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»» BOVILLESTATE 2025 "11a Giornata" Domenica 15/06/2025 Parco della Pace - Cava dei Selci dal 5 giugno al 29 giugno - Leggi il programma di questa giornata e delle successive - vedi i dettagli ««

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Nonni su internet: la tecnologia alla portata di tutti

Last News 1
Cava dei Selci (261)
Eleonora Persichetti

Di cosa si tratta?
Da ormai due anni, a Cava dei Selci, nel comune di Marino, all’interno del centro anziani situato nel Parco della Pace, è attivo un progetto in collaborazione con l’Istituto Vito Volterra di Ciampino. L’iniziativa ha l’obiettivo di insegnare alle persone della terza età a utilizzare Internet in modo semplice ed efficace.
Numerosi studenti partecipano al progetto con entusiasmo, desiderosi di mettere a frutto le proprie competenze digitali per aiutare i loro nuovi “studenti” a sentirsi più autonomi nel mondo tecnologico.
 
Cosa viene insegnato loro?
Le persone che si iscrivono al corso non cercano certo una preparazione da futuri ingegneri informatici. L’obiettivo è molto più concreto: imparare a utilizzare lo smartphone e il computer per svolgere semplici operazioni quotidiane, come inviare messaggi, fare videochiamate, utilizzare le app o navigare online in sicurezza.
Il desiderio principale è comunicare meglio con i familiari, gestire in autonomia alcuni servizi digitali e, più in generale, sentirsi meno esclusi.
Gli studenti si sono sempre dimostrati capaci di affrontare ogni richiesta. Un esempio? Quest’anno una signora è riuscita a vendere la sua auto online con l’aiuto di uno degli studenti!
La struttura ha fatto la sua parte, creando un ambiente adatto all’apprendimento: è stata installata una connessione Internet più stabile, messi a disposizione dei computer e offerto un costante supporto, grazie soprattutto alla disponibilità di Umberto, il presidente del centro anziani, sempre pronto a risolvere ogni difficoltà.
 
Perché è importante che imparino?
Un progetto come questo non solo aiuta gli anziani a usare meglio i propri dispositivi digitali, ma contribuisce anche a rafforzare la loro sicurezza personale.
Grazie al corso, imparano a riconoscere possibili truffe online e a muoversi con più consapevolezza nel mondo digitale.
Ma i benefici vanno oltre: molte persone che all’inizio si sentivano inadeguate o “tagliate fuori” oggi hanno acquisito maggiore fiducia in sé stesse. La possibilità di restare in contatto con figli, nipoti o amici ha portato a un aumento del benessere e a una nuova forma di indipendenza.
 
Un’opportunità in più anche per i giovani
Il progetto "Nonni su Internet" non rappresenta soltanto una preziosa occasione per gli anziani, ma offre anche ai ragazzi coinvolti un’importante esperienza di crescita personale e civica. Accompagnare qualcuno nell'apprendimento richiede pazienza, empatia e spirito di servizio: qualità che, grazie a questo percorso, molti studenti stanno sviluppando concretamente.
L'iniziativa è stata realizzata con il supporto della Fondazione Mondo Digitale, che da anni promuove l’inclusione digitale e coordina le attività formative, seguendo con attenzione e professionalità i ragazzi dell’Istituto Vito Volterra di Ciampino.
 
Conclusione
"Nonni su Internet" è molto più di un semplice corso di tecnologia: è un ponte tra generazioni, un’occasione di scambio e crescita reciproca. Grazie a questo progetto, la tecnologia diventa uno strumento di vicinanza, autonomia e dignità, restituendo alle persone anziane il piacere di sentirsi parte attiva e connessa del mondo che cambia.

Sandro Sciotti 23 anni fa

Last News 2
S. Maria delle Mole    (commenti:1) (166)
Antonio Calcagni

 
Il 13 giugno del 2002 su piazza P. Togliatti la nostra comunità ha vissuto uno dei suoi momenti più tristi e drammatici.
 
Infatti su quella piazza quel giorno, il Vice brigadiere Sandro Sciotti, intervenuto per sventare una rapina in corso, presso l’Istituto di Credito, con coraggio e determinazione riusciva ad immobilizzare uno dei rapinatori appostato all’esterno della banca.
 
La successiva uscita dalla sede della banca degli altri 2 rapinatori armati di tutto punto, generò un conflitto a fuoco in cui il nostro carabiniere fu colpito mortalmente.
 
Un esempio di dovere portato fino all’estremo sacrificio da parte di un umile servitore della patria a cui tutti noi dovremmo sempre far riferimento, e che l’Arma ha voluto riconoscere, conferendoli la massima onorificenza, ovvero la Medaglia d’Oro al Valore Militare, alla memoria.
 
Mentre la nostra comunità gli ha dedicato una piazza, appunto piazza Sciotti diventata ormai il cuore pulsante della nostra città.
 
In realtà nel lontano 2018, il Comune istitui il Premio letterario, “Sandro Sciotti città di Marino”, una manifestazione che però, dopo poche edizioni, inspiegabilmente non è stata più riproposta, a tal proposito sarebbe interessante conoscere i motivi ostativi di tale scelta.
 
Ieri alla presenza di numerose autorità, militari e civili, si è svolta la messa in memoria, concelebrata dal Cappellano militare e dal nostro Don Jesus, che ha appunto sancito, ancora una volta, la vicinanza della nostra comunità all’Arma.
 
La cerimonia è proseguita con la posa di una corona di alloro davanti al cippo che ricorda il sottufficiale.

Conosciamo le nostre preziose "amiche" piante - Il Cedro

News 1 Natura e Botanica (97)
Domenico Brancato

 
Trattasi di una tipologia di pianta che comprende diverse specie che, pur avendo in comuni l’imponente mole ed una esclusiva maestosità, differiscono per alcuni particolari del loro portamento.
 
Particolari, che poiché riguardano gli esemplari del Cedro: del Libano, dell’Atlante e dell’Himalaya o Deodara, presenti anche nei parchi e nei giardini del nostro territorio, si ritiene utile riservare ad ognuno di loro una specifica descrizione:
Nome scientifico: Cedrus libani, Cedrus Atlantica, Cedrus Deodara
Classificazione botanica:
  • Classe: Conifere
  • Famiglia: Pinacee
  • Genere: Cedrus
  • Ordine: Poinales
Origine etimologica del nome:
il nome generico Cedrus deriva dal greco kédros riferito a diverse piante dal profumo resinoso; mentre i nomi specifici: libani, atlantica e deodara si riferiscono, i primi due, alle rispettive zone di origine; invece il terzo deriva da deva-daru, che significa “albero degli dei” (Himalaya è infatti considerata dai locali montagna sacra). Il Cedro del Libano, in particolare, è legato in maniera profonda al popolo libanese e alla sua storia. Perché si narra che, la penisola anatolica, era un tempo ricoperta interamente da una foresta di Cedri che emanava un intenso profumo proveniente dalla loro corteccia. Cedri divenuti importantissimi per i libanesi, in virtù della loro longevità che, ancora oggi, simboleggia speranza, libertà e memoria.
Luogo di origine:
  • Cedro del Libano: zone montuose del bacino del Mediterraneo e più in particolare dell’Asia Minore (Libano, Turchia, Siria, Iraq, Iran);
 
  • Cedro dell’Atlante: montagne dell’Atlante, in Algeria, Marocco, ad una altezza di 1200 e i 2500 m
 
  • Cedro Deodara : pendii nevosi dell’Himalaya (del Cachemire e del Nepal) a 1300 – 3000 m di altitudine.
Consistenza e morfologia (da qui in avanti, per semplicità espositiva, verrà omesso il termine Cedro prima della menzione delle specie in esame):
  • Libano : è una conifera dal portamento maestoso, sempreverde, di colore verde cupo, con dimensioni di 40 – 60 m in altezza e circa 15 m di diametro di una chioma densa, che nello stadio giovanile assume una forma piramidale per poi, crescendo, acquisire una conformazione ad ombrello. Ha rami principali nudi, lunghi e robusti ascendenti, che spesso si dipartono dalla parte bassa del tronco conferendole un aspetto a candelabro ; mentre i rami secondari, ricoperti di foglie, formano palchi orizzontali. La cima, negli esemplari giovani, è inclinata e successivamente tende all’orizzontale;
 
  • Atlante: meno imponente della specie precedente, nel luogo di origine raggiunge un altezza di 30 – 40 m ed un ed un diametro della chiome di 10 - 15 m; ma in Europa, dove è stato introdotto nel 1841, la crescita si limita a 25 – 30 m. La disposizione dei rami della metà superiore della chioma (meno fitta rispetto gli altri Cedri), specie negli esemplari giovani, sono ascendenti, per cui fanno assumere alla pianta una forma conica slanciata ed elegante che nello stadio adulto diviene più espansa e maestosa, ma con la cima che accenna ad appiattirsi. Questa specie comprende delle varianti per forme colori e dimensioni, che offrono un’ampia gamma di possibilità di arredo per giardini e parchi. Infatti la varietà: pendula presenta un portamento più aperto e rami ricadenti, con foglie verdi-chiaro con un effetto scenografico più adatta per superfici non molto estese; glauca: più diffusa, in quanto apprezzata per la sua resistenza al freddo, l’elevata altezza, la forma conica e soprattutto per il fogliame blu-verde che vira verso l’azzurro; e nana di più piccole dimensioni, con foglie blu-verde, adatta per giardini di modeste dimensioni;
  • Himalaya o Deodara: è un albero superbo, che nella zona d’origine può raggiungere i 50 m di altezza (ma in Europa supera raramente i 30 m) e da 5 a 20 m il diametro della chioma. Ha portamento conico compatto, spesso irregolare, con i grossi rami inseriti ad angolo retto sul tronco, ad eccezione di quelli inferiori che risultano leggermente discendenti (inclinati perso il basso). Tutti portano ramoscelli esili e penduli che, assieme agli aghi di colore verde chiaro brillante lunghi e molli, conferiscono all’albero l’aspetto più elegante degli esemplari della specie.
( Segue riproduzione foto esemplari sopradescritti)
Longevità :
  • del Libano, fino a 2000 anni;
  • dell’Atlante fino a 700 anni;
  • dell’Himalaya da 700 a 900 anni.
Caratteristiche componenti struttura:
tronco del:
Libano, spesso suddiviso dalla base, è corto e massiccio tanto da raggiungere anche 2 m di diametro, rivestito da una corteccia rosso-marrone solcata da scanalature che col tempo tendono a sfaldarsi sotto forma di placche verticali . A diverse altezze si dipartono più rami che diventano veri e propri palchi, disposti in orizzontale;
 
Atlante: è diritto, cilindrico con attaccatura di rami spessi, distanziati fra loro sin dalla base e disposti quasi perpendicolarmente. La corteccia è grigio bruna che si screpola e fessura, via via che l’albero raggiunge la maturità
 
Deodara: è diritto , massiccio e ramificato a partire dalla base. La corteccia è grigio-scura, liscia da giovane, mentre negli esemplari adulti appare rugosa con screpolature in placche sottili.
(segue foto piante )
 
radici: tutte e tre le specie sono dotate di un apparato radicale ampio e superficiale, composto da un fittone principale di m 1,50 a 3,50 (nella specie deodara) di profondità, dal quale si diramano radici secondarie munite di altre avventizie con, in entrambe, un notevole sviluppo di capillizio (complesso delle ultime diramazioni provviste di peli assorbenti).
 
foglie: sui Cedri si originano su due tipi di ramoscelli: “macroblasti” (rami normali, allungati, che portano foglie isolate, inserite a spirale lassa) e “brachiplasti” (rami molto corti inseriti, in gran numero, sui rami normali, dall’ accrescimento definito e così ravvicinate da apparire disposte a ciuffetti, tanto da mascherare la loro inserzione a spirale); con caratteristiche diverse a seconda che trattasi della specie del:
Libano: aghiforme, coriacee, rigide, aguzze e pungenti, lunghi da 1 a 3 cm di colore verde scuro, raggruppate in fasci di 20-30;
Atlanta: aghiformi più grossi, rigidi, con punte appiattite e ricurve, lunghi poco meno di 3 cm, riuniti in ciuffetti di 10-20, di colore verde tendente al blu nella varietà “Glauca” (più frequentemente coltivata);
Deodara: aghiformi, non pungenti, flessibili, più sottili e morbidi al tatto, lunghi fino a 5 cm e raggruppati in fascetti di 30-40, di colore grigio-azzurro all’inizio e verde chiaro successivamente.
fioricome tutte le Gimnosperme (Sottodivisione del Regno vegetale, comprendente piante legnose con foglie aghiformi o squamose e ovuli nudi, non racchiusi nell’ovario). I Cedri, infatti, non presentano veri e propri fiori ma strutture riproduttive detti “strobili”, con organi: maschili (simili a piccole candeline, volgarmente chiamati coni o pigne, di colore grigiastro. Formati da un insieme di foglie trasformate -brattee -, sulle quali alloggiano le sacche polliniche che, alla maturità , scossi dal vento, liberano grandi quantità di polline, tanto da colorare di giallo il terreno circostante) e femminili, (inseriti nella parte superiore dei rami, di colore verdastro, molto meno appariscenti. Costituiti da squame portanti due ovuli ciascuna che, una volta fecondati, danno origine ai frutti -pigne- a forma ovale eretta, lunghi ca. 10 -12 cm, inizialmente di colore viola-verde per poi, a maturazione, divenire marroni; all’ interno dei quali avviene, dopo ca. 2 anni, la maturazione dei semi) sulla stessa pianta (trattandosi di specie monoiche).
In particolare, la specie:
Libano: inizia a riprodursi all’età di 30-40 anni, con fioritura che avviene in primavera (aprile-maggio) e in inverno, con fiori maschili (microsporofilli: foglie staminali che portano il polline) lunghi ca. 5 cm, di colore verde pallido-giallastro e quelli femminili (macrosporofilli: foglie carpellari che portano gli ovuli) di 6-12 cm, conici, di colore verde pallido;
 
Atlanta: inizia a riprodursi intorno ai 30 anni di vita, con fioritura che avviene ad inizio autunno, con numerosi fiori maschili lunghi ca. 5 cm, di colore prima giallastro, poi bruno in coincidenza della disseminazione del polline; e fiori femminili lunghi ca. 1 cm, meno numerosi, di colore verdastro;
 
Deodara: inizia a riprodursi a partire da 35-40 anni di età, con fioritura che avviene in settembre-ottobre, con fiori maschili lunghi 3-5 cm, di colore grigio-verde riuniti in piccoli coni eretti e fiori femminili molto belli, lunghi 7-10 cm, eretti, conici e arrotondati in punta , dapprima violacei e poi bruni.
 
