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L’arrivo dell’estate, oltre a portare il caldo, contribuisce ad incrementare i luoghi e le circostanze in cui si verificano manifestazioni di inconcepibile maleducazione, consistente nell’abbandono, dappertutto, di un’ampia tipologia di rifiuti di piccola taglia, quali: scontrini, fazzoletti di carta, gomme da masticare, cartacce, piccoli involucri di plastica, lattine,e soprattutto cicche.
Rifiuti, che avendo tempi di degradazione anche di notevole durata(che vanno dai 3 mesi per i fazzolettini di carta, ai 3-12 mesi per i giornali, ai 2 anni per i mozziconi di sigarette con filtro, ai 5 anni per i chewin-gum, ai 10 - 100 anni per i barattoli di latta, ai 10 – 1000 anni per contenitori in plastica ), sono destinati a permanere a lungo sulle strade, sui marciapiedi,nelle foriere, nelle aiuole, nei prati, nei siti archeologici, ecc.
In quanto, specie i mozziconi di sigaretta, sono un rifiuto che, a causa delle ridotte dimensioni, risulta difficile rimuove con i mezzi di spazzamento manuali e meccanici poiché, come frequentemente accade, rimangono intrappolati nelle fessure, nelle intercapedini, nei tombini,e fra i cespugli.
Trattasi cioè di un insieme di rifiuti che per le loro natura non nuocciono soltanto al decoro urbano e dei luoghi meta di frequentazioni di vario genere ma, costituiscono una reale minaccia per l’ambiente naturale, la vita acquatica e la fauna .
Infatti, le cicche, in particolare, risultano essere un rifiuto non facilmente biodegradabile, dato che il filtro è composto da fibre di acetato di cellulosa, che una volta immesse nell’ambiente non si distruggono, ma vengono frantumate e si accumulano nel suolo e nelle acque superficiali e marine, inquinandoli .
Inquinamento che viene aggravato dalla tossicità delle 4000 sostanze chimiche assorbite dal filtro (durante la combustione della sigaretta) stesso che,quando va a finire nell’acqua, produceun prolungato rilascio di composti chimici pericolosi.
Infatti, basti pensare che la sola nicotina presente in una sigaretta , in caso di ingestione accidentale, potrebbe causare la morte in un bambino in tenera età. Come dimostrato: - dai test di tossicità acuta sugli effetti prodotti,sulla moria del 50 % di microrganismi acquatici (piccoli crostacei alla base della catena alimentare ),da un composto ottenuto con l’immersione di una cicca in 1 litro d’acqua; - o dall’l’efficacia insetticida,nei confronti di molti parassiti delle piante ( Afidi, Ragnetto Rosso, Cocciniglia, ecc. ), di un preparato ottenuto con il tabacco ricavato da 30 mozziconi di sigaretta messi a macerare per 72 ore in 1 litro d’acqua.
In considerazione di quanto appena esposto, una così diffusa deprecabile ed istintiva abitudine di liberarsi con disinvoltura degli elencati rifiuti, non può che trovare giustificazione soltanto nella mancanza di conoscenza delle conseguenze che un tale comportamento possa comportare. Quindi si ritiene che la diffusione di una esauriente ed oggettiva informazione possa decisamente contribuire ad indurre gli ignari trasgressori a prendere coscienza della validità dell’adozione immediata di un comportamento più attento e responsabile.
In sintonia con tali finalità, proprio in questi giorni è partita, su circa 50 spiagge, la campagna “ Ma il mare non vale una cicca ? “ per iniziativa dell’Associazione “Mare Vivo“ , patrocinata dal Ministero dell’Ambiente, con l’intento di responsabilizzare le persone a non gettare i rifiuti in spiaggia, informandoli sui luoghi e tempi di conferimento e smaltimento.
Se poi l’attuazione di tali iniziative dovesse rivelarsi ancora insufficienteper promuovere l’affermazione del senso civicoin tutti i cittadini, nei confronti degli ostinati, non rimane che il ricorso al più convincente dei deterrenti, che trova riscontro nell’applicazione delle misure sanzionatorie di seguito riportate:
Misure repressive che, per i trasgressori, prevedono le sanzioni amministrative pecuniarie di seguito indicate
Rifiuto | Ambiene | Trasgressore | Sanzione |
Scontrini, fazzoletti di carta, cartacce, gomme da masticare | Strada, acque , scarichi e caditoie | Pedoni | Da €30 a €150 |
Prodotti da fumo: cicche | Suolo, acque, scarichi e spiagge | Pedoni e bagnanti | Da €30 a €300 |
Fazzolettini, chewing gum, cartacce varie e mozziconi di sigaretta | Strade e relative pertinenze, marciapiedi, prati, ecc | Conducenti e passeggeri di auto in corsa o in sosta. | Da €106 a €425 |
I proventi delle quali verranno destinati, per il 50 % ad alimentare un fondo costituito presso il Ministero dell’Ambiente, mentre il resto rimarrà nelle casse comunali, per far fronte alle spese di pulizia del sistema fognario urbano e per finanziare specifiche campagne di promozione ed formazione.
