Focus! il sonno? cause che lo ostacolano ed accorgimenti adottabili per favorirlo! Articolo scritto da Domenico Brancato e pubblicato il 27/08/2024!
Il perdurare delle alte temperature giornaliere e notturne, indubbiamente contribuisce ad ampliare enormemente l’effetto delle cause che impediscono il normale svolgimento del sonno.
Ma poiché non è sempre fattibile contrastare le conseguenze dell’opprimente andamento meteorologico tramite gli appositi dispositivi tecnologici (Condizionatori, climatizzatori e ventilatori), vediamo come è possibile intervenire sull’adeguamento delle abitudini, e sull’ adozione di espedienti personali tendenti a mitigarlo.
A tal proposito, si ritiene far precedere l’esposizione delle proposte in tal senso da alcune utili precisazioni inerenti la definizione di:
sonno: periodo di riposo durante il quale si interrompe la condizione cosciente della veglia, per migrare in un particolare stato psico-fisico caratterizzato dalla sospensione della volontà e della coscienza e dal rallentamento delle funzioni neurovegetative. Trattasi di un processo che occupa circa un terzo dell’esistenza ed è indispensabile alla vita e per il recupero fisico ed il benessere mentale. E, anche se ogni persona può avere una specifica necessità, il soddisfacimento del bisogno di dormire, per svegliarsi riposati, in genere, risulta essere di circa 10 e 7-8 ore per notte, rispettivamente per adolescenti e adulti;
insonnia: disturbo che fa percepire il sonno leggero e di scarsa qualità, in genere dovuta a difficoltà ad addormentarsi, risvegli ripetuti nel cuore della notte senza un apparente motivo, a svegliarsi presto al mattino e non riuscire più a riaddormentarsi. Difficoltà che diventa un problema di natura patologica, quando si incorre nell’oggettiva difficoltà a prendere sonno o riuscire a rimanere addormentati per tre o più notti a settimana, con conseguente compromissione delle attività giornaliere dovute a difficoltà di concentrazione e memoria, eccessiva stanchezza , spossatezza e debolezza;
nonchè la descrizione delle cause dell’insonnia: stress (logorio, sovraffaticamento superlavoro) psicologico e disturbi di ansia (trepidazione, angoscia) e depressione (abbattimento psichico); cambiamenti di stagione e conseguente modificazione del fotoperiodo (durata del tempo di illuminazione giornaliera); lavoro su turni che comporti una variazione del ciclo sonno-veglia, la cui deregolazione può comportare ripercussioni sul normale svolgimento del ciclo; disturbi organici, dolori articolari e muscolari, sindrome delle gambe senza riposo e delle apnee (sospensione del respiro) ostruttive del sonno; ipertensione arteriosa incontrollata; tachicardia (accelerazione anormale dei battiti del cuore); reflusso gastroesofageo; incontinenza urinaria; ecc.);
Ciò premesso si riportano di seguito:
i consigli pratici formulati degli esperti per contrastare l’insonnia:
cercare di coricarsi e di alzarsi sempre intorno alla stessa ora;
evitare di svolgere attività fisicamente impegnative (fare sport, leggere un libro dal contenuto impegnativo, studiare o lavorare), che tengono la mente troppo attiva, impedendo così la fase di rilassamento pre-sonno;
evitare l’utilizzo di smartphone, tablet, pc e altri dispositivi elettronici, soprattutto quando si è a letto, in quanto la luce emessa dallo schermo può inibire il rilascio di melatonina, rendendo più difficile l’addormentamento;
oscurare quanto più possibile la camera da letto, eliminare fonti di rumore, spegnere eventuali lucine ed evitare di tenere accese dispositivi elettronici (vedi TV), dato che le onde elettromagnetiche disturbano il sonno;