Esigenze, in genere le specie di Cedro prediligono condizioni di:
clima: temperato, con esposizione protetta dai forti venti e soleggiata, anche se non temono né caldo né freddo (tollerano il freddo fino a 0 ° C ed il caldo fino a ca. 40 °C), ma se coltivati in giardino, durante condizioni meteorologiche eccessive, in inverno, è bene coprire il terreno sottostante da chioma, con della paglia o foglie secche o corteccia, per proteggere le radici dal freddo ed evitare lo sviluppo di in erbe infestanti; e in estate, per mantenere meglio e più a lungo l’umidità del terreno derivante dalle annaffiature;
 
terreno: soffice, profondo, di medio impasto, ben drenato e leggermente acido;
 
idriche: non necessitano di molte annaffiature, se si verificano piogge periodiche, mentre in periodi di siccità e nei primi due anni dalla piantagione, l’apporto di acqua dovrà essere più frequente (in genere settimanalmente, in condizioni di terreno asciutto);
 
nutritive: durante la stagione invernale è consigliabile concimare con stallatico maturo o, in alternativa, fra la primavera e l’estate, effettuare due somministrazioni di concime specifico per Conifere. Mentre, nei primi due anni dalla piantagione, per promuovere un più rapido e vigoroso sviluppo, occorre distribuire mensilmente del concime universale (contenente: azoto –N-; fosforo –P- e potassio –K-) insieme all’acqua di annaffiatura;
 
potatura: non andrebbe mai eseguita per limitare la crescita, tranne nel caso in cui occorre intervenire, preferibilmente d’inverno, per eliminare rami secchi, malati, danneggiati dalle intemperie o che crescono in maniera innaturale, tagliandoli il più vicino possibile al ramo principale o al tronco.
 
Parassiti, quelli che possono arrecare maggiori danni comprendono:
Afidi o Pidocchi delle piante: Cedrobium labortei e Cinara cedri, appartenenti all’ordine dei Rincoti –Sezione Omotteri ed alla specie dei corticicoli (fitofagi che si sviluppano sulla corteccia dei rami e del fusto delle piante), grandi ca. 2,5 millimetri. Hanno un corpo piriforme di colore grigio-verdastro o verde –brunastro, costituito da capo con antenne, torace e addome. Le ninfe (giovani afidi) sono simili agli adulti che possono avere o non avere le ali. Infatti la prima generazione, che si sviluppa a fine inverno, é di solito attera. Però, se con l’arrivo delle successive generazioni viene a mancare spazio sulla pianta infestata, può nascere un’ altra generazione alata in grado di migrare su altre piante. Normalmente vivono in fitte colonie disposte a manicotto sui rami di diametro inferiore a 2 cm e su quelli più piccoli, nutrendosi abbondantemente della loro linfa che, in gran parte, espellono da uno stiletto posto in fondo all’addome, sotto forma di melata (secrezione gluco-cerosa) che imbratta tutto ciò che si trova al di sotto, formando, in breve tempo, un substrato ideale per lo sviluppo di funghi saprofiti che danno origine alla fumaggine. Malattia che si manifesta con una patina nera che, oltre a danneggiare l’aspetto estetico della pianta, ne limita lo svolgimento della funzione vitale (fotosintesi clorofilliana). Complesso di danni che producono: l’arrossamento delle foglie e la successiva caduta, il disseccamento della vegetazione apicale, una ridotta vegetazione dei rami e il generale deperimento della pianta che può,nel volgere di pochi anni, addirittura provocarne la morte.
Non trascurabile entità di danni che è consigliabile prevenire, attraverso il costante controllo dell’insorgenza dell’infestazione, deducibile dalla eventuale presenza di sostanza appiccicaticcia sulla fronda inferiore della pianta e sul terreno sottostante, affinché si possa procedere in tempo per limitarne gli effetti, con vari tipi di trattamenti, a seconda che trattasi di:
modeste infestazioni:
  • con miscela formata da 50 ml di aceto bianco, 2 litri di acqua calda, 2 cucchiaini di sapone di Marsiglia a scaglie, contenente olio di oliva o di cocco o di Palma, ed 1 cucchiaino di sapone liquido neutro, da agitare bene prima della distribuzione, con uno spruzzatore nelle ore serali, sulle superfici attaccate dagli insetti. Ripetere l’operazione, ad intervalli di una settimana, fino ad ottenere il completo controllo dell’attacco ;
  • o getto di acqua o con soluzioni a base di rame, indirizzandolo sulla vegetazione infestata, per la rimozione, sia degli afidi, che dalla melata, senza l’uso di pesticidi;
  • o soluzione composta da 20-30 grammi di Sapone molle di potassio per litro d’ acqua. Da ripetere ogni 5-7 giorni, fino a controllo totale dell’infestazione;
  • o miscela formata dalla diluizione di 6 ml di Olio di Neem e di 4 ml di Sapone molle di potassio in un 1 l d’acqua, da spruzzare sulla parte di chioma danneggiata, fino a completa copertura della stessa.
estesi attacchi:
  • diluizione di 14-25 ml di Piretro Verde Copyr in 10 litri di acqua , da distribuire alla prima comparsa degli insetti, con atomizzatori o pompe a spalla, possibilmente nel tardo pomeriggio e comunque nelle ore più fresche della giornata (visto che il piretro a temperature superiori a 26 ° C degrada velocemente, ed il suo reale potere insetticida è limitato a poche ore ). Per eventuale necessità di ripetere il trattamento è consigliabile attenersi alle indicazione riportate sulla confezione del prodotto. Anche perché trattandosi di un insetticida non specifico (che non agisce solo su un singolo parassita) e che agisce sugli insetti paralizzando il loro sistema nervoso, in caso di eccesso di trattamenti, può costituire un pericolo per gli insetti pronubi (che trasportano il polline da un fiore all’altro, permettendo l’impollinazione e la conseguente formazione dei frutti) e predatori (che catturano e si nutrono di altri insetti nocivi)
  • o emulsione formata dalla mescolanza di 150 – 200 o 50 -100 ml di olio bianco con 10 litri di acqua, rispettivamente, per trattamenti invernali ed estivi. Trattasi di un insetticida biologico che agisce per asfissia, creando una barriera sulla superficie dei parassiti uccidendoli. Per raggiungere la massima efficacia ed evitare danni, è necessario distribuire bene il prodotto su tutte le parti della pianta che ospitano il parassita durante le ore più fresche del giorno.
Cocciniglia farinosa – Dactylopius coccus:
  • nota anche come cocciniglia del carminio (colorate di colore rosso, ottenuto dall’essiccazione delle uova dell’insetto, o dallo stesso insetto che, specie in passato, veniva impiegato per la produzione di caramelle , yogurt, gelatine, gelati, bibite , bitter, confetti medicinali e in cosmetici), della famiglia dei Rhynchota, molto simile agli Afidi. Ha un corpo lungo bianco ed esile di qualche millimetro e si riproduce velocemente e intensamente. Solo i maschi sono provvisti anche di ali. Le condizioni climatiche migliori per la riproduzione coincidono con le medio- alte temperature primaverili-estive. La sua presenza sulla pianta determina l’ingiallimento delle foglie (dovuto alla sottrazione della linfa) e l’andirivieni delle formiche attratte dalla melata secreta dall’insetto, della quale sono molto ghiotte. Per neutralizzare gli attacchi, poiché la Cocciniglia è simile agli Afidi, sia per l’entità e le caratteristiche del danno che causa alle piante, che per l’intensità riproduttiva, risulta valida tanto la strategia di lotta, quanto i prodotti antiparassitari già descritti per combattere gli Afidi.
Lepidotteri defogliatori:
  • Processionaria – Thaumetopoea pityocampa - già descritta in occasione della trattazione del Pino;
  • Bruco americano – Hyphantria cunea –:
è un Lepidottero appartenente alla famiglia delle Erebidae, originario del Nord America, si è diffuso in Europa e in Italia a partire rispettivamente dagli anni ’40 e ’70. E’ un insetto polifago le cui larve, di colore marrone o giallo, con testa nera e dorso grigio ricoperto di lunghi peli bianchi (innocui, a differenza di quelli della Processionaria) e neri che, nello stadio più avanzato possono raggiungere la lunghezza di 35 cm. In genere attaccano, in gruppi, una vasta gamma di piante, nutrendosi prevalentemente di foglie, causando defogliazione. Si sviluppano dalle uova deposte in nidi dell’ampiezza anche di 60 – 70 cm, formati da foglie unite da fili sericei. Alla schiusura delle uova, le larve si nutrono consumando la foglie al’interno del nido, per poi uscire e disperdersi sulla chioma, fino al raggiungimento della maturazione (primi di luglio), quando si lasciano cadere al suolo, per cercare un riparo dove incrasalidarsi (chiudersi nel bozzolo) per trascorrere l’inverno. Al termine del quale (in primavera) si completa il ciclo con l’uscita della farfalla dal bozzolo (sfarfallamento). Farfalla che ha un corpo lungo di 1 -1,5 cm, ali bianche, con o senza macchie nere, ed una apertura alare di 2,5 – 3,0 cm, che consente l’agevole spostamento fra le numerose specie ospiti.
 
