenti carenze idriche.
Come si può dedurre dalle emissioni di 4,5 Kg di anidrite carbonica (CO2) equivalenti, per ogni Kg di cibo sprecatoe dai dati relativi alla “ Impronta Idrica” o “ Acqua Virtuale “ (Volume totale di acqua consumato e inquinato, in un determinato luogo, nelle diverse fasi della filiera,per ottenere un prodotto), dedotti dagli esiti degli studi condotti dalla Fondazione Olandese “ Water Footprint Network “ (Integrati con dati provenienti da altre fonti) sugli alimenti di seguito riportati:
Tipologia Alimento |
Quantità Chilogrammi Grammi Numero |
Impronta Idrica( litri acqua ) Per 1 Kg Porzione |
Pane |
1 50 |
1300 65 |
Pasta |
1 80 |
1693 135 |
Biscotti |
1 50 |
1800 90 |
Cereali (Per colazione) |
1 30 |
1645 49 |
Riso |
1 80 |
3400 272 |
Legumi secchi |
1 50 |
4055 203 |
Frutta con guscio (Noci, Nocciole) |
1 30 |
9065 272 |
Frutta fresca |
1 150 |
970 145 |
Succo di Frutta |
|
|
Verdura e ortaggi |
1 200 |
325 65 |
Pomodori |
1180 1 |
156 28 |
Patate |
1 150 |
900 135 |
Latte |
1 125 ml |
1000 125 |
Dolci |
1 100 |
3140 314 |
Cioccolato |
|
|
Zucchero |
1 5 |
1500 7,5 |
Vino |
1 100 |
610 61 |
Birra |
1 250 |
300 75 |
Caffè tostato |
1 7 1 tazzina |
18900 132 |
Tè verde |
1 3 1 bustina |
8860 27 |
Olio d’oliva |
1 12 1 cucchiaio |
4900 59 |
Olio di Girasole |
1 - |
6795 - |
Burro |
1 15 |
5550 83 |
Uova |
1 60 |
3300 198 |
Formaggio fresco |
1 100 |
5000 500 |
Carne avicola ( Pollo ) |
1 150 |
3900 585 |
Carne suina |
1 150 |
4800 720 |
Carne di agnello |
1 150 |
9580 1437 |
Carne di manzo |
1 100 |
15500 1550 |
Hamburgher di manzo |
|
|
Dati che, come evidenzia la Piramide Idrica del Barilla Nutrition Center, messa a confronto con la Piramide Alimentare (Vedi allegato n° 1), consentono di riscontrare l’interessante coincidenza tra i cibi meno indispensabili e più grassi (vari tipi di carne e insaccati) con quelli che consumano più acqua. In pratica, i cibi da consumare con più parsimonia sono anche quelli che hanno un maggior impatto idrico ed ambientale, a conferma che la salute della persone e quella dell’ambiente vanno di pari passo.
Per cui, a seconda della prevalenza del consumo di cibi di provenienza vegetale o animale, l’impronta idrica giornaliera individuale può variare da circa 1500 – 2600 a 4000 – 6000 litri di acqua (comprendenti, oltre l’acqua consumata direttamente per bere, cucinare e lavarsi, quella impiegata per produrre e trasportare i cibi che mangiamo, per fabbricare gli indumenti che indossiamo e per svolgere ogni altra attività quotidiana), a differenza (stando alle stime del WWF: Fondo Mondiale per la Natura) del miliardo di persone che , nel mondo, non ha accesso all’acqua potabile e degli oltre quattro miliardi che non ne hanno a sufficienza.
Enorme divario di disponibilità di un bene sempre più prezioso ed indispensabile per la sopravvivenza, imputabile anche ai rilevanti quantitativi di acqua che vengono consumati inutilmente per la produzione della consistente quantità di prodotti alimentari che si sprecano nel corso delle seguenti fasi:
- Le irrazionali abitudini di fare la spesa di milioni di consumatori;
- L’inosservanza delle indicazioni riportate in etichetta riferite alla corretta modalità di conservazione degli alimenti;
- Le date di scadenza, per alcuni prodotti, troppo restrittive;
- La tendenza a confezionare porzioni di cibo abbondanti;
- Le promozioni che invogliano i consumatori a comprare più cibo del necessario.
