Storia: Le terme di Bovillae
23/07/2019
Marco Bellitto
Piranesi a Frattocchie
Le terme nell’antica Roma erano talmente diffuse che oltre agli edifici pubblici ad esse dedicati, era possibile ritrovarle sia nelle ville o domus urbane che in quelle suburbane. Così conosciamo molto bene come nei luoghi dove sorgeva la città della gens Giulia, Bovillae, l’odierna Frattocchie, sono molte le testimonianze archeologiche di questo tipo di strutture come quelle rinvenute alcuni anni fa presso la stazione di Santa Maria delle Mole o come lo stesso mosaico recentemente venuto alla ribalta nella cronaca locale, a dimostrazione di come fossero in uso soprattutto nelle residenze di personaggi altolocati che ne facevano dei luoghi di riposo e svago (villa d’otium).
A tale scopo può sicuramente aggiungersi la presenza nelle vicinanze di un pozzo di acque solfuree naturali che, ancora oggi fa riemergere di tanto in tanto delle polle di acqua maleodorante, in località Cava dei Selci e indizio della vicina attività del Vulcano Laziale. È proprio la potenzialità di queste acque benefiche per l’organismo, proprietà ben conosciute dai romani , che può averne incrementato lo sviluppo e l’interesse per un utilizzo termale. Un ritrovamento di strutture dedicate a questo uso, viene così indicato presso Frattocchie in uno scavo archeologico del 1758, come ben descrive Giovan Battista Piranesi in una pregevole incisione di quella raccolta dedicata al pontefice ClementeXIII, pubblicata a Roma nel 1764, dal titolo “Antichità di Albano e di Castel Gandolfo…”.
Nella tavola viene mirabilmente documentata la particolare muratura ”pensiles balnea”, che si tramanda fosse un’invenzione di Gaio Sergio Orata, un ingegnere romano che probabilmente esaltò una tecnica edilizia già in uso presso i greci: il riscaldamento ad ipocausto. Come si vede dall’immagine, si tratta di una vera e propria piscina riscaldata, una sorta di bagno turco, dove grazie ad un particolare forno sistemato in basso (praefurnium), veniva prodotto un flusso d’aria calda che in ragione di un sofisticato sistema di intercapedini e canaline in cotto, era in grado di scaldare gli ambienti e l’acqua della stessa piscina.
Marco Bellitto
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23/07/2019 Articolo letto 2.511 volte
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