smettere di fumare, in quanto la nicotina, oltre ad essere nociva, è una sostanza eccitante;
evitare di dormire durante il giorno (pisolino dopo pranzo) per più di mezz’ora e di praticare poca attività fisica;
controllare il reflusso gastroesofageo, evitando di portare pigiami stretti in vita, aumentando di qualche centimetro lo spessore del cuscino e aspettando almeno 3 ore dal termine della cena prima di coricarsi;
fare una doccia serale per aiutare a stimolare il sonno e favorire l’addormentamento;
scegliere la posizione supina per dormire, cioè con il corpo sdraiato sulla schiena e le braccia distese lungo i fianchi;
evitare di consumare pasti abbondanti durante le ore serali, optando per l’assunzione di una buona quota calorica a colazione, pranzo e spuntino;
evitare di consumare nelle ore serali: - alimenti che richiedono lunghi tempi di digestione, come quelli ricchi di grassi (fritture, dolci fritti o farciti con creme elaborate, insaccati, cibi in scatola, sott’aceto e alimenti affumicati)); - bevande alcoliche in eccesso, in quanto anche se riducono il tempo necessario per addormentarsi, ne peggiorano la qualità del riposo con risvegli continui che diminuiscono la fase REM (Rapid eye movement = movimento oculare rapido), definita anche stadio di sonno paradosso, perché nonostante ci si trovi in una fase di sonno profondo, che più incide sul recupero fisico e sulla memorizzazione, l’attività cerebrale si risveglia, mentre gli occhi cominciano a muoversi rapidamente; - caffè, cioccolato, tè, bevande al ginseng, energy drink, cola, che contenendo sostanze nervine eccitanti, stimolano i centri della veglia ed ostacolano l’addormentamento; e cibi con ingredienti ricchi di sodio (curry, paprica, alimenti in scatola, patatine, salatini e tutti i piatti in cui si utilizza il dado da cucina), per non favorire l’innalzamento della pressione e la conseguente difficoltà di prendere sonno;
prediligere alimenti ricchi di calcio, magnesio e di vitamine del gruppo B, per favorire il rilassamento dell’organismo;
privilegiare metodi di cottura a vapore, ai ferri, alla griglia, al forno, al cartoccio ecc. e senza aggiunta di grassi;
evitare di mangiare a cena anguria, melone, ananas e altri cibi dall’ effetto diuretico che predispongono a risvegli notturni dovuti alla nicturia (stimolo frequente ad urinare durante le ore notturne), oltre a pomodoro, agrumi, aglio, cipolla, e ogni altro alimento che potrebbe provocare il reflusso gastroesofageo. Preferire, invece, alimenti che aiutano lo svolgimento delle diverse funzioni dell’organismo come: lattuga, radicchio rosso, zucca, rape, cavolo crudi o cotti a vapore, formaggi freschi, yogurt e uova bollite, e in particolare: pane, pasta, riso, patate e orzo, poiché contengono l’aminoacido triptofano, che oltre a favorire la produzione di melatonina: ormone che regola il ciclo sonno-veglia, avvantaggia la sintesi della serotonina: neuromediatore fondamentale per il benessere, il rilassamento ed il sonno profondo;
evitare, quanto possibile, di prendere pasticche, gocce o farmaci dall’effetto rilassante, prima di andare a dormire poiché, a lungo andare, potrebbero causare assuefazione; ma bere delle tisane a base di erbe come, in particolare, melissa (che contribuisce al rilassamento della parete gastrica e del sistema nervoso centrale) e valeriana, passiflora e tiglio (per l’azione sedativa che esercitano sul sistema nervoso);
bere un po’ di latte tiepido (totalmente o parzialmente scremato) prima di coricarsi per conciliare il sonno, senza appesantire lo stomaco.