Cause di sprechi che, in gran parte, potrebbero essere evitati compiendo semplici azioni quotidiane e migliorando le abitudini alimentari, come:
A proposito di quest’ultimo accorgimento, da quanto emerso da una indagine condotta dal ricercatore Matteo Boschini dell’università di Bologna, su 73 plessi di Scuola primaria, dei quali 35 in Emilia Romagna, 25 nel Lazio e 18 in Friuli Venezia Giulia, si deduce che il 29,5 % dei pasti consumati nelle mense viene gettato.
Dati che il professor Andrea Segrè , docente di Politica agraria internazionale e comparata all’Università di Bologna e fondatore di Last Minute Market, commenta in questi termini: “Nel luogo reputato a fare educazione alimentare, il cibo viene invece buttato. Sono soprattutto frutta e verdura gli alimenti più sprecati, che dal punto di vista della nutrizione dovrebbero essere parte fondamentale del pasto”.
Commento al quale riteniamo sia opportuno aggiungere che la causa della summenzionata tipologia di spreco sia da ricercare, principalmente, nella estensione di cattive abitudini ed eccessive preferenze alimentari, in molti casi, acquisite e consentite dagli/agli alunni in ambito famigliare.
Come denotano le considerazioni dello Psichiatra Paolo Crepet sul buonismo educativo dei Genitori: “Noi non abbiamo più figli, ma piccoli Budda a cui noi siamo devoti, per cui possono fare di tutto. Scelgono dove andare a mangiare e cosa mangiare… omissis. Siamo diventati Genitori che dicono sempre di si. Ma questo è sbagliato. Quando diventeranno grandi ci sarà qualcuno che gli dirà di no.”
Autorevole opinione che , pur non potendola generalizzare, trova, purtroppo, riscontro in molti ambiti familiari.
Riscontro, che inevitabilmente si ripercuote nell’irrazionalità delle abitudini alimentari di un cospicuo numero di bambini in età scolare ( In Italia, secondo il Ministero della Salute, il 9% dei bambini di 8 – 9 anni non fa colazione ed il 31% non consuma una colazione adeguata ).
In quanto, i genitori (o chi per loro) invece di seguire le indicazioni dei nutrizionisti sulla qualità, quantità, apporto calorico ed equilibrata ripartizione dell’assunzione dei cibi nell’arco della giornata,inconsapevolmente optano,con l’ovvio intento di assicurare ai loro figli un soddisfacente nutrimento, per inadeguate soluzioni alternative,come ad esempio:
- Tazza di tè deteinato con 1 cucchiaio di zucchero o miele, 1 yogurt intero bianco, 1 brioche integrale o 1 fetta di crostata o ciambella fatta in casa ed 1 frutta fresca;
- Tazza di latte intero o parzialmente scremato senza zucchero, 2 fette biscottate integrali con marmellata, 1 porzione di frutta fresca;
- Toast integrale con prosciutto e sottiletta ( o altra farcitura ), più un frullato di frutta fresca di ca. 200 ml, ecc;
- pizza; - panini con salumi; cornetto con nutella; ricchi tramezzini; - patatine fritte; -snacks dolci o salati,o addirittura di merendine ricche di grassi, conservanti ed edulcoranti ( junk food = cibo spazzatura ), con l’aggiunta di bibite zuccherate che, complessivamente, forniscono da 250 a 530 Kcal ca.,
- frutta di stagione( 1 Mela o 1 Arancia, 1 Pera, 2 Kiwi, 3 Mandarini ) con 1 fetta biscottata integrale;
- uno yogurt magro da 125 g, alla frutta;
- 2 fette biscottate con marmellata;
- un quadratino di cioccolata ed un frutto;
- una porzione (di 22g ) di riso soffiato con cioccolato light, ecc.