La lotta consiste nell’asportazione tempestiva dei nidi con delle forbici o svettatoi (strumento per la potatura degli alberi, in grado di raggiungere rami alti senza l’uso della scala); o tramite irrorazioni a base di prodotti biologici contenenti il batterio vivente: Bacillus Thuringiensis che, una volta ingerito e raggiunto l’ intestino delle larve, produce proteine tossiche che danneggiano il loro l’apparato digerente, causandone la morte.
Scolitidi o Coleotteri della scorza o più precisamente del legno, noti anche come Cerambici –Cerambyx cerdo - Le specie che possono attaccare i Cedri comprendono il: Tomicus destruens, Piniperda e Minor:
  • Appartengono alla famiglia dei Cerambycidae, presentano un ciclo di vita che prevede quattro stadi: uovo di pochi millimetri, bianco o crema di forma ovale allungata, che viene deposto, in ammassi (da alcune dozzine a diverse migliaia), sotto la corteccia o in crepe;
larva a forma di “C” , fuoriesce dall’uovo dopo ca. 7 giorni ed inizia a scavare gallerie nel legno, nutrendosi della linfa; fin quando, raggiunta la maturità, si impupa all’interno di una celletta scavata nel legno per trasformandosi in ninfa, per poi, dopo 7-14 giorni (a seconda della temperatura) schiudersi nella forma di adulto.
L’infestazione, se pesante e non controllata, a causa delle gallerie che vengono scavate nella corteccia e nel legno, indeboliscono l’albero , rendendolo vulnerabile da altre malattie e parassiti che possono condurlo alla morte.
Per cui è importante monitorare frequentemente lo stato di salute delle piante, in modo che se si dovessero notare piccoli fori sulla corteccia, che gli insetti adulti praticano per uscire, si possa intervenire tempestivamente per arrestarne la propagazione, eliminando e bruciando i rami colpiti, oltre ad applicare sull’albero delle trappole specifiche attrattive, a base di alcol.
Fungo – Lephoderminum cedrinum –:
è un ascomicete che comprende anche le specie patogene delle piante ed ha un ciclo di vita complesso che include la fase:
sessuale, che produce ascospore (spore contenute negli aschi: sacche che contengono le spore sessuali) all’interno degli apoteci (piccoli corpi fruttiferi a forma di fiasco o bottiglia contenente gli aschi);
e asessuale, che produce conidiospore (spore della riproduzione agamica, cioè per via vegetativa senza l’intervento degli organi sessuali), che aiutano a diffondere l’infezione. L’effetto della quale, pur risultando raramente letale per i Cedri, li può indebolire rendendoli più ricettivi per altri patogeni e predisporli ad andare incontro a stress ambientali, causa di: crescita stentata, appassimento di rami, scolorimento e caduta di foglie e generale riduzione della vitalità dell’albero, con conseguente notevole perdita di valore estetico-ornamentale dell’albero.
Per scongiurare tale deprezzamento, occorre vigilare sui primi sintomi della presenza del parassita, che si manifestano con piccole macchie localizzate che si espandono progressivamente, decolorizzando totalmente, dal giallo al marrone, gli aghi, che cadono precocemente riducendo significativamente la chioma e la capacità fotosintetica dell’albero di produrre energia necessaria per la crescita e la difesa delle avversità.
La prevenzione, per impedire l’insorgenza dell’infestazione, si articola in interventi che mirano a promuovere condizioni sfavorevoli allo sviluppo e la propagazione del fungo, come:
  • ridurre l’umidità e migliorare la circolazione dell’aria all’interno della chioma;
  • coprire il suolo con materiali organici (pacciamatura) per favorire la presenza di composti antimicrobici del genere Bacillus (come Bacillus subtils) che impediscono la crescita dei funghi patogeni;
  • effettuare la somministrazione di elicitori di resistenza o induttori di resistenza. Prodotti a base di estratti proteici di microrganismi, di alghe, composti vegetali, molecole di sintesi e sostanze naturali, come i chitosani (estratti dalla chitina, polisaccaride presente negli esoscheletri dei crostacei: granchi, gamberi ed aragoste) . Tutte sostanze che stimolano i naturali processi di difesa delle piante di qualsiasi genere, contro patogeni (stress biotici) e avversità ambientali (stress abiotici), attraverso l’attivazione o l’incremento dell’espressione di geni (unità biologiche contenute nei cromosomi che trasmettono i caratteri ereditari) di resistenza presenti nelle cellule vegetali. Geni che agiscono come un “vaccino” , preparando il sistema immunitario delle piante ad affrontare attacchi parassitari e difficoltà ambientali.
(Segue foto parassiti descritti)
Utilizzazioni:
legno, apprezzato per:
  • il suo colore che va dal giallo chiaro al rosso-bruno, la grana fine ed una tessitura uniforme, l’aroma balsamico e la resistenza naturale al deterioramento. Caratteristiche che lo rendono ideale per la realizzazione di mobili, pavimenti, piastrelle, contenitori , capannoni, carbone vegetale e, in passato, imbarcazioni; oltre che per la costruzione di strumenti musicali (in particolare per la parte superiore- tavola armonica- delle chitarre acustiche e classiche, per la capacità di produrre toni delicati e avvolgenti , adatti a stili musicali come il flamenco, il fingerstyle (tecnica di esecuzione basata sull’uso delle dita per pizzicare le corde, senza l’ausilio del plettro) e la Bossa nova;
  • i prodotti di estrazione:
trementina (resina vegetale oleosa, fluida chiara e volatile, ottenuta per distillazione dall’olioresina ricavata per incisione sul tronco e utilizzata come componente dell’Acquaragia) dalle ottime proprietà antisettiche e balsamiche;
  • l’olio essenziale, estratto mediante distillazione dal legno, dalle proprietà purificanti, antisettiche e antibatteriche, indicato (secondo il Prof. Marco Valussi: docente della Scuola di Neuropatia , membro del comitato scientifico della rivista “l’Erborista”e della Società Italiana di Scienze e Tecniche Erboristiche e autore, nel 2005, di un testo di scienza degli oli essenziali – Il Grande Manuale dell’Aromaterapia) per:
  • applicazioni topiche (che si applica localmente) per pelli grasse, acneiche, brufoli, micosi, condizioni infiammatorie della pelle, seborrea e forfora;
  • applicazioni topiche rubefacenti (che richiamano il sangue negli strati più superficiali della pelle per alleggerire l’infiammazione degli strati sottostanti); inalazione, per piccole infiammazioni respiratorie o congestionali, bronchiti croniche e tosse;
  • la diffusione della fragranza ambientale, per facilitare il rilassamento, il sonno, lo stress e migliorare il benessere generale;
  • allontanare gli insetti e disinfestare le superfici;
  • stimolare il sistema immunitario: effetto fondamentale per difendere il corpo dalle cellule cancerose;
  • e, secondo gli esiti di ricerche ancora in fase di svolgimento, per le sue proprietà, che si ipotizza potrebbero contribuire a ridurre il rischio di sviluppo di cellule di leucemia mieloide;
gemmoderivati o macerato glicemico di giovani getti:
indicato, in particolare, nei casi di dermatosi caratterizzate da cute secca e prurito, quali eczema e psoriasi e come medicamento di drenaggio cutaneo. In quanto manifesta un’azione di disintossicazione profonda nei confronti delle tossine organiche, contribuendo a migliorare la vascolarizzazione (irrorazione sanguigna) e l’ossigenazione dei tessuti ed, in fase sperimentale, ridurre la colesterolemia;
corteccia, anch’essa, come il legno, possiede numerose proprietà quali:
  • antisettica, in quanto l’olio da essa ricavato è noto per l’effetto disinfettante sulle ferite e per prevenire infezioni;
  • antinfiammatoria, dovuto al contenuto di principi attivi in grado di contribuire a ridurre l’infiammazione , in caso di problemi cutanei come eczema e psoriasi;
  • espettorante, come ingrediente per la preparazione di decotti che aiutano a liberare le vie respiratorie da catarro e muco;
  • astringente, per le qualità del suo olio essenziale nei confronti di dermatiti e in cosmetica, per preparati tonificanti e purificanti , soprattutto per pelli grasse e impure.
Curiosità storico-mitologiche :
  • I primi esemplari di Cedro del Libano, giunti in Italia, sono stati piantati nell’Orto Botanico di Pisa nel 1787.
  • Il Cedro, per l’altezza del suo fusto, dei suoi rami e le sue notevoli dimensioni, è stato eletto simbolo della forza, dell’immortalità, dell’eternità, dell’incarnazione della grandezza d’animo, di elevazione spirituale e di bellezza.
  • La bibbia cita il Cedro (del Libano) come simbolo di forza e maestà, per la sua longevità (fino a 2000 anni), l’imponenza che può raggiungere e l’imputrescibilità del suo legname. E riporta che la sua resina, molto aromatica, era considerata caustica per i corpi vivi, ma capace di preservare i cadaveri, e perciò veniva usata per imbalsamare i defunti, e che l’essenza ottenuta dalla distillazione del legno era nota, in terapia, col nome di Libanolo.
  • Numerose sono le statue di idoli scolpite nel legno di Cedro. Gli arabi considerano l’albero l’”essere divino sotto forma di pianta” o il “candelabro del cielo”.
  • In India, data l’importanza religiosa al Cedro, è anche noto come “abete sacro indiano” , ed è spesso rappresentato in affreschi e mosaici greco-romani.
  • Gli egiziani usavano il legno di Cedro per costruire i sarcofagi dei Faraoni. Mentre i Fenici realizzarono ampie barche che permisero loro di diventare grandi commercianti ed esperti navigatori.
  • Anticamente il legno di Cedro era molto diffuso nel mediterraneo orientale (dalle coste del Libano e Israele, fino al canale di Sicilia, alla Grecia, alla Turchia, Cipro e Malta). Si narra che fosse stato utilizzato per il tempio di Gerusalemme e da Salomone ( Re del Regno unificato di Giuda e Israele dal 970 al 930 a.C.) per rivestire l’interno del Tempio. Le sacre scritture riportano: “Il Cedro all’interno del tempio era scolpito a rosoni e a boccioli di fiori, tutto era di Cedro e non si vedeva una pietra”, e che il palazzo di Salomone e il labirinto di Minosse (Re di Creta che visse verso il 1450 a.C.) fossero sorretti da colonne di legno di Cedro.
  • Le foreste libanesi, anticamente monumentali, nei secoli furono deforestate per l’utilizzo, da parte di molti popoli (egiziani, fenici, cananei, israeliti, babilonesi, assiri, persiani greci e romani), del prezioso legname, che costituiva l’unica riserva di legno per la costruzione di abitazioni, edifici religiosi, sculture, imbarcazioni e mobili. Tanto da ridurre notevolmente il numero degli alberi. Per cui, l’imperatore romano Adriano, per tutelarli, nel 118 d.C., emanò un Editto di tutela, che è da considerarsi il primo Decreto di protezione della storia.
  • Un’iscrizione relativa al Re babilonese Nabucodonosor (642-582 a.C.) narra di una spedizione in Libano per procurarsi cedri, e della costruzione del canale di Arakhtu dell’Eufrate per farne fluitare i tronchi.
  • Plinio: scrittore, naturalista e governatore romano (morto nel 79 d.C.), riferisce che gli antichi solevano ungere i testi più importanti, considerati utili per l’umanità, con l’olio di Cedro, al fine di conservarli per secoli; e che nell’arceria tradizionale il legno di cedro veniva usato per la costruzione delle frecce.
  • Una vecchia leggenda racconta che nelle belle foreste del Libano antico nacquero tre Cedri che trascorsero interi secoli riflettendo sulla vita, la morte, la natura e gli uomini. Assistettero all’arrivo di una spedizione da Israele inviata da Salomone e, più tardi, videro la terra ricoprirsi di sangue durante le battaglie con gli Assiri. Conobbero la regina di Israele Gezabele (morta nell’ 852 a.C.) e il primo grande profeta di Israele Elia (nato nel IX secolo a.C.): mortali nemici. Assistettero all’invenzione del primo alfabeto (avvenuta fra il 17° e il 15° secolo a.C.) e si incantarono a guardare le carovane che passavano, piene di stoffe colorate.
Un bel giorno si misero a conversare sul futuro. “Dopo tutto quello che ho visto, disse il primo albero, vorrei essere trasformato nel trono del re più potente della terra”; “A me piacerebbe far parte di qualcosa che trasformasse per sempre il Male in Bene”, spiegò il secondo; “Per parte mia , vorrei che tutte le volte che mi guardano pensassero a Dio”, fu la risposta del terzo.
Ma dopo un po’ di tempo i cedri furono abbattuti e caricati su una nave per essere trasportati lontano. Ciascuno di quegli alberi aveva un suo desiderio, ma la realtà non chiede mai che cosa fare dei sogni. Il primo albero servì per costruire un ricovero per animali e il legno avanzato fu usato per contenere il fieno. Il secondo albero diventò un tavolo molto semplice, che fu venduto a un commerciante di mobili. E poiché il legno del terzo albero non trovò acquirenti, fu tagliato e depositato nei magazzini di una grande città.
Infelici, gli alberi si lamentavano: “Il nostro legno era buono, ma nessuno ha trovato il modo di usarlo per costruire qualcosa di bello”.
Passò il tempo e, in una notte piena di stelle, una coppia di sposi che non riusciva a trovare un rifugio dovette passare la notte nella stalla costruita con il legno del primo albero. La moglie, in preda ai dolori del parto finì per dare alla luce lì stesso suo figlio, che adagiò tra il fieno, nella mangiatoia di legno. In quel momento, il primo albero capì che il suo sogno era stato esaudito: il bambino che era nato lì era il più grande di tutti i re mai apparsi sulla Terra.
Anni più tardi, in una casa modesta, vari uomini si sedettero attorno al tavolo costruito con il legno del secondo albero. Uno di loro, prima che tutti cominciassero a mangiare, disse alcune parole sul pane e sul vino che aveva davanti a sé. E il secondo albero comprese che, in quel momento, non sosteneva solo un calice e un pezzo di pane, ma l’alleanza tra l’uomo e la divinità.
Il giorno seguente prelevarono dal magazzino due pezzi del terzo Cedro e li unirono a forma di croce. Lasciarono la croce, e alcune ore dopo portarono un uomo barbaramente ferito e lo inchiodarono al suo legno. Preso dall’orrore, il Cedro pianse la barbara eredità che la vita gli aveva lasciato. Prima che fossero trascorsi tre giorni, tuttavia, il terzo albero capì il suo destino; l’uomo che era inchiodato al suo legno era ora la Luce che illuminava ogni cosa. L a croce che era stata costruita con il suo legno non era più un simbolo di tortura, ma si era trasformata in un simbolo di vittoria.
Come sempre avviene con i sogni , i tre cedri del Libano avevano visto compiersi il destino cui speravano, anche se in modo diverso da come avevano immaginato.
  • Nella simbologia biblica il Cedro del Libano viene menzionato numerose volte, con diversi significati, come nel:
Salmo Sal 92,12-15: “Il giusto, radicato nel Signore, che trasmette bellezza e benessere e anche nella vecchiaia s’innalza producendo frutti abbondanti”. Descrive come la crescita e la prosperità spirituale del giusto, paragonandolo alla robustezza e longevità di una Palma e al vigore di un Cedro, pur in presenza di difficoltà e nemici, continua a fiorire e crescere in fede, diventando un esempio di forza e bellezza per gli altri;
Versetto Sir 24,13 del libro del Siracide, riferito alla Scienza divina: “Sono cresciuta come un Cedro sul Libano, come un Cipresso sui monti dell’Ermon”;
Versetto Ct 5,15 (Canto dei Cantici) è una esclamazione di bellezza e di affetto verso il Re sposo da Sulamita: “ Il suo aspetto è quello del Libano, magnifico come i cedri”;
Versetto Os 14,6-7, fa riferimento al perdono di Dio: “E io sarò come rugiada per Israele, fiorirà come un giglio e metterà radici come un albero del Libano, si spanderanno i suoi germogli e avrà la bellezza dell’olivo e la fragranza del Libano”. Illustra un momento di profonda rigenerazione in cui il popolo di Israele, dopo aver sofferto per il peccato e la disobbedienza, è chiamato a un ritorno a Dio e a una nuova vita di fede e fiducia. Il profeta Osea promette che Dio darà al suo popolo “La bellezza che viene da Dio”, cioè la capacità di vivere in pace e di sentire il suo amore…
  • L a fantasia sull’ albero del Cedro ha inoltre suggestionato vari scrittori, fra i quali Grazia Deledda (prima donna italiana ad aver ricevuto il Premio Nobel per la letteratura nel 1926), che in un racconto “Il cedro del Libano” si può leggere: “E’ una pianta che dura migliaia di anni, e precisamente al suo centesimo anno di età fiorisce per la prima volta. Io non conosco questo fiore: non ne ho mai visti: ma deve essere bello e grande come una bandiera azzurra. Dicono che sulle colline di Gerusalemme, ancora esiste un Cedro sotto il quale andava Gesù con i suoi discepoli, nelle notti lunari di estate”.
Località sede delle piante di Cedro più note, dal punto di vista storico-monumentale:
  • La Morra, in provincia di Bra, nel Piemonte, si trova il Cedro del Libano più antico d’Italia, la cui storia è inscidibilmente legata a quella di Colle Montefalletto, dove la pianta affonda le proprie radici. Questo colle, come suggerisce il nome, fu parte del patrimonio della Famiglia Falletti, dal 1340 fino al 1941, quando la Contessa Luigia, lo lasciò in eredità a suo nipote Paolo Cordero di Montezemolo. Fu così, che questo luogo (zona delle Langhe, tipica per la coltivazione del vitigno Nebbiolo, dal quale si produce il vino Barolo) molto strategico e carismatico dal punto di vista vitivinicolo, passò nelle mani di un’altra delle grandi famiglie nobili delle langhe che, da 19 generazioni , dà il nome ad una importante azienda, riferimento per gli amanti del vino in Langa. Il Cedro è considerato un simbolo delle Langhe e albero monumentale, per le sue dimensioni, che superano i 20 m di altezza, raggiungono i 450 cm della circonferenza del tronco sopra le prime branche, e per la sua storia che risale al 1856. Quando Costanzo Falletti di Rodello ed Eulalia Della Chiesa di Cervignasco, giovani sposi, vollero piantare questo albero, simbolo di durevolezza e solidità, a ricordo del loro matrimonio.
  • Cison di Valmarino a Montalenghe in Veneto, è sede del Cedro dell’Atlante situato, da oltre 300 anni, all’interno delle mura di Castelbrando. Detiene il record in Italia, per la circonferenza del tronco di quasi 3 m, il diametro di 13 m della chioma e i 33 m dal’altezza. E’ protetto come bene storico nazionale e viene addobbato a festa durante il periodo natalizio, per cui è noto anche come “Albero di Natale vivente più grande d’Italia “.
  • Parco di Cofaggiolo a Barberino del Mugello – Firenze –: luogo storico e naturalistico, essendo situato in un fortilizio trecentesco, trasformato in residenza di campagna della famiglia Medici, dove si possono ammirare molte bellezze naturali, fra le quali il Cedro Deodara che misura un’altezza di 26 m ed una circonferenza del tronco, a 1,30 m da terra, di circa 4 m.
  • Altri esemplari di dimensioni eccezionali, dei quali due con una ampiezza della chioma di 15 metri, si trovano nel Parco Massari di Ferrara. Mentre altri, altrettanto maestosi, si trovano: uno sull’isola della Maddalena, in Sardegna, e l’altro nel Parco del convitto Mario Pagano, in zona di Campobasso.
  • Sulla parete nord della cima più alta di Yakushima, un’isola nel sud del Giappone, si trova il Cedro più vecchio del mondo, denominato Jomon Sugi (in riferimento al periodo Jomon delle preistoria giapponese, che va da 8000 a.C. a 300 a. C.) che, secondo le analisi dendrocronologiche condotte da scienziati giapponesi sui rami dell’albero, si stima abbia almeno 2000 anni (mentre, secondo alcune ipotesi ne avrebbe addirittura 7000 di anni), un’altezza di 25,3 m ed ha una circonferenza della chioma di 16,4 m. E’ stato scoperto nel 1966 e, data la sua importanza, ha sensibilizzato le persone a proteggere le foreste dell’isola che, nel 1983 è stata dichiarata Patrimonio mondiale dell’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite, fondata nel 1945, per promuovere la pace attraverso l’Educazione, la Scienza e la Cultura). Così , per evitare che il calpestio dei numerosi visitatori che accorrono per ammirare prestigioso vetusto albero, possa nuocergli è stata costruita una piattaforma d’osservazione a 15 m di distanza.
( Segue riproduzione foto piante storiche menzionate)
Oroscopo dei Celti
(insieme di popoli che nel periodo di massimo splendore: dal V al III secolo a. C., erano stanziati in un’ampia area dell’Europa: basato sulle fasi lunari e sugli alberi, è composto da 21 segni arborei collegati a dei periodi dell’anno. In quanto, i Celti ritenevano che i nati in quell’arco temporale assumessero le caratteristiche e le qualità attribuiti al corrispondente albero.
Per il Cedro i periodi vanno dal 9 al 18 Febbraio e dal 14 al 23 Agosto e corrispondono ai segni Zodiacali: Leone e Acquario.
Ai nati sotto questo segno piace essere al centro dell’attenzione, dispongono di forte personalità e rincorrono obiettivi davvero grandi ed, a volte, addirittura estremi. Hanno un gran carattere ed un gran carisma, ma se vengono rifiutati tendono ad avere bruschi cali di autonomia che sono soliti non mostrare. Non conoscono la moderazione: o si è con loro o contro di loro. Sono nemici giurati della noia, intelligenti, a volte persino insolenti e prediligono attività che richiedono creatività e fantasia.
Pro:
Il punto di forza dei nati sotto il segno del Cedro è certamente la loro naturale tendenza ad essere estremi. Sono sempre al centro dell’attenzione anche senza volerlo. Hanno ottimi gusti e pretendono molto da loro stessi e dagli altri. Per questo motivo molti di essi sono portati per il teatro e la recitazione e piace loro passare del tempo sul palcoscenico, come attori o come cantanti e musicisti.
Contro:
I nati sotto il segno del Cedro tendono ad ignorare tutti coloro che non hanno a che fare con i loro interessi e odiano ricevere delle critiche, specie se sono loro il centro della discussione. A volte il loro ego, se lasciato a briglia sciolte, può essere semplicemente fuori luogo ed eccessivo.
Amore:
I Cedri sono dei veri e propri numero uno ! Amano essere considerato importante dal partner, che deve essere forte e indipendente ma, allo stesso tempo deve lasciarsi coccolare. Odiano la rivalità, particolarmente nel campo degli affetti.
Erbe associate:
Rosmarino, Primula, Ginepro, Alloro e Camomilla.
Salute:
possibile predisposizione a disturbi relativi a: muscoli, occhi, colonna vertebrale, cuore e circolazione.
 

