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Conviene pulire o lasciare sporco?

Conviene pulire o lasciare sporco? Copertina    (commenti:3) (813)
Francesco Raso

E’ già da diverso tempo che mi pongo questa domanda e mi torna in mente ogni volta che percorro via Capanne di Marino.

 

Ultimamente vedo, passando, del personale con un’autoscala che traffica con la telecamera puntata nell’area della multiservizi.

Si, avete capito bene: esattamente dove negli ultimi mesi sono sorte spontanee delle lamentele sull’abbandono dei rifiuti.

Ovviamente questo personale impegnato sta recuperando immagini e/o video di coloro che hanno osato abbandonare le proprie schifezze.

Infatti queste foto sono anche state messe in rete, non tanto come deterrente ma più come trofeo di caccia.

Ora non so se i personaggi immortalati siano stati multati (spero di si), ma il quesito “Conviene pulire o lasciare sporco?” è sempre nella mia mente.

Passando nella zona interessata tutti i giorni per almeno 2 o 3 volte posso anche stabilire l’anzianità dei sacchi di immondizia, ciò significa che non vengono rimossi.

Proprio oggi (28 maggio 2019) ci è pervenuta l’ennesima segnalazione da un nostro lettore Segnalazione 59 e se andate a riprendere le foto pubblicate su facebook potete riconoscere i sacchi.

 

Perchè vengono immortalati gli zozzoni e non rimossi questi sacchi e sacchetti?

Mantenendo sempre e comunque pulita l’area prima o poi, multa dopo multa, questa abitudine va a scemare.

A questo punto la mia domanda trova risposta, che è sempre la stessa ogni volta che nasce un problema: Sfruttare la situazione per far cassa.

 

Spero tanto di sbagliarmi ma se fosse vero ciò che ho appena espresso, il problema è molto più serio e preoccupante del previsto!

 

Le luminarie di Santa Maria tornano a risplendere

Le luminarie di Santa Maria tornano a risplendere Copertina    (commenti:3) (1.404)
Antonio Calcagni

A tempo di record, quello che 4 stupidi, in una notte, che dovrebbe essere di felicità e spensieratezza, hanno cercato di azzerare, è stato invece sistemato e reso ancora più bello.
 
A nome del Comitato di Quartiere di Santa Maria delle Mole, ma credo di poter dire, anche a nome di tutti i Cittadini di Santa Maria:
  • Ad Andrea Paciotti un rinnovato ringraziamento per tutto quello che ha fatto e che continua a fare per la nostra Cittadina;
  • Ai 4 poverini che hanno cercato, inutilmente, di cancellare un sogno, che, in tutte queste settimane ha incantato migliaia di bambini, e non solo, potrei rivolgermi, usando la valanga di aggettivi, non certo lusinghiere, usati nel loro confronti, non solo sui  social, dai tantissimi Cittadini indignati, ma preferisco dire solo che,  CI FATE PENA.

L’immenso patrimonio dell’Appia Antica

L’immenso patrimonio dell’Appia Antica Copertina    (commenti:3) (1.794)
Gianni Morelli

Lavori in corso

Nonostante la ‘panza’, ma forse proprio nell’inutile tentativo di eliminarla, cammino quasi ogni giorno per circa un’ora per Santa Maria. Non camminate molto impegnative, ma passeggiate e piccole gite che mi danno l’opportunità di guardarmi in giro e di registrare con il mio cellulare le immagini che più mi colpiscono.

In altre occasioni avevo espresso la mia soddisfazione per l’interesse dimostrato dalla nostra Amministrazione e per il buon esito delle proposte di finanziamento dei lavori di recupero, inoltrate sulla base di progetti che sono risultati ben strutturati.

Avevo espresso la sicurezza che quei lavori sarebbero stati seguiti con attenzione dai cittadini in ogni fase del loro sviluppo. Ed ho voluto dare seguito a questa dimostrazione di partecipazione camminando da Frattocchie alla Stazione di Santa Maria e scattando alcune foto che spero rendano l’impressione positiva che ho avuto nel vedere quali progressi siano già stati fatti nella pulizia di questo nostro tratto di strada antica.