Cioè, con cibi di facile digeribilità e dall’apporto calorico (di ca. il 5% dell’intero fabbisogno giornaliero) di 80– 120 Kcal che,secondo accreditati studi scientifici, favoriscono il miglioramento dell’umore, oltre a potenziare le capacità di apprendimento e mnemoniche.
L’insieme di suggerimenti e indicazioni, sopra riportati, per cercare di diffondere l’importanza della consapevolezza di una equilibrata alimentazione, al fine di impedire il protrarsi di pregiudizievoli inadeguatezze alimentari.
Inadeguatezze per le quali, secondo il parere di dietologi, medici e nutrizionisti, i molti bambini che le praticano abitualmente, vanno incontro, nel tempo, a predisposizioni di natura patologica (sovrappeso, obesità, diabete, ecc.) e, nell’immediato, ad una ridotta concentrazione mentale ed a manifestazioni di sonnolenza dovuti, nelle prime ore,agli effetti di ipoglicemia imputabile al digiuno o ad insufficiente alimentazione e, dopo l’abbondante spuntino di metà mattinata, agli ulteriori nocivi effetti di una pesante e prolungata digestione, che li fa giungere all’ora di pranzo con scarso appetito (Vedi allegato n° 3 ).
Inappetenza che causa il rifiuto di buona parte del pasto, che sarebbe potenzialmente utilizzabile, ma che, in genere, è destinato a diventare rifiuto.
A tal proposito, la Legge Gadda 166/2016, onde evitare l’immorale dissipazione di alimenti recuperabili, si prefigge di incentivare un nuovo modello di mercato e di welfare ( espressione che sottintende iniziative dirette ad assicurare il benessere dei cittadini ) inclusivo, in grado di rendere compatibili la sostenibilità del complesso delle norme che regolamentano l’approvvigionamento alimentare con la responsabilità sociale, riferita alla collettività.
Infatti, la citata Legge,incentra i suoi punti di forza:
- nell’operato delle Associazioni di volontariato, grazie all’impegno delle quali si è già registrato un incremento di donazioni in termini di quantità e di tipologia: prodotti ortofrutticoli, cibi cotti e freschi, prodotti a lunga conservazione e farmaci;
- e nella possibilità di reperimento, prima impensabile, di prodotti,come quelli confiscati, le eccedenze nel settore del banqueting (banchetti) e nelle mense.
Come dimostra l’aumento,da 4.635 a 5.573 tonnellate/anno ( da Ottobre 2016 a Settembre 2017 ), pari ad un incremento del 21,4% delle donazioni delle eccedenze, dedotto dai rilevamenti condotti da Andrea Giussani, presidente del Banco Alimentare, che afferma: “ abbiamo riscontrato un progressivo cambio di cultura degli operatori della filiera, concretamente testimoniato dall’aumento dei punti di vendita disponibili e dalle quantità di alimenti recuperati”.
Quanto sopra, per tentare di indurre gli operatori interessati ed i tanti lettori del nostro Sito:
- riflettere sulla potenziale possibilità, anche individuale, di poter contribuire a limitare al massimo gli sprechi ed a far sì che l’eccedenza di cibo non venga trattata come rifiuto, bensì come prodotto utilizzabile e destinabile al soddisfacimento alimentare delle molte persone che versano in estrema condizione di indigenza;
- e a considerare, che un cibo sprecato non solo diventa inutile e dannoso per l’ambiente,ma oltre modo dispendioso per i connessi ulteriori sprechi di: superfici di terreno coltivabile, acqua, fertilizzanti, energia e costi del lavoro,utilizzati e spesi per la sua produzione.