La Nostra Voce

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NOI DIAMO SPAZIO AL CITTADINO
BASTA CON LA POLITICA SUI SOCIAL
 
La Nostra Voce è anche La Tua Voce
 
Il Portale di Santa Maria delle Mole è nato proprio per tale scopo.
 
Indipendentemente dal nome, ci occupiamo di tutte le problematiche delle frazioni “a valle” del comune di Marino e quindi di: Castelluccia, Cava dei Selci, Due Santi, Fontana Sala, Frattocchie e Santa Maria delle Mole.
Portiamo avanti, già da anni e con evidenti risultati, questo impegno in modo assolutamente apolitico ed intendiamo sottolinearlo APOLITICO 

Perché questo:
In molti hanno tentato di percorrere tale strada ma alla fine si sono sempre dimostrati quel che intendevano mascherare; lavorare solo per scopi personali e di partito.
Infatti come potete tastare con mano:
- Tutti i siti tematici sono stracolmi di politica e pubblicità.
- Tutte le pagine e, ancor peggio, tutti i gruppi Facebook di zona sono ormai monopolizzati da tre/quattro individui che ci martellano dalla mattina alla sera di pubblicazioni politiche ed inserzioni pubblicitarie di attività in loco. Non portano benefici ma rimbalzano incessantemente informazioni già note!

Non è rimasto più spazio per chi vuole lamentarsi del solito malcostume comunale o di quelle problematiche che rendono difficile il quieto vivere perché soffocati da questo indecente comportamento.

Per tale motivo, noi APOLITICI ed ASCOLTATORI della comunità, abbiamo deciso di dare un taglio a tutta questa indecente volgarità di comportamento e dedicare delle aree per portare alla luce, solo e soltanto, le nostre difficoltà di vita.
Per la risoluzione delle problematiche ce ne occuperemo sul portale ed anche a suon di carte bollate, ove necessario!

 
Per qualsiasi problematica questo portale mette già a disposizione un Forum dove chiunque può dire la propria. Esiste anche la possibilità di intervenire sulle argomentazioni pubblicate periodicamente.

Per non creare troppa confusione e per coloro che non sono in grado di utilizzare tali strumenti ma sanno come muoversi sui social: abbiamo attivato degli Speciali Gruppi su Facebook per ogni frazione. Scegli il gruppo a te dedicato:
E’ ben inteso: A nessuna comunicazione politica, pubblicitaria o di semplice frivolezza verrà dato spazio.

 
Castelluccia e Fontana Sala:
Sono di Castelluccia - Fontana Sala ... senza SE
facebook.com/groups/castellucciafontanasalaplus/

Cava dei Selci:
Sono di Cava dei Selci ... senza SE
facebook.com/groups/cavadeiselciplus/

Due Santi:
Sono di Due Santi ... senza SE
facebook.com/groups/duesantiplus/

Frattocchie:
Sono di Frattocchie ... senza SE
facebook.com/groups/frattocchieplus/

Santa Maria delle Mole:
Sono di Santa Maria delle Mole ... senza SE
facebook.com/groups/santamariadellemoleplus/
 
Tutti questi gruppi sono gestiti da personale ultra qualificato e già facente parte della nostra redazione.
Esponete problemi ma mai parlare di politica, di attività commerciali, di ricette, cani e gatti smarriti e tutti quegli argomenti già martellanti altrove.

Siete i benvenuti a “Casa Vostra” ed il vostro smartphone smetterà di suonare o vibrare in continuazione per inutili motivi.
 

La Battaglia di Lepanto rivive a Marino

News 2 S. Maria delle Mole    (commenti:3) (105)
la Redazione

 
 
La Battaglia di Lepanto rivive a Marino: ennesimo successo per la conferenza del Generale Ciampini organizzata dall’Associazione Centro Anziani Frattocchie di Marino
 
È stata una serata di grande storia e grande partecipazione, quella andata in scena il 5 giugno presso i locali di Bibliopop a Santa Maria delle Mole.
 
Il Centro Anziani Frattocchie di Marino (CAFM APS) ha proposto al pubblico l’attesa conferenza dal titolo “Lepanto, epocale scontro di Imperi in difesa della cristianità”, affidata alla voce autorevole del Generale di Divisione Marco Ciampini, che già in passato aveva riscosso notevoli apprezzamenti nelle iniziative culturali del CAFM.
 
La lezione ha catturato l'attenzione della sala, gremita da un pubblico eterogeneo e appassionato. Il Generale Ciampini ha guidato i presenti in un viaggio tra storia militare, diplomazia e religione, ricostruendo la straordinaria epopea della Battaglia di Lepanto (1571), momento chiave nello scontro tra la Lega Santa e l’Impero Ottomano, che segnò il futuro geopolitico del Mediterraneo. Un racconto coinvolgente e rigoroso, che ha saputo coniugare l’analisi storica con una narrazione vivace e accessibile.
 
L'incontro ha offerto non solo una ricostruzione rigorosa degli eventi militari e dei protagonisti politici e religiosi dell’evento, ma anche un'attenta analisi del contesto geopolitico e delle complesse dinamiche diplomatiche e religiose dell'epoca.
 
Non sono mancati gli applausi e i commenti entusiasti da parte dei partecipanti che si riportano di seguito in quanto ben riassumono l’entusiasmo e la soddisfazione dei soci partecipanti. Lina ha parole di elogio per il conferenziere:
 
"Il dottor Ciampini è una persona molto preparata sulla storia antica e contemporanea, con doti di oratore di alta qualità.
 
Chiaro, semplice e coinvolgente”. Antonietta: "Veramente affascinante la conferenza che il Generale Ciampini ha tenuto stasera.
 
Ha descritto la battaglia in modo magistrale, tanto da farmi avere la sensazione di vederla”.
 
Coinvolgente la descrizione di Anna Maria:Straordinaria ricostruzione ad opera del Generale Ciampini.
 
È stato come partecipare direttamente. Si era lì presenti tra le navi da guerra allineate strategicamente, uno schieramento a mezza luna contro lo schieramento a forma di croce a ricordare simbolicamente le religioni dei gruppi contendenti.
 
Da marinese ho assistito con orgoglio alle gesta di Marcantonio Colonna impegnato nella battaglia.
 
Il Generale Ciampini ha il dono di trascinare chi lo ascolta tra le pieghe della Storia che sta raccontando dando la sensazione di viverla.
 
Bellissima esperienza.
 
Alla prossima avventura!”. Gianni entusiasta per questi incontri culturali: "Molto interessante la descrizione della situazione geopolitica nella quale è maturata la rivalità tra le potenze che hanno dominato il 1500. Una battaglia navale che è rimasta nella storia anche se molto condizionata da disaccordi e indecisioni tra imperi e comandanti.
 
Ma è stato nell'impostazione e nella conduzione della battaglia che si è espressa la forza dirompente della flotta cristiana.
 
Un racconto fluido e coinvolgente da un profondo conoscitore della storia. Grazie al generale Ciampini ed al nostro Generale Dibello per queste iniziative di alto valore culturale".
 
La conferenza si inserisce nel calendario di proposte culturali che il CAFM APS promuove per valorizzare la conoscenza storica e il confronto aperto nella comunità locale. Serate come questa dimostrano quanto ci sia tanta voglia di approfondire la storia e il nostro passato comune.
 
Il CAFM proseguirà il suo percorso culturale con nuovi appuntamenti già in programma per i prossimi mesi.ha commentato a margine il Presidente del CAFM Claudio Bornaccioni, che ha fortemente voluto l'incontro.
 
“Chi volesse partecipare alle prossime attività del Centro Anziani Frattocchie di Marino APS può seguire la pagina Facebook del CAFM oppure contattarmi direttamente al numero 335-364847”.
 
 

Il Gruppo dei Volontari del Decoro Urbano getta la spugna, ma ci perdiamo tutti

News 3 Volontari Decoro Urbano    (commenti:2) (262)
Gianni Botta

Con un proprio post pubblicato nella sua pagina Facebook Filippo Cuomo ha ufficializzato la decisione di  rimuovere il mastello posizionato nel parcheggio Mameli.
 
Con poche e semplici parole piene di amarezza il nostro concittadino ha sintetizzato il proprio stato d’animo, nella consapevolezza che ci sono persone incivili le quali si sono approfittate di un contenitore in cui avrebbero dovuto essere conferiti solo piccoli rifiuti, quelli che normalmente si accumulano nei posacenere delle auto, pensando di depositarci la loro immondizia.
 
Ecco cosa ha scritto:
“Posizionare questo mastello di cortesia al parcheggio Mameli e dopo solo pochi giorni ritrovarci tutto quello della foto, significa che abbiamo perso tutti, e purtroppo come Comitato del Decoro Urbano,ci vediamo costretti a ritirare il secchio e girare la palla al comune che dovrà sicuramente intraprendere provvedimenti più seri!
 
È proprio vero: abbiamo perso tutti, ma il contrasto all’inciviltà non si ferma qui perché il Gruppo dei Volontari andrà avanti con i piccoli gesti che vedete fare da loro in giro per Santa Maria delle Mole.
 
Una sola parola prima di chiudere: grazie Filippo!

Boville Estate 2025

News 4 Cava dei Selci (937)
Eleonora Persichetti

 
Anche quest’anno torna l’attesissimo appuntamento con Boville Estate, l’evento culturale e ricreativo più amato di Cava dei Selci, che animerà le serate dal 5 al 29 giugno 2025. Un programma ricchissimo di musica, danza, arte, sport e spettacolo, organizzato con passione dalla Pro Loco di Boville in collaborazione con l’amministrazione comunale, le scuole, le associazioni culturali e sportive del territorio.
 
Programma
La manifestazione si apre il 5 giugno alle ore 21:00 con la serata musicale 'Volevo fare il cantautore', con Andrea Santelli e una band d’eccezione.

Il 6 giugno sarà il turno del saluto delle autorità e della Pro Loco, seguito da una sfilata di moda firmata Enrico Pisciarelli con outfit Celli Spose e la conduzione di Patrizia Pellegrino.

Il weekend del 7-9 giugno vedrà protagonisti l’asilo 'Il mondo dei bambini', l’ASD Marino Roller, Officina Arte & Cultura, e la scuola Oltremusica con esibizioni teatrali, musicali e di danza. Lunedì 9 giugno sarà dedicato ai balli caraibici con la Banda Salsera Academy, seguita da serate di balli di gruppo, musica revival, spettacoli romani e concerti.
Tra gli appuntamenti più attesi ci sono il concerto dei 50 Special il 13 giugno, lo spettacolo di danza 'Circus' il 14, e la serata gospel del 15 giugno con il coro Voices of Joy. Le settimane successive offriranno eventi per tutti i gusti: dalle arti marziali ai giovani talenti rock, dalle danze country al fashion con Atelier Minucci, fino agli spettacoli di danza, ginnastica e musica live.

Gran finale il 29 giugno con il Gran Galà Stardust e l’estrazione della lotteria Bovillestate 2025.
Boville Estate 2025 si conferma una grande festa della comunità, capace di coinvolgere tutte le generazioni in un clima di condivisione, creatività e divertimento. Un’occasione per vivere appieno le serate estive di Cava dei Selci.

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Il Comitato di Quartiere che gestisce questo portale informativo è a tutela di Santa Maria delle Mole, Cava dei SelciFrattocchie, Due Santi, Castelluccia e Fontana Sala, inoltre sostiene tutti gli altri CdQ territoriali e le Associazioni No-Profit dell’Interland.
 
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Festival dello Sport - Ciampino - 6-8 giugno

News 5 Castelli Romani (136)
Eleonora Persichetti

 
Da venerdì 6 a domenica 8 giugno il Parco Aldo Moro di Ciampino ospiterà la 3a edizione del Festival dello Sport 2025, organizzata dall’associazione Vivinsieme Ciampino e dal Phoenix Rugby Ciampino con il patrocinio del Comune di Ciampino, in collaborazione con AP Eventi di Andrea Paciotti e Spettacolissimo di Donato Lauri.
 
L’evento, a ingresso gratuito, sarà presentato da Luca Rossetti e prevederà in tutte e tre le giornate, dalle 10 alle 19, esibizioni sportive e lezioni dimostrative, gratuite e aperte a tutti, da parte delle associazioni sportive del territorio, musica, cabaret, stand enogastronomici e artigianali, street food, intrattenimento e animazione per grandi e bambini.
 
Non mancheranno, inoltre, iniziative inclusive, quali:
- La Cooking Class Inclusiva, in programma tutti e tre i giorni del festival dalle 17.30 alle 18.30, durante la quale la Rete Italiana Disabili e il Pastificio Buono sveleranno i segreti per preparare degli squisiti gnocchi al ragù tutti. Un modo meraviglioso per stare insieme, imparare e divertirsi. Per questa iniziativa è richiesta la prenotazione, da effettuare via e-mail, scrivendo all’indirizzo lazioreteitalianadisabili@gmail.com, o tramite WhatsApp, contattando il numero 3332967651;
- Il Terzo Tempo del Padel, progetto di padel inclusivo per ragazzi con la sindrome di down, proposto dal circolo Sassone Padel e in programma domenica 8 giugno alle 18 lungo la pista di pattinaggio.
 
Previste, inoltre, iniziative promosse dal centro cinofilo “Dog’s Town” di Morena, con orario 17.30-19, finalizzate a far conoscere il meraviglioso mondo dell’educazione e delle attività con i cani:
- Venerdì 6 giugno – Frisbee con il cane. Cane e conduttore giocheranno insieme, lanciando e recuperando il frisbee;
- Sabato 7 giugno – Agility. Il cane affronterà un percorso a ostacoli guidato dal conduttore;
- Domenica 8 giugno – Ricerca olfattiva. Il cane utilizzerà il suo straordinario fiuto per trovare un oggetto o una sostanza nascosta.
Il centro cinofilo “Dog’s Town”, inoltre, offrirà consulenze gratuite, sconti speciali sui suoi servizi e gadget in regalo per i proprietari e i loro amici a 4 zampe.
 