gli alimenti, i loro contenuti e le modalità di consumo compatibili, secondo i nutrizionisti, con una buona qualità del sonno:
pane, pasta, riso, orzo, farro ed avena integrali, ortaggi a foglie verdi, alghe, germogli di cereali, frutta secca oleaginosa a guscio come noci, mandorle, nocciole, pistacchi, e semi di lino, sesamo, zucca e girasole (in quantità di circa 15-20 grammi al giorno), per il notevole apporto, oltre che del citato aminoacido triptofano, di magnesio (minerale essenziale per tutte la cellule dell’organismo, tant’è che se ne trova il 60% nelle ossa, il 26% nei muscoli ed il 14% nei tessuti e nei liquidi organici. La sua presenza, infatti, contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento fisico e mentale, sostiene il normale funzionamento del sistema nervoso e la funzione del sistema muscolare. Pertanto è consigliato agli sportivi e non, in caso di crampi muscolari, stato di contrattura o per il recupero da fratture ossee o lesioni. Favorisce il metabolismo energetico e la buona struttura dei denti ed aiuta l’organismo ad affrontare situazioni di stress, ansia, depressione, insonnia ed a prevenire l’osteoporosi post-menopausa. Ed inoltre previene l’ingrossamento della prostata e, riducendo la quota lipidica nel sangue, contribuisce ad abbassare elevati livelli di colesterolo. Mentre assieme al calcio, del quale facilita l’assimilazione, agisce sul muscolo miocardico,favorendone rispettivamente il rilassamento e l’attività contrattile: funzioni indispensabili per un’ottimale attività del cuore. Trattasi quindi di un elemento indispensabile per la salute di tutte le componenti dell’organismo, e come tale è bene conoscere: la dose giornaliera raccomandata, corrispondente a 350 mg al giorno per gli uomini e 280 per le donne, anche se gli esperti consigliano di basarsi sui valori di 6 mg per kg di peso corporeo; le conseguenze della sua carenza che, normalmente, trovano riscontro in eccessiva debolezza, affaticamento, irritabilità, confusione mentale, crampi, insonnia e disturbi cardiaci; e le sostanze ed i fattori che ne influenzano l’assorbimento, come abuso di alcool e di caffeina, assunzione di farmaci antibiotici e diuretici, consumo di latte vaccino pastorizzato (perché la pastorizzazione, che avviene esponendo il latte per 15 secondi alla temperatura di 71,7 °C, distrugge le vitamina C e quelle del gruppo B, i fermenti lattici, le proteine, gli anticorpi e gli ormoni benefici; rende indisponibili il calcio e gli altri sali minerali ed inattiva gli enzimi, con il conseguente effetto di trasformarlo in un prodotto privo di vita, notevolmente carente di valore nutritivo e più suscettibile al deterioramento) , eccessivo consumo di dolci e cibi insulinemici: che aumentano la concentrazione di insulina nel sangue, come ad esempio il latte, lo yogurt e i latticini, il sale, oltre a stress emotivo e ambientale (quando l’individuo percepisce, come in questo periodo di intenso caldo, che la richieste ambientali sono eccessive rispetto alle proprie risorse), interventi chirurgici, utilizzo di contraccettivi orali e gravidanza);
legumi, da consumare 2-4 volte a settimana che, specie se uniti a pasta o riso, costituiscono un ottima combinazione di principi nutritivi;
uova, da 2 a 4 porzioni a settimana;
carne sia rossa che bianca, proveniente da tagli magri e privata dal grasso visibile;
pesce, privilegiando quello azzurro e il salmone, poiché molto ricchi di grassi insaturi (Omega 3) e di proteine più leggere e digeribili di quelle della carne, e quindi particolarmente adatto per la cena, anche 3-4 volte a settimana;
latte e formaggi, in quanto importantissime fonti di di triptofano, calcio e vitamine del gruppo B. In particolare il Grana Padano DOP (Denominazione di Origine Protetta), in considerazione che contiene meno grassi (poiché, a differenza di altri formaggi, durante la lavorazione, a partire dal latte crudo, viene decremato per affioramento naturale), oltre ad essere maggiormente ricco di calcio, proteine ad alto valore biologico, vitamine A, B2 e B12 e minerali dal potere antiossidante come zinco e selenio;
frutta secca, per la ricchezza del contenuto di triptofano;
frutta fresca come banane, ciliegie e uva, in dose moderata;
caffè decaffeinato o d’orzo , tè deteinato e bibite senza caffeina e zucchero.