Articolo redatto dal Prof. Domenico Brancato
Il Bonus Giovani nasce con l’intento di promuovere forme di occupazione giovanile stabile, ed introduce, come spiega la Circolare INPS N. 40/2018, l’esonero, introdotto dalla Legge di Bilancio, dal versamento dei contributi a carico dei datori di lavoro, in relazione alle nuove assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti (che prevede un indennizzo economico certo e crescente con l’anzianità di servizio), effettuate a partire dal 1° Gennaio 2018.
La suddetta disposizione, secondo quanto previsto dall’art. 1 del Decreto Legislativo 4 Marzo 2015, n. 23, trova applicazione per le assunzioni riguardanti i lavoratori che rivestono la qualifica di Operai, Impiegati o Quadri (Lavoratori subordinati che, pur non appartenenti alla categoria dei Dirigenti, svolgono, con carattere continuativo, funzioni importanti ai fini dell’attuazione degli obiettivi dell’Impresa. Per cui, il loro inquadramento è collocato fra quello dei Dirigenti e quello degli Impiegati, anche se ad essi si applica, salvo che il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro – CCNL – non disponga diversamente, la disciplina prevista per questi ultimi).
Dal beneficio di cui sopra restano esclusi i rapporti di Apprendistato ed i Contratti di lavoro domestico, in relazione ai quali la normativa in vigore già prevede l’applicazione di aliquote previdenziali in misura ridotta.
L’esonero spetta a condizione che l’assunzione, con contratto di lavoro subordinato, interessi lavoratori che non abbiano compiuto il trentesimo anno di età e non siano stati occupati a tempo indeterminato, con il medesimo o con altro datore di lavoro, nel corso dell’intera vita lavorativa.
Per le sole assunzioni effettuate nel corso dell’anno 2018, la norma stabilisce che il limite di età dei soggetti da assumere con contratto di lavoro subordinato, sia innalzato fino al trentacinquesimo anno di età (da intendersi come 34 anni e 364 giorni), sempre che non siano stati occupati a tempo indeterminato, con il medesimo o con altro datore di lavoro, nel corso dell’intera vita lavorativa.
La misura dell’incentivo, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL, è pari al 50% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, nel limite massimo di 3.000 euro su base annua, da ripartire e applicare su base mensile.
La durata del beneficio è prevista per trentasei mesi, a partire dalla data di assunzione.
L’agevolazione può essere riconosciuta anche per il mantenimento in servizio, dal 1° Gennaio 2018, del lavoratore al termine del periodo di Apprendistato, a condizione che questi non abbia compiuto il trentesimo anno di età. In tal caso, però, il beneficio può essere applicato soltanto per un periodo massimo di dodici mesi, fermo restando l’importo di 3.000 euro/anno.
Inoltre, l’esonero viene elevato al 100% dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, sempre con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL, per trentasei mesi, a partire dalla data di assunzione, e sempre nel limite massimo di 3.000 euro su base annua, da riparametrare ed applicare su base mensile, nei casi in cui le assunzioni a tempo indeterminato riguardino Giovani che nei sei mesi precedenti, abbiano svolto, presso lo stesso datore di lavoro, attività di alternanza Scuola- Lavoro o periodi di Apprendistato per:
La citata Circolare INPS illustra, oltre alle condizioni per il diritto all’esonero contributivo, le istruzioni per l’adeguamento della Denuncia contributiva.
Dell’agevolazione si potrà fruire mediante conguaglio applicato sulle denunce contributive, a partire dal mese di competenza Marzo 2018. Per il recupero dell’esonero relativo a periodi arretrati eventualmente spettanti, fra Gennaio e Febbraio 2018, i datori di lavoro, che abbiano già provveduto alle assunzioni, potranno utilizzare i flussi UNIEMENS (Unico sistema di inoltro delle Denunce mensili relative ai Lavoratori dipendenti) dei mesi di competenza marzo, aprile e maggio 2018.
