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Verso una Roma Capitale Metropolitana: si riaccende il dibattito sull’autonomia e lo sviluppo del territorio

Verso una Roma Capitale Metropolitana: si riaccende il dibattito sull’autonomia e lo sviluppo del territorio Copertina    (commenti:2) (371)
Eleonora Persichetti

 
Il 13 maggio scorso, presso l’agriturismo “Il Cavallino Rosso”, al confine tra Roma, Boville e Pavona, si è svolto un incontro promosso dalle associazioni Sempre Boville e Co.Pro.N.E.L. per rilanciare il dibattito sulla riforma di Roma Capitale e dei 21 Comuni della Città Metropolitana, con attenzione alle aree dell’Appia Antica, Bovillae e l’Agro Romano.
 
L’incontro ha riacceso i riflettori su un tema che unisce istanze democratiche, sviluppo territoriale e tutela del patrimonio culturale e ambientale. La proposta al centro del dibattito riguarda una legge costitutiva, prevista dall’art. 114 della Costituzione, per il riconoscimento istituzionale di Roma Capitale Metropolitana e delle comunità coinvolte. L’obiettivo è ottenere una governance più efficace e partecipata, coinvolgendo anche le Province limitrofe non metropolitane.
 
Dopo l’introduzione di Carla Martella, impenditrice agrituristica, e l’introduzione di Pino Cardente, coordinatore CoProNEL e Presidente dell’ass.ne Sempre Boville, sono intervenuti: l’agronomo Marco Greggio, il ricercatore Francesco De Santis (Università LUMSA e ANCI Lazio), e contributi di studiosi come Marco Bellitto e Alfonso Pascale. Presente anche Luciano Nobili, presidente della Commissione PNRR e Grandi Eventi della Regione Lazio.
 
Durante l’evento, si è ribadita la richiesta che parte dei fondi PNRR avanzati — circa 10 miliardi — vengano destinati a progetti locali sostenibili, come la valorizzazione agrituristica, la tutela del patrimonio religioso e culturale (come il Monastero dei Frati Trappisti a Bovillae), e la messa in sicurezza delle infrastrutture, a seguito di recenti episodi come il crollo di una scuola a Santa Maria delle Mole.
 
Infine, le associazioni promotrici hanno rilanciato l’appello per l’estensione del riconoscimento UNESCO all’intera area dell’Appia Antica e dei siti archeologici censiti, e chiesto un incontro urgente al Ministero della Cultura.
L’iniziativa, a cui ha fatto da sfondo anche una mostra sulla transumanza e degustazioni di prodotti tradizionali, ha rappresentato un momento di confronto costruttivo. Le comunità promotrici ribadiscono che l’autonomia istituzionale è uno strumento democratico da perseguire con determinazione, dentro e fuori le sedi istituzionali.
 
Associazioni promotrici: Sempre Boville – Co.Pro.N.E.L.

Il Gruppo dei Volontari del Decoro Urbano getta la spugna, ma ci perdiamo tutti

Il Gruppo dei Volontari del Decoro Urbano getta la spugna, ma ci perdiamo tutti Copertina    (commenti:2) (412)
Gianni Botta

Con un proprio post pubblicato nella sua pagina Facebook Filippo Cuomo ha ufficializzato la decisione di  rimuovere il mastello posizionato nel parcheggio Mameli.
 
Con poche e semplici parole piene di amarezza il nostro concittadino ha sintetizzato il proprio stato d’animo, nella consapevolezza che ci sono persone incivili le quali si sono approfittate di un contenitore in cui avrebbero dovuto essere conferiti solo piccoli rifiuti, quelli che normalmente si accumulano nei posacenere delle auto, pensando di depositarci la loro immondizia.
 
Ecco cosa ha scritto:
“Posizionare questo mastello di cortesia al parcheggio Mameli e dopo solo pochi giorni ritrovarci tutto quello della foto, significa che abbiamo perso tutti, e purtroppo come Comitato del Decoro Urbano,ci vediamo costretti a ritirare il secchio e girare la palla al comune che dovrà sicuramente intraprendere provvedimenti più seri!
 
È proprio vero: abbiamo perso tutti, ma il contrasto all’inciviltà non si ferma qui perché il Gruppo dei Volontari andrà avanti con i piccoli gesti che vedete fare da loro in giro per Santa Maria delle Mole.
 
Una sola parola prima di chiudere: grazie Filippo!