Quanto fin qui esposto si prefigge di contribuire a promuovere il conseguimento di una vantaggiosa igiene del sonno (serie di comportamenti che favoriscono un buon sonno notturno) attraverso il rispetto di alcune norme comportamentali e l’accoglimento di specifici consigli nutrizionali finalizzati sia a modificare quelle abitudini alimentari che possono peggiorare l’insonnia, e sia a consumare cibi che apportano benefici nutrienti per il ciclo sonno-veglia.
Considerato che il nostro sonno, come si deduce dall’esito delle indagini condotte da Luigi Fermi Strambi, direttore del centro di medicina del sonno e ordinario di neurologia dell’Università Villa-Salute San Raffaele di Milano, e anche la conseguenza di ciò che mangiamo. Indagini dalle quali risulta che più è equilibrata la dieta, meglio si riposa durante la notte, con i benefici che ne derivano. In quanto un sonno ristoratore favorisce il rilascio della leptina, ormone che pone un freno allo stimolo della fame, permettendo di gestire il peso corporeo. Mentre nelle persone che dormono poco si riscontrano livelli più alti dell’ormone grelina che produce l’effetto opposto.
Del resto sono noti i benefici della dieta mediterranea (basata, appunto, su abbondanza di fibre e pochi zuccheri aggiunti e grassi saturi) relativi al mantenimento del peso forma, alla protezione della salute cardiovascolare, alla riduzione del rischio oncologico e all’assicurazione di un beneficio complessivo: merito anche di un sonno più profondo e meno intervallato, grazie particolarmente alla rilevante influenza della raccomandata qualità e quantità di nutrienti da assumere in occasione della cena.
Focus Il sonno? Cause che lo ostacolano ed accorgimenti adottabili per favorirlo
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Focus: Il sonno? Cause che lo ostacolano ed accorgimenti adottabili per favorirlo
27/08/2024
Domenico Brancato
Il perdurare delle alte temperature giornaliere e notturne, indubbiamente contribuisce ad ampliare enormemente l’effetto delle cause che impediscono il normale svolgimento del sonno.
Ma poiché non è sempre fattibile contrastare le conseguenze dell’opprimente andamento meteorologico tramite gli appositi dispositivi tecnologici (Condizionatori, climatizzatori e ventilatori), vediamo come è possibile intervenire sull’adeguamento delle abitudini, e sull’ adozione di espedienti personali tendenti a mitigarlo.
A tal proposito, si ritiene far precedere l’esposizione delle proposte in tal senso da alcune utili precisazioni inerenti la definizione di:
sonno: periodo di riposo durante il quale si interrompe la condizione cosciente della veglia, per migrare in un particolare stato psico-fisico caratterizzato dalla sospensione della volontà e della coscienza e dal rallentamento delle funzioni neurovegetative. Trattasi di un processo che occupa circa un terzo dell’esistenza ed è indispensabile alla vita e per il recupero fisico ed il benessere mentale. E, anche se ogni persona può avere una specifica necessità, il soddisfacimento del bisogno di dormire, per svegliarsi riposati, in genere, risulta essere di circa 10 e 7-8 ore per notte, rispettivamente per adolescenti e adulti;
insonnia: disturbo che fa percepire il sonno leggero e di scarsa qualità, in genere dovuta a difficoltà ad addormentarsi, risvegli ripetuti nel cuore della notte senza un apparente motivo, a svegliarsi presto al mattino e non riuscire più a riaddormentarsi. Difficoltà che diventa un problema di natura patologica, quando si incorre nell’oggettiva difficoltà a prendere sonno o riuscire a rimanere addormentati per tre o più notti a settimana, con conseguente compromissione delle attività giornaliere dovute a difficoltà di concentrazione e memoria, eccessiva stanchezza , spossatezza e debolezza;
nonchè la descrizione delle cause dell’insonnia: stress (logorio, sovraffaticamento superlavoro) psicologico e disturbi di ansia (trepidazione, angoscia) e depressione (abbattimento psichico); cambiamenti di stagione e conseguente modificazione del fotoperiodo (durata del tempo di illuminazione giornaliera); lavoro su turni che comporti una variazione del ciclo sonno-veglia, la cui deregolazione può comportare ripercussioni sul normale svolgimento del ciclo; disturbi organici, dolori articolari e muscolari, sindrome delle gambe senza riposo e delle apnee (sospensione del respiro) ostruttive del sonno; ipertensione arteriosa incontrollata; tachicardia (accelerazione anormale dei battiti del cuore); reflusso gastroesofageo; incontinenza urinaria; ecc.);
