Ogni anno l’arrivo dell’estate, per molti cittadini, è il momento atteso, con legittimo entusiasmo, per programmare le ferie o una serie di occasioni in grado di procurare spensieratezza, gaiezza, realizzazione di desideri di evasione dal menage quotidiano. Insomma, un periodo in cui si tende a mettere in atto tutto ciò che può aiutare la nostra mente a liberarsi dalle ”tossine “ prodotte da assilli varie forme di condizionamento imposte dalla routine del tempo lavorativo.
Per contro, lo stesso periodo costituisce un incubo per tante persone che versano in precarie condizioni socio-sanitarie, per le quali, il periodo delle ferie riserva gravi disagi dovuti allo spettro del senso dell’abbandono, al timore di patire gli effetti della solitudine e di poter essere in grado di affrontare autonomamente i problemi relativi al soddisfacimento delle esigenze primarie e, soprattutto, al timore della mancanza di quel supporto morale, indispensabile per superare gli inevitabili connessi momenti di fragilità.
Ed è proprio per venire incontro alleobiettive esigenze di quest’ultima categoria di Persone degne di ogni considerazione e bisognosi di doverosa solidarietà, che l’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Marino, per il terzo anno, ha attivato un progetto denominato “ESTATE SOCIALE”, per dedicare Loro, dal 23 luglio al 31 agosto 2018,la prestazione gratuita dei seguenti servizi:
La presente nota si prefigge di contribuire ad estendere al massimo la consapevolezza dell’esistenza del descritti servizi, affinché il maggior numero possibile di Persone interessate possano sapere di poter fare assegnamento sulla fruizione dei benefici Loro riservati.
Articolo redatto dal Prof Domenico Brancato
Un parere del Consiglio di Stato, dà il via libera all’uso di sacchetti bio frutta e verdura reperiti autonomamente dal consumatore, purché conformi agli standard imposti dalla normativa sui materiali a contatto con gli alimenti.
I quesiti presi in considerazione dal Consiglio di Stato, fra quelli pervenuti al Ministero, si riferiscono alla possibilità, da parte dei consumatori, di utilizzare borse e contenitori di qualsiasi natura in loro possesso.
In quanto,gli shoppers (sacchetti di carta o plastica distribuiti ai clienti di negozi per il trasporto di prodotti acquistati al minuto) biodegradabili e compostabili ultraleggeri che vengono usualmente adoperati negli esercizi commerciali, in quantità non trascurabili (dovendo contenere varie tipologie di frutta e verdura dal peso e prezzi diversi), a seguito della nuova disposizione:dal primo Gennaio 2018, vengono ceduti al prezzo medio di 2 centesimi ( pari ad una spesa, per famiglia,di 15-20 euro l’anno), riscontrabile sullo scontrino o sulla fattura di acquisto, destinati in parte al negozio ed in parte allo Stato.
A differenza dei vecchi sacchetti di plastica che venivano, apparentemente, distribuiti gratuitamente, dato che il loro costo veniva pagato dagli esercenti che, però, lo ricaricavano poi sul prezzo finale dei prodotti.
Il Consiglio, a tal proposito, tiene a precisare che, in riferimento alla normativa nazionale e comunitaria, gli scopi principali dell’imposizione del pagamento dei contenitori “ bio “hanno come obiettivo quello di:
Come dimostrano i calcoli elaborati dall’Agenzia per l’ambiente, secondo i quali, per produrre un Kg dei sacchetti di polietilene ad alta densità occorrono ca. 900 grammi di petrolio, dai quali derivano emissioni climalteranti relativi alla formazione di 2 Kg di CO2 ( Anidride carbonica ) equivalenti. E poiché in Italia, secondo Legambiente, si producono 300.000 tonnellate (pari a 20 miliardi di sacchetti, corrispondenti ad un consumo pro-capite di ca. 250 all’anno ) di shopper provenienti dal petrolio ( a fronte dei 500 – 1000 e 100 miliardi di sacchetti di plastica che vengono consumati annualmente, rispettivamente: nel mondo ed in Europa),si ha un’emissione in atmosfera di ben 200.000 tonnellate di Co2.
Situazione che induceva l’Italia a correre ai ripari, con un Dispositivo della Legge Finanziarie del 2007, che recepiva una Direttiva Comunitaria del Dicembre 1994 ( la 94/62/Ce ), relativa al divieto,a partire dal primo Gennaio 2011, della produzione e commercializzazione di shopper non biodegradabili “ a canottiera “ ( cioè con i manici ) destinati all’alimentazione,con la concessione di qualche mese, dalla decorrenza del divieto, a supermercati e negozi per consentire lo smaltimento delle scorte.