Revocati i lavori per la costruzione della palestra al parco Lupini.

Revocati i lavori per la costruzione della palestra al parco Lupini. Copertina    (commenti:2) (2.301)
Antonio Calcagni

Nei giorni scorsi, diverse  sono state le  richieste  d’incontro urgente, avanzate dalle varie realtà associative che hanno a cuore il bene della nostra Cittadina, per discutere con l’amministrazione comunale sull’argomento palestra in costruzione  al parco Lupini.
 
Un appello prontamente accolto  che ha così  permesso un incontro già nella giornata di  giovedì  09-07.
 
All’incontro che si è svolto presso la sede comunale, erano presenti:  il coordinatore del Comitato spontaneo “No alla costruzione della palestra al parco Lupini” Eric Guggino; la presidentessa dell’associazione Genitori Primo Levi,  Simona Bisceglie ed il  sottoscritto presidente del  Comitato di quartiere di Santa Maria delle Mole,  oltre ovviamente a vari soci di tutte le tre realtà.
 
Folta e qualificata anche la controparte  guidata  dal Sindaco e completata  dalla presenza  del Vice Sindaco Tiberi, e dagli assessori:  Tammaro, Audino, Cerro e Santamaita. Presente anche il Presidente del Consiglio Comunale  Narcisi, ed i consiglieri di maggioranza Blasetti, Correani e De Petrillo.
 
Tutte  le realtà associative presenti, hanno espresso in modo categorico ed inequivocabile la loro netta contrarietà all’opera che, nata per soddisfare una legittima esigenza  degli alunni della scuola Elsa Morante, ha finito per diventare un opera del tutto sproporzionata alle reali esigenze dei nostri scolari.
 
Un’opera che, con le sue notevoli dimensioni  avrebbe, un forte  impatto negativo su tutta la zona, e renderebbero particolarmente laboriose e dispendiose le manovre per la sua  trasformazione giornaliera,  premessa indispensabile,  affinché possa essere  fruizione  sia dei bambini della scuola che da  tutti gli altri  cittadini. 
 
Di contro è  stato  proposto:
  • La realizzazione su un altro sito cittadino della suddetta palestra;
  • La realizzazione  presso il plesso scolastico Elsa Morante, di  una  palestra adeguata  alle reali esigenze dei piccoli scolari,
  • L’immediato ripristino del manto  appena divelto per consentire i rilievi archeologici.
Il Sindaco,  escludendo l’esistenza di siti alternativi, ha difeso la scelta portata avanti dalla sua Amministrazione,  tendente  a  valorizzare l’aspetto sportivo del parco.
 
Ha confermato  la volontà della sua Amministrazione, di rendere la palestra  fruibile e gratuita per  tutti,sottolineando le gravi conseguenze amministrative di una revoca.
 
L’unica possibilità che ha aveva lasciato alla trattativa era quella  di poter rivedere insieme a noi una riduzione dell’impatto ambientale dell’opera. Un margine ben piccolo per essere accettato.
 
 Questo quanto risultava dall’incontro di giovedì , ma probabilmente le nostre parole non sono cadute nel vuoto, tant’è che già da questa mattina, sono  cominciate  a circolare  voci di una profonda riflessione da parte dell’Amministrazione che poi nel pomeriggio si è concretizzata con la pubblicazione sull’albo pretorio della determina nr.  570 che di fatto annulla la gara di affidamento dei lavori per la realizzazione della suddetta palestra.
 
Ricordando che riconoscere i propri errori non è mai un segno di debolezza ma al contrario di forza, umiltà ed  intelligenza, si coglie l’occasione per ringraziare l’amministrazione comunale per la sensibilità dimostrata.
 
Ora tutti insieme dobbiamo  impegnarci affinché il mancato esborso per la  palestra  venga utilizzato per:  la scuola Elsa Morante, per il parco e più in generale per tutta la nostra cittadina di Santa Maria.
  
 
 
 
 
 
 

Riflessioni sul nuovo servizio “porta a porta”

Riflessioni sul nuovo servizio “porta a porta” Copertina    (commenti:2) (1.500)
Antonio Calcagni

Con un ritardo decennale rispetto alla gran parte del Comuni Italiani, del Nord, del Centro, ma anche del tanto vituperato Sud, anche nel nostro Comune segna i primi barcollanti passi, la raccolta differenziata porta a porta.

