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A QUALI CONSEGUENZE SI VA INCONTRO PER L’OMESSA REVISIONE DELL’AUTO
La revisione dei veicoli, com’è noto, si prefigge di accertare sia le loro condizioni di sicurezza (Vedi, in particolare, l’efficienza: -dei dispositivi di frenatura; - dei pneumatici; - dell’impianto elettrico; - dello sterzo; e delle sospensioni ) per la circolazione e la silenziosità e sia che non producano emanazioni inquinanti superiori ai prescritti limiti.
Chi non ottempera a tale verifica contravviene all’Articolo 80, comma 14, del Codice della Strada, che recita: Chiunque circoli con un veicolo che non sia stato presentato alla prescritta revisione è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 169 a 680 euro.
Nei casi di omessa revisione per più di una volta, tale sanzione raddoppia ed, inoltre, viene annotato sul Documento di Circolazione che il veicolo è sospeso dalla circolazione fino all’adempimento della revisione.
E qualora si accerti che si circoli con un veicolo sospeso dalla circolazione in attesa dell’esito della revisione, si va incontro ad una sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 1.959 a 7.837 euro, seguita dalla sanzione amministrativa accessoria del fermo amministrativo del veicolo per 90 giorni e nel caso si ripeta la violazione, addirittura, alla confisca del veicolo.
In seguito alla revisione del veicolo l’esito può essere espresso con le diciture:
A seconda della tipologia dei veicoli, dei tempi trascorsi dall’immatricolazione e del genere di verifica si ha la:
La revisione, tutti i veicoli, possono effettuarla presso gli Uffici della Motorizzazione Civile, mentre, per quelli di massa complessiva minore o uguale a 3.500 Kg, è possibile farla eseguire anche presso le officine private autorizzate.
I veicoli d’epoca, di interesse storico e collezionistico devono essere sottoposti a revisione ogni 2 anni e, se immatricolati dopo il 1 Gennaio 1960, possono effettuare la verifica anche presso Centri di Revisione privati, mentre, per quelli immatricolati precedentemente, bisogna rivolgersi solo agli Uffici della Motorizzazione Civile, in quanto sono previste deroghe alle ordinarie modalità di effettuazione delle prove strumentali.
I mezzi storici, sul libretto dei quali è apposta la dicitura “veicolo di interesse storico e collezionistico“, sono catalogati come “Veicoli Atipici“ e come tale godono di un regime agevolato, rispetto quello ordinario.
In mancanza della certificazione storica il veicolo è tenuto a rispettare la normativa vigente inerente tutti i dispositivi tecnici e di sicurezza, quali: cinture, fari, sistemi di segnalazione e norme antinquinamento.
Comunque, a prescindere dal doveroso rispetto della normativa che impone i tempi e le modalità di revisione, disporre di un mezzo perfettamente efficiente costituisce un requisito imprescindibile per la sicurezza personale ed altrui e per evitare che un oggetto così utile, per una evitabile trascuratezza, possa divenire causa di gravi e pregiudizievoli conseguenze sia di natura civile che penale.
Redatto dal Prof. Domenico Brancato
Cari Cittadini,
grazie all’impegno dell’Amministrazione Comunale e a quello del Comitato di Quartiere “Gente di Via Aldo Moro e dintorni…” oggi possiamo parlare, nel presente articolo, di un passo in avanti verso la “normalizzazione” di una zona del nostro Comune, denominata PALAVERTA.
Nell’area compresa tra Via Palaverta, Via Aldo Moro, via Kennedy, Via Einaudi, Via della Libertà e traverse varie, finalmente, sarà possibile la distribuzione del gas metano (uno dei servizi essenziali in un mondo normale) per tutti coloro che attualmente non ne dispongono.
Come noto e come già detto nel precedente articolo, nell’ultimo decennio i numerosi angoli di verde di questa zona sono stati riempiti di cemento con innumerevoli abitazioni e nuovi nuclei familiari sono venuti ad insediarsi.
A partire dall’anno 2016 e già dalla metà del 2015, le nuove utenze non hanno potuto allacciarsi alla rete di distribuzione del gas metano a causa dell’incapacità della rete di distribuzione esistente di poterle soddisfare.
La rete, datata e posata quando nell’area erano presenti meno della metà delle attuali abitazioni, non è stata adeguatamente sviluppata per soddisfare le richieste dei nuovi utenti che si sono insediati sul territorio.
Il nostro CdQ, nel prendere atto della problematica, ha intrapreso un’iniziativa nei confronti della società ITALGAS al fine di comprendere le problematiche esistenti e le prospettive future. Dopo l’iniziale indifferenza della società ed anche grazie all’intervento del garante dell’energia, al quale ci siamo rivolti, abbiamo avuto l’opportunità di effettuare una conciliazione telefonica con la società (rappresentata da un alto dirigente) che ci ha consentito di spiegare dettagliatamente la delicata situazione della zona.
Da tale evento si è aperto un canale di comunicazione con la società che ci ha consentito, dapprima di organizzare un tavolo tecnico con la partecipazione dell’Amministrazione Comunale e successivamente di poter sollecitare la società cosa che ha fatto anche l’Amministrazione. Il risultato di tali pressioni, oltre alla consapevolezza dell’estremo pericolo evidenziato e presente nella zona in questione, ha indotto la società a potenziare la rete di distribuzione eseguendo i lavori che sono stati effettuati nelle scorse settimane pur in assenza di uno specifico contratto con il Comune.