L’unica mia preoccupazione deriva dal fatto che l’erba ricresce velocemente e che potrebbe invadere di nuovo la sede stradale coprendo ancora una volta quei reperti che gradualmente verranno riportati alla luce, rendendo inutile, come successo in altre occasioni, questo lodevole tentativo di recupero.

Nel tentativo di esprimere anche attraverso le immagini l’atmosfera che ho respirato nel vedere i primi risultati dei lavori ho scattato alcune fotografie nella scarsa luce della sera incipiente.

Ed è proprio camminando in questa atmosfera, che mi è venuto da pensare a quanto avremmo perso oggi se i popoli antichi avessero assoggettato a ‘valutazioni costi/benefici (spesso assegnate a consulenti amici con esito negativo già definito nella stessa enunciazione)’, la costruzione delle strade, degli acquedotti, dei ponti, delle piramidi, e se lo stesso avessero fatto i grandi ‘sponsor’ dell’arte, dai Medici ai Papi più lungimiranti. Infatti in queste valutazioni i costi sono facilmente determinabili mentre, per arrivare ad individuare i benefici, è necessario possedere le doti che sono tipiche degli artisti dei creativi e dei geni che concepiscono le idee iniziali. Chi, al tempo, avrebbe mai potuto immaginare, prevedere e calcolare il valore futuro di quello che ingegneri, architetti ed artisti con la loro genialità ed il loro impegno stavano realizzando e quanto ne avremmo noi posteri goduto e da quali stimoli sarebbe derivato il nostro godimento?

Per rimanere in tema, credo che per contribuire alla conservazione di questi patrimoni che i nostri avi ci hanno regalato, potrebbe essere importante riuscire a costituire gruppi di volontari che, sotto la guida di persone esperte, potessero aiutare a mantenere vive queste antiche e preziose vestigia.

"Rallenta": la campagna di sensibilizzazione per l'incrocio del Sassone

"Rallenta": la campagna di sensibilizzazione per l'incrocio del Sassone Copertina    (commenti:3) (1.085)
Eleonora Persichetti

 
Nel pomeriggio di venerdì 12 gennaio, come preannunciato nei giorni precedenti, il Comitato di Quartiere del Sassone ha organizzato un presidio presso l’incrocio del Sassone - Quarto S. Antonio – Appia Nuova Vecchia Sede al fine di sensibilizzare quante più persone possibili sugli importanti problemi di sicurezza stradale che gravano su questa area. Ricordiamo, che giovedì 4 gennaio è stato investito un ragazzo di 17 anni proprio sulle strisce del suddetto incrocio e che è ancora ricoverato al Policlinico di Tor Vergata. L’incidente ha colpito tutti e ha spinto il Comitato di Quartiere ad agire per trovare delle soluzioni affinché non accadano più fatti così gravi. La famiglia del ragazzo ha preso parte al presidio.
Oltre ai cittadini e ai residenti, hanno partecipato all’evento anche: Genitori in Ruolo, il Comitato di Quartiere Santa Maria delle Mole, l’amministrazione comunale nelle persone di Rinaldo Mastantuono, Asessore Attività Produttive, Polizia Locale, Sicurezza, Protezione Civile,Trasporti, Decoro Urbano, e del Presidente del Consiglio Comunale, Eugenio Pisani, i consiglieri del Movimento 5 Stelle, Barbara Cerro e Alessandro Blasetti.
 
“Chiediamo al Comune di Marino l’impianto di dossi artificiali e autovelox, oltre ad un’adeguata illuminazione e un ribasso del limite di velocità consentito che non superi i 30 km/h. Vogliamo sicurezza e tranquillità che ultimamente non c’è”, ha dichiarato Santo Andaloro, del Comitato di Quartiere Sassone. “Speriamo che l’amministrazione faccia il suo lavoro. La sicurezza dei cittadini è una priorità. La sicurezza nei tratti interessati sarà oggetto di nostre interrogazioni che durante il prossimo consiglio comunale porteremo all’attenzione dell’amministrazione e della maggioranza”, ha ribadito Barbara Cerro.
 
L’avvocato Eugenio Pisani si è visto favorevole alla creazione di un tavolo tecnico tra le parti competenti per l’area e ha riconosciuto che un autovelox insieme allo spostamento delle strisce pedonali in un punto più visibile potrebbero essere un primo utile intervento.
 