Un sistema di  raccolta che modifica radicalmente l’approccio dei Cittadini nei confronti  del rifiuto, che da tale, diventa invece una risorsa da sfruttare, a tutto vantaggio dell’ambiente, ma in ultima analisi anche del portafoglio.

Un percorso di modifica comportamentale che come è immaginabile richiede tempo, approfondimento ed impegno di tutti, Cittadini ed Istituzioni, ma che al termine del quale porta alla consapevolezza dell’insostenibilità ambientale economica e morale dell’attuale sistema, retaggio del secolo scorso, abbandonato ormai da tutto il mondo civile, ma ostinatamente difeso da “Illustri” Amministratori locali del passato.

Una consapevolezza che deve portare il Cittadino a sentirsi parte attiva e centrale di questo processo, ma che comporta anche un’assunzione diretta di responsabilità delle proprie azioni.

Un cambiamento che proprio per il fatto di essere così profondo, andava gestito con cura, attenzione e senza alcuna fretta.

Il nostro Comitato, intuendo la complessità della posta in gioco, ha in quest’ultimo anno, più e  più volte sollecitato l’Amministrazione Comunale ad avviare una capillare informazione dei Cittadini, anche attraverso la rete dei vari Comitati, ma la risposta che abbiamo sempre ricevuto è stata “ tempo al tempo”, per poi scoprire un bel giorno di fine aprile che il tempo era finito e che la partenza del servizio era stata fissata da li a poche settimane.

La domanda sorge spontanea, ma se fino a gennaio era ancora presto, come mai già ad aprile era già tardi? Cosa ha portato a quest’improvvisa accelerazione, che ha reso la partenza del servizio,  un pasticcio ?

A nostro parere una seria programmazione avrebbe dovuto prevedere, nell’ordine:

1. La completa operatività dell’isola ecologica;
2. l’avvio di una  capillare campagna di sensibilizzazione dei Cittadini;
3. l’avvio, della distribuzione dei mastelli, almeno 2 mesi prima dell’inizio del servizio;
4. una serie di giornate dedicate alla raccolta degli ingombranti, sia presso l’isola ecologica che presso altri punti di raccolta straordinari;
5. e solo dopo tutto ciò, si poteva avviare il nuovo servizio.

Ma ormai il danno è fatto e per attutire le conseguenze, rinnoviamo, ancora una volta, la nostra completa ed incondizionata disponibilità a dare il nostro, sia pur modesto, contributo  a questo processo.

Per concludere, un’ultima considerazione: siamo proprio certi che la Multiservizi, azienda partecipata e quindi con vincoli stringenti sulle assunzioni di nuovo personale, indispensabile per un servizio così capillare e complesso, sia stata la scelta giusta?

Percentuale di Rifiuti indifferenziati abbattuta del 53%

Percentuale di Rifiuti indifferenziati abbattuta del 53% Copertina    (commenti:2) (912)
Eleonora Persichetti

MULTISERVIZI MARINO: DATI DI DICEMBRE 2018

Risultati sempre più soddisfacenti per la raccolta differenziata porta a porta avviata in alcune zone della città di Marino. Dopo i dati lusinghieri del mese di novembre 2018 arrivano - a conferma della bontà del percorso intrapreso - quelli di chiusura anno.

 I numeri sulla quantità di rifiuti indifferenziati portati in discarica nel mese di dicembre 2018, infatti, ci parlano di 900.000 kg contro 1.700.000 dello stesse periodo del 2017. Un decremento, quindi, del 47% che conferma il buon andamento del servizio ed un incremento dei rifiuti differenziati a discapito del “secco residuo”.

La curva della percentuale di rifiuti indifferenziati, infatti (come si evince dal grafico) è scesa sempre di più negli ultimi mesi: da quando la Multiservizi dei Castelli di Marino ha iniziato la distribuzione del kit per la raccolta porta a porta nelle prime frazioni di Marino (maggio 2018) possiamo notare un costante decremento che ha consentito l’abbattimento della soglia del milione di kg, uno dei grandi obiettivi che l’azienda si era posta all’avvio di questo nuovo progetto.