Ad oggi, coloro che non hanno l’allaccio alla rete di distribuzione del gas metano, possono inoltrare la richiesta di preventivo ad ITALGAS (basta andare sul sito dove troverete anche il modulo previsto) che fisserà un appuntamento per un sopralluogo tecnico. Dopo tale sopralluogo sarà inviato, al richiedente, il preventivo che dovrà essere accettato (l’allaccio dello stabile/villetta sarà a costo zero così perlomeno hanno detto), dopodiché ITALGAS procederà all’allaccio dell’infrastruttura alla rete di distribuzione.
Successivamente, ogni singola famiglia/individuo per avere la fornitura del gas metano dovrà stipulare singolarmente un contratto con una delle società di distribuzione del gas metano.
Naturalmente dei costi da sostenere ci saranno e sono quelli dovuti all’eventuale collaudo/adeguamento dell’impianto esistente in ogni singola unità abitativa, nonché quelli da pagare alla società che assicurerà la distribuzione per la fornitura del nuovo contatore.
Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno contribuito al raggiungimento di questo importante risultato: in primis l’Amministrazione locale nella persona dell’Assessore Adolfo TAMMARO, e tutti coloro che si sono adoperati per l’esigenza.
Articolo di Francesco Peltrone
Dal 12 ottobre le stazioni di rifornimento di carburanti italiane ed europee adottano una nuova nomenclatura ed un nuovo sistema di simboli.
La norma EN 16942 europea stabilisce identificatori standardizzati per i combustibili liquidi e gassosi immessi in commercio, al fine di integrare le esigenze d’informazione per gli utenti in merito alla compatibilità dei combustibili sul mercato con i veicoli. L’applicazione della norma è riferita ai veicoli immessi in commercio per la prima volta, anche se non si esclude l’applicazione ai veicoli già in circolazione, per i quali, però, attualmente non vige nessun obbligo di adeguamento.
L’identificatore deve essere apposto nelle stazioni di servizio e sulle apparecchiature di erogazione, sui veicoli, nelle concessionarie di veicoli e nei libretti d’istruzione.
Sono interessati tutti ni veicoli leggeri e pesanti, dalla due alle quattro ruote, le automobili e gli autobus. I simboli da applicare, in particolare sui: bocchettoni dei serbatoi delle auto o all’interno dello sportello per il serbatoio e le pistole e pompe di rifornimento dei carburanti, sono di forma geometrica circolare, quadrata e romboidale, rispettivamente per: Benzine, Diesel e Carburanti Gassosi, come illustrato nella seguente riproduzione (vedi allegato):
All’interno di ogni etichetta, poi, come si può osservare, sono inserite lettere e numeri indicanti la tipologia di carburante, come appresso specificato, distintamente per ogni forma di simbolo:
Dettagliata identificazione dei carburanti, questa, che trova rispondenza nella maggiore esigenza qualitativa dell’alimentazione di motori sempre più sofisticati, come ormai i diffusi propulsori turbo (sovralimentati per effetto della maggiore quantità di miscela aria-benzina che viene spinta a forza nel cilindro da una turbina) che sviluppano molta più potenza rispetto ai normali motori aspirati (dove l’aria nel cilindro entra a pressione atmosferica presente nell’ambiente circostante), e quelli con più elevati rapporti di compressione ( dotati, cioè, di una ridotta camera di scoppio, in quanto il valore del rapporto è dato dalla somma del volume del cilindro e della camera di scoppio, diviso il volume della camera di scoppio ), che nei motori a scoppio, ad accensione comandata, alimentati a benzina, è compreso fra 9:1 e 12:1 ( vale a dire che il volume iniziale della miscela aria-benzina viene ridotto di 9 o 12 volte ), mentre per i motori Diesel oscilla fra i 14:1 e 25:1, trattandosi di motori ad accensione spontanea della miscela aria-gasolio, per effetto dell’elevata temperatura che raggiunge l’aria, fortemente compressa, al momento dell’iniezione del gasolio nella camera di combustione.
Maggior rapporto di compressione, che nei motori a scoppio viene limitato dall’insorgenza del fenomeno della detonazione (comunemente definito “ battito in testa “ dovuto all’accensione del carburante prima che scocchi la scintilla della candela: causa di irregolarità di funzionamento del motore e di sollecitazioni anomale che, a lungo andare, possono danneggiare irreparabilmente organi essenziali per il funzionamento del motore) che è correlata al numero di ottano della benzina (da 98 a 101, fino a 130 per speciali benzine da competizione ed avio) che, a sua volta, dipende dalla percentuale di additivi che vengono aggiunti. Additivi che, per finalità ecologica, trovano riscontro nel metanolo, etanolo o alcool etilico, ricavabili da metano, carbone e biomasse.
Complessività di trasformazioni e modifiche strutturali che rendono alquanto propizia l’applicazione della richiamata norma che, attraverso una dettagliata classificazione e denominazione dei carburanti, consente l’inequivocabile riscontro ed il più rispondente abbinamento della composizione del tipo di carburante con ogni tipologia di motore, permettendo, così, di conseguire il miglior funzionamento, il più elevato rendimento ed il minor impatto ambientale.
Comunque, l’ideale sarebbe che i prodotti impiegati per realizzare nei motori effetti della combustione opportunamente meno inquinanti, non sottraessero preziose materie prime destinabili al sostentamento alimentare di molte popolazioni e non provocassero, a causa delle tecniche di coltivazione e dei sistemi di lotta antiparassitaria non in sintonia con il rispetto dell’ambiente , danni tali da ridimensionare ampiamente gli esiti sperati.
Ridimensionamento evitabile attraverso lo sviluppo delle realtà esistenti e la promozione di metodologie tecnologicamente avanzate finalizzate all’utilizzazione di sempre maggiori quantità di sottoprodotti, in sostituzione delle materie prime, ancora ampiamente impiegate per la produzione dei menzionati carburanti a basso tasso di inquinamento.
A cura del Prof. Brancato