Di seguito, invece, il programma artistico-musicale (inizio ore 20).
Venerdì 6 giugno – Sergio D’Arpa; Valentina Urbini; Pino e gli Anticorpi
Sabato 7 giugno – Andrew C DJ; Forever 90
Domenica 8 giugno – Reumina; Max Mania 883 Tribute Band
 
Siamo stati onorati di poter organizzare insieme la terza edizione del Festival dello Sport, manifestazione ormai consolidata e attesa dalla cittadinanza – dichiarano Carmen Pizzirusso, Presidente di Vivinsieme Ciampino, e Antonio Cordella, Presidente del Phoenix Rugby Ciampino –. Le nostre associazioni si fanno promotrici di socializzazione e inclusione, per questo abbiamo voluto rendere questo evento ancora più inclusivo, creando sinergie importanti con associazioni che si occupano di sport e disabilità: lo sport unisce e noi ne siamo testimoni! Ringraziamo l’amministrazione comunale per la fiducia risposta in Vivinsieme Ciampino e nel Phoenix Rugby Ciampino e aspettiamo numerosi i cittadini al Parco Aldo Moro dal 6 all’8 giugno”.
 
Il Festival dello Sport rappresenta un’occasione speciale per riconoscere l’importanza dello sport non solo come attività fisica, ma anche come valore fondamentale che insegna rispetto, impegno e solidarietà – commenta la Sindaca Emanuela Colella. Lo sport ci unisce e supera qualsiasi barriera, creando un senso di comunità e di collaborazione nella piena inclusività. Desidero ringraziare tutti coloro che, con passione e dedizione, contribuiscono a rendere possibile questa bellissima iniziativa, che ha raggiunto la sua terza edizione. Grazie al loro impegno, i nostri giovani possono vivere queste giornate con entusiasmo e sicurezza”.
 
Mi unisco ai ringraziamenti della Sindaca – aggiunge il Consigliere delegato allo Sport Emilio Biondiesprimendo un sentito ringraziamento alle associazioni sportive del territorio, agli atleti, ai volontari, ai genitori e a coloro che si occuperanno della sicurezza della manifestazione: senza una perfetta sinergia tutto questo non sarebbe possibile. Auspico che questa giornata possa rappresentare un momento di sprone e di ispirazione a tutti, affinché lo sport continui a essere un potente mezzo di formazione e di aggregazione, capace di promuovere valori fondamentali per la crescita di una società più giusta e solidale”.

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La storia di Ottica Foto Minna

News 6 S. Maria delle Mole (452)
Antonio Calcagni

 
Sabato 31 maggio, abbiamo voluto festeggiare insieme ai nostri concittadini, i primi 60 anni della nostra attività, la cui storia ho il piacere di raccontarvi di seguito. 
 
Foto Minna o meglio “Cine Foto Minna” nasce il 14 maggio 1965 a Santa Maria delle Mole.
 
Mio padre, Umberto, veniva da un piccolo paese della ciociaria “Pofi”, insieme a mia madre, che era in dolce attesa del sottoscritto, dopo che erano convolati a nozze nel maggio 1964.
 
Si trasferirono qui perché, il fratello della cognata, un certo Giovanni, aveva aperto questo negozietto di fotografia qui a Santa Maria delle Mole che poi, per problemi di salute, non era più in grado di portare avanti.
 
Mio padre, che durante il servizio militare a Firenze,aveva frequentato, con eccellenti risultati, un corso di fotogralia, si lancio con grande entusiasmo e determinazione in questa impresa rilevando l’attività.
 
Cominciò così a stampare le prime foto tessera, con sviluppo, ovviamente in sede,  in bianco e nero, che all’inizio venivano anche ritoccate, un lavoro che richiedeva alcuni giorni di attività.
 
Iniziò anche a fare i primi servizi fotografici per Comunioni,e Matrimoni,  ai quali ne seguirono poi tantissimi altri.
 
Piano piano, e con l’aiuto di mia madre, l’attività cominciò a svilupparsi, mentre mio padre, per sostenere la famiglia, era costretto a fare il doppio lavoro.
 
Infatti in quel periodo, durante l’estate consegnava il pane sul litorale romano, per lo storico (anche lui) Panificio Magistri.
 
I mesi correvano veloci, come gli affitti del negozio e di casa, da pagare a Concetta e Gioacchino.
 
Il negozio situato pressappoco su via della Repubblica 44 (odierno), venne spostato poi nel marzo del 1969, sempre su via della Repubblica, dove si trova oggi il “Movida” e ci restò per ben 20 anni.
 
Poi finalmente nel 1989, si spostò nell’attuale sede in via 8 marzo 1/a.
 
Il sottoscritto è cresciuto all’interno dell’attività di famiglia, ho appreso fin da bambino le tecniche di stampa e di fotografia, infatti il mio primo servizio professionale completo risale al lontano 1982.
 
In quel caso fui costretto a sostituire mio padre che aveva avuto un brutto incidente in bicicletta, una altra grande passione di mio padre, che fu anche uno dei soci fondatori del “Gruppo Sportivo Ciclistico Santa Maria delle Mole”.
 
Il risultato del mio primo lavoro, fu molto appezzato e segnò l’inizio ufficiale della mia collaborazione all’interno dell’attività.
 
Un’attività che passò poi completamente nelle mie mani nel momento in cui mio padre andò in pensione.
 
Il mondo della fotografia in questi anni è stato completamente rivoluzionato, nel  passaggio  dall’analogico al digitale.
 
Un cambiamento epocale che non ci ha trovati impreparati, anzi, ci ha dato uno stimolo in più nella direzione di un rinnovamento, che ci permette ora di offrire alla nostra, gentile e vasta clientela,un servizio ancor più professionale.
 
Concludo ringraziando: la mia famiglia, gli amici,i clienti spesso diventati anche amici, e la cittadinanza tutta che ci hanno accompagnato in questo lungo e affascinate viaggio durato 60 anni.
 
Semplicemente grazie, da Piero e Patrizia Minna.

Premiati i vincitori del concorso letterario "Crescere Insieme – GruppoH24" (1a edizione)

News 7 S. Maria delle Mole (199)
Eleonora Persichetti

 
Si sono svolte mercoledì 28 maggio, all’interno del plesso “Verdi”, appartenente all’Istituto Comprensivo Santa Maria delle Mole, le premiazioni della 1a edizione del concorso letterario “Crescere Insieme – Gruppo H24”, rivolto agli alunni delle classi V delle scuole primarie “Verdi” e “Repubblica” e promosso dal GruppoH24, agenzia immobiliare di Santa Maria delle Mole (Marino), guidata dall’imprenditore Alessio Corsetti e con sede in via Pietro Maroncelli 30.
 
Il concorso, che ha avuto per tema “Un Mondo pieno di Luce”, ha inteso stimolare la fantasia dei bambini, invitando loro a scrivere storie e racconti che parlassero di speranza, di valori e di futuro. Presidente di giuria è stato Cristian Liberti, anima culturale dell’iniziativa, che da anni, con enorme passione e infinita sensibilità, promuove instancabilmente progetti educativi e letterari.
 
Al termine dell’emozionante e intensa cerimonia sono stati premiati:
- 1° posto: Alice Iovino (VC plesso “Verdi”);
- 2° posto: Isotta Paravano (VA plesso “Repubblica”)
- 3° posto: Gabriele Patella (VC plesso “Repubblica”)
 
Abbiamo vissuto un momento che ci resterà nel cuore – commenta lo staff del GruppoH24. Ma oggi (mercoledì 28 maggio, ndr) i veri vincitori sono stati i sentimenti: la solidarietà disarmante, la gioia condivisa, la commozione sincera. Qualche lacrima è scesa, sì, ma erano lacrime belle, di quelle che raccontano quanto ancora sappiamo emozionarci”.
 
Grazie a Cristian Liberti, anima e cuore pulsante di questa iniziativa – aggiunge il Gruppo H24. Grazie a Vittorio Sinceri, che ci ha donato la fiaba del ‘Brutto Anatroccolo’ di Andersen, con una morale più viva che mai. Grazie alle maestre tutte e al dirigente scolastico prof. Paolino Gianturco, che ha aperto le porte della scuola a questo sogno diventato realtà. E soprattutto grazie a voi, ragazzi, che con oltre 100 testi ci avete regalato meraviglia, talento, speranza. Bravissimi tutti. E che la scrittura vi accompagni sempre!”.

Marino Village 2025, dal 23 maggio al 1° giugno 10 giorni di festa a Cava dei Selci

News 8 Cava dei Selci (537)
Eleonora Persichetti

 
Dalle ore 16 di venerdì 23 maggio fino alla tarda serata di domenica 1° giugno, il Parco della Pace di Cava dei Selci sarà letteralmente vestito a festa per uno degli eventi più attesi dell’anno: il festival Marino Village 2025, ideato e organizzato dall’AP Eventi di Andrea Paciotti con la collaborazione dell’UCF Marino e di Spettacolissimo di Donato Lauri e con il contributo del Comune di Marino e del Consiglio regionale del Lazio. La manifestazione punta a offrire intrattenimento di qualità per tutte le età, dando ufficialmente il via alla stagione estiva all’insegna del divertimento e dello stare insieme.
 
Il Marino Village, che torna a distanza di 3 anni dalla felice edizione del 2022 (svoltasi nella vicina Santa Maria delle Mole), ospiterà per 10 giorni musica e spettacoli di cabaret con tanti artisti di rilievo, sfilate di alta moda, esibizioni di scuole di danza, street food, stand enogastronomici e di artigianato, giostre, animazione, un Villaggio delle Favole per i più piccoli e una meravigliosa ruota panoramica, assicurando allegria e divertimento a grandi e bambini.
 
L’evento, a ingresso gratuito e aperto a tutti, sarà presentato da Luca Rossetti e avrà come media partner Radio Roma, la prima radio-televisione di Roma e del Lazio, attiva dal 1975. Tutti i giorni saranno previste dirette Facebook, Instagram e TikTok sui canali di Andrew C DJ (Ti Sblocco un Ricordo - Facebook; Ti Sblocco un Ricordo - Instagram; Ti Sblocco un Ricordo - TikTok).
 
Il Marino Village è sicuramente un appuntamento molto atteso, non solo per la qualità dell’offerta, ma anche per il valore sociale che porta con sé – dichiara l’Assessore alle Attività Produttive Rinaldo Mastantuono. C’è sempre più bisogno di occasioni per ritrovarsi e vivere gli spazi pubblici in modo condiviso. Il Parco della Pace, con i suoi spazi, è pronto ad accogliere un vasto pubblico con proposte pensate per tutte le età, all’insegna del divertimento. Ringrazio l’Unione Commercianti delle Frazioni di Marino e Andrea Paciotti per l’organizzazione e l’impegno messo in questo ambizioso progetto, un’iniziativa importante, a dimostrazione che la collaborazione tra istituzioni, associazioni e realtà del territorio può dare vita a manifestazioni di grande qualità”.
 
Sarà un Marino Village straordinario – dichiara il presidente dell’UCF Marino e organizzatore Andrea Paciotti. Ringrazio l’amministrazione comunale di Marino e il Consiglio regionale del Lazio, lo staff dell’AP Eventi, i commercianti dell’UCF Marino, Spettacolissimo, gli artisti che si esibiranno, gli addetti al service suoni e luci e tutti coloro che lavoreranno per garantire la massima sicurezza durante le 10 giornate, vale a dire la Polizia Locale di Marino, i Carabinieri di Marino, la Protezione Civile e gli Angeli del Soccorso. Invito tutti i cittadini di Marino, dei Castelli Romani e di Roma e provincia a partecipare numerosi al Marino Village 2025: non rimarranno delusi!”.
 
Di seguito il ricchissimo programma del Marino Village, che in ognuna delle 10 giornate prenderà il via alle 16.
 
Venerdì 23 maggio
Ore 16 - Francesco Show; Karaokestoballando con Cristina Ferrara; Divertimento con le mascotte di Stefania Produzione Eventi
Ore 18 - Musica con Andrew C DJ; Esibizione Banda Musicale “Volemose Bene”; Ballo e canto con la World Dance Academy ASD e l’ACSD PiTre; Salsa & Bachata e tanto altro… con la Banda Salsera Academy di Enrico Romoli ed Eleonora Pace
Ore 19 - Notti Magiche Disco Remix; La Signora Gilda; Fra’ Sorrentino; Calibro 40; Veronica Kirchmajer; Alex De Negri
 
Sabato 24 maggio
Ore 16 - Francesco Show; Karaokestoballando con Cristina Ferrara
Ore 18 - Musica con Andrew C DJ; Esibizione ASD Stardust Sporting Center
Ore 20 - 90 Mania
 
Domenica 25 maggio
Ore 16 - Francesco Show; Karaokestoballando con Cristina Ferrara
Ore 18 - Musica con Andrew C DJ
Ore 19 - Manuela Villa; Sergio D’Arpa; Shany Martin
 
Lunedì 26 maggio
Ore 16 - Francesco Show; Karaokestoballando con Cristina Ferrara; Musica lounge, aperitivi e karaoke
 
Martedì 27 maggio
Ore 16 - Francesco Show; Karaokestoballando con Cristina Ferrara; Musica lounge, aperitivi e karaoke
 
Mercoledì 28 maggio
Ore 16 - Francesco Show; Karaokestoballando con Cristina Ferrara; Musica lounge, aperitivi e karaoke
Ore 18 - Esibizione Lizard – Accademie Musicali
 
Giovedì 29 maggio
Ore 16 - Francesco Show; Karaokestoballando con Cristina Ferrara
Ore 18 - Musica con Andrew C DJ
Ore 19 - “La Notte della Grande Bellezza” – Sfilate di alta moda con l’atelier di Sabrina Minucci e Mirko Cheyenne. Conduce Paciullo;
Ore 20 - Mirko e gli Ottava Nota
 
Venerdì 30 maggio
Ore 16 - Francesco Show; Karaokestoballando con Cristina Ferrara
Ore 18 - Musica con Andrew C DJ; Esibizione ASD Stardust Sporting Center
Ore 18.30 - “Incanto d’estate” – Sfilate di alta moda con Novità e Ma.Vi
Ore 21 - Frankie & Canthina Band
 
Sabato 31 maggio
Ore 16 - Francesco Show; Karaokestoballando con Cristina Ferrara
Ore 18 - Musica con Andrew C DJ
Ore 20.30 - 2000 Mania
 
Domenica 1° giugno
Ore 16 - Francesco Show; Karaokestoballando con Cristina Ferrara
Ore 18 - Musica con Andrew C DJ; Ballo e canto con la World Dance Academy ASD e l’ACSD PiTre; Salsa & Bachata e tanto altro… con la Banda Salsera Academy
Ore 18.30 - Concorso “Il + Bello d’Italia” – Selezione regionale. Conduce Diego Spiego
Ore 20.30 - I Figli delle Stelle; Gianluca “Scintilla” Fubelli

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Le ronde dei "monnezzari"

News 9 Volontari Decoro Urbano    (commenti:1) (383)
Gianni Botta

A Santa Maria delle Mole girano ronde:
  • di giorno quelle dei Volontari del Decoro Urbano, capeggiati dall’encomiabile Filippo Cuomo, che si affannano a tenere pulito il territorio sottraendo tempo ed energie alla propria vita familiare;
  • di notte, o forse alle prime luci dell’alba, ronde di incivili che fregandosene di tutto abbandonano i propri resti lungo le strade, non visti.
Prendete l’oggetto che vedete nella foto, una planetaria o simile: la speranza è che guardandola qualcuno la riconosca nella cucina di un/una amico/a o conoscente dal quale si è recato per scambiare due chiacchiere mentre assaggiava una fetta di ciambellone sorseggiando un caffè. Forse in questo caso questo/a incivile proverà un po’ di vergona, che ne dite?
 