Anche i dati di dicembre 2018 confermano che la raccolta differenziata porta a porta nelle prime zone di Marino servite sta dando i risultati sperati – commenta il presidente della Multiservizi dei Castelli di Marino, Walter Bravetti Certo non ci fermeremo qui, il percorso per centrare tutti gli obiettivi che con il progetto porta a porta ci siamo prefissi è ancora lungo ma la voglia di fare e di migliorarci è davvero tanta. In queste settimane stiamo lavorando incessantemente per l’avvio del sistema Porta a porta nell’ultima zona della città: il centro storico. Anche in questo caso ci serviranno l’aiuto e la collaborazione dei cittadini affinchè tutto funzioni al meglio ma sono certo che non mancheranno. A discapito di qualche comportamento incivile che, purtroppo, ancora riscontriamo, infatti, abbiamo dalla nostra molti residenti che amano il proprio territorio e che vogliono vederlo migliore”.

Al momento la raccolta differenziata porta a porta nella città di Marino serve oltre il 60% della popolazione. Nei primi mesi sono state coperte  le zone:Santa Maria delle Mole, Frattocchie, Cava dei Selci (Zona A) in questi giorni si sta ultimando la copertura di tutta la Zona B ( dopo Castelluccia, Fontana Sala, Due Santi, Spinabella, Costa Rotonda e Campofattore in corso le operazioni a Montecrescenzio).

Nei prossimi mesi, infine, partirà l’avvio del sistema di raccolta porta a porta anche nel centro storico di Marino.

 

Ordinanza sulla mancata manutenzione delle aree verdi private

   (commenti:2) (1.424)
Domenico Brancato

Ogni anno, in questo periodo le superfici di  molti giardini, da verdi prati primaverili  si trasformano in un ammasso di erbacce appassite e sterpi e la vegetazione delle  siepi, che recingono molte abitazioni del nostro territorio, deborda ampiamente dalle aree di competenza,  protendendosi ed invadendo i contigui marciapiedi.

 Ciò costituisce un  pericolo derivante:

  • dalla condizione favorevole allo sviluppo d’incendi;
  • dalla formazione di un habitat per la proliferazione e la  diffusione nell’ambiente circostante di topi, ratti, bisce, zecche ed insetti nocivi di vario genere;
  • dall’impossibilità di consentire ai pedoni di fruire dei marciapiedi, esponendoli alle insidie del traffico veicolare lungo le carreggiate;
  • dalla conseguente mancata evidenza  di alcuni  segnali stradali e dalle condizioni di  precaria visibilità, specie in prossimità di incroci.

Incuria che quindi, non solo evidenzia la trascuratezza di chi non provvede ad eseguire i prescritti interventimanutentivi,  ma si ripercuote inevitabilmente e negativamente sulle generali condizioni  di sicurezza, igienico-sanitari e paesaggistici del territorio.

Pertanto, onde evitare che le descritte condizioni persistano, dal Comune di Marino, in data 4 giugno 2018, è stata emanata l’allegata Ordinanza, contenente dettagliate indicazioni sulle norme da rispettare per non incorrere nelle inevitabili sanzioni amministrative e del Codice della Strada ma, soprattutto, per sollecitare tutti i Cittadini interessati ad adoperarsi, diligentemente,  per il conseguimento, si spera, dell’inconfutabile comune obiettivo di rendere quanto più possibile efficiente, confortevole ed accogliente il nostro ambiente di vita.

 

Articolo redatto dal Professor Domenico Brancato

Facciamo bella la nostra scuola

Facciamo bella la nostra scuola Copertina    (audio/video)    (commenti:2) (1.331)
Antonio Calcagni

 
 
I cortili come paesaggi gioco-didattici
 
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo articolo, inviatoci dal “Gruppo Progetto-Facciamo Bella la nostra scuola”. Questo fantastico gruppo ha realizzato un progetto che, migliorando l’aspetto dei cortili delle nostre scuole, porta lustro alla nostra comunità, oltre ovviamente a rendere più piacevole la frequentazione delle scuole da parte dei nostri piccini. Una sola parola. Grazie per quello che fate.
 
Oggi 6 aprile 2024 si è concluso il primo passo del progetto Facciamo bella la nostra scuola, che riguarda l’abbellimento dei cortili di cinque plessi dell’Istituto comprensivo di Santa Maria delle Mole.
 
Tutto ha avuto inizio lo scorso settembre, quando una maestra ha segnalato questa iniziativa di carattere nazionale. Il Consiglio d’Istituto, sostenendo questa esperienza, ha colto l’occasione sia per aggregare la Comunità Scolastica sia per migliorare l’aspetto dei cortili delle scuole, disegnando e colorando i classici giochi da cortile: campana, tris, bersaglio, copiami, jump e twister. Per la scuola media, invece, sono previsti dei murales sul tema dei quattro elementi naturali: terra, acqua, aria e fuoco.
 