Quell’incrocio e via Quarto Sant’Antonio presentano numerosi problemi che anche noi, in passato, abbiamo segnalato a più riprese. Partiamo da via Quarto Sant’Antonio: una strada dissestata, piena di buche, dove le auto corrono nonostante ci siano numerose abitazioni e tratti di attraversamento in cui i pedoni transitano anche con bambini piccoli e passeggini. In prossimità del Parco c’è un filo spinato rotto che sporge sul marciapiede ad altezza bambino. Non parliamo poi dei marciapiedi, praticamente inesistenti. Anche lo stop all’incrocio è collocato male, c’è il rischio di superarlo non avendo la piena visibilità di chi viene da Marino per intenderci.
 
Probabilmente dossi e riduzione a 30 km/h della velocità non basterebbero. L’illuminazione aiuterebbe certamente, ma servirebbe un intervento ben più radicale sulla viabilità: una rotatoria. Lo spazio c’è e i vantaggi sarebbero numerosi, tra i quali:
 
  • una riduzione della velocità di transito,
  • una diminuzione dei punti di collisione tra veicoli,
  • una migliore fluidità del traffico,
  • minor rumore e inquinamento rispetto agli incroci con semaforo,
  • la possibilità per tutti i veicoli di invertire il senso di marcia,
  • un miglioramento estetico dell’intersezione stradale.
 
Il Comitato di Quartiere del Sassone ha dichiarato: “continueremo a seguire la vicenda sui tavoli dei soggetti istituzionali coinvolti e a tenervi aggiornati”.
 
Lo faremo anche noi e proseguiremo propondendo tutte le soluzioni possibili.
 
 
 
 

Le ali della libertà e la mia vita – Testimonianza sulla speranza

Le ali della libertà e la mia vita – Testimonianza sulla speranza Copertina    (commenti:3) (633)
Antonio Calcagni

Le ali della libertà e la mia vita – Testimonianza sulla speranza di Alessandra Kre
 
 
Domenica 14 Settembre con un concerto molto seguito della cover 6/8 seiottavi di Rino Gaetano si è conclusa "La Nostra Festa".
 
Una festa da sempre molto sentita dai cittadini di Santa Maria ma che attira anche l'interesse di diverse decine di migliaia di persone provenienti dalle aree limitrofe.
 
Un vero successo che ogni anno si ripete, grazie anche ad un programma molto variegato che tende a venire incontro a tutti i gusti ed età.
 
Ma non è su questo che mi voglio soffermare, ma su un evento in particolare che sabato sera prima dei concerti di "DESTINAZIONE GO" E "COLORPLAY" ha toccato nel profondo i cuori di tutti i presenti.
 
Come tutti saprete il tema che accompagnava "La Nostra Festa" quest'anno era La Speranza.
 
Su questa scia è stata invitata a dare il suo contributo la nostra, da poco concittadina Alessandra, che in venti minuti davanti ad un pubblico ammutolito e commosso ha raccontato la sua esperienza.
 
Di seguito, per chi non ha avuto la possibilità di sentire dal vivo la sua testimonianza, ripropongo integralmente il suo racconto di vita vissuta.
 