E non serve pensare di aver fatto il proprio dovere perché si lasciano gli oggetti nei pressi dei raccoglitori.
No amici cari, non funziona così: se proprio non volete servirvi dell’isola ecologica sappiate che a Marino esiste un servizio di prenotazione per il ritiro dei rifiuti ingombranti.
Chiamando il numero 800154952, attivo dal lunedì al venerdì 9:00-13:00 potrete far ritirare i vostri elettrodomestici – piccoli o grandi – o altri rifiuti ingombranti fino a massimo di  5 pezzi.
 
Se qualcuno obietterà che il servizio funziona male o che al telefono non risponde nessuno diciamo che non è con l’abbandono che si risolve il problema, lo si scarica solamente sulla collettività costretta a sorbirsi lo spettacolo dell’immondizia di questi incivili.
Vale come per le deiezioni canine o per gli abiti usati: anche se non c’è un secchio la sporcizia è vostra e non può o deve diventare la nostra.
 
Quindi poiché è inutile fare appello alla coscienza di questi incivili, dubitando che ne abbiano una, speriamo che con l’arrivo delle cartelle della TARI 2025 non esistano sacche di evasione, perché è ragionevole credere che i primi protagonisti di questi gesti siano proprio gli evasori.
 
Per chiudere, le telecamere aiutano, ma non risolvono il problema: ci sarà sempre un angolo o un viottolo nascosto dove questi concittadini faranno i loro porci comodi.

L'Orecchio Assoluto

News 10 Pillole di Musica (168)
Alfio La Rosa

 
Per “orecchio assoluto” (OA) sintende la capacità di riconoscere esattamente l’altezza della nota o più tecnicamente la frequenza del suono percepito.
 
La differenza con un comunissimo “orecchio relativo” sta proprio nel non contestualizzare le note e la relazione che c’è tra di loro, ma individuarne perfettamente la frequenza senza il minimo riferimento. Chiunque basandosi su una nota data, può eseguirne o individuarne un’altra con un po’ di allenamento, ma solo 1 su 10.000 ha la fortuna di riuscire a farlo senza effettuare calcoli o sforzi di memoria.
Per essere ancora più chiari, alcune persone sostengono che tutti gli individui dotati di orecchio assoluto, riconoscono i suoni proprio come ogni persona non daltonica riconosce i colori, come se quest’ultimi vedessero ipoteticamente una scala in bianco nero in pieno stile TV anni ’60, che di nota in nota risulta più o meno scura, mentre l’OA distingue perfettamente ogni sfumatura di colore.
 
Per quanto riguarda l’anatomia cerebrale, effettivamente si nota una piccola differenza, infatti negli OA si registra una rilevante asimmetria del planum temporale di sinistra, il quale sembrerebbe di dimensioni maggiori rispetto ai musicisti senza OA, ma allo stesso tempo è riscontrabile una dimensione più piccola della corrispettiva regione dell’emisfero destro.
Probabilmente la causa è dovuta ad un minor impiego delle connessioni sinaptiche tra le aree dell’emisfero destro, la quale ha generato questa asimmetria negli OA, piuttosto che un sovrasviluppo del planum temporale di sinistra. Questa malformazione benefica è molto difficile che avvenga in età adulta, infatti di solito viene plasmata nel periodo infantile, più precisamente tra i 4 e i 7 anni massimo, o addirittura alcuni nascono già con una predisposizione genetica. Di conseguenza l’abilità dell’OA risulta molto rara, poiché non sono molti i bambini di quell’età che frequentano corsi di formazione musicale poiché troppo piccoli o comunque a limite, mentre quelli nati con predisposizione devono comunque studiare per avere una buona conoscenza della teoria e poter applicare lo strumento.
 
Inoltre, proprio come appena accennato, questa capacità sembrerebbe essere di forma genetica in moltissimi casi, infatti studi condotti da Dohn e colleghi nel 2012, hanno dimostrato che in tutti gli OA c’è un piccolissima predisposizione genetica di autismo.
Pensandoci bene, effettivamente questi ragazzi di solito sono caratterizzati da straordinarie capacità di calcolo e di concentrazione selettiva sopra la media, la quale gli permettono un apprendimento più efficace e sicuramente più rapido. Di conseguenza l’orecchio assoluto può avere origini genetiche ma non è comunque una capacità innata che garantisce un risultato sicuro, poiché deve essere agevolato da un percorso di studi proprio come per un bambino non predisposto.
 
E tu hai l’Orecchio Assoluto?
Se vuoi, puoi passare a Scuola da noi e ti faremo un test gratuito.
 
 
M° Valerio Porrovecchio (Docente MusiCity Scuola riconosciuta dalla Regione e Comune)

Verso una Roma Capitale Metropolitana: si riaccende il dibattito sull’autonomia e lo sviluppo del territorio

News 11 S. Maria delle Mole    (commenti:2) (299)
Eleonora Persichetti

 
Il 13 maggio scorso, presso l’agriturismo “Il Cavallino Rosso”, al confine tra Roma, Boville e Pavona, si è svolto un incontro promosso dalle associazioni Sempre Boville e Co.Pro.N.E.L. per rilanciare il dibattito sulla riforma di Roma Capitale e dei 21 Comuni della Città Metropolitana, con attenzione alle aree dell’Appia Antica, Bovillae e l’Agro Romano.
 
L’incontro ha riacceso i riflettori su un tema che unisce istanze democratiche, sviluppo territoriale e tutela del patrimonio culturale e ambientale. La proposta al centro del dibattito riguarda una legge costitutiva, prevista dall’art. 114 della Costituzione, per il riconoscimento istituzionale di Roma Capitale Metropolitana e delle comunità coinvolte. L’obiettivo è ottenere una governance più efficace e partecipata, coinvolgendo anche le Province limitrofe non metropolitane.
 
Dopo l’introduzione di Carla Martella, impenditrice agrituristica, e l’introduzione di Pino Cardente, coordinatore CoProNEL e Presidente dell’ass.ne Sempre Boville, sono intervenuti: l’agronomo Marco Greggio, il ricercatore Francesco De Santis (Università LUMSA e ANCI Lazio), e contributi di studiosi come Marco Bellitto e Alfonso Pascale. Presente anche Luciano Nobili, presidente della Commissione PNRR e Grandi Eventi della Regione Lazio.
 
Durante l’evento, si è ribadita la richiesta che parte dei fondi PNRR avanzati — circa 10 miliardi — vengano destinati a progetti locali sostenibili, come la valorizzazione agrituristica, la tutela del patrimonio religioso e culturale (come il Monastero dei Frati Trappisti a Bovillae), e la messa in sicurezza delle infrastrutture, a seguito di recenti episodi come il crollo di una scuola a Santa Maria delle Mole.
 
Infine, le associazioni promotrici hanno rilanciato l’appello per l’estensione del riconoscimento UNESCO all’intera area dell’Appia Antica e dei siti archeologici censiti, e chiesto un incontro urgente al Ministero della Cultura.
L’iniziativa, a cui ha fatto da sfondo anche una mostra sulla transumanza e degustazioni di prodotti tradizionali, ha rappresentato un momento di confronto costruttivo. Le comunità promotrici ribadiscono che l’autonomia istituzionale è uno strumento democratico da perseguire con determinazione, dentro e fuori le sedi istituzionali.
 
Associazioni promotrici: Sempre Boville – Co.Pro.N.E.L.

Il 23-24-25 maggio torna l'Appia Antica Green Festival all'infopoint

News 12 S. Maria delle Mole (746)
Gianni Botta

Il Comitato di Quartiere Santa Maria delle Mole è lieto di annunciare che da venerdì 23 maggio, e per tutto il weekend, torna l’Appia Antica Green Festival, organizzato dal Circolo Legambiente Appia Sud “Il Riccio” APS con il patrocinio della Città Metropolitana di Roma Capitale, del Comune di Marino, del Parco Regionale dell’Appia Antica e del Parco dei Castelli Romani.
 
Nei tre giorni l’infopoint del X e XI miglio e Punto Informativo Comunale del Comune di Marino accoglieranno tutti i cittadini per parlare di tutela, valorizzazione e fruizione sostenibile del tratto castellano dell’Appia Antica, di turismo consapevole e di qualità.
 
Il tema conduttore del programma è L’ACQUA e sarà esplorato in tre aspetti diversi tramite incontri, convegni, trekking guidato, laboratori, cibo e musica: “Flussi d’acqua”, “Specchi d’acqua”, “Acquamania”.
Tra gli eventi previsti il pic-nic di domenica 25 maggio al quale invitiamo tutti a partecipare con vivande al seguito, per trascorrere insieme una giornata di condivisione all’aria aperta, nella splendida cornice dell’Appia Antica.
 
Il 23-24-25 maggio incontriamoci all’Appia Antica Green Festival.

Cuori, sorrisi e applausi: Cava dei Selci festeggia le mamme con una giornata speciale

News 13 Cava dei Selci (302)
Eleonora Persichetti

 
 
Grande partecipazione domenica scorsa a Cava dei Selci per l’evento dedicato alla Festa della Mamma, che ha trasformato il quartiere in un vivace punto di ritrovo per famiglie, bambini e residenti. Una giornata pensata per celebrare le mamme con attività gratuite, momenti di prevenzione e tanta voglia di stare insieme.
 
Organizzato dal Centro Anziani di Cava dei Selci in collaborazione con l’associazione Mamme Insieme, l’evento ha proposto laboratori creativi e giochi per i più piccoli, ma anche incontri informativi con esperti come nutrizionisti, psicologi, osteopati e ostetriche, tutti pronti a offrire consigli e risposte su benessere e salute.
 
Molto apprezzata anche l’iniziativa di prevenzione cardiovascolare, che ha visto numerosi cittadini sottoporsi gratuitamente a elettrocardiogramma, grazie al progetto solidale Il cuore di Andrea.
 
Ad arricchire l’atmosfera, un mercatino con ben 50 stand ha animato la zona, tra prodotti artigianali, curiosità e sapori locali. Un'occasione perfetta per fare due passi, curiosare tra le bancarelle e incontrare amici e vicini.
 
Tra i momenti più simpatici della giornata, l’elezione di Miss Pancione, premiata dal Sindaco Stefano Cecchi tra gli applausi del pubblico presente nella cavea. Immancabile anche la partecipazione dei bambini, che hanno piantato piantine colorate in onore delle loro mamme e hanno concluso l’evento con l’emozionante esibizione del Piccolo Coro del Fiore Blu.
 
Una giornata ben riuscita, resa possibile dalla passione e dall’impegno di tutte le persone coinvolte, che ancora una volta hanno dimostrato quanto il senso di comunità possa fare la differenza.
 

Crolla un solaio della scuola in costruzione - Feriti

News 14 S. Maria delle Mole    (commenti:3) (797)
Francesco Raso

Crollo di un solaio nel cantiere, in via Fratelli Bandiera, per la costruzione di una nuova scuola elementare. Sul posto i Vigili del Fuoco e Carabinieri della stazione Santa Maria delle Mole.
 
A causa del crollo sette operai sono precipitati da un’altezza di circa tre metri.
 
Sul posto, appena scattato l’allarme, sono arrivati gli agenti della Polizia locale di Marino, i Vigili del Fuoco e i Carabinieri della locale stazione, gli amministratori locali e, naturalmente, i sanitari del 118 che hanno portato in ospedale gli operai feriti.
 
Per il più grave di loro è stato richiesto l’intervento dell’elisoccorso.
 
Sono in corso gli accertamenti dei Vigili del Fuoco per stabilire le cause dell’accaduto. La ditta appaltatrice, insieme ad altre cooperative edilizie che lavorano sul posto, sono della provincia di Caserta così come anche gli operai e i muratori feriti, 7 in totale tra italiani e stranieri, tra i 25 e i 50 anni.
 
 

Screening Oncologico del collo dell'utero

News 15 Marino (366)
Francesco Raso

Screening per la prevenzione del carcinoma della cervice uterina: arriva l’HPV Test in autoprelievo!
 
Per migliorare l’adesione allo screening cervicale e garantire equità nell’accesso, la ASL Roma 6 introduce un nuovo modello organizzativo che offre il self sampling, un test di autoprelievo per l’HPV (Papilloma Virus Umano).
 
 
Cos'è il self sampling?
Si tratta di un test che consente di prelevare in autonomia un campione biologico per la ricerca di HPV oncogeni, con la stessa accuratezza del test eseguito da personale sanitario.
 
 
A chi è rivolto?
A tutte le donne che non hanno risposto al primo invito dello screening.
 
 
Come fare il test?
Se preferisci effettuare l’HPV Test con un’ostetrica, puoi recarti presso il Consultorio Familiare o il Centro Screening del Presidio di Marino, seguendo le indicazioni fornite nella lettera di invito.
 
 
Info e contatti
Web: screening hpv test in autoprelievo
 
Email: coordinamento.screening@aslroma6.it (indicare nome, cognome, data di nascita e recapito telefonico)
 
Telefoni:
- Numero Verde (solo da linea fissa): 800 160 622
- Da linea fissa e mobile: 06 93 27 37 91
 
Orari:
Lunedì - Sabato: 10:00 - 13:00
Lunedì - Venerdì: 15:00 - 19:00
 
 
Prenditi cura della tua salute, la prevenzione è il miglior alleato!

4° trofeo Bruno Zaccaria

News 16 S. Maria delle Mole (230)
Antonio Calcagni

Domenica 11 Maggio come di consuetudine, si svolgerà la 4ª l’edizione del trofeo “Bruno Zaccaria”.
 
Una gara ciclistica su strada, dedicata ai giovanissimi atleti.
 
La gara è organizzata da “Zacca Frutta”, con il supporto tecnico del Team “Nereggi Coratti”.
 
E così domenica mattina, le nostre strade si riempiranno di tanti piccoli atleti che daranno il meglio di se partecipando ad un torfeo che è diventato molto sentito.
 
Non ci resta quindi che ringraziere Zacca Frutta per quesa mattinata di alllegria che colorerà le nostre strade.
 
Per info ed iscrizioni chiamare i numeri indicati sulla locandina.

E tu conosci la bellezza dei laghetti della Solfatara di Pomezia?

News 17 Frattocchie (301)
Antonio Calcagni

 
 
Un’escursione tra natura selvaggia e suggestioni lunari organizzata per i soci del Centro Anziani Frattocchie di Marino.
 
Una mattinata all’insegna della natura, della cultura e dello stare insieme: è quella vissuta dai soci del CAFM (Centro Anziani Frattocchie di Marino APS) durante l’ultima escursione del 2 maggio scorso nella riserva naturale di Decima-Malafede, alla scoperta della Solfatara di Pomezia e dei suoi laghetti nascosti.
 
Partiti di buon’ora con mezzi messi generosamente a disposizione dai volontari, i partecipanti hanno raggiunto uno dei luoghi più sorprendenti e poco conosciuti del territorio laziale. Ad accoglierli, un paesaggio quasi surreale: quello del Lago Bianco, con le sue acque lattiginose, i vapori sulfurei e il gorgoglio ininterrotto dell’acido solfidrico che emerge dal sottosuolo.
 