Campagne che, affinché possano trovare riscontro negli esiti sperati, occorre, da parte delle Amministrazioni comunali, l’indispensabile adempimento dell’installazione, ove mancanti,dei cestini edegli appositi raccoglitori per la raccolta dei mozziconi dei prodotti da fumo,lungo le strade, nei parchi e nei luoghi di aggregazione sociale
Onde evitare che anche i più restii ad accogliere le sollecitazioni ad assumere un comportamento ispirato a principi di civiltà, possano accampare pretestuose giustificazioni, per non desistere dalle cattive abitudini.
Articolo redatto dal Prof. Domenico Brancato
Qualche tempo fa abbiamo parlato in un lungo articolo della situazione di S. Maria delle Mole, in particolare delle condizioni di alcune zone e di alcune strade. Il Comitato di quartiere, sempre in prima linea, si è fatto portavoce presso l’amministrazione comunale e i primi risultati già sono arrivati.
L’Assessore alle attività produttive, Ada Santamaita, ha predisposto dei sopralluoghi sul territorio, al termine dei quali sono stati programmati i seguenti interventi:
- pulizia fontana piazza Sciotti: dato mandato a Multiservizi
- paline in via Manzoni: controllate e sostituite quelle pericolanti
- attraversamenti pedonali rialzati in via Prati: da fare sopralluogo con PL
- segnaletica e toponomastica in via Prati: eseguito
- ceppaie da rimuovere: in attesa bel tempo
- cartelli sbagliati viale della Repubblica < via Prati: rimossi
- paletti senza cestino in viale Repubblica, Mamelii e altri: rimossi
- fioriere v. della Repubblica: rimosse
- parapedonali e panchine rotte Piazza Togliatti: rimossi
- cartelli da togliere via Mameli
- segnaletica rotta via Fava: eseguito
- Stop viale della Repubblica - Piazza Sciotti: da verificare
Seguiranno altri sopralluoghi, speriamo a breve.
Il buongiorno, del resto, si vede dal mattino…
Eleonora Persichetti
Considerando i comuni capoluogo di provincia, tra il 2011 e il 2016 nel Lazio le piste ciclabili sono cresciute dello 0,5%.
Nel Lazio tra il 2011 e il 2016 la lunghezza delle piste ciclabili presenti nei comuni capoluogo di provincia è passata da 296,2 km a 297,8 km, con un aumento dello 0,5%.
Tra i comuni capoluogo di provincia laziali è Roma quello con le piste ciclabili più lunghe (241 km nel 2016, con una diminuzione però del 5,4% rispetto al 2011). A Roma seguono Rieti (26 km nel 2016, con un aumento dell‘1,2% rispetto al 2011), Latina (22 km nel 2016, +120% sul 2011), Frosinone (8 km nel 2016, +60% sul 2011) e Viterbo (0,8 km nel 2016, dato invariato rispetto al 2011). Questi dati derivano da un’elaborazione del Centro Studi Continental su dati Istat.
In Italia dal 2011 al 2016 la lunghezza delle piste ciclabili nei comuni capoluogo di provincia è passata da 3.592,2 km a 4.370,1 km, con un aumento del 21,7%. Le regioni in cui ci sono più piste ciclabili sono Emilia Romagna (1.285,8 km), Lombardia (707,6 km) e Veneto (538,9 km). Le regioni in cui le piste ciclabili sono cresciute di più tra il 2011 e il 2016 sono la Sardegna (+301,5%), la Sicilia (+91%) e la Basilicata (+73,1%).
La crescita delle piste ciclabili presenti nei comuni capolugo di provincia italiani dimostra l’impegno da parte delle amministrazioni locali per favorire modalità di mobilità alternative e meno inquinanti rispetto all’uso dei mezzi a motore. L’aumento delle piste ciclabili a disposizione degli utenti nei comuni capoluogo di provincia, però, deve andare di passo con una maggior tutela per i ciclisti. Nell’ecosistema stradale, infatti, i ciclisti, che siano su una pista ciclabile o sulla normale carreggiata, sono una categoria di utenti particolarmente vulnerabile a cui va garantita la massima sicurezza ed a cui va riconosciuto il merito di limitare la produzione di sostanze inquinanti.
A cura di Eleonora Persichetti