“Io non sono qui per insegnarvi cosa sia la speranza.
Sono qui per raccontarvi come la speranza mi ha salvato.
E per farlo, devo cominciare da lontano. Dall’estate del 2019.
Era giugno, andai al commissariato di Polizia più vicino e chiusi definitivamente una relazione con un narcisista patologico perverso. Una relazione che mi aveva tolto tutto: autostima, fiducia, energia, entusiasmo, dignità. Voglia di vivere.
E sì, pensai che forse sarebbe stato meglio smettere. Smettere di vivere.
Poi successe una cosa piccola, che però cambiò tutto.
La mia psicoterapeuta dell’epoca mi fece vedere un film: Le ali della libertà.
C’è un uomo, Andy Dufresne, Tim Robbins, che viene arrestato per un omicidio che non ha commesso. Vent’anni in prigione. Senza smettere mai di credere nella sua fuga. Scava un tunnel nel muro della sua cella… con un martelletto da geologo. Un colpo alla volta. Granello dopo granello.
La speranza non è magia: è fatica. È tenacia invisibile.
La mattina Andy sparge i pezzi di muro nel cortile del carcere… e la notte scava.
E lì, guardando il film, sentii la frase che mi salvò la vita: “O fai di tutto per vivere, o fai di tutto per morire.”
E io capii profondamente che non avevo nessuna intenzione di fare di tutto per morire.
Io volevo vivere!
E in quel momento presi una decisione: qualunque cosa mi sarebbe accaduta, io avrei scelto la vita.
Qualche mese dopo, novembre 2019.
Un neurologo mi visita per dei sintomi strani e mi dice “Secondo me… c’hai la sclerosi multipla”. Quattro mesi prima della pandemia, del lockdown, dell’immobilità obbligata. La diagnosi viene confermata.
Camminare diventa sempre più difficile.
L’equilibrio sempre più traballante.
Le gambe sempre più pesanti.
Eppure… quella frase mi girava sempre in testa.
“Fai di tutto per vivere.”
Così mi aggrappai alla speranza. Non quella dei miracoli… la speranza del martelletto da roccia di Andy Dufresne.
Da un giorno all’altro ho dovuto imparare a fare i conti con un corpo che non rispondeva più come prima, con la paura di perdere l’equilibrio e cadere, con l’impossibilità di correre, ballare, saltare, o semplicemente di camminare come prima… e col rischio di non camminare proprio più.
Eppure, come Andy con il suo martelletto, ho continuato e continuo a scavare.
Ogni fisioterapia. Ogni infusione di farmaco. Ogni giorno in cui scelgo di alzarmi e muovere un passo in più… sono colpi di martelletto.
Piccoli. Invisibili. Ma a lungo andare… fanno la differenza.
La gente mi dice: “Mamma mia quanto sei forte!”
Ma la gente non sa che la mia forza non è un dono. Non è carattere. O almeno, non solo.
È stata una decisione.
Lì, davanti a quel film, io decisi non solo che non sarei morta… ma che avrei fatto di tutto per vivere.
E che la speranza sarebbe stata la mia compagna di cella. Il mio martelletto da roccia. La mia arma segreta.
In Le ali della libertà, Andy non ce la fa da solo.
C’è Red, il suo amico, Morgan Freeman.
A mostrarci che la speranza è contagiosa.
E se siamo qui a parlarne, alla festa di questa comunità, “la nostra festa”, è per contagiarci tutti; per ricordarci che nessuno deve scavare da solo.
Andy parla sempre a Red di un luogo dove vuole andare una volta uscito da lì. Zihuatanejo. Una spiaggia in Messico che sembra un sogno, quasi inventata.
Ma senza quell’immagine, non ce l’avrebbe mai fatta.
Anche io ho imparato che per sopravvivere non basta resistere: bisogna immaginare.
La mia Zihuatanejo non è una spiaggia. È il giorno in cui correrò di nuovo, anche solo dieci metri. O il giorno in cui non avrò paura di cadere. Quella è la mia Zihuatanejo.
E voi? Qual è la vostra?
Vi lascio con l’ultima immagine del film.
Red cammina sulla spiaggia di Zihuatanejo. E vede Andy che lo aspetta.
Quella non è solo la fine di un film; è l’immagine del potere della speranza: la promessa che… dietro le brutte notizie, dietro le diagnosi, dietro i muri più spessi del carcere più duro… c’è ancora il mare.
Io sono qui stasera perché nel 2019 ho deciso di fare di tutto per vivere.
E continuo a farlo. Ogni giorno.
E allora vi auguro di non smettere mai di scavare con il vostro martelletto da roccia.
E di non dimenticare che, anche quando tutto sembra finito… da qualche parte, ad aspettarvi, c’è la vostra Zihuatanejo.
Ricorda, Red: la speranza è una cosa buona. Forse la migliore delle cose. E le cose buone… non muoiono mai”.
 
 

Via della Falcognana - I nodi vengono sempre al pettine

Via della Falcognana - I nodi vengono sempre al pettine Copertina    (commenti:3) (2.799)
Antonio Calcagni

È da ormai più di 5 anni, che il nostro Comitato pone all'attenzione delle varie Amministrazioni comunali, la questione di via della Falcognana.
 