La guida Tonino Dibello ha condotto il gruppo lungo sentieri circondati da saggine, ginestre e maestosi alberi da sughero, offrendo spiegazioni dettagliate sul contesto geologico, sulla storia millenaria del territorio e sulle suggestioni letterarie che questi luoghi hanno ispirato.
 
Tappa dopo tappa, si sono svelati anche gli altri laghi della zona, tra cui il poetico Lago degli Innamorati, ciascuno con una propria atmosfera e unicità.
 
L’organizzazione, come sempre impeccabile, è stata gratuita e resa possibile dallo spirito di comunità che anima l’Associazione.
 
Una realtà, quella del CAFM, che non si limita a offrire occasioni ricreative, ma promuove veri e propri momenti di scoperta e condivisione, vedendo spesso anche la partecipazione di interi gruppi familiari. Per chi non conoscesse ancora la bellezza della Solfatara di Pomezia, una visita guidata è fortemente consigliata: il reticolo di sentieri boschivi può facilmente trarre in inganno, e solo con una guida esperta è possibile cogliere appieno la ricchezza di questo paesaggio straordinario, a pochi minuti da Frattocchie.
 
Ecco alcune impressioni dei partecipanti. Esordisce Bruno: “Ci sarò passato mille volte per quella strada della solfatara ma senza mai immaginare che poco all' interno di quelle montagnole di scarti di zolfo si celassero delle meraviglie.
 
Ci voleva il solito nostro generale Dibello per farmeli scoprire insieme alla nostra associazione CAFM.
 
Un gruppo di laghetti di vari colori generati dall' attività vulcanica sottostante con innumerevoli sorgenti solfidriche che a sfioro sembrano tante fontanelle zampillanti.
 
Grazie Tonino! Non ti ripeti mai! Aspettiamo con ansia la prossima uscita”.
 
Antonietta ne è rimasta incantata:Paesaggio lunare inaspettato, laghetti colorati, alberi di sughero, ginestre, saggine. Sono ancora incantata. Grazie per questa opportunità”.
 
E Gianni che non è voluto mancare nonostante alcuni problemi di salute: “Esperienze sempre nuove alla scoperta di nuove emozioni.
 
Ma il tutto reso ancora più piacevole dal fatto di essere ormai un gruppo affiatato, composto da persone curiose, attente e partecipative”.
 
E infine così chiosa il presidente, Claudio Bornaccioni, constatando lo stato di abbandono dell’area che non ha un’adeguata zona di parcheggio e, in prossimità della strada, è anche ricettacolo di rifiuti: “È sorprendente come una bellezza naturale di questo tenore non venga adeguatamente pubblicizzata e tenuta in bella mostra.
 
Difatti rimane sconosciuta ai più, mentre in altro paese sarebbe sicuramente metà turistica di pregio”.
 
Chi desidera partecipare alle prossime attività del CAFM può seguire la pagina Facebook (dove può trovare le bellissime foto dei laghetti della Solfatara) dell’Associazione oppure contattare direttamente il Presidente Claudio Bornaccioni al numero 335-364847.

AVVISO DI INTERRUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA

News 18 AVVISI (1.763)
Francesco Raso

L’ENERGIA ELETTRICA VERRÀ  INTERROTTA
 
GIOVEDÌ 24 APRILE 2025
dalle ore 08:45 alle ore 15:30
 
L’ENERGIA ELETTRICA VERRÀ INTERROTTA, CAUSA MANUTENZIONE.
L’INTERRUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA INTERESSERÀ SOLTANTO I CLIENTI IN BASSA TENSIONE.
 
IL DISTACCO MOMENTANEO INTERESSERÀ LE SEGUENTI VIE E NUMERI CIVICI:
 
Via Maroncelli nei seguenti numeri civici raggruppati per pari e/o dispari:
Dispari: da 27 a 39 – 65, 87, 91 – da 97 a 103, 109, 117 – da 121 a 125 – da 129 a 131, 135, 39a, 23/25
Pari: 24 – da 28 a 32, 36 – da 42 a 46, 50, 56 – da 60 a 68 – da 74 a 80, 28b, sn
 
Via Leopardi nei seguenti numeri civici raggruppati per pari e/o dispari
Dispari: da 1 a 3, sn
Pari: -
 
Via Artali nei seguenti numeri civici raggruppati per pari e/o dispari
Dispari: da 3 a 5
Pari: -
 
Via Pepe nei seguenti numeri civici raggruppati per pari e/o dispari
Dispari: 1
Pari: 6

Conosciamo le nostre preziose "amiche" piante: l’ulivo 2ª parte

News 19 Natura e Botanica (371)
Domenico Brancato

Curiosità:
Storico – mitologiche
  • La coltivazione dell’Ulivo risale a più di 6000 anni fa, esistono infatti numerosi riferimenti nella Bibbia, e in altri testi tradizionali-religiosi dei popoli del Mediterraneo, come Greci, Romani ed Egizi. Fra le numerose citazioni si ricorda la colomba che portò a Noè un ramoscello d’Ulivo dopo il Diluvio Universale, come simbolo di rinascita e di riconciliazione. Oppure le ultime ore della vita di Gesù, trascorse nell’Orto degli Ulivi.
  • L’albero, nell’antichità, era molto apprezzato ed utilizzato per le sue doti curative: con le sue foglie si preparava un decotto utile a contrastare la febbre e, in generale, tutte le malattie causate da virus e batteri. Questo rimedio ha la valenza, a tutti gli effetti, di un antibiotico naturale, anche se oggi si tende a scegliere altri tipi di soluzioni, trascurando di fruire dei benefici di questa preziosa pianta di casa nostra.
  • L’Olivo ispirò i simboli della prosperità e della pace ai romani che ne utilizzavano i rami in una cerimonia tipica di Capodanno quando, all’alba delle Calende (primo giorno del secondo mese del calendario romano antico) di Gennaio, due fanciulli prendevano ramoscelli d’Olivo e del sale, ed entravano nelle abitazioni dicendo: “Gaudio e letizia siano in questa casa” e auguravano abbondanza di figli, porcellini, agnelli e ogni altro bene.
  • Roma l’Olivo era dedicato a Minerva (divinità romana della lealtà in lotta, delle virtù eroiche, della guerra per giuste cause di difesa, della saggezza, delle strategie e protettrice degli artigiani) e Giove (dio supremo della religione e della mitologia romana, i cui simboli sono il fulmine ed il tuono). I romani, pur considerando l’olio di oliva come merce: da esigere dai vinti, da commerciare, e da consumare, derivarono dai Greci anche alcuni aspetti simbolici dell’Ulivo, come quelli di onorare i cittadini illustri, gli sposi il giorno delle nozze e i morti, inghirlandandoli con corone di fronde di Olivo, per significare di essere vincitori nelle lotte della vita umana.
  • Secondo una leggenda riferita da Plinio e da Cicerone (avvocato, politico, scrittore , oratore e filosofo romano – 106 a.C. – 43 a.C.), sarebbe stato Aristeo (personaggio della mitologia greca, figlio di Apollo e della principessa Cirene) lo scopritore dell’Olivo e l’inventore, all’epoca fenicia (1200 - 333 a, C.), del modo di estrarre l’olio.
  • La Genesi (creazione del mondo e dell’uomo narrata nel primo libro dei cinque -Pentateutico- dell’antico Testamento ispirati da Dio a Mosè) narra che quando le acque del Diluvio universale cominciarono a calare e l’arca si arenò sulla cima del monte Ararat, Noè fece uscire prima un corvo perché gli riferisse sul lento emergere delle terre e poi una colomba che tornarono senza trovare un lembo di terra dove posarsi. Dopo una settimana rispedì la colomba che al crepuscolo rientrò con un ramoscello di Ulivo nel becco. Noè comprese allora che le acque si erano ritirate definitivamente. Aspettò altri sette giorni, poi lasciò libera la colomba che non tornò più nell’arca: sicchè il ramoscello d’Olivo divenne, per ebrei, cristiani e musulmani, simbolo di rigenerazione, pace e prosperità.
Nella tradizione cristiana la Domenica delle Palme, che commemora l’ingresso di Gesù Cristo in Gerusalemme , spesso la palma viene sostituita da rami d’Ulivo, con il significato della riconciliazione fra il Signore e gli uomini, di cui la Pasqua è l’evento storico. Per tale motivo i contadini, una tempo, piantavano un ramo benedetto nei campi seminati. Si diceva anche che tenesse lontani i fulmini e, in Piemonte, le streghe.
  • Al simbolismo di pace si ispirava un’usanza testimoniata da san Cirillo d’Alessandria, per la quale un esercito che la voleva , dopo una battaglia, la chiedeva tramite un araldo ( Messaggero o, nel Medioevo, Ufficiale incaricato di rendere pubbliche le decisioni delle autorità di competenza) che, per ottenerla, doveva presentare al nemico un recipiente pieno di olio d’oliva.
  • Nell’antica Grecia, l’abbondanza di olio di oliva da utilizzare per cibo e alimentare le lampade, implicava una risorsa di vitale importanza, che veniva a mancare nei periodi di guerra. Per cui divenne sinonimo di tempo di pace. Per tali motivi, gli uliveti erano considerati obiettivi cruciali da colpire durante le guerre, e la loro devastazione rappresentava, per la popolazione ferita, un duro colpo non solo economico ma anche psicologico. Tuttavia, dagli Ulivi distrutti dall’odio, spuntavano nuovi germogli: miracolose premesse di futuri frutti. Perciò, nei secoli, la pianta è divenuta simbolo di saggezza e rinnovamento, di forza e sacrificio, di verginità e fertilità e pertanto meritava di essere protetto e venerato.
  • L’importanza dell’olio d’oliva per i popoli del Mediterraneo si riflette nei loro scritti e addirittura nelle loro leggi. Il poeta greco Omero (poeta greco autore dell’Iliade e dell’Odissea – IX- VIII secolo a.C.) lo chiamò “oro liquido”. Il filosofo greco Democrito (460 a.C. – 370 a.C.) pensava che una dieta a base di miele e olio d’oliva potesse permettere a un uomo di vivere cento anni: età estremamente avanzata in un’epoca in cui la speranza di vita oscillava intorto ai quarant’anni. Nel VI secolo a.C. il legislatore ateniese Solone introdusse leggi per la protezione dell’Ulivo, per le quali da un oliveto si potevano rimuovere ogni anno solo due olivi e la violazione comportava sanzioni gravi, ivi compreso la pena di morte.
  • L’enciclopedista romano Plinio il Vecchio, nel I secolo a.C., nella “Naturalis historia”, scrisse che l’Italia aveva il miglior olio d’oliva del Mediterraneo.
  • Virgilio elogiò così l’Olivo: “ E tu però, se saggio sei, provvedi, che ne’ tuoi campi numeroso alligni questo varo alla pace arbor fecondo”.
  • All’ulivo apportatore di prosperità e pace si ispirava un’antica usanza, ormai desueta: le Croci di Maggio. I contadini percorrevano i campi in processione innalzando una croce per propiziare un buon raccolto; e ne piantavano un’altra in mezzo al grano, costruita con canne, alle quali veniva applicata la candelina della Candelora (2 Febbraio, festa della Purificazione della Madonna, in occasione della quale si benedicono le candele) e un ramoscello di Ulivo unito alla cosiddetta “palma di san Pietro”, che era un giglio benedetto in quello stesso giorno.
  • La cenere di un rametto d’Ulivo veniva e viene tuttora imposta sulla fronte dei fedeli nel rito del mercoledì delle Ceneri, pronunciando la formula tradizionale “Uomo ricorda che sei polvere e in polvere tornerai”. Nel Sacramento del Battesimo, il sacerdote ungeva e unge il battezzando con l’olio di oliva dei catecumeni (coloro che intraprendono un percorso di fede) per sottolineare la liberazione del peccato originale; e dopo la celebrazione lo unge con il crisma (olio consacrato dal Vescovo il Giovedì Santo misto a balsamo e aromi ), segno dell’aggregazione alla chiesa. Con lo stesso crisma il Vescovo unge il cresimando nella Confermazione dicendo: “Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono”.
  • Papa Benedetto XVI è indicato dal frate profeta Malachia (1139 d.C.) col motto “De gloria Olivae” che, tradotto letteralmente, significa “La gloria dell’Olivo”. Il riferimento a Benedetto può essere spiegato dal fatto che gli appartenenti all’ordine benedettino sono anche chiamati gli Olivetani, sul cui stemma compare proprio il ramo d’Olivo e, cosa più importante, Papa Ratzinger è nato il 16 Aprile 1927, il sabato santo: il giorno più significativo del periodo pasquale, che è appunto caratterizzato dal simbolo dell’Olivo.
  • In un boschetto di Olivi piantati durante il pellegrinaggio di Papa Giovanni Paolo II in Terra Santa nel 2000, solo l’albero di Olivo (offerto da un fondo israeliano per la salvaguardia della terra), che al termine di una preghiera collettiva sul Monte delle Beatitudini che domina il Lago di Tiberiade, era stato benedetto dal Pontefice, secondo quanto riferito nel 2008 il giornale Yediot Ahronot, dà frutti.
 
