Per “orecchio assoluto” (OA) s’intende la capacità di riconoscere esattamente l’altezza della nota o più tecnicamente la frequenza del suono percepito.
La differenza con un comunissimo “orecchio relativo” sta proprio nel non contestualizzare le note e la relazione che c’è tra di loro, ma individuarne perfettamente la frequenza senza il minimo riferimento. Chiunque basandosi su una nota data, può eseguirne o individuarne un’altra con un po’ di allenamento, ma solo 1 su 10.000 ha la fortuna di riuscire a farlo senza effettuare calcoli o sforzi di memoria.
Per essere ancora più chiari, alcune persone sostengono che tutti gli individui dotati di orecchio assoluto, riconoscono i suoni proprio come ogni persona non daltonica riconosce i colori, come se quest’ultimi vedessero ipoteticamente una scala in bianco nero in pieno stile TV anni ’60, che di nota in nota risulta più o meno scura, mentre l’OA distingue perfettamente ogni sfumatura di colore.
Per quanto riguarda l’anatomia cerebrale, effettivamente si nota una piccola differenza, infatti negli OA si registra una rilevante asimmetria del planum temporale di sinistra, il quale sembrerebbe di dimensioni maggiori rispetto ai musicisti senza OA, ma allo stesso tempo è riscontrabile una dimensione più piccola della corrispettiva regione dell’emisfero destro.
Probabilmente la causa è dovuta ad un minor impiego delle connessioni sinaptiche tra le aree dell’emisfero destro, la quale ha generato questa asimmetria negli OA, piuttosto che un sovrasviluppo del planum temporale di sinistra. Questa malformazione benefica è molto difficile che avvenga in età adulta, infatti di solito viene plasmata nel periodo infantile, più precisamente tra i 4 e i 7 anni massimo, o addirittura alcuni nascono già con una predisposizione genetica. Di conseguenza l’abilità dell’OA risulta molto rara, poiché non sono molti i bambini di quell’età che frequentano corsi di formazione musicale poiché troppo piccoli o comunque a limite, mentre quelli nati con predisposizione devono comunque studiare per avere una buona conoscenza della teoria e poter applicare lo strumento.
Inoltre, proprio come appena accennato, questa capacità sembrerebbe essere di forma genetica in moltissimi casi, infatti studi condotti da Dohn e colleghi nel 2012, hanno dimostrato che in tutti gli OA c’è un piccolissima predisposizione genetica di autismo.
Pensandoci bene, effettivamente questi ragazzi di solito sono caratterizzati da straordinarie capacità di calcolo e di concentrazione selettiva sopra la media, la quale gli permettono un apprendimento più efficace e sicuramente più rapido. Di conseguenza l’orecchio assoluto può avere origini genetiche ma non è comunque una capacità innata che garantisce un risultato sicuro, poiché deve essere agevolato da un percorso di studi proprio come per un bambino non predisposto.
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M° Valerio Porrovecchio (Docente MusiCity Scuola riconosciuta dalla Regione e Comune)