In data 24 giugno, presso la sede del centro anziani di Santa Maria delle Mole, ad una cospicua presenza di cittadini, i tecnici dell’Amministrazione Comunale di Marino hanno esposto la struttura, i contenuti e la complessa normativa seguita per la redazione della proposta del nuovo PUCG.
Esposizione, che nonostante la notevole durata di circa un’ora e mezza, veniva seguita dall’uditorio con costante attenzione e notevole interesse.
Come dimostrano i successivi numerosi qualificati pertinenti e significativi interventi svolti da molti partecipanti, fondamentalmente mirati ad evidenziare l’incongruenza della previsione di un incremento di nuove opere edilizie equivalenti a circa 650.000 m3 di ulteriore cemento, a circa 4.000 nuovi appartamenti e ad almeno 8.000 abitanti; a fronte delle già preoccupanti carenze di dotazione idrica (destinate ad un inevitabile progressivo aumento dovuto alla prevista crescente aridità e penuria di precipitazioni, correlate alla tendenza di un andamento climatico destinato a divenire sempre più estremo); della insufficienza manutentiva delle attuali aree pubbliche; e soprattutto dello spropositato esubero di abitazioni, realizzate con intenti speculativi, rispetto alla reale esigenza abitativa territoriale..
Oltre alla puntualizzazione, emersa nel corso dei numerosi animati commenti critici, della contrapposizione fra i più volte elencati accorgimenti adottati dai tecnici, per la elaborazione di un cosiddetto Piano finalizzato alla salvaguardia delle residue potenziali risorse, e per favorire il miglior sviluppo strutturale ed economico del Territorio; e la cospicua entità della prevista citata espansione edilizia.
Espansione che, se venisse realizzata nella sua interezza , e con le modalità già emerse in seguito al dilagare della precedente cementificate, avviata dopo il 2000 e ancora in atto, produrrebbe tali ulteriori rovinosi irreversibili effetti da rendere invivibile gran parte del territorio.
Pertanto, al fine di rendere quanto più possibile proficuo ed effettivamente rispondente al recupero del riassetto del Territorio, il gravoso ed oneroso impegno richiesto per lo sviluppo del nuovo Piano; oltre alla prevista applicazione dell’ineludibile miriade di norme ed all’inderogabile rispetto dei vincoli di vario genere, sarebbe bene non sottovalutare anche gli utili contributi traibili dai contenuti delle indicazioni di seguito menzionate.
a) Agenda 2030 che, com’è noto, è, un programma globale, da realizzare appunto entro il 2030, adottato dall’ONU nel 2015, che rappresenta un quadro di riferimento per: orientare le azioni dei governi, delle imprese, della società civile e dei cittadini verso uno sviluppo più sostenibile, equo ed inclusivo; equilibrare la crescita economica e promuovere la protezione ambientale, attraverso l’azzeramento del non indispensabile consumo del suolo; per preservare la biodiversità; migliorare gli effetti del cambiamento climatico; ridurre i rischi idrogeologici; garantire la sostenibilità dello sviluppo urbano e tutelare i servici ecosistemici essenziali (quali l’approvvigionamento di cibo, acqua potabile, aria pulita e regolazione del clima).
Azzeramento del consumo del suolo, che tuttavia non significa necessariamente arrestare la crescita urbana, ma piuttosto bilanciare l’espansione con la riqualificazione di aree già edificate, recuperare gli edifici abbandonati ed utilizzare le vaste aree degli edifici industriali dismessi.
b) Concetto dI sostenibilità, che mira a soddisfare i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere la capacità di quelle future di soddisfare i propri. Concetto che si articola in tre dimensioni interconnesse quali: ambientale (incentrato sull’uso responsabile delle risorse naturali, sulla conservazione della biodiversità, sulla riduzione dell’inquinamento e sulla sensata gestione dei rifiuti); economica (che mira a promuovere uno sviluppo economico che non si basi sullo sfruttamento delle risorse naturali, ma sull’efficienza e sulla crescita equa delle stesse) e sociale (riferita all’importanza di creare una società giusta e inclusiva, in cui tutti abbiano accesso a opportunità e benefici).
c) Legge economica della domanda e dell’offerta (basata sulla relazione fra la quantità che i consumatori desiderano acquistare e la quantità che i produttori sono disposti a vendere. Per cui un aumento della domanda tende a far aumentare i prezzi, mentre un incremento dell’offerta, come la condizione in atto nel territorio di Marino, tende a farli diminuire. Ne discende quindi che l’equilibrio di mercato si verifica quando domanda e offerta si equivalgono):
d) Buonsenso (inteso come capacità naturale delle persone preposte a giudicare rettamente, specie su tematiche che influiscono sulla qualità di vita della popolazione).
Quanto esposto per chiedere, spinto dai fondati i timori che non possono non derivare dal prospettato conseguimento degli obiettivi del nuovo PUCG, a chi di competenza, una ponderata riflessione, in tempo utile, sulle effettive gravose conseguenze che la presenza di altre 8.000 persone, su un territorio con una già elevata densità abitativa (ca. 1838 abitanti per chilometro quadrato, rispetto un valore medio di 791 dei Comuni dei Castelli Romani), potrebbero apportare.
Anche perché è stato più volte precisato dai tecnici estensori che il PUCG in questione, una volta approvato rimarrà integralmente in vigore per lungo tempo.
Il che, a maggior ragione, impone una lungimirante regolamentazione, specie dello strumento di perequazione urbanistica, attraverso il quale le Amministrazioni comunali si avvalgono della incontestabile facoltà di distribuire i diritti edificatori e gli oneri tra i proprietari terrieri interessati da una trasformazione urbanistica.
Ciò, per scongiurare il pericolo di una perdurante possibilità di concessioni di variazione di destinazione d’uso degli esigui terreni agricoli rimasti ancora tali, e per evitare che alle generazioni a venire, della rinomata amenità e della decantata vocazione vitivinicola del territorio, giunga soltanto una testimonianza fotografica.