  • Papa Francesco ha utilizzato un pastorale (bastone simbolico dall’estremità ricurva e spesso riccamente decorata, usato dal Vescovo e dal Papa in occasione della celebrazione di sacre funzioni più solenni) in legno di Olivo realizzato dai detenuti del carcere di Sanremo.
  • Fra le numerose leggende riferite alla pianta dell’ulivo, una in particolare, citata da Apollodoro (storico greco di Atene 180 a.C. – 120-110 a.C. ca.) in Biblioteca e da Virgilio (poeta romano 70 a.C. – 19 a. C.) nelle Georgiche: assume particolare importanza, secondo la quale fu Atena (figlia di Zeus e dea greca della sapienza, delle arti e della guerra) che piantò per prima l’Olivastro in Grecia. Un giorno la dea si scontrò con Poseidone (dio del mare, dei terremoti e dei maremoti nella mitologia greca) per il possesso dell’Attica. Per risolvere la contesa gli dei dell’Olimpo si rivolsero a Cecrope, primo re di quelle terre, che promise la palma della vittoria a chi avesse creato qualcosa di straordinario. Allora Poseidone colpì con il tridente la terra in mezzo all’Acropoli facendone scaturire una sorgente di acqua salata. Ma fu Atena ad assicurarsi la vittoria, dato che conficcò nel terreno la lancia che trasformò in un Olivo (come ricordava un’iscrizione sul frontale dell’Acropoli), simbolo di pace e fonte di cibo e di combustibile. Il dono di Atena fu considerato il più grande e la nuova città, in suo onore fu chiamata Atene. Da quel giorno l’Olivo fu considerato un dono divino e cresce ancora sull’Acropoli di Atene. Di conseguenza non soltanto era proibito bruciare il legno di ulivi ma veniva punito severamente chi li danneggiava. Persino gli spartani, quando saccheggiarono Atene, risparmiarono gli Ulivi temendo la vendetta degli dei.
  • Il tronco con il quale Polifemo (Ciclope pastore della mitologia greca, creatura gigantesca e mostruosa dotata di un solo occhio) venne accecato da Ulisse ( personaggio della mitologia greca ed eroe narrato da Omero nell’Iliade ed Odissea) e dai suoi compagni, si narra appartenesse ad un Ulivo.
  • Lo stesso Ulisse, Re di Itaca, costruì, per sé e per la moglie Penelope il letto nuziale, scavandolo nel tronco di una possente pianta d’Olivo, simbolo di un’unione salda e duratura.
  • In onore di Atena si celebravano ad Atene i Giochi panatenaici (insieme di competizioni sportive che si tenevano ogni quattro anni nell’antica Grecia), in cui si premiavano i vincitori dei concorsi musicali e delle gare atletiche con anfore colme di oli pregiati che provenivano dagli Ulivi sacri dell’Attica.
  • L’olivo e i suoi generosi raccolti, secondo la leggenda, sarebbero stati fatti conoscere all’umanità dalla dea dell’antico Egitto, Iside.
  • La mitologia romana attribuisce ad Ercole (figura della mitologia romana) l’introduzione dell’olio dal Nord Africa.
  • Per altra leggenda, l’origine dell’Olivo risalirebbe alla comparsa del primo uomo e sarebbe cresciuto sulla tomba di Adamo.
  • Secondo la tradizione romana, Romolo e Remo (gemelli nati dall’unione dalla vestale Rea Silvia (discendente dell’eroe troiano Enea) con il dio della guerra Marte), sarebbero nati sotto un albero d’Olivo.
  • Anche nella tradizione ebraica all’Olivo viene riservato un posto di riguardo. Infatti, secondo la leggenda citata anche nella Genesi, Adamo, prima di morire inviò suo figlio Seth a chiedere ai cherubini (angeli dediti alla protezione dell’Eden e del trono di Dio) tre semi dell’ “albero della Conoscenza e del Male” . Seth, tornò con quanto chiestogli, e quando il padre morì piantò sulla sua tomba i tre semi, dai quali nacquero un Cipresso, un Cedro e, appunto, un Ulivo.
  • Comunque, per gli antichi, l’Olivo era simbolo di: gloria e di benedizione divina; fonte di legno da opera; frutti per alimento prezioso per le sue proprietà salutistiche, olio per fare luce e per curare i malati, ed oggi di pace e prosperità.
Nell’arte: l’ulivo trova ricorrenti riferimenti, come nelle due famose tele di Monet (pittore francese, uno dei fondatori dell’impressionismo – 1480-1926 d.C. -) e di Van Gogh (pittore olandese, fra i più importanti del Realismo -1853-1890 d.C.-).
Nell’ Oroscopo Celtico degli Alberi: creato dagli antichi sacerdoti celti - Druidi attorno al 600 a.C..
Oroscopo che divideva l’anno assegnando ad ogni decade del mese il simbolo di un albero, al quale (alcune culture di origine celta) sembra conferissero delle interpretazioni caratteriali simili a quelle degli esseri umani, attribuendo in ogni periodo un flusso particolare sulla natura e sulle persone. E anche se è difficile capire quanto ci sia di vero sull’argomento, si ritiene positiva la divulgazione di una logica che persegue l’idea di rafforzare il nostro legame con la natura. Legame particolarmente avvertito nei popoli antichi. Così i nati il 23 Settembre vengono associati all’albero dell’Ulivo che nello Oroscopo Celtico, corrispondente al segno Zodiacale della Vergine, rappresenta l’emblema del fuoco che brucia e purifica, mentre dà vita ed energia col suo calore.
Pro: chi è nato sotto il segno dell’ulivo è simbolo di pace, forza, purificazione e di innata prodigalità. Le nebbie dei dubbi svaniscono rapidamente, ed ogni fantasma scompare dinanzi alla immobile luminosità di questo segno. E’ sempre alla ricerca di tepore e di sole. E’ saggio e pacifico e vuole vivere come gli pare ma, in cambio, lascia vivere gli altri come vogliono, senza mai interferire pesantemente nelle loro scelte. E’ la discrezione in persona, al punto che lo si potrebbe ritenere indifferente. L’Olivo sorride qualunque cosa accada, sia perché si sa controllare, sia perché ritiene inutile agitarsi. E’ molto tollerante, ed ha un innato senso della giustizia. Gli piace leggere e istruirsi e può anche raggiungere la gloria nelle arti e nella professione. Benefico come l’albero che lo rappresenta, l’Olivo dona pace e felicità a chi gli sta intorno. La solitudine non gli fa paura, anzi invecchiando, la ricercherà con piacere. E’ quasi proverbiale il suo savoir-faire, ovvero le buone maniere con le quali tratta con le persone.
Contro: L’unico neo dei nati sotto il segno dell’Ulivo è, a volte, l’incapacità di avere un’opinione personale, il che li rende indecisi nell’affrontare la vita.
Amore:
Sotto questo aspetto i nativi sono un po’ ritardatari ed hanno bisogno di tempo per aprirsi. Considerata la loro natura seria, necessitano di qualcuno di cui fidarsi, che sia in grado di bilanciare l’equilibrio della relazione e che sappia far riscoprire loro, giorno dopo giorno, quel lato sensibile del carattere che tendono a nascondere.
Erbe associate al segno: Felce, Aneto, Maggiorana, Valeriana
Salute: possibile predisposizione a disturbi relativi a: cuore, udito, metabolismo, stomaco e intestino.
Siti delle piante di importanza storico-monumentale ( vedi allegato):
  • Sant’Emiliano, si trova in località Bovara, a circa 200 metri dal recinto dell’abbazia benedettina di Bovara, frazione del comune di Trevi ed è uno dei simboli della fascia olivata Assisi-Spoleto. Pianta maestosa ultra millenaria: 1830 +/- 260 anni ( secondo i rilevamenti effettuati con l’impiego del radiocarbonio condotti dall’Università di Perugia, Napoli e l’Istituto dell’Olivicoltura di Spoleto) con una circonferenza alla base di m 9,10, un’altezza di 5 m ed un’ampiezza della chioma di 8,20 m. Presenta un tronco profondamente fessurato, dovuto al processo di torsione che gli esemplari molto vecchi subiscono.
Questa pianta viene citata in un antico codice risalente al nono secolo, che narra il martirio di Sant’Emiliano, primo vescovo di Trevi nell’anno 303 o 304 d.C. Qui si legge che “lo legarono ad una giovane pianta d’olivo” dove venne infine decapitato. Da sempre quell’ulivo è stato identificato con quello che si può ammirare nel comune di Trevi, in località Bovara. Trattasi di un esemplare non comune, in quanto, pur trovandosi a bassa quota, non ha mai evidenziato i ricorrenti distruttivi danni che gli ulivi subiscono dalle galaverne ( consistentI in un deposito di ghiaccio in forma di aghi o superficie continua ghiacciata che si verifica in presenza di nebbia, quando la temperatura dell’aria è nettamente inferiore a 0° C).
Guido Bonci del CNR ISAFM (Consiglio Nazionale delle Ricerche – Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo) della sezione di Perugia, colloca l’ulivo di Sant’Emiliano in una posizione botanica fra l’Olivastro ed il Moraiolo, per cui si parla di una possibile varietà ancestrale.
  • Luras, in provincia di Olbia- Tempio, presso il lago artificiale di Liscia, in località Santu Baltolu di Carana nella Gallura, Sardegna. Trattasi del magnifico esemplare di ulivo selvatico più grande del mondo, con dimensioni della circonferenza del tronco, del diametro della chioma e dell’altezza, rispettivamente, di: m 11,5, 21 e 14 m chioma. E’ chiamato: “S’ozzastru”, “uddhastru, “addhastru” e “babbu mannu” , cioè il grande padre. Al quale l’Università di Sassari ha attribuito un’età a dir poco leggendaria, compresa tra 2500 ei 4000 anni. Secondo antiche leggende, era considerato un rifugio per spiriti maligni.
  • Borgagne, nel Salento in provincia di Lecce, secondo alcune fonti potrebbe trattarsi dell’esemplare più antico d’Italia, vantando un’età stimata fra i 3000 e 4000 anni, è sito in una zona ricca di piante plurisecolari, dove spicca per la bellissima conformazione caratterizzata da una circonferenza del tronco di 7,2 metri per 15 di altezza.
  • Palombara Sabina, in provincia di Roma, nei pressi del Convento quattrocentesco di S. Francesco e del cimitero di Palombara. L’età stimata è di circa 3000 anni e la circonferenza del suo troco, molto contorto, prima che subisse delle asportazioni misurava 12,50 metri nel punto più largo e 8,50 metri in quello più stretto. Appartiene all’antica varietà Salus alba, oggi Salviana: una della cultivar endemiche della Sabina, come la Carboncella e la Procanina, ottenute con secolari successive ibridazioni dell’antico progenitore.
  • Magliano in Toscana, ospita l’Ulivo della Strega: pianta monumentale situata in iun uliveto adiacente alla chiesa romanica della SS. Annunziata, in origine piccolo oratorio della prima metà del 1300. L’albero è considerato uno dei più vecchi d’Italia e forse d’Europa, in quanto gli esperti, adottando il metodo del carbonio attivo, hanno riscontrato un’età intorno 3000-3500 anni. Cronologia che collocherebbe questo esemplare in un periodo storico anteriore a quello degli ulivi dell’orto di Getsemini. Esemplare che è composto da due strutture, uno appartenente al vecchio albero con una circonferenza alla base di 8,50 m ed un altezza di circa 10 m, databile intorno al 1000 a. C., ormai morto, dalla cui base si è sviluppato un nuovo pollone, diventato albero a frutto, che si stima avere almeno due secoli di vita.
Nel 2007 Il TCI (Touring Club Italiano) lo ha annoverato fra gli alberi monumentali della Toscana, in virtù della legge n.60 del 1996 che definisce alberi monumentali di alto pregio artistico e storico tutti gli alberi isolati, o facenti parte di formazioni boschive, che possono essere considerati rari esempi di maestosità e longevità, o quelli che hanno un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale o di tradizioni locali.
 
Durante il corso del 1900 la mole dell’Ulivo era tale che un lunedì di Pasqua, dopo la fine della seconda guerra mondiale, ospitò fra i suoi rami tutto il corpo della banda filarmonica del paese, composto da 40 orchestrali , con relativi ottoni e il maestro.
Questi stavato sui rami, nascosti fra le fronde e suonavano i loro strumenti davanti agli abitanti del paese, in una suggestione tale che la musica sembrava fosse suonata dall’Ulivo stesso. Dopo la guerra tornarono le feste degli abitanti di Magliano intorno all’Ulivo e da novembre, fino a quando l’albero fu colpito da un fulmine, si raccoglievano le olive.
Il nome Ulivo della Strega è dovuto ad alcune figure o raffigurazioni che si potevano intuire, più che vedere, particolarmente in certe ore del giorno, come verso il tramonto, quando le ombre cominciavano a creare suggestioni sul tronco e sui rami rugosi, contorti, scolpiti dal vento e dagli agenti atmosferici. Infatti, fino a gli anni ’40 del 1900 si potevano distinguere in alto, su un ramo centrale, la faccia di un uomo o di una vecchia, e sul tronco la figura di un grosso gatto in atto di arrampicarsi, ed accanto alla testa dello stesso il profilo di una donna con i capelli lunghi. Tali immagini oggi non si vedono più, ma esistono delle foto che le ritraggono e ne confermano la presenza.
Secondo antiche leggende tramandate dalla tradizione orale popolare , intorno all’albero si consumavano riti pagani e, dopo l’invocazione dei sacerdoti, l’Ulivo si contorceva in modo incredibile, assumendo forme inquietanti , tanto che la cosa era considerata una specie di stregoneria, motivo per cui era chiamato l’Olivo della Strega.
Si racconta anche che una strega, per proteggere l’Ulivo, una volta lanciò delle olive dure come sassi contro un ragazzo che aveva scagliato una pietra contro un pettirosso nascosto fra i rami della pianta.
La tradizione ricorda che agli albori del Cristianesimo (anni ’40 del I° secolo) , intorno alla pianta, venivano celebrate feste campestri in onore della divinità agresti ancora venerate dai pagani.
Durante il periodo etrusco (dal IX al I secolo a. C.) si racconta che intorno all’albero e sotto le sue fronde gli Auguri ed Aruspici (Sacerdoti dell’antica Roma che traducevano la volontà divina), esaminando il volo degli uccelli (se la loro direzione era rivolta verso levante, il segnale era positivo, verso ponente negativo) e analizzando le viscere degli animali (il cuore ed il fegato, in particolare) officiavano i loro riti per interrogare e svelare il futuro.
A testimonianza della sacralità dei luoghi, è da ricordare poi che proprio nella zona di Magliano, a s. Maria in Borraccia, nel 1883, è stato ritrovato il “disco di Heba”su cui sono incise circa 70 parole in lingua etrusca che si riferiscono a formule dedicatorie e rituali per sacrifici alle divinità celesti ed infere: Tin (Giove), Maris (Marte), Canthas e Calu (dio della morte, il cui animale corrispondeva al lupo), specificando le offerte da fare, il tempo ed il luogo.
  • Bshaaleh nel Libano - dove, da recente, notizie riportate sul New York Times, su Ulivi che avrebbero oltre mille anni di età, secondo J. Juluo Camarero dendrocronologo (studioso delle piante che producono legno, al fine di ricostruire la loro storia e determinare l’età esatta, attraverso l’estrazione di carotaggi lineari per rilevare tutti o la maggior parte degli anelli di crescita e quindi l’età. O tramite l’analisi al carbonio 14 radiattivo su l’estrazione di campioni del tronco e delle radici, quando il tronco, come per gli esemplari secolari italiani, presenta della cavità) si trova il più antico Ulivo del mondo. Mentre, secondo la tradizione locale, gli undici Ulivi (denominati Le Sorelle) che comprendono il più vetusto esemplare, sarebbero risalenti a circa 5000-6000 anni. Ipotesi avallata dagli storici che, secondo gli esiti dell’applicazione della tecnica avanzata del Carbonio 14 utilizzata per far luce assoluta rarità, affermano che questi alberi hanno origini bibliche. Rarità confermata anche dal fatto che crescono alla, di norma, inospitale altezza di 1300 m e producono olive dalle quali si estrae un pregiato olio extravergine con polifenoli estremamente alti e livelli di acidità tra 0,18 e 0,24 di acido oleico. Tanto da essere considerati dalla gente del posto un miracolo vivente.
Eccezionalità per le quali tali ulivi rimangono uno dei grandi misteri irrisolti ed inesplorati, anche se alcuni studiosi biblici ritengono che siano gli alberi dai quali la colomba ha prelevato il ramoscello da riportare a Noè, quando il diluvio si è placato.
Teoria, quest’ultima, plausibile se si considera che durante quella grande alluvione, quando tutto il Medio Oriente era sott’acqua, Bshaalch, arroccata a 1300 m di altitudine, ospitava piante di Ullivo ad una altezza mai verificatosi dall’antichità fino ai giorni d’oggi.
Per concludere, non rimane che augurare buona lettura a coloro che riterranno utile dedicare del tempo alla corposa descrizione delle caratteristiche di uno dei doni più preziosi e provvidenziali che la Natura ci ha voluto riservare.
 

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