Una strada, che è bene ricordare è privata, con tutte le incombenze che ne derivano che restano a carico dei proprietari frontisti, ma che di fatto è aperta al pubblico, in cui giornalmente transitano diverse migliaia di veicoli, e che quindi risulta vitale per la nostra Cittadina.
 
Questa commistione di competenze, tra pubblico e privato, aggravato anche dal fatto che la strada si trova a cavallo di due Comuni, ha sempre causato problemi, risolti grazie solo alla buona volontà dei vari proprietari interessati.
 
In questa settimana il famoso nodo purtroppo però è venuto al pettine.
 
Infatti in data 18 agosto a seguito di una diffida giunta alla proprietà Tudini, per il pericolo di caduta del pino, posto al centro della carreggiata, adiacente al ponticello ed ormai completamente bruciato, la suddetta proprietà ha provveduto ad interrompere il transito su quella strada.
 
Una nota di colore, le transenne che sono state poste, recitano il seguente avviso, "chiusura, per manifestazione" ma evidentemente si tratta di un refuso.
 
Ritornando al problema, ora da Santa Maria, percorrendo Viale della Repubblica, si può arrivare fino al Green House, mentre per raggiungere rispettivamente: il campo da golf; il Consorzio la Giostra; le case dei frontisti, oppure arrivare su via del Divino Amore, bisognerà fare un giro assurdo per le stradine che portano fino a via Kennedy, stesso discorso vale ovviamente nel percorso contrario.
 
Un problema la cui soluzione non si prospetta a breve termine, e che pertanto, se in questa settimana di vacanze le conseguenze di tale interruzione sono state più o meno relative, non ci vuole molto ad immaginare quale sarà l'impatto catastrofico, per il traffico a Santa Maria, zona Palaverta, Aldo Moro e Via Kennedy comprese.
 
Esortiamo quindi  l'Amministrazione comunale affinché ponga in essere, immediatamente, ogni azione atta a sciogliere una volta per tutte questo miscuglio di responsabilità.
 

Un saluto per l'amico Orlando Papalini

Un saluto per l'amico Orlando Papalini Copertina    (commenti:3) (683)
Domenico Brancato

Il 15 Agosto è venuto a mancare all’affetto dei Familiari, il caro Amico ed esemplare concittadino: Orlando Papalini.
 
Una Persona dai principi morali integerrimi; dai sentimenti di amicizia sincera e scevra da secondi fini; dalla spiccata propensione e costante disponibilità a prestare, per decenni, specie nell’esercizio delle funzioni di Presidente del Comitato di Quartiere di Santa Maria delle Mole, il suo disinteressato ed appassionato impegno, volto a contribuire alla concretizzazione di tutte le più importanti iniziative ed attività finalizzate al miglioramento delle condizioni socio-gestionali e ambientali del territorio; e dalla dote espositiva schietta, ma sempre pacata, del proprio pensiero nel confronto dialettico con qualsiasi indole e livello di interlocutore.
 
Tutto ciò fin quando, da qualche anno, non sono subentrate limitative condizioni di salute che le hanno impedito di partecipare direttamente agli accadimenti quotidiani della vita pubblica.
 
Condizioni che però non hanno influito, anche nei momenti più critici, ad affievolire l’interesse in tal senso.
 
Tant’è che fino a pochi giorni della inaspettata dipartita, nel corso dell’ immancabile contatto telefonico informativo settimanale con lo scrivente, rievocava, con soddisfazione, l’apporto del contributo fornito nel corso dei trascorsi operativi, e manifestava l’intento di proseguire, come possibile, a mettere a disposizione di eventuali future obiettive opportunità destinate a migliorare la vivibilità del
Territorio, ogni residua energia ed il frutto delle maturate esperienze.
 
Per tutto ciò, caro Orlando, quest’ultimo fraterno saluto terreno costituirà, certamente, il presupposto per mantenere indelebile la Tua virtuale presenza fra quanti, serberemo l’indelebile ricordo dell’intensa, apprezzata e duratura attività svolta, con l’esclusivo scopo di mirare al conseguimento del Bene collettivo della Comunità.
 