Dispositivo che, fra l’altro, prevedeva la sostituzione dei sacchetti di plastica con i cosiddetti eco-shopper in carta o “ bioplastica “ . Cioè con polimeri biodegradabili, compostabili, dello spessore inferiore a 15 micron( 15 millesimi di millimetro ) ricavati, prevalentemente, da amido di Mais, di Patate e Girasole.
Denominazione di polimeri dei quali è bene precisare la differenza, per evitare di considerarli dei sinonimi, mentre esistono sostanziali differenze ai fini della loro composizione e destinazione d’impiego, come di seguito specificato:
Se poi finiscono in mare vengono scambiati per plancton dai pesci e quindi ingeriti, per poi, tramite la catena alimentare, giungere sulle nostre tavole. Per cui, ai fini di non trarre in inganno i consumatori, alcuni autorevoli esponenti dell’industria del settore propongono di sostituire “ degradabili”con la più appropriata definizione di “ oxo-frammentabili” oppure “ termo o foto frammentabili”;
Sacchetti che, secondo i calcoli di Legambiente, in Italia se ne consumano ca. 10 miliardi, per produrre i quali occorrono 30 mila ettari coltivati a Mais (Cereale del quale l’Italia, per coprire il fabbisogno, ne importa già il 35 %), ai quali si aggiunge la richiesta,in continuo aumento, di aree coltivabili per la produzione di agrocarburanti. Il che comporta un considerevole impiego di acqua irrigua, antiparassitari e fertilizzanti chimici che inquinano le falde acquifere e immettono nell’aria gas serra. Un dispendio di preziose materie prime e conseguenze di natura ambientale che non possono trovare una plausibile convenienza nella fornitura di materiale monouso ( al più riusabile per contenere i rifiuti organici ) che, a detta di Silvia Ricci, coordinatrice della campagna “ Porta la sporta “, si può giustificare soltanto per una temporanea soluzione di emergenza.
In tal senso, una risposta valida e di immediata attuazione, se presa in considerazione dalla maggior parte dai Cittadini, potrebbe trovare riscontro nella semplice, ma efficacissima, applicazione della regola delle “4 R “:Rifiuta ( l’usa e getta); Riduci ( al minimo indispensabile le confezioni); Riusa (nel caso specifico, quanto più possibile, i contenitori ) e Ricicla (per ottenere nuovi prodotti, quando viene a mancare la possibilità di usare ancora quelli originali).
Ipotesi che trovano già, anche se in parte,riscontro nell’impiego delle borse di tela da esporto (per contenere e portar via i vari prodotti acquistati) e nei trolley.
Altra interessante soluzione che potrebbe trovare il favore della moltitudine di utenti dei supermercati e dei negozi di generi alimentari e contribuire a ridurre l’impiego di preziose materie prime, è una borsa in cotone e rete molto resistente, durevole e di modico prezzo, progettata e realizzata da una Azienda di Asti, destinata, secondo il suo Amministratore delegato, a sostituire i sacchetti trasparenti da pesare,a pagamento, contando sulla disponibilità e condivisione degli esercenti di dotarsi di bilance con la tara predisposta all’utilizzo del descritto contenitore.
Soluzione che consentirebbe di ovviare anche ad alcuni inconvenienti: -dovuti alla constatazione di intralci che i sacchetti, che dal 1° Gennaio la legge ci impone di usare al supermercato, creerebbero negli impianti di compostaggio della provincia di Bolzano; -e causati, secondo segnalazioni espresse dal Consorzio Italiano Compostatori, dalle etichette non bio applicate sui sacchetti recanti il peso ed il costo del contenuto.
Inconvenienti che, a breve, si prevede possano essere eliminati, anche con l’avvento di un nuovo bio-polimero, denominato “ Minerv – PHA”, ottenibile da scarti della lavorazione dello zucchero da barbabietola: il melasso che, a differenza del Mais ed altri prodotti vegetali, non solo non è destinabile all’alimentazione umana ma che attualmente ha, addirittura, un costo per essere smaltito. Invece, grazie alla realizzazione di questo progetto, ancora in fase sperimentale, l’inutile e oneroso scarto viene trasformato in materia prima per la produzione di un materiale plastico autenticamente bio, in grado di dissolversi in appena 10 giorni, senza residuo, sia nel terreno che in acqua dolce e di mare.
Insomma, secondo gli esperti del settore, trattasi di materiale che presenta il grande vantaggio di provenire da materie prime povere e naturali trasformabili in elementi rinnovabili ad alto valore aggiunto, in sintonia con i principi dell’ “ Economia:
Comunque, in attesa che si concretizzino le descritte ipotesi di contenitori più rispondenti strutturalmente ed economicamente al fabbisogno dei consumatori, come premesso, il Consiglio di Stato, considerato che il contenitore della merce è un bene avente un valore autonomo ed indipendente da quello del contenuto, ha riconosciuto la facoltà del loro acquisto all’esterno dell’esercizio commerciale nel quale saranno poi utilizzati.
