E’ già da diverso tempo che mi pongo questa domanda e mi torna in mente ogni volta che percorro via Capanne di Marino.
Ultimamente vedo, passando, del personale con un’autoscala che traffica con la telecamera puntata nell’area della multiservizi.
Si, avete capito bene: esattamente dove negli ultimi mesi sono sorte spontanee delle lamentele sull’abbandono dei rifiuti.
Ovviamente questo personale impegnato sta recuperando immagini e/o video di coloro che hanno osato abbandonare le proprie schifezze.
Infatti queste foto sono anche state messe in rete, non tanto come deterrente ma più come trofeo di caccia.
Ora non so se i personaggi immortalati siano stati multati (spero di si), ma il quesito “Conviene pulire o lasciare sporco?” è sempre nella mia mente.
Passando nella zona interessata tutti i giorni per almeno 2 o 3 volte posso anche stabilire l’anzianità dei sacchi di immondizia, ciò significa che non vengono rimossi.
Proprio oggi (28 maggio 2019) ci è pervenuta l’ennesima segnalazione da un nostro lettore Segnalazione 59 e se andate a riprendere le foto pubblicate su facebook potete riconoscere i sacchi.
Perchè vengono immortalati gli zozzoni e non rimossi questi sacchi e sacchetti?
Mantenendo sempre e comunque pulita l’area prima o poi, multa dopo multa, questa abitudine va a scemare.
A questo punto la mia domanda trova risposta, che è sempre la stessa ogni volta che nasce un problema: Sfruttare la situazione per far cassa.
Spero tanto di sbagliarmi ma se fosse vero ciò che ho appena espresso, il problema è molto più serio e preoccupante del previsto!
Lavori in corso
Nonostante la ‘panza’, ma forse proprio nell’inutile tentativo di eliminarla, cammino quasi ogni giorno per circa un’ora per Santa Maria. Non camminate molto impegnative, ma passeggiate e piccole gite che mi danno l’opportunità di guardarmi in giro e di registrare con il mio cellulare le immagini che più mi colpiscono.
In altre occasioni avevo espresso la mia soddisfazione per l’interesse dimostrato dalla nostra Amministrazione e per il buon esito delle proposte di finanziamento dei lavori di recupero, inoltrate sulla base di progetti che sono risultati ben strutturati.
Avevo espresso la sicurezza che quei lavori sarebbero stati seguiti con attenzione dai cittadini in ogni fase del loro sviluppo. Ed ho voluto dare seguito a questa dimostrazione di partecipazione camminando da Frattocchie alla Stazione di Santa Maria e scattando alcune foto che spero rendano l’impressione positiva che ho avuto nel vedere quali progressi siano già stati fatti nella pulizia di questo nostro tratto di strada antica.
L’unica mia preoccupazione deriva dal fatto che l’erba ricresce velocemente e che potrebbe invadere di nuovo la sede stradale coprendo ancora una volta quei reperti che gradualmente verranno riportati alla luce, rendendo inutile, come successo in altre occasioni, questo lodevole tentativo di recupero.
Nel tentativo di esprimere anche attraverso le immagini l’atmosfera che ho respirato nel vedere i primi risultati dei lavori ho scattato alcune fotografie nella scarsa luce della sera incipiente.
Ed è proprio camminando in questa atmosfera, che mi è venuto da pensare a quanto avremmo perso oggi se i popoli antichi avessero assoggettato a ‘valutazioni costi/benefici (spesso assegnate a consulenti amici con esito negativo già definito nella stessa enunciazione)’, la costruzione delle strade, degli acquedotti, dei ponti, delle piramidi, e se lo stesso avessero fatto i grandi ‘sponsor’ dell’arte, dai Medici ai Papi più lungimiranti. Infatti in queste valutazioni i costi sono facilmente determinabili mentre, per arrivare ad individuare i benefici, è necessario possedere le doti che sono tipiche degli artisti dei creativi e dei geni che concepiscono le idee iniziali. Chi, al tempo, avrebbe mai potuto immaginare, prevedere e calcolare il valore futuro di quello che ingegneri, architetti ed artisti con la loro genialità ed il loro impegno stavano realizzando e quanto ne avremmo noi posteri goduto e da quali stimoli sarebbe derivato il nostro godimento?
Per rimanere in tema, credo che per contribuire alla conservazione di questi patrimoni che i nostri avi ci hanno regalato, potrebbe essere importante riuscire a costituire gruppi di volontari che, sotto la guida di persone esperte, potessero aiutare a mantenere vive queste antiche e preziose vestigia.
A proposito di Commercio
Se Marino piange, Santa Maria certo non ride
In queste ultime settimane, qui a Santa Maria, è rimbalzato l’eco delle polemiche tra, le tante sigle dei commercianti di Marino e l’Amministrazione Comunale, sul problema di un commercio che, nel centro di Marino è ormai ridotto all’osso.
Una situazione certamente grave, ma la cui trattazione risulta assolutamente parziale e fuorviante ed invia, implicitamente, un messaggio ancor più deleterio, ovvero che il suddetto problema è circoscritto al centro di Marino.
Con la sistematica esclusione, da questo dibattito, del commercio a Santa Maria delle Mole e più in generale su tutto il territorio adiacente la Regina Viarum, si lascia infatti intendere che il problema qui da noi non esiste, ovvero tutto va bene.
Un assioma smentito nei fatti, se solo si ha il tempo e la voglia di ascoltare i nostri commercianti, così come facciamo noi quando, bussando alla loro porta per chiedere il sostegno, mai rifiutato, alle varie iniziative culturali della nostra Cittadina, ci soffermiamo ad ascoltare le loro, appena sussurrate, lamentele.
Lamentele che sono identiche a quelle delle numerose ed agguerrite associazioni di categoria del centro di Marino, ovvero: gli alti costi d’affitto, il grave problema del traffico e dei relativi parcheggi, l’assenza di un arredo urbano che invogli ai Cittadini a passeggiare, la sempre più spietata concorrenza dei sempre più numerosi Centri Commerciali, ecc.ecc..
Un disagio a cui ovviamente e direi anche giustamente, l’Amministrazione Comunale, accusata in un primo momento di scarso interesse verso le categoria in questione, ha cercato di sopperire provvedendo ad organizzare un convegno, sempre a Marino sempre sul futuro del Centro Storico, segno che il grido d’allarme ha sortito il suo effetto.
Un umile consiglio a questa, ma anche alle future Amministrazioni Comunale, perché bruciare annualmente oltre 230.000,00 euro, per organizzare una manifestazione di pochi giorni, che non mi pare porti ad un corrispettivo rientro economico .
Una certa parsimonia consentirebbe invece di dare più spazio ad una miriade di iniziative culturali spalmate durante tutto l’anno e su tutto il territorio Comunale.
Augurandoci che i commercianti del centro di Marino vengano ascoltati nelle loro rivendicazioni, la domanda sorge spontanea, a quando invece un incontro a Santa Maria sul futuro del commercio della nostra Cittadina?
Un dato per tutti, che dovrebbe far riflettere, dall’inizio dell’anno senza articoli a caratteri cubitali sui giornali e nell’indifferenza generale, a Santa Maria hanno chiuso altre 4 attività commerciali, quante altre ne dovranno chiudere per focalizzare finalmente il problema?
Articolo di Antonio Calcagni, Presidente del Comitato di Quartiere di Santa Maria delle Mole
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