Domenico Brancato 
 
Dopo il sincero e commovente saluto di Domenico, di cui  condivido ogni singola parola, non mi resta altro da dire se non che, Santa Maria delle Mole deve molto a questa straordinaria persona.
 
Infatti, nonostante le sue precarie condizioni di salute, che in questi ultimi anni lo hanno un po’ allontanato dalla scena pubblica, chi come me, che abita da molti decenni nella nostra Città, sa che, dagli anni settanta in poi, dietro ogni singola battaglia di civiltà, combattuta a favore  della nostra collettività, c’era lui.
 
Per tutto ciò, ritengo che Santa Maria, non può e non deve dimenticare  una persona dal siffatto  spessore morale.
 
Sarà pertanto nostra cura, far si che, il suo nome rimanga indelebilmente legato, alla sua e nostra tanto amata città.
 
Antonio Calcagni, a nome di tutti i componenti del Comitato di Quartiere di Santa Maria delle Mole.
 

Se Marino piange, Santa Maria certo non ride

Se Marino piange, Santa Maria certo non ride Copertina    (commenti:3) (3.298)
Antonio Calcagni

A proposito di Commercio

 

Se Marino piange, Santa Maria certo non ride

 

In queste ultime settimane, qui a Santa Maria, è rimbalzato l’eco delle polemiche tra, le tante sigle dei commercianti di Marino e l’Amministrazione Comunale, sul problema di un commercio che, nel centro di  Marino è  ormai ridotto  all’osso.

 

Una situazione certamente grave, ma la cui trattazione risulta assolutamente parziale e fuorviante ed invia, implicitamente, un messaggio ancor più deleterio, ovvero che il suddetto problema è circoscritto al centro di Marino.

Con la sistematica esclusione, da questo dibattito, del commercio  a Santa Maria delle Mole e più in generale su tutto il territorio adiacente la Regina Viarum,  si lascia infatti intendere che il problema  qui da noi non esiste, ovvero tutto va bene.

Un assioma smentito nei fatti, se solo si ha il tempo e la voglia  di ascoltare i nostri commercianti, così come facciamo noi quando, bussando alla loro  porta per chiedere il sostegno, mai rifiutato,  alle varie iniziative culturali  della nostra Cittadina, ci soffermiamo ad ascoltare le loro, appena sussurrate, lamentele.

Lamentele che sono identiche a quelle delle numerose ed agguerrite associazioni di categoria  del centro di Marino, ovvero: gli alti costi d’affitto, il grave problema del traffico e dei relativi parcheggi, l’assenza di un arredo urbano che invogli ai Cittadini a passeggiare, la sempre più spietata concorrenza dei sempre più numerosi Centri Commerciali, ecc.ecc..

Un  disagio a cui ovviamente e direi anche giustamente, l’Amministrazione Comunale, accusata in un primo momento  di scarso interesse verso le categoria in questione, ha cercato di sopperire provvedendo ad organizzare un convegno, sempre a Marino sempre sul futuro del Centro Storico, segno che il grido d’allarme ha  sortito il suo effetto.

Un umile consiglio a questa, ma anche alle future Amministrazioni Comunale, perché bruciare annualmente oltre 230.000,00 euro, per organizzare una manifestazione di pochi giorni, che non mi pare porti  ad un  corrispettivo rientro economico .

Una certa parsimonia  consentirebbe invece di dare più spazio ad una miriade di iniziative culturali spalmate durante tutto l’anno e su tutto il territorio Comunale.

Augurandoci che i commercianti del  centro di Marino vengano ascoltati nelle loro rivendicazioni, la domanda sorge spontanea,  a quando invece un incontro a Santa Maria sul futuro del commercio della nostra Cittadina?

Un dato per tutti, che dovrebbe far riflettere, dall’inizio dell’anno  senza articoli a caratteri cubitali sui giornali e nell’indifferenza generale, a Santa Maria hanno chiuso altre 4 attività commerciali, quante altre ne dovranno chiudere per focalizzare finalmente il problema?

 

 

Articolo di Antonio Calcagni, Presidente del Comitato di Quartiere di Santa Maria delle Mole

 

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