Ciò premesso si riportano di seguito:
i consigli pratici formulati degli esperti per contrastare l’insonnia:
cercare di coricarsi e di alzarsi sempre intorno alla stessa ora;
evitare di svolgere attività fisicamente impegnative (fare sport, leggere un libro dal contenuto impegnativo, studiare o lavorare), che tengono la mente troppo attiva, impedendo così la fase di rilassamento pre-sonno;
evitare l’utilizzo di smartphone, tablet, pc e altri dispositivi elettronici, soprattutto quando si è a letto, in quanto la luce emessa dallo schermo può inibire il rilascio di melatonina, rendendo più difficile l’addormentamento;
oscurare quanto più possibile la camera da letto, eliminare fonti di rumore, spegnere eventuali lucine ed evitare di tenere accese dispositivi elettronici (vedi TV), dato che le onde elettromagnetiche disturbano il sonno;
smettere di fumare, in quanto la nicotina, oltre ad essere nociva, è una sostanza eccitante;
evitare di dormire durante il giorno (pisolino dopo pranzo) per più di mezz’ora e di praticare poca attività fisica;
controllare il reflusso gastroesofageo, evitando di portare pigiami stretti in vita, aumentando di qualche centimetro lo spessore del cuscino e aspettando almeno 3 ore dal termine della cena prima di coricarsi;
fare una doccia serale per aiutare a stimolare il sonno e favorire l’addormentamento;
scegliere la posizione supina per dormire, cioè con il corpo sdraiato sulla schiena e le braccia distese lungo i fianchi;
evitare di consumare pasti abbondanti durante le ore serali, optando per l’assunzione di una buona quota calorica a colazione, pranzo e spuntino;
evitare di consumare nelle ore serali: - alimenti che richiedono lunghi tempi di digestione, come quelli ricchi di grassi (fritture, dolci fritti o farciti con creme elaborate, insaccati, cibi in scatola, sott’aceto e alimenti affumicati)); - bevande alcoliche in eccesso, in quanto anche se riducono il tempo necessario per addormentarsi, ne peggiorano la qualità del riposo con risvegli continui che diminuiscono la fase REM (Rapid eye movement = movimento oculare rapido), definita anche stadio di sonno paradosso, perché nonostante ci si trovi in una fase di sonno profondo, che più incide sul recupero fisico e sulla memorizzazione, l’attività cerebrale si risveglia, mentre gli occhi cominciano a muoversi rapidamente; - caffè, cioccolato, tè, bevande al ginseng, energy drink, cola, che contenendo sostanze nervine eccitanti, stimolano i centri della veglia ed ostacolano l’addormentamento; e cibi con ingredienti ricchi di sodio (curry, paprica, alimenti in scatola, patatine, salatini e tutti i piatti in cui si utilizza il dado da cucina), per non favorire l’innalzamento della pressione e la conseguente difficoltà di prendere sonno;
prediligere alimenti ricchi di calcio, magnesio e di vitamine del gruppo B, per favorire il rilassamento dell’organismo;
privilegiare metodi di cottura a vapore, ai ferri, alla griglia, al forno, al cartoccio ecc. e senza aggiunta di grassi;
evitare di mangiare a cena anguria, melone, ananas e altri cibi dall’ effetto diuretico che predispongono a risvegli notturni dovuti alla nicturia (stimolo frequente ad urinare durante le ore notturne), oltre a pomodoro, agrumi, aglio, cipolla, e ogni altro alimento che potrebbe provocare il reflusso gastroesofageo. Preferire, invece, alimenti che aiutano lo svolgimento delle diverse funzioni dell’organismo come: lattuga, radicchio rosso, zucca, rape, cavolo crudi o cotti a vapore, formaggi freschi, yogurt e uova bollite, e in particolare: pane, pasta, riso, patate e orzo, poiché contengono l’aminoacido triptofano, che oltre a favorire la produzione di melatonina: ormone che regola il ciclo sonno-veglia, avvantaggia la sintesi della serotonina: neuromediatore fondamentale per il benessere, il rilassamento ed il sonno profondo;
evitare, quanto possibile, di prendere pasticche, gocce o farmaci dall’effetto rilassante, prima di andare a dormire poiché, a lungo andare, potrebbero causare assuefazione; ma bere delle tisane a base di erbe come, in particolare, melissa (che contribuisce al rilassamento della parete gastrica e del sistema nervoso centrale) e valeriana, passiflora e tiglio (per l’azione sedativa che esercitano sul sistema nervoso);
bere un po’ di latte tiepido (totalmente o parzialmente scremato) prima di coricarsi per conciliare il sonno, senza appesantire lo stomaco.