L’obiettivo è quello di promuovere e valorizzare la partecipazione attiva dei genitori alla vita della scuola, stimolare il senso di cooperazione e di impegno civico, proporre e realizzare un’azione educativa, fondata sul senso di appartenenza e di responsabilità nei confronti dei beni comuni.
 
Grazie a dei genitori “specializzati” (quattro architetti, una restauratrice e un decoratore) è stata avviata la fase ideativa nei vari plessi, successivamente sottoposta all’approvazione sia del Consiglio d’Istituto sia degli Assessori Comunali.
 
Tutto questo è stato possibile anche attraverso il supporto di Leroy Merlin- Ciampino, che ha fornito prodotti di alta qualità (vernici, pennelli, rulli, ecc.) per la realizzazione dei lavori; mettendo a disposizione anche un consulente specialistico, che ha orientato la scelta di tutti i prodotti. La multinazionale francese, ancora una volta, si è dimostrata sensibile alle tematiche educative, rivolte ai bambini, che sono decisive per affrontare l’elevato grado di complessità e mutevolezza della società contemporanea.
 
La Comunità Scolastica dell’Istituto Comprensivo di S. Maria delle Mole, nel fine settimana appena trascorso, si è riunita per dare vita all’evento di partecipazione collettiva, prendendosi cura del cortile del plesso Verdi; il primo dei cinque investiti dal progetto. E non si vede l’ora di abbellire la prossima scuola”.

SPRECO ALIMENTARE: CONSEGUENZE ETICHE, ECONOMICHE, SOCIALI  ED AMBIENTALI

   (commenti:2) (1.426)
Domenico Brancato

Il termine spreco trova rispondenza nell’insieme di quei prodotti alimentari che hanno perso valore commerciale e che vengono scartati, ma che potrebbero essere ancora destinati al consumo umano.

Ciò costituisce un inaccettabile paradosso del nostro tempo, in quanto se da un lato vi è la necessità, nei prossimi anni, di incrementare la produzione dei prodotti alimentari del 60 – 70 %, per far fronte all’incremento della popolazione dall’altro, nel mondo, si spreca oltre un terzo del cibo prodottoche, secondo uno studio condotto dalla FAO (Organizzazione mondiale di cibo e agricoltura), ammonterebbe ad 1,3 miliardi di tonnellate, delle quali l’80 % sarebbe ancora utilizzabile.

Tant’è che se fosse possibile recuperare gli sprechi, questi sarebbero sufficienti a sfamare 2 miliardi di persone.

In Europa si sprecano mediamente circa 180 Kg/pro-capite di cibo l’anno (con valori oscillanti fra i 579 e i 44 Kg/pro-capite dell’Olanda e della Grecia), mentre in Italia, globalmente, la media dello spreco, per effetto di contenimento  prodotto  della crisi economica,  risulta essere di 149 Kg/pro-capite, così ripartito:

 

Genere di  Alimento                                Percentuale

Prodotti Ortofrutticoli                                           17

Pasta e Pane                                                      28

Pesce                                                                  15

Uova                                                                    29

Carne                                                                  30

Latticini                                                                32.

Entità di spreco,equivalente ( secondo una indagine condotta dalla ricercatrice Claudia Giordano sugli sprechi di   400 famiglie in una settimana, promossa dal Ministero dell’Ambiente/ Progetto Reduce con l’Università di Bologna,  nell’ambito della campagna Zero Spreco, con la supervisione dell’economista  Andrea Segrè), a Kg/giorno  0,1 a  testa,  pari a Kg/famiglia (composta mediamente, nel 2016, da 2,32 persone)  84,9,corrispondenti a 0,0849 tonnellate, che moltiplicate per  i 25.937.723  di famiglie Italiane,  diventano  2,2 milioni di tonnellate l’anno, chefiniscono nelle  pattumiere delle abitazioni,facendo registrare,rispetto le varie  sedi di rilevazione dello spreco, la rilevante quota del 42 %.Quotache, tradotta in costi, supera i 25 euro/mese per famiglia.

Alle appena  descritte conseguenze di natura etico-economica del cibo sprecato, si aggiungono poi quelle, non meno trascurabili, di natura ambientale e socio-sanitaria, dal momento in cui le cospicue quantità di cibo non consumato contribuiscono sensibilmente al riscaldamento globale e alle crescenti  carenze idriche.