Articolo redatto dal Prof. Domenico Brancato
Non è una barzelletta e neanche uno scherzo. Non è neanche colpa della neve! Su alcune strade del nostro territorio è diventato molto difficile guidare, se non andare a piedi! Al di là del problema delle buche, al quale si sta, con tempi molto dilattai, cercando di provvedere, c’è l’allarme radici!
Prendiamo l’esempio di via E. De Amicis e di via G. Prati: qui la situazione è davvero critica. Le radici dai lati arrivano al centro della strada e costringono gli automobilisti a pericolosi slalom – quando va bene – e spesso, causano anche una perdita del controllo e dell’equilibrio del veicolo.
Non dimentichiamoci che si tratta di strade molto trafficate, a senso unico e sulle quali ci sono gli accessi alle scuole: materna su via De Amicis e media su via Prati.
Ad essere danneggiati sono anche i marciapiedi. In pericolo, quindi, anche i pedoni!
Sarebbe il caso di pensare ad una soluzione per l’incolumità di grandi e piccini e di chiunque passa!
Eleonora Persichetti
Qualche tempo fa abbiamo parlato in un lungo articolo della situazione di S. Maria delle Mole, in particolare delle condizioni di alcune zone e di alcune strade. Il Comitato di quartiere, sempre in prima linea, si è fatto portavoce presso l’amministrazione comunale e i primi risultati già sono arrivati.
L’Assessore alle attività produttive, Ada Santamaita, ha predisposto dei sopralluoghi sul territorio, al termine dei quali sono stati programmati i seguenti interventi:
- pulizia fontana piazza Sciotti: dato mandato a Multiservizi
- paline in via Manzoni: controllate e sostituite quelle pericolanti
- attraversamenti pedonali rialzati in via Prati: da fare sopralluogo con PL
- segnaletica e toponomastica in via Prati: eseguito
- ceppaie da rimuovere: in attesa bel tempo
- cartelli sbagliati viale della Repubblica < via Prati: rimossi
- paletti senza cestino in viale Repubblica, Mamelii e altri: rimossi
- fioriere v. della Repubblica: rimosse
- parapedonali e panchine rotte Piazza Togliatti: rimossi
- cartelli da togliere via Mameli
- segnaletica rotta via Fava: eseguito
- Stop viale della Repubblica - Piazza Sciotti: da verificare
Seguiranno altri sopralluoghi, speriamo a breve.
Il buongiorno, del resto, si vede dal mattino…
Eleonora Persichetti
La Chiesa Santa Rita da Cascia ha realizzato per tutti i fedeli un programma di messe ed eventi per la settimana Santa.
Si parte giovedì 29 marzo con la messa del Crisma presso la Cattedrale di Albano alle 9,30.
Eleonora Persichetti
La Compagnia Teatrale della Scuola Media “A. Vivaldi” è nuovamente in scena con "RUGANTINO” con la Regia delle professoresse Giuliana Fantacone e Giovanna Ruffini mentre alle coreografie la professoressa Filomena Rivetti.
Se è vero che ogni città ha i suoi simboli "storici", che restano scolpiti in eterno nel cuore e nella mente del suo popolo, RUGANTINO è senz'altro uno di questi simboli ed è divenuto ormai una pietra miliare nella storia del teatro Musicale italiano.
Il fascino dell'opera è rimasto inalterato nel tempo ed è in buona parte dovuto alle celebri canzoni che fanno da struttura portante della commedia: "La Ballata di Rugantino", "Ciumachella de Trastevere", "Roma nun fa la stupida stasera", sono solo i titoli più' conosciuti che saranno cantate dagli alunni della Scuola Media Vivaldi.
Rugantino, Rosetta, Eusebia e Mastro Titta saranno presso l’Auditorium Mons. Grassi Via Garibaldi, 54 a Marino in due emozionanti serate:
Venerdi 20 Aprile ore 19.00 e Sabato 21 Aprile ore 19.00
Eleonora Persichetti
http://www.lavocedeicastelli.com/