gli alimenti, i loro contenuti e le modalità di consumo compatibili, secondo i nutrizionisti, con una buona qualità del sonno:
pane, pasta, riso, orzo, farro ed avena integrali, ortaggi a foglie verdi, alghe, germogli di cereali, frutta secca oleaginosa a guscio come noci, mandorle, nocciole, pistacchi, e semi di lino, sesamo, zucca e girasole (in quantità di circa 15-20 grammi al giorno), per il notevole apporto, oltre che del citato aminoacido triptofano, di magnesio (minerale essenziale per tutte la cellule dell’organismo, tant’è che se ne trova il 60% nelle ossa, il 26% nei muscoli ed il 14% nei tessuti e nei liquidi organici. La sua presenza, infatti, contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento fisico e mentale, sostiene il normale funzionamento del sistema nervoso e la funzione del sistema muscolare. Pertanto è consigliato agli sportivi e non, in caso di crampi muscolari, stato di contrattura o per il recupero da fratture ossee o lesioni. Favorisce il metabolismo energetico e la buona struttura dei denti ed aiuta l’organismo ad affrontare situazioni di stress, ansia, depressione, insonnia ed a prevenire l’osteoporosi post-menopausa. Ed inoltre previene l’ingrossamento della prostata e, riducendo la quota lipidica nel sangue, contribuisce ad abbassare elevati livelli di colesterolo. Mentre assieme al calcio, del quale facilita l’assimilazione, agisce sul muscolo miocardico,favorendone rispettivamente il rilassamento e l’attività contrattile: funzioni indispensabili per un’ottimale attività del cuore. Trattasi quindi di un elemento indispensabile per la salute di tutte le componenti dell’organismo, e come tale è bene conoscere: la dose giornaliera raccomandata, corrispondente a 350 mg al giorno per gli uomini e 280 per le donne, anche se gli esperti consigliano di basarsi sui valori di 6 mg per kg di peso corporeo; le conseguenze della sua carenza che, normalmente, trovano riscontro in eccessiva debolezza, affaticamento, irritabilità, confusione mentale, crampi, insonnia e disturbi cardiaci; e le sostanze ed i fattori che ne influenzano l’assorbimento, come abuso di alcool e di caffeina, assunzione di farmaci antibiotici e diuretici, consumo di latte vaccino pastorizzato (perché la pastorizzazione, che avviene esponendo il latte per 15 secondi alla temperatura di 71,7 °C, distrugge le vitamina C e quelle del gruppo B, i fermenti lattici, le proteine, gli anticorpi e gli ormoni benefici; rende indisponibili il calcio e gli altri sali minerali ed inattiva gli enzimi, con il conseguente effetto di trasformarlo in un prodotto privo di vita, notevolmente carente di valore nutritivo e più suscettibile al deterioramento) , eccessivo consumo di dolci e cibi insulinemici: che aumentano la concentrazione di insulina nel sangue, come ad esempio il latte, lo yogurt e i latticini, il sale, oltre a stress emotivo e ambientale (quando l’individuo percepisce, come in questo periodo di intenso caldo, che la richieste ambientali sono eccessive rispetto alle proprie risorse), interventi chirurgici, utilizzo di contraccettivi orali e gravidanza);
legumi, da consumare 2-4 volte a settimana che, specie se uniti a pasta o riso, costituiscono un ottima combinazione di principi nutritivi;
uova, da 2 a 4 porzioni a settimana;
carne sia rossa che bianca, proveniente da tagli magri e privata dal grasso visibile;