Come si può dedurre dalle emissioni di 4,5 Kg  di anidrite carbonica (CO2) equivalenti, per ogni Kg di cibo sprecatoe dai dati relativi alla “ Impronta Idrica” o “ Acqua Virtuale “ (Volume totale  di acqua consumato e inquinato, in un determinato luogo, nelle diverse fasi della filiera,per ottenere un prodotto), dedotti dagli esiti degli studi condotti dalla Fondazione Olandese  “ Water Footprint Network “ (Integrati  con dati provenienti da altre fonti) sugli alimenti di seguito riportati:

Tipologia  Alimento

                  Quantità

Chilogrammi   Grammi  Numero

Impronta  Idrica( litri acqua )

                       Per

    1 Kg                        Porzione

Pane

         1                            50

   1300                             65

Pasta

         1                            80

   1693                           135

Biscotti

         1                            50

   1800                             90

Cereali (Per colazione)

         1                            30

   1645                             49

Riso

         1                            80

   3400                           272

Legumi secchi

         1                            50

   4055                           203

Frutta con guscio (Noci, Nocciole)

         1                            30

   9065                           272

Frutta fresca

         1                          150

    970                            145

Succo di Frutta

  •                        200 ml
  •                         1140

Verdura e ortaggi

         1                      200

    325                              65

Pomodori

         1180                   1

    156                              28

Patate

         1                       150           

    900                            135

Latte

         1                      125 ml

  1000                            125

Dolci

         1                       100

  3140                            314

Cioccolato

  •                        100
  •                         2400

Zucchero

         1                         5

   1500                            7,5

Vino

         1                     100

     610                             61

Birra

         1                     250

     300                             75

Caffè tostato

        1                      7     1 tazzina

 18900                          132

Tè verde

         1                     3     1 bustina

   8860                            27

Olio d’oliva

         1                   12     1 cucchiaio

   4900                            59

Olio di Girasole

         1                    -

   6795                              -

Burro

         1                           15

   5550                            83

Uova

         1                           60           

   3300                          198

Formaggio fresco

         1                          100

   5000                          500

Carne  avicola ( Pollo )

        1                           150

  3900                           585

Carne suina

         1                          150

  4800                           720

Carne di agnello

         1                          150

  9580                         1437

Carne di manzo

         1                          100

 15500                        1550

Hamburgher di manzo

  •                           150
  •                          2400

 

Dati che, come evidenzia la Piramide Idrica del Barilla Nutrition Center, messa a confronto con la Piramide Alimentare (Vedi allegato n° 1), consentono di riscontrare l’interessante coincidenza tra i cibi meno indispensabili e più grassi  (vari tipi di carne e insaccati) con quelli che consumano più acqua. In pratica, i cibi da consumare con più parsimonia sono anche quelli che hanno un maggior impatto idrico ed ambientale, a conferma che la salute della persone e quella dell’ambiente vanno di pari passo.

Per cui, a seconda della prevalenza del consumo di cibi di provenienza vegetale o animale, l’impronta idrica giornaliera individuale  può variare da circa 1500 – 2600  a 4000 – 6000 litri di acqua (comprendenti, oltre l’acqua consumata direttamente per bere, cucinare e lavarsi, quella impiegata per produrre e trasportare i cibi che mangiamo, per fabbricare gli indumenti che indossiamo e per svolgere ogni altra attività quotidiana), a differenza (stando alle stime del  WWF: Fondo Mondiale per la Natura) del  miliardo di persone che , nel mondo,  non ha accesso all’acqua potabile e degli oltre quattro miliardi che  non ne hanno a sufficienza.

Enorme divario di disponibilità di un bene sempre più prezioso ed indispensabile per la sopravvivenza, imputabile anche ai rilevanti quantitativi di acqua che vengono consumati inutilmente per la produzione della consistente quantità di prodotti alimentari che si sprecano nel corso delle seguenti fasi:

  • Produttiva e prima trasformazione, ovvero durante la coltivazione o l’allevamento, la raccolta e il trattamento della materia prima;

 

  • Distributiva, cioè durante la trasformazione industriale, per  lo scarto di prodotti dovuto alla  non rispondenza  al gradimento del consumatore, all’errata distribuzione o all’invenduto, per eccesso di produzione;

 

  • Del consumo,attribuibili  a:

-  Le irrazionali abitudini di fare la spesa  di milioni di consumatori;

 - L’inosservanza delle indicazioni riportate in etichetta riferite alla corretta modalità di conservazione degli alimenti;

 - Le date di scadenza, per alcuni prodotti, troppo restrittive;

 - La tendenza a confezionare porzioni di cibo abbondanti;

-  Le promozioni che invogliano i consumatori a comprare più cibo del  necessario.

