I social, in genere, vengono intesi come mezzi attraverso i quali gruppi di persone stabiliscono contatti con abitanti di tutto il mondo, spesso trascurando di pensare di utilizzarli come utilissime opportunità per conoscere meglio il vicinato, scambiare idee ed opinioni, favori o cercare di essere collaborativi gli uni con gli altri.
L’idea di “Social Street”, cioè Strade Sociali ha origine dall’esperienza iniziata nel Settembre 2013, del gruppo Facebook “ Residenti in via Fondazza” – Bologna, nato proprio in seguito alla constatazione dell’impoverimento generale dei rapporti sociali. Impoverimento che aveva comportato una condizione di solitudine, perdita del senso di appartenenza, conseguente degrado urbano e mancanza di controllo sociale del territorio.
Da qui l’esigenza di far ricorso ad una soluzione che fosse in grado di favorire le pratiche di buon vicinato, socializzare con i vicini della propria residenza, al fine di: instaurare un legame, condividere necessità, scambiarsi professionalità e conoscenze e promuovere progetti di interesse comune, da cui trarre benefici derivanti da una maggiore interazione sociale.
Soluzione, seguita dal felice esperimento di“ Vicinimiei.it “ : piattaforma creata da Giulia Buffa e Christian Vollmann, fondata su tre regole: sii gentile; sii onesto; sii disponibile. Regole“che se tutti rispettiamo, siamo tutti felici”. Si tratta di un sito gratuito, attivo anche su 100 quartieri di Milano e disponibile su app, con la finalità di mettere in contatto gli abitanti del vicinato.
Iniziative che trovano riscontro e riferimento in molte altre realtà, quali:.
Baby sitter referenziata o di un bravo idraulico o elettricista o riparatore di elettrodomestici e cosi via.
Insomma, trattasi di una sorta di esperimenti sociali con ampia casistica di finalità che si prefiggono di ribaltare il vecchio concetto di vicini litigiosi e più inclini a farsi dispetti, piuttosto che collaborare per il conseguimento del reciproco benessere.
Come dimostra il bisogno potenziale di una socialità non egoistica e soprattutto indipendente da qualsiasi interesse di natura politico-partitica ed economica,riscontrabile nella costituzione degli oltre 450 gruppi nati in Italia e all’estero, tutti ispirati al modello “ Strada sociale “ e che trovano ampi consensi e notevole interesse anche nei pareri espressi dal mondo accademico e da studiosi di fama mondiale dell’emergente descritto fenomeno.
Pareri che sinteticamente trovano rispondenza nel giudizio espresso in proposito dell’autorevole giornalista e scrittore Antonio Lubrano: "Social street è la riscoperta della vera solidarietà, sentimento che l’incattivirsi dei rapporti aveva fatto sparire e che ora la lunghissima crisi, fa riaffiorare. Che bel segnale“.
Comunque, l’intento dell’argomento esposto non è soltanto quello di diffondere la conoscenza del suo contenuto, bensì vorrebbe essere una proposta di promozione per la realizzazione delle illustrate meritevoli iniziative, anche nel nostro territorio.
Realizzazione, che ovviamente prevede lo svolgimento di una indagine volta a localizzare lezone interessate a recepire l’iniziativa e ad individuare quali delle specificate finalità, si ipotizza, possano risultare più rispondente al miglioramento delle condizioni di vivibilità della specifica area. A cui, ovviamente, dovrà seguirel’impegno di una o più volenterosi che dispongano di mezzi informatici, competenza e disponibilità operativa,necessari per l’avvio e l’organizzazione dell’attività del gruppo social.
Articolo Redatto dal Prof. Domenico Brancato
I fatti
Una signora, entrando in un supermercato, nota l’aspetto macilento di un ragazzo di colore che mostra segni di cedimento fisico e gli chiede se sta male. Il ragazzo risponde di no. Ma la signora insiste e gli chiede se ha fame.
A quel punto lui risponde di sì e lei lo accompagna all’interno del supermercato ed acquista per lui generi alimentari di prima necessità che lo aiutino a riprendersi.
Lui ringrazia e lei gli dichiara la sua disponibilità ad aiutarlo ancora in futuro.
L’aiuto si ripete per diverse volte, fino a quando il ragazzo dice alla signora che ha trovato un lavoro e che non ne ha più bisogno. Ed appare fiero di poterlo dire perché pensa di aver finalmente acquisito una sua indipendenza.
Non vuole sfruttare ancora la disponibilità della signora!
Un ragazzo molto cortese ed educato, come ha modo di verificare il marito della signora quando lo incontrano insieme, e lui si dichiara ancora una volta grato dell’aiuto e si mette a disposizione per effettuare piccoli lavori di varia natura.
Le riflessioni
Mi chiedo perché piccoli, normali episodi di vita come questi mi siano sembrati tanto eccezionali da essermene quasi commosso e tanto significativi da aver voglia di raccontarli. Soprattutto sono sorpreso dal fatto di essermi tanto meravigliato del comportamento così pacato ed educato, ma non sottomesso o servile, del giovane. Comportamento che non mi sembrava consono con la sua condizione di isolamento sociale in cui si trova, situazione cui è costretto per la sua condizione di ‘migrante’, tenuto a distanza anche da chi gli concede qualche spicciolo di elemosina quando si offre di portare fino alla macchina i carichi più pesanti dei clienti del supermercato.
Comportamento, il suo, che mostrava chiaramente come anche lui sia degno di poter godere della stessa considerazione, degli stessi diritti, delle stesse opportunità, dello stesso trattamento e dello stesso tipo di inserimento sociale di cui godono tutti i cittadini in Italia. Diritti che la nostra società in questo momento non gli concede totalmente per il fatto che la sua pelle ha un colore diverso
E considero anche la possibilità che, già soltanto per il fatto che questi episodi mi sembrino cosi eccezionali, anche io sia condizionato dall’atmosfera di scarsa accettazione del ‘diverso’ che ormai permea da tutto il mondo della comunicazione e dalla tendenza ormai diffusa di considerare i migranti come un pericolo.
E capisco che, se sono così condizionato, anche io sono un po’ razzista.