pesce, privilegiando quello azzurro e il salmone, poiché molto ricchi di grassi insaturi (Omega 3) e di proteine più leggere e digeribili di quelle della carne, e quindi particolarmente adatto per la cena, anche 3-4 volte a settimana;
latte e formaggi, in quanto importantissime fonti di di triptofano, calcio e vitamine del gruppo B. In particolare il Grana Padano DOP (Denominazione di Origine Protetta), in considerazione che contiene meno grassi (poiché, a differenza di altri formaggi, durante la lavorazione, a partire dal latte crudo, viene decremato per affioramento naturale), oltre ad essere maggiormente ricco di calcio, proteine ad alto valore biologico, vitamine A, B2 e B12 e minerali dal potere antiossidante come zinco e selenio;
frutta secca, per la ricchezza del contenuto di triptofano;
frutta fresca come banane, ciliegie e uva, in dose moderata;
caffè decaffeinato o d’orzo , tè deteinato e bibite senza caffeina e zucchero.
Quanto fin qui esposto si prefigge di contribuire a promuovere il conseguimento di una vantaggiosa igiene del sonno (serie di comportamenti che favoriscono un buon sonno notturno) attraverso il rispetto di alcune norme comportamentali e l’accoglimento di specifici consigli nutrizionali finalizzati sia a modificare quelle abitudini alimentari che possono peggiorare l’insonnia, e sia a consumare cibi che apportano benefici nutrienti per il ciclo sonno-veglia.
Considerato che il nostro sonno, come si deduce dall’esito delle indagini condotte da Luigi Fermi Strambi, direttore del centro di medicina del sonno e ordinario di neurologia dell’Università Villa-Salute San Raffaele di Milano, e anche la conseguenza di ciò che mangiamo. Indagini dalle quali risulta che più è equilibrata la dieta, meglio si riposa durante la notte, con i benefici che ne derivano. In quanto un sonno ristoratore favorisce il rilascio della leptina, ormone che pone un freno allo stimolo della fame, permettendo di gestire il peso corporeo. Mentre nelle persone che dormono poco si riscontrano livelli più alti dell’ormone grelina che produce l’effetto opposto.
Del resto sono noti i benefici della dieta mediterranea(basata, appunto, su abbondanza di fibre e pochi zuccheri aggiunti e grassi saturi) relativi al mantenimento del peso forma, alla protezione della salute cardiovascolare, alla riduzione del rischio oncologico e all’assicurazione di un beneficio complessivo: merito anche di un sonno più profondo e meno intervallato, grazie particolarmente alla rilevante influenza della raccomandata qualità e quantità di nutrienti da assumere in occasione della cena.
Federica Bruni Agente Immobiliare da anni, dopo aver compiuto gli studi di Architettura e dopo aver lavorato presso un’azienda di famiglia che si occupava di edilizia, ha potuto sviluppare tecniche conoscitive in merito alla cantieristica.
Si abilita presso la CCIAA di Roma e fa esperienza nel campo immobiliare affiancando per un periodo il vicepresidente FIMAA (Federazione Italiana Mediatori Agenti Affari) per poi intraprendere l’attività di Agente Immobiliare su Roma e Castelli Romani.
Associata FIMAA, alla quale e’ iscritta dal 2009, grazie ai numerosi convegni e ai continui programmi formativi organizzati dall'associazione cui ha partecipato, ha acquisito una notevole e specifica competenza in materia, assistendo la clientela nelle compravendite e locazioni; nella cantieristica; offrendo servizi di consulenza sia immobiliare che per ciò che riguarda i finanziamenti oltre alle problematiche urbanistiche che alle valutazioni degli immobili.