 

Cause di sprechi che, in gran  parte, potrebbero essere evitati compiendo semplici azioni quotidiane e migliorando le abitudini alimentari, come:

  • Fare la lista della spesa e comprare solo la quantità di prodotti necessari;
  • Comprare, possibilmente, presso produttori locali;
  • Acquistare  prodotti di stagione;
  • Limitare l’uso di prodotti trasformati;
  • Imparare l’arte della cucina di recupero, basata sull’utilizzo di avanzi e scarti;
  • Non servire a tavola porzioni abbondanti;
  • Seguire una dieta adeguatamente ripartita dal punto di vista quali-quantitativo e calorico (vedi Allegato n. 2 ).

A proposito di quest’ultimo accorgimento, da quanto emerso da una indagine condotta  dal ricercatore Matteo Boschini dell’università di Bologna, su 73 plessi di Scuola primaria, dei quali 35 in Emilia Romagna, 25 nel Lazio e 18 in  Friuli Venezia Giulia, si deduce che il 29,5 % dei pasti consumati nelle mense viene gettato.

Dati che il professor Andrea  Segrè , docente di Politica agraria internazionale e comparata all’Università di Bologna e fondatore di Last Minute Market, commenta in questi termini: “Nel luogo reputato a fare educazione alimentare, il cibo viene invece buttato. Sono soprattutto frutta e verdura gli alimenti più sprecati, che dal punto di vista della nutrizione dovrebbero essere parte fondamentale del pasto”.

Commento al quale riteniamo sia opportuno aggiungere che la causa della summenzionata tipologia di spreco sia da ricercare, principalmente, nella estensione di cattive abitudini ed eccessive preferenze alimentari, in molti casi, acquisite e consentite dagli/agli alunni in ambito famigliare.

Come denotano le considerazioni  dello Psichiatra Paolo Crepet sul buonismo educativo dei Genitori: “Noi non abbiamo più figli, ma piccoli Budda a cui noi siamo devoti, per cui possono fare di tutto. Scelgono dove andare a mangiare e cosa mangiare… omissis. Siamo diventati Genitori che dicono sempre di si. Ma questo è sbagliato. Quando diventeranno grandi ci sarà qualcuno che gli dirà di no.”

Autorevole opinione che , pur non potendola generalizzare,  trova, purtroppo, riscontro in molti  ambiti  familiari.

Riscontro, che inevitabilmente si ripercuote nell’irrazionalità  delle abitudini alimentari di un cospicuo numero di bambini in età scolare ( In Italia, secondo il Ministero della Salute, il 9% dei bambini di 8 – 9 anni non fa colazione ed il 31% non consuma una colazione adeguata ).

 In quanto, i genitori (o chi per loro) invece di seguire le indicazioni dei nutrizionisti  sulla qualità, quantità, apporto calorico ed equilibrata ripartizione dell’assunzione dei cibi nell’arco della giornata,inconsapevolmente optano,con l’ovvio intento  di assicurare ai loro figli un soddisfacente nutrimento, per inadeguate  soluzioni alternative,come ad esempio:

  • Per una colazione del mattino veloce e frugale, invece di un importante momento da dedicare all’alimentazione con una delle  seguenti combinazionedi cibi:

 - Tazza di tè deteinato con 1 cucchiaio di zucchero o miele, 1 yogurt intero bianco, 1 brioche integrale o 1 fetta di crostata o ciambella fatta in casa ed 1 frutta fresca;

- Tazza di latte intero o parzialmente scremato senza zucchero, 2 fette biscottate integrali con marmellata, 1 porzione di frutta fresca;

- Toast integrale con prosciutto e sottiletta ( o altra farcitura ), più un frullato di frutta fresca di ca. 200 ml, ecc;

 

  • seguita,durante l’intervallo scolastico  delle 10 – 10,30,da un’ abbondante e spesso  ricca di grassi “ colazione”  a base di :

- pizza; - panini con salumi;  cornetto con nutella; ricchi tramezzini; - patatine fritte; -snacks dolci o salati,o addirittura di merendine ricche di grassi, conservanti ed edulcoranti ( junk food = cibo spazzatura ), con l’aggiunta di  bibite zuccherate che, complessivamente, forniscono da 250 a 530 Kcal ca.,

  • invece di uno spuntino antifame dal prevalente contenuto di carboidrati, a base di:

- frutta di stagione( 1 Mela o 1 Arancia, 1 Pera, 2 Kiwi, 3 Mandarini )  con  1 fetta biscottata integrale;

             - uno yogurt magro da 125 g, alla frutta;

- 2 fette biscottate con marmellata;

            - un quadratino di cioccolata ed un frutto;

            - una porzione  (di 22g ) di riso soffiato con cioccolato light, ecc.