Pertanto, come premesso, i consumatori potranno utilizzare sacchetti dagli stessi reperiti e gli operatori del settore alimentare non potranno impedire tale facoltà. Anche se a loro è riservata la verifica della conformità dei sacchetti utilizzati dal consumatore con quelli rispondenti alle disposizione di legge (cfr.reg.CE 1935/2004), messi a disposizione nell’esercizio commerciale. Ciò comporta, la comminazione di multe,da 2.500 a 100.000 euro, a carico degli esercenti, nei casi di riscontro di un ingente quantitativo di buste non conformi odi un valore di sacchetti fuori legge superiore il 10 % del fatturato del trasgressore.
Articolo redatto dal Professor Domenico Brancato
PIU’ DI DIECIMILA PC GRATIS PER SCUOLE, PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI ED ENTI NO PROFIT
L’Agenzia delle Entrate con nuovo Bando pubblicato l’8 Marzo c.a. sul sito Internet delle Entrate, come accade da anni, decide di donare apparecchiature informatiche comprendenti: Computer fissi, portatili e server, non più in uso, ma perfettamente funzionanti.
Per partecipare alla gara le domande vanno inviate esclusivamente via PEC (Posta Elettronica Certificata) all’indirizzo cessionigratutite@pec.agenziaentrate.it, entro le ore 12,00 del 12 aprile.
La Mail certificata di richiesta dovrà riportare, come oggetto, il Codice della gara: AE2019 ed essere corredata dell’allegato Modello, compilato in ogni sua parte (Scaricabile digitando Phoenice e poi cliccando, in successione, su Phoenice Fisco oggi e su Genera una richiesta per la partecipazione a un bando).
Se dallo stesso indirizzo PEC vengono inviate richieste per più Enti, ciascuna di esse dev’essere trasmessa separatamente. Non saranno ritenute valide le domande inviate in forma diversa dalla PEC, né quelle sprovviste di allegato.
Per le modalità di assegnazione dei PC è prevista l’elaborazione di una graduatoria basata sulle seguenti priorità:
Istituti scolastici statali e paritari degli enti locali;
Amministrazioni pubbliche;
Enti pubblici e privati ed Associazioni senza fini di lucro, iscritti nell’apposito registro Associazioni;
Fondazioni ed altre Istituzioni di carattere pubblico o privato con personalità giuridica, senza fini di lucro;
Associazioni non riconosciute , dal cui statuto sia possibile dedurre l’assenza di finalità lucrative;
Organismi di volontariato di protezione civile, iscritti negli appositi Registri, operanti in Italia o all’estero per scopi umanitari;
Istituti scolastici paritari privati.
La graduatoria sarà pubblicata sul sito dell’Agenzia e al link http://www.fiscooggi.it/phoenice/ae/
I Computer verranno distribuiti in lotti di 5, non appena in uno degli Uffici delle Entrate saranno disponibili per essere regalati al primo Ente in graduatoria che abbia espresso preferenza per la Provincia dove si è verificata la disponibilità. La nuova graduatoria, una volta approvata, subentrerà alla precedente (quella del Bando AE2016) e rimarrà in vigore fino alla prossima procedura di cessione.
Gli assegnatari saranno informati, via PEC, su dove e quando effettuare, a loro carico, il ritiro, in occasione del quale dovranno essere esibiti:
delega firmata dell’Ente o Organismo di appartenenza;
documento di riconoscimento del delegato;
documentazione comprovante la veridicità di quanto dichiarato nella domanda, quale: Iscrizione al Registro associazioni; Iscrizione al Registro di protezione civile; Statuto associativo che attesti l’assenza di finalità lucrative.
I beneficiari, ricevuti i le apparecchiature informatiche,nel caso di riscontro di eventuali difetti di funzionamento, non potranno rivalersi in alcun modo nei confronti dell’amministrazione finanziaria.
Ulteriori informazioni si potranno ottenere soltanto scrivendo alla casella di posta elettronica entrate.ae2019@agenziaentrate.it , entro il prossimo 11 aprile.
In definitiva, per le Istituzioni e gli Enti che dispongono dei requisiti previsti dal bando,trattasi di un’opportunità da non trascurare, in quanto può consentire:
nel settore scolastico,a rendere più frequente,per un maggior numero di studenti, la concreta applicazione dei contenuti della ormai indispensabile disciplina informatica;
in altri ambiti,ad agevolare ed estendere l’informatizzazione delle specifiche attività, al fine di renderle più efficienti e più rispondenti elle sempre più generalizzate tendenze operative.
Articolo redatto da Prof. Brancato