Cioè, con cibi di facile digeribilità e dall’apporto calorico (di ca. il 5% dell’intero fabbisogno giornaliero) di  80– 120 Kcal che,secondo accreditati studi scientifici, favoriscono il miglioramento dell’umore, oltre a potenziare le capacità di apprendimento e mnemoniche.

L’insieme di suggerimenti e indicazioni, sopra riportati, per cercare di diffondere l’importanza della  consapevolezza di una equilibrata alimentazione, al fine di impedire il protrarsi  di pregiudizievoli inadeguatezze alimentari.

 Inadeguatezze per le quali, secondo il parere di dietologi, medici e nutrizionisti, i molti bambini che le praticano abitualmente, vanno incontro, nel tempo, a predisposizioni di natura patologica (sovrappeso, obesità, diabete, ecc.) e, nell’immediato, ad una ridotta concentrazione mentale ed a  manifestazioni di sonnolenza dovuti, nelle prime ore,agli effetti di ipoglicemia imputabile al digiuno o ad insufficiente alimentazione e, dopo l’abbondante spuntino di metà mattinata, agli ulteriori nocivi effetti di una pesante  e prolungata digestione, che li fa giungere all’ora di pranzo con scarso appetito (Vedi allegato n° 3 ).

Inappetenza che causa il rifiuto di  buona parte del pasto, che sarebbe potenzialmente utilizzabile, ma che,  in genere, è  destinato a diventare rifiuto.

A tal proposito, la Legge Gadda  166/2016, onde  evitare l’immorale dissipazione di alimenti recuperabili,  si prefigge di incentivare un nuovo modello di mercato e di welfare ( espressione che sottintende iniziative dirette ad assicurare il benessere dei cittadini ) inclusivo, in grado di  rendere compatibili la sostenibilità del complesso delle norme che regolamentano l’approvvigionamento alimentare  con la responsabilità sociale, riferita alla collettività.

Infatti, la citata Legge,incentra i suoi punti di forza:

 - nell’operato delle  Associazioni di volontariato, grazie all’impegno delle  quali si è  già registrato un incremento di donazioni  in termini di quantità e  di tipologia: prodotti ortofrutticoli, cibi cotti e freschi, prodotti a lunga conservazione e farmaci;

- e nella possibilità di reperimento, prima impensabile, di prodotti,come quelli confiscati, le eccedenze nel settore del banqueting (banchetti)  e nelle mense. 

Come dimostra  l’aumento,da 4.635 a 5.573 tonnellate/anno ( da Ottobre 2016 a Settembre 2017 ), pari ad un incremento del 21,4% delle donazioni delle eccedenze, dedotto dai rilevamenti condotti da Andrea Giussani, presidente del Banco Alimentare, che  afferma: “ abbiamo riscontrato un progressivo cambio di cultura degli operatori della filiera, concretamente testimoniato  dall’aumento dei punti di vendita disponibili e dalle  quantità di alimenti recuperati”.

Quanto sopra, per tentare di indurre gli operatori interessati ed i tanti  lettori del  nostro Sito:

- riflettere sulla potenziale possibilità, anche  individuale, di poter contribuire a  limitare al massimo gli sprechi ed a  far sì che l’eccedenza di  cibo non venga trattata come rifiuto,  bensì come  prodotto utilizzabile e destinabile al soddisfacimento alimentare delle  molte persone che versano in estrema condizione di indigenza;

- e a considerare, che un cibo sprecato non solo diventa inutile e dannoso per l’ambiente,ma oltre modo dispendioso per i connessi ulteriori  sprechi di: superfici di terreno coltivabile, acqua, fertilizzanti, energia e costi del lavoro,utilizzati e spesi per la sua produzione.

 

Articolo redatto dal Prof